Antonella 4

di
genere
corna

Nell'ufficio del direttore
Alle nove in punto mi presentai all'ufficio di mio marito, dopo aver preso una mezza giornata di permesso alla mia agenzia. Mio marito mi aspettava con ansia per condurmi dal direttore. Mi aveva scelto lui i vestiti da mettere e l'intimo da indossare per essere più provocante. Indossavo un tailleur nero così corto che le mie calze a rete si vedevano appena sotto l'orlo della gonna quando camminavo. La giacca era stretta per enfatizzare il seno senza reggiseno - i miei capezzoli induriti dal freddo disegnavano due punte nitide sulla stoffa sottile. Sotto, niente mutandine - solo il sapore salato del seme di Ettore impregnato lungo le cosce interne dopo che lui mi aveva scopato prima di uscire di casa. Le scarpe con tacco dodici facevano scricchiolare il linoleum del corridoio mentre seguivo mio marito verso l'ufficio del Direttore. "Ricordati" sussurrò Ettore fermandosi davanti alla porta di mogano "devi essere la sua troietta perfetta". Premette il pulsante dell'interfono senza aspettare risposta. La porta si aprì lentamente rivelando il Direttore Monti in piedi dietro la scrivania d'ebano. Il suo sguardo mi divorò dall'alto in basso - si fermò sulla mia scollatura, poi sull'orlo della gonna che lasciava intravedere la giarrettiera. Un sorriso compiaciuto gli increspò le labbra mentre accennava un cenno d'ingresso. "Entri pure, signora Nella". L'odore del suo tabacco acre e del legno di sandalo invadeva la stanza. "Ettore, attenda fuori, poi la chiameremo" aggiunse senza distogliere gli occhi da me. La porta si chiuse con un clic decisivo lasciandomi sola con lui. Le sue scarpe lucide avanzarono silenziose sul tappeto persiano fino a fermarsi a un palmo da me. "Ha seguito le mie istruzioni?" sussurrò sollevandomi il mento con un dito. Il suo alito caldo sapeva di caffè forte. Annuiti, incapace di parlare, mentre le sue dita scendevano lungo il mio collo fino al primo bottone della giacca. "Senza reggiseno, vedo" osservò facendo scivolare il bottone nella fessura. Poi il secondo. Quando aprì la giacca, il mio respiro si fermò - i miei seni erano completamente esposti, i capezzoli duri contro la seta della camicia. "E sotto?" La sua mano scivolò sotto la gonna, lungo la coscia interna fino a raggiungere il vuoto umido tra le gambe. "Niente" sussurrai tremando quando un dito entrò nella mia figa bagnata. "Perfetto" ringhiò afferrandomi la nuca "ora inginocchiati e puliscimi le scarpe con quella lingua da troia". Mi abbassai lentamente, il ginocchio sinistro che scricchiolava sul parquet mentre la gonna si sollevava scoprendo le mie natiche nude. La mia lingua iniziò a leccare la punta della sua scarpa di cuoio, il sapore amaro del fango cittadino che si mescolava alla mia eccitazione. Sopra di me, sentii il rumore della cerniera che si apriva.
Mio marito era impaziente e bussò alla porta. "Posso entrare?" poi sentendo i miei mugolii
aprì bruscamente la porta dell'ufficio senza aspettare risposta. Monti non si voltò, continuando a spingere la mia testa sul suo cazzo mentre osservava Ettore nello specchio della libreria. "Arrivi al momento giusto" disse senza smettere di pompare nella mia gola "la tua moglie sta dimostrando ottime capacità di deglutizione". Sentii le mani di Ettore sulla mia schiena mentre si inginocchiava dietro di me. "Ha fatto i compiti?" chiese affondando due dita nel mio culo ancora dolorante. "Ottima alunna" rispose il Direttore afferrandomi i capelli per controllare il ritmo "Si sta meritando la tua promozione". La fibbia della sua cintura tintinnò quando iniziò a slacciarsi i pantaloni. "Dove vuoi che la scopi?" domandò a mio marito mentre il pantalone cadeva ai piedi di Monti. L'aria condizionata gelida mi fece rabbrividire sulla pelle bagnata. "Sulla scrivania" disse mio marito. Poi tirandomi in piedi disse: "voglio che guardi tuo marito mentre ti sfondo". Mi spinse sulla superficie fredda d'ebano - i miei seni si appiattirono contro un calendario d'appuntamenti mentre Ettore mi divaricava le gambe. Poi mentre Monti si posizionava dietro di me mio marito passo dall'altra parte della scrivania da dove poteva vedermi bene in faccia e mi porse le sue mani che presi come un appiglio sicuro. Le mani di Mauro mi afferrarono i fianchi mentre la punta del suo cazzo cercava il mio ingresso. "Guarda tuo marito" sibilò affondando d'un colpo. Un grido mi strappò mentre mi lacerava - più largo del giorno prima, più duro dopo l'attesa. Guardavo il volto eccitato di Ettore che, liberandomi una mano, cominciava a toccarsi il cazzo che già gli si era fatto duro per l'eccitazione, Si slacciò i pantaloni fissando la scena con occhi famelici. "Adesso raccontagli" ordinò Monti afferrandomi i capelli "dimmi com'è farti scopare il culo davanti al marito". Le mie parole si spezzarono in gemiti quando iniziò a pompare. Ogni spinta mi sbatteva contro la scrivania, i documenti che volavano a terra. "È...bello, mi eccita poi il tuo cazzo, è più grosso di ieri" ansimai guardando Ettore fissare il cazzo che spariva nel mio culo "mi sta lacerando...amore. Ti piace come mi incula?"
"Si mi piace da morire." Rispose Ettore.
"siete proprio una bella coppia, Sono stato fortunato ad incontrarvi." Monti ringhiò soddisfatto accelerando.
"Dille di chi è il suo buco" ordinò a Ettore mentre mi afferrava la gola. Mio marito accelerando il ritmo della sua masturbazione. "È del Direttore" sussurrò con voce roca "Solo Suo". La mano di Monti mi schiaffeggiò il culo. "Dillo anche tu troia."
"E tuo, solo tuo." "Più forte!" urlò mentre le dita mi penetravano la figa. "È il buco del Direttore!" gridai sentendo le sue mani affondare nelle mie cosce. Fuori, il rumore della segretaria che batteva a macchina si fuse ai nostri gemiti. Monti mi spinse più avanti sulla scrivania, le mie braccia che afferravano il bordo mentre urlavo: "Riempimi!". Il suo ruggito echeggiò nella stanza quando esplose dentro di me, lo sperma caldo che colava lungo le mie cosce sul legno pregiato. "La promozione..." ansimò Monti ancora dentro di me "...è sua". La porta dell'ufficio si aprì lentamente. La segretaria impallidì vedendomi riversa sulla scrivania con le gambe divaricate, il culo ancora aperto e gocciolante, il Direttore che si riassestava i pantaloni. "Signor Direttore, il Consiglio..." balbettò fissando la pozza bianca sul legno. Monti sorrise, pulendosi le mani con un fazzoletto di seta. "Dica che arrivo subito". Quando la porta si chiuse, mi voltai verso Ettore che aveva appena finito di masturbarsi e aveva lasciato cadere la sua sborra sul pavimento. Il suo sguardo era un fuoco. "Stasera" promise "ti mostrerò cosa significa essere la moglie di un uomo che condivide".
scritto il
2025-11-02
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