I marchettari
di
IL MICROBO
genere
gay
I MARCHETTARI
Di notte ai giardini siamo in tanti. Mi apposto vicino ai cespugli in penombra, lontano dai lampioni. I maturi ci passano in rassegna con la mano sulla patta, per farci capire subito di cosa sono in cerca. Non va via molto che uno mi si avvicina e inizia a corteggiarmi. Le solite domande.
-”Sei maggiorenne vero?”
-”Sì”.
-”Sei solo?”
-”Sì”.
-”Ti va un po' di compagnia?”
-”Sì”.
Qualcuno mi prende in disparte e me lo tira fuori a canna oppure vuole controllare la merce. Mi toccano dove vogliono e mi fanno cenno di seguirli. Saliamo in auto e cerchiamo di rompere il ghiaccio.
I più fiduciosi mi portano a casa a fare una bella doccia insieme prima di dare inizio alle danze. Il copione è sempre lo stesso: se lo dondolano, glielo succhio, mi capovolgono e marciano dritti verso il traguardo del loro orgasmo. Poi mi liquidano.
-”Hai bisogno di moneta?”
Mi pagano. Torno ai giardini giusto in tempo per essere accalappiato da qualche ritardatario, che mi trova già in calore per una inculata last minutes sul posto.
Magari fa venire anche me con qualche colpo di sega che mi mette al riparo da ulteriori incontri.
-”Sei bravino. Ti tengo d'occhio”.
-”Se ci stai anche domani, facciamo con più calma e ti do più mancia”.
-”Grazie Signore”.
Poi col mio amico di stanza facciamo a gara a chi ha incassato di più.
MOLTI ANNI DOPO
Siamo diventati grandi e ora siamo noi che andiamo a caccia negli stessi posti dove ci vendevamo.
Quanti culetti nuovi stasera! I novizi li tiro fuori subito e ne abbordo uno di mio gusto. Cerco di non traumatizzarlo troppo ma è meglio che si abitui in fretta se vuole fare carriera.
Forse è il primo cazzo che vede. Glielo faccio maneggiare. Mi diventa durissimo. Si gira da solo e si offre. Che schiena! Lo svergino. È un po' grezzo ma si farà.
Lo prenoto ancora. Gli insegno qualche trucco del mestiere e qualche effetto speciale perché cresca bene.
Si sta evolvendo e intanto me lo godo tutto. Mi viene in casa quasi ogni sera. Costa un bel po', ma fa niente. Prima o poi lo mollo al suo destino e passo al prossimo, che sia alle prime armi, come piace a me.
Ogni tanto ne scopo qualcuno di proprio stagionato, che mi diverto a umiliare da mendicante.
FAME DI SESSO
Quando metto piede nel solito ritrovo gay mi sembra di impazzire alla vista di così tanti piccoli culetti da coltivare e di patte stracolme di chissà che cosa.
Per rinfrancarmi mi faccio un cocktail di quelli tosti, mi guardo in giro con calma e poi scelgo se cominciare da attivo o da passivo.
In fondo alla sala c'è un vero maschio. Gironzolo un po'. Mi avvicino. Mi sta squadrando. Muovo il culo. Fa segno di sì. Ce ne andiamo via.
D'estate in mezzo all'erba di un campo, d'inverno sul materasso di casa, divento suo. Ci sa fare. Non mi ero sbagliato. Una scopata coi fiocchi!
Torno nel locale. Pizzico la natica di un ragazzotto che avevo già notato prima. Gli offro da bere. Lo imbarco. Lo impalo. Come geme bene! Lui carnivoro bisognoso di salsiccia. Io cannibale all'arrembaggio.
Ecco fatto un doppio salto immorale, a fronte e a retro.
Di notte ai giardini siamo in tanti. Mi apposto vicino ai cespugli in penombra, lontano dai lampioni. I maturi ci passano in rassegna con la mano sulla patta, per farci capire subito di cosa sono in cerca. Non va via molto che uno mi si avvicina e inizia a corteggiarmi. Le solite domande.
-”Sei maggiorenne vero?”
-”Sì”.
-”Sei solo?”
-”Sì”.
-”Ti va un po' di compagnia?”
-”Sì”.
Qualcuno mi prende in disparte e me lo tira fuori a canna oppure vuole controllare la merce. Mi toccano dove vogliono e mi fanno cenno di seguirli. Saliamo in auto e cerchiamo di rompere il ghiaccio.
I più fiduciosi mi portano a casa a fare una bella doccia insieme prima di dare inizio alle danze. Il copione è sempre lo stesso: se lo dondolano, glielo succhio, mi capovolgono e marciano dritti verso il traguardo del loro orgasmo. Poi mi liquidano.
-”Hai bisogno di moneta?”
Mi pagano. Torno ai giardini giusto in tempo per essere accalappiato da qualche ritardatario, che mi trova già in calore per una inculata last minutes sul posto.
Magari fa venire anche me con qualche colpo di sega che mi mette al riparo da ulteriori incontri.
-”Sei bravino. Ti tengo d'occhio”.
-”Se ci stai anche domani, facciamo con più calma e ti do più mancia”.
-”Grazie Signore”.
Poi col mio amico di stanza facciamo a gara a chi ha incassato di più.
MOLTI ANNI DOPO
Siamo diventati grandi e ora siamo noi che andiamo a caccia negli stessi posti dove ci vendevamo.
Quanti culetti nuovi stasera! I novizi li tiro fuori subito e ne abbordo uno di mio gusto. Cerco di non traumatizzarlo troppo ma è meglio che si abitui in fretta se vuole fare carriera.
Forse è il primo cazzo che vede. Glielo faccio maneggiare. Mi diventa durissimo. Si gira da solo e si offre. Che schiena! Lo svergino. È un po' grezzo ma si farà.
Lo prenoto ancora. Gli insegno qualche trucco del mestiere e qualche effetto speciale perché cresca bene.
Si sta evolvendo e intanto me lo godo tutto. Mi viene in casa quasi ogni sera. Costa un bel po', ma fa niente. Prima o poi lo mollo al suo destino e passo al prossimo, che sia alle prime armi, come piace a me.
Ogni tanto ne scopo qualcuno di proprio stagionato, che mi diverto a umiliare da mendicante.
FAME DI SESSO
Quando metto piede nel solito ritrovo gay mi sembra di impazzire alla vista di così tanti piccoli culetti da coltivare e di patte stracolme di chissà che cosa.
Per rinfrancarmi mi faccio un cocktail di quelli tosti, mi guardo in giro con calma e poi scelgo se cominciare da attivo o da passivo.
In fondo alla sala c'è un vero maschio. Gironzolo un po'. Mi avvicino. Mi sta squadrando. Muovo il culo. Fa segno di sì. Ce ne andiamo via.
D'estate in mezzo all'erba di un campo, d'inverno sul materasso di casa, divento suo. Ci sa fare. Non mi ero sbagliato. Una scopata coi fiocchi!
Torno nel locale. Pizzico la natica di un ragazzotto che avevo già notato prima. Gli offro da bere. Lo imbarco. Lo impalo. Come geme bene! Lui carnivoro bisognoso di salsiccia. Io cannibale all'arrembaggio.
Ecco fatto un doppio salto immorale, a fronte e a retro.
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