Mercimonio
di
IL MICROBO
genere
gay
MERCIMONIO
Di patta in patta ho passato in rassegna tutti gli uomini presenti alla conferenza e avevo selezionato quella che più mi intrigava. Nel momento del congedo proprio lui mi ha sussurrato in un orecchio delle paroline dolci.
-”Ho visto come mi hai guardato. Vorrei stare un po' con te”.
Abbiamo affittato una stanza in albergo a ore e gli ho slacciato la cintura. Con calma l'ho sbottonato. C'era dentro un grandioso malloppo. Gli ho accarezzato gli slip pieni di roba. Intravedevo la sagoma dei genitali per quanto e per come li riempiva. Piano ho tirato giù il sipario e ne è saltata fuori a sbalzo un'asta già bella dura con la cappella a spinta. Imboccarla e succhiarla è stato il minimo sindacale. Mi ha portato in luce il culo a fargli prendere aria. Lo ha puntato e infilzato. Le sue spinte dolci mi hanno fatto fremere. Ha aumentato il ritmo e gemevo. Mi ha sfinito che ero in deliquio, in tripudio per il suo orgasmo. L'ho ripulito. Gli ho riaccomodato in mutanda gli attrezzi. Sono rientrato in tuta. Ci siamo salutati.
-”Alla prossima dolce tesoro”.
Ho raccolto la banconota verde uscita dal suo portafoglio e planata sul pavimento a mia mercede. Cento euro, più di quanto immaginavo di meritare.
-”vali anche di più”.
Tutte le volte che vuole mi basta uno schiocco delle sue dita che divento suo.
Di patta in patta ho passato in rassegna tutti gli uomini presenti alla conferenza e avevo selezionato quella che più mi intrigava. Nel momento del congedo proprio lui mi ha sussurrato in un orecchio delle paroline dolci.
-”Ho visto come mi hai guardato. Vorrei stare un po' con te”.
Abbiamo affittato una stanza in albergo a ore e gli ho slacciato la cintura. Con calma l'ho sbottonato. C'era dentro un grandioso malloppo. Gli ho accarezzato gli slip pieni di roba. Intravedevo la sagoma dei genitali per quanto e per come li riempiva. Piano ho tirato giù il sipario e ne è saltata fuori a sbalzo un'asta già bella dura con la cappella a spinta. Imboccarla e succhiarla è stato il minimo sindacale. Mi ha portato in luce il culo a fargli prendere aria. Lo ha puntato e infilzato. Le sue spinte dolci mi hanno fatto fremere. Ha aumentato il ritmo e gemevo. Mi ha sfinito che ero in deliquio, in tripudio per il suo orgasmo. L'ho ripulito. Gli ho riaccomodato in mutanda gli attrezzi. Sono rientrato in tuta. Ci siamo salutati.
-”Alla prossima dolce tesoro”.
Ho raccolto la banconota verde uscita dal suo portafoglio e planata sul pavimento a mia mercede. Cento euro, più di quanto immaginavo di meritare.
-”vali anche di più”.
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