Indovina indovinello

di
genere
gay

INDOVINA INDOVINELLO
Sono diversi giorni che alle dieci di notte in punto mi arriva da privato sul cell una foto di cazzo ignoto. La cosa mi turba parecchio.
A quell'ora sono già in branda e questa cosa mi ispira una masturbazione più selvaggia del solito.
Quell'arnese così grosso e dritto, sempre in erezione, con la cappella a sguscio, qualche volta asciutta, quasi sempre bagnata, mi perseguita.
Mi chiedo chi ne sia il proprietario e a quale scopo si prenda la briga di recapitarmi il suo attrezzo. Forse è qualcuno che senza accorgersi sta sbagliando numero.
Il soggetto è sempre lo stesso ma l'inquadratura cambia. A volte c'è solo un pezzo di asta, a volte il torrone intero, a volte un bel po' di pube, in puro stile neanderthal.
Non sembra di repertorio e ho anche il sospetto che sia uno scatto realizzato sul momento per mostrarmi una eccitazione di cui forse nei pensieri di quel tale io potrei essere la causa, come a dirmi: “lo vedi come ti desidero?”
Da un po' di tempo ci si è messo anche il mio datore di lavoro a confondermi per bene le idee.
Era il mio onomastico, il 20 di gennaio giorno di San Sebastiano (patrono dei gay). Mi ha allungato un regalino che quando poi l'ho aperto conteneva un paio di mutandine nere di pizzo.
Gli ho chiesto spiegazioni ed è stato evasivo. Mi ha solo detto che da sbadato aveva confuso un pacco con un altro. Ma che comunque se mi piaceva l'articolo potevo tenerlo e anche indossarlo visto che siamo in vista del carnevale.
Il giorno dopo ho veduto sulla sua scrivania una brochure di nudo maschile. Prontamente mi ha assicurato che non era per niente sua ma gli era stato data per consegnarla ad un amico.
Il giorno appresso siamo andati insieme in trasferta fermandoci all'autogrill a pisciare insieme. L'ho sbirciato. Il suo pene era quello, proprio quello, preciso identico, sputato: quello della posta serale. Sono molto fisionomista e attento ai particolari. Caspita era proprio il suo. Ci siamo guardati ed ha esclamato:
-”Sorpresa!”
Siamo tornati in macchina e mi ha chiesto se per caso avevo dato un'occhiata a tutti quei bellissimi uomini (certo che sì!). Poi mi ha chiesto se per combinazione avevo addosso le sue mutandine (certo che sì!). Poi è scivolato ad accarezzarmi la coscia per capire se mi piaceva (certo che sì!). Poi mi mi ha guidato la mano sopra la patta per sentirglielo (quanta roba!). Poi si è messo in sosta in un parking per camionisti.
E poi e poi...
Per la prima volta il suo sigaro toscano in carne ed ossa ha preso la via del mio culo (ormai in calore) per fottermi senza pietà.
Da allora siamo gli unici che fanno gli straordinari in ufficio per giocare al dottore.
Servizio completo (anamnesi, prognosi e politerapia). Mi misura la febbre (all'americana col termometro in bocca). Per uso topico mi somministra tanto di clisma e per via orale uno sciroppo, buono per tutti i malesseri (e per tenere sotto controllo la frocite congenita di cui soffro, che quando va in acuto mi porta d'urgenza e senza scampo in camera operatoria).
scritto il
2025-12-17
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