Il brindisi
di
IL MICROBO
genere
pissing
IL BRINDISI
Se dovessi scegliere un mestiere vorrei diventare inserviente nei bagni pubblici. Mi piace guardare gli uomini che si avvicinano alle conchiglie degli urinatoi nel mentre che si sbottonano e lo tirano fuori. Ognuno ha il suo stile. C'è chi lo fa con calma e chi con inquietudine. Chi brandisce l'asta come una mazza da baseball e chi la fa pencolare da sola senza aiutarla. C'è chi prende bene la mira come se fosse al tirassegno, e chi non si preoccupa se qualcosa scappa fuori traiettoria. Chi si guarda con insistenza l'uccello. Chi invece alza gli occhi al cielo. Mi piace sentire il fragore degli scrosci, seguirne la musica. Prima tempestosa, poi a scemare fino a smorzarsi del tutto. Alcune pisciate sono lunghe e costanti, altre brevi e a scatti. Imperdibile è lo scrollo che distilla dal glande le ultime gocce dei loro magnifici sputi. Da lì in poi la canna sparisce veloce nelle mutande e in braga. Le urine possiedono un loro complesso melange fatto di odori, di colori, di sapori. Ci sono quelle trasparenti e limpide come l'acqua e quelle più corpose e spesse, in gradazione dal giallo paglierino all'ambrato. Alcune sono più spumeggianti e schiumano. Ce n'è di quasi neutre o di acri che ti intridono le narici. Quanti che ne ho spiati nei bagni, soprattutto nelle ore di punta quando c'è un certo affollamento di uccelli in parata. Se si accorgono che ho gli occhi lunghi alcuni non ci badano, altri se ne compiacciono, altri si infastidiscono, altri ancora lo considerano un'avvisaglia e quasi l'inizio quale è di un probabile approccio laido. Prima ero uno sbandato ma adesso ho anch'io il mio padrone che mi ha eletto a suo assistente di latrina, come ho sempre desiderato di essere, al completo servizio del suo idrante, attento a non perdermi nessuna delle sparatorie che fa zampillare nel cesso. Mi posiziono a fianco del vaso e non mi perdo niente dello spettacolo sontuoso che mi offre. Mi piace decantare la potenza dei suoi getti, la quantità e la qualità delle sue preziose piogge dorate, alcune volte a getto altre a sguazzo. E lo prego anzi lo supplico di non farmele mancare mai che altrimenti vado in crisi di astinenza. Una volta che voleva punirmi mi ha esiliato dal bagno e lasciato all'asciutto per un giorno intero. È stato il castigo più severo che potesse infliggermi. Se invece merito un premio me ne fa tracannare un bel po' a garganella oppure me la diluvia addosso dalla testa ai piedi. Giusto per farmi intendere quanto sia importante portargli il massimo del rispetto, che gli tributo volentieri, consapevole come sono della sua autentica superiorità e soverchiante innata supremazia su di me.
Se dovessi scegliere un mestiere vorrei diventare inserviente nei bagni pubblici. Mi piace guardare gli uomini che si avvicinano alle conchiglie degli urinatoi nel mentre che si sbottonano e lo tirano fuori. Ognuno ha il suo stile. C'è chi lo fa con calma e chi con inquietudine. Chi brandisce l'asta come una mazza da baseball e chi la fa pencolare da sola senza aiutarla. C'è chi prende bene la mira come se fosse al tirassegno, e chi non si preoccupa se qualcosa scappa fuori traiettoria. Chi si guarda con insistenza l'uccello. Chi invece alza gli occhi al cielo. Mi piace sentire il fragore degli scrosci, seguirne la musica. Prima tempestosa, poi a scemare fino a smorzarsi del tutto. Alcune pisciate sono lunghe e costanti, altre brevi e a scatti. Imperdibile è lo scrollo che distilla dal glande le ultime gocce dei loro magnifici sputi. Da lì in poi la canna sparisce veloce nelle mutande e in braga. Le urine possiedono un loro complesso melange fatto di odori, di colori, di sapori. Ci sono quelle trasparenti e limpide come l'acqua e quelle più corpose e spesse, in gradazione dal giallo paglierino all'ambrato. Alcune sono più spumeggianti e schiumano. Ce n'è di quasi neutre o di acri che ti intridono le narici. Quanti che ne ho spiati nei bagni, soprattutto nelle ore di punta quando c'è un certo affollamento di uccelli in parata. Se si accorgono che ho gli occhi lunghi alcuni non ci badano, altri se ne compiacciono, altri si infastidiscono, altri ancora lo considerano un'avvisaglia e quasi l'inizio quale è di un probabile approccio laido. Prima ero uno sbandato ma adesso ho anch'io il mio padrone che mi ha eletto a suo assistente di latrina, come ho sempre desiderato di essere, al completo servizio del suo idrante, attento a non perdermi nessuna delle sparatorie che fa zampillare nel cesso. Mi posiziono a fianco del vaso e non mi perdo niente dello spettacolo sontuoso che mi offre. Mi piace decantare la potenza dei suoi getti, la quantità e la qualità delle sue preziose piogge dorate, alcune volte a getto altre a sguazzo. E lo prego anzi lo supplico di non farmele mancare mai che altrimenti vado in crisi di astinenza. Una volta che voleva punirmi mi ha esiliato dal bagno e lasciato all'asciutto per un giorno intero. È stato il castigo più severo che potesse infliggermi. Se invece merito un premio me ne fa tracannare un bel po' a garganella oppure me la diluvia addosso dalla testa ai piedi. Giusto per farmi intendere quanto sia importante portargli il massimo del rispetto, che gli tributo volentieri, consapevole come sono della sua autentica superiorità e soverchiante innata supremazia su di me.
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