Gli etero in trasferta
di
IL MICROBO
genere
gay
GLI ETERO IN TRASFERTA
Mi piacciono davvero tanto soprattutto gli etero ortodossi, non certo quelli che poltriscono all'ombra di un matrimonio tranquillo, ma piuttosto quelli tutti di un pezzo e un po' sul ruspante e anche sul ruvido, che da fortunati proprietari di un cazzo bello grosso di purissimo acciaio Solingen, sono perfettamente titolati e adeguati a fronteggiare con la dovuta insistenza ogni genere di coito.
Ne ho frequentati diversi di questi insospettabili che in qualche momento della loro vita se la sono cercata e hanno voluto mettersi alla prova ad impalmare un candidato di tipologia succube come il sottoscritto.
Oltre a scopare coi fiocchi il culo, covavano quasi sempre il segreto desiderio di usare la canna (strumento per sua natura a percussione ma anche a fiato) per solfeggiare Sua Maestà il Bocchino.
La pompa non è cosa da poco. Chi la eroga deve fartela sudare e chi la subisce deve sapergli tenere testa. È una partita a due che richiede buone dosi di puntiglio, di fantasia e di enfasi. Va mestierata senza sconti con vera abnegazione, a rischio di trasformarsi in una bascula senza anima.
Quando mi sono comportato a modo mi sono tornati sempre alla carica. Qualcuno non ne poteva più fare a meno. Almeno uno, che ho conosciuto e servito a lungo di persona, ha anche chiuso bottega con le femmine e si è trasferito armi e bagagli in campo gay, prestando con successo i suoi servizi pure a qualche attivo obbligato, che dal canto suo si è scoperto più che vulnerabile a naufragare in brodo di giuggiole.
A riprova di quanto il sesso sia più commedia dell'arte che non copione già stabilito in partenza.
Mi piacciono davvero tanto soprattutto gli etero ortodossi, non certo quelli che poltriscono all'ombra di un matrimonio tranquillo, ma piuttosto quelli tutti di un pezzo e un po' sul ruspante e anche sul ruvido, che da fortunati proprietari di un cazzo bello grosso di purissimo acciaio Solingen, sono perfettamente titolati e adeguati a fronteggiare con la dovuta insistenza ogni genere di coito.
Ne ho frequentati diversi di questi insospettabili che in qualche momento della loro vita se la sono cercata e hanno voluto mettersi alla prova ad impalmare un candidato di tipologia succube come il sottoscritto.
Oltre a scopare coi fiocchi il culo, covavano quasi sempre il segreto desiderio di usare la canna (strumento per sua natura a percussione ma anche a fiato) per solfeggiare Sua Maestà il Bocchino.
La pompa non è cosa da poco. Chi la eroga deve fartela sudare e chi la subisce deve sapergli tenere testa. È una partita a due che richiede buone dosi di puntiglio, di fantasia e di enfasi. Va mestierata senza sconti con vera abnegazione, a rischio di trasformarsi in una bascula senza anima.
Quando mi sono comportato a modo mi sono tornati sempre alla carica. Qualcuno non ne poteva più fare a meno. Almeno uno, che ho conosciuto e servito a lungo di persona, ha anche chiuso bottega con le femmine e si è trasferito armi e bagagli in campo gay, prestando con successo i suoi servizi pure a qualche attivo obbligato, che dal canto suo si è scoperto più che vulnerabile a naufragare in brodo di giuggiole.
A riprova di quanto il sesso sia più commedia dell'arte che non copione già stabilito in partenza.
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