Con mio padre 3 - Sul talamo coniugale
di
Andrea 25
genere
incesti
L'abbraccio di mio padre così forte e virile mi aveva estraniata completamente dal resto del mondo facendomi sentire un tutt'uno col suo corpo e facendomi pregustare come in un sogno, il momento in cui ci saremmo davvero fusi l'uno nell'altra.
Dio che sensazione!
Era proprio mio padre che col calore del suo corpo, la frenetica danza delle nostre lingue, e la verga a sostegno del mio corpo come fossi una Cariatide, mi stava aprendo le porte di quel paradiso dal quale non sarei mai più uscita.
Tenendomi così col corpo tremulo come una foglia librata nell'aria, mi aveva portata nelle sua camera dove con movimenti lievi, mi aveva adagiata sul letto dalle lenzuola candide che io stessa avevo apparecchiato.
Poi senza spogliarmi e, rimanendo vestito lui stesso, mi aveva sollevato la gonna e scostando il sottile triangolino del mio perizoma, mi aveva infilato la testa tra le cosce trovando le labbra del mio sesso già grondanti di umori.
La sapienza dei suoi movimenti e l'abilità nell'uso della lingua e delle labbra mi avevano provocato una scossa già al primo contatto.
Mi aveva leccata penetrandomi a fondo con la lingua e le dita sino a provocarmi un primo esplosivo orgasmo in cui mi ero lasciata andare completamente coi singulti del mio corpo e le incontenibili grida di piacere.
Poi, mentre con le dita di una mano mi titillava le pieghe del mio sfintere anale, con le dita dell'altra, aveva cominciato a stringere come a volerla spremere, la parte a contatto con l'inguine delle labbra della mia fica che in sua assenza, avevo depilata completamente come mi aveva chiesto lui prima di partire.
Dopo alcuni minuti di quella piacevole "spremitura" vi aveva appoggiato le labbra e dopo avermela leccata, aveva cominciato a solleticarmi con piccoli morsi prima di appoggiare le labbra usate come una ventosa per risucchiare insieme alle parti molli delle grandi labbra, anche il bottoncino che vi si celava e di cui sino a quel momento avevo ignorato l'esistenza.
Ovviamente quel contatto con la parte più sensibile della mia farfallina, mi aveva provocato una contrazione di tutto il corpo seguito dopo pochi minuti di quel trattamento da un orgasmo ancora più devastante del precedente: "Dio papà.. che fai..oddio come godo...godo.. godooo.."
-Tesoro, cucciola di papà, sto cercando di farti sbocciare il bottoncino del piacere ancora nascosto tra i petali del tuo sesso.
La tua piccola clitoride, benché ancora chiusa nel suo bocciolo è già dura come una nocciolina e sensibile più di ogni parte del tuo corpo come tu stessa hai potuto verificare col tuo orgasmo ed anch'io con gli spruzzi del tuo piacere sul mio viso.-
Avevamo riso a quella battuta.
Mentre mio padre aveva ripreso a baciarmi sulla bocca facendomi sentire con la lingua il gusto dei miei stessi umori, avevo cominciato a spogliarlo sfilandogli la giacca e sbottonandogli la camicia.
segue
Dio che sensazione!
Era proprio mio padre che col calore del suo corpo, la frenetica danza delle nostre lingue, e la verga a sostegno del mio corpo come fossi una Cariatide, mi stava aprendo le porte di quel paradiso dal quale non sarei mai più uscita.
Tenendomi così col corpo tremulo come una foglia librata nell'aria, mi aveva portata nelle sua camera dove con movimenti lievi, mi aveva adagiata sul letto dalle lenzuola candide che io stessa avevo apparecchiato.
Poi senza spogliarmi e, rimanendo vestito lui stesso, mi aveva sollevato la gonna e scostando il sottile triangolino del mio perizoma, mi aveva infilato la testa tra le cosce trovando le labbra del mio sesso già grondanti di umori.
La sapienza dei suoi movimenti e l'abilità nell'uso della lingua e delle labbra mi avevano provocato una scossa già al primo contatto.
Mi aveva leccata penetrandomi a fondo con la lingua e le dita sino a provocarmi un primo esplosivo orgasmo in cui mi ero lasciata andare completamente coi singulti del mio corpo e le incontenibili grida di piacere.
Poi, mentre con le dita di una mano mi titillava le pieghe del mio sfintere anale, con le dita dell'altra, aveva cominciato a stringere come a volerla spremere, la parte a contatto con l'inguine delle labbra della mia fica che in sua assenza, avevo depilata completamente come mi aveva chiesto lui prima di partire.
Dopo alcuni minuti di quella piacevole "spremitura" vi aveva appoggiato le labbra e dopo avermela leccata, aveva cominciato a solleticarmi con piccoli morsi prima di appoggiare le labbra usate come una ventosa per risucchiare insieme alle parti molli delle grandi labbra, anche il bottoncino che vi si celava e di cui sino a quel momento avevo ignorato l'esistenza.
Ovviamente quel contatto con la parte più sensibile della mia farfallina, mi aveva provocato una contrazione di tutto il corpo seguito dopo pochi minuti di quel trattamento da un orgasmo ancora più devastante del precedente: "Dio papà.. che fai..oddio come godo...godo.. godooo.."
-Tesoro, cucciola di papà, sto cercando di farti sbocciare il bottoncino del piacere ancora nascosto tra i petali del tuo sesso.
La tua piccola clitoride, benché ancora chiusa nel suo bocciolo è già dura come una nocciolina e sensibile più di ogni parte del tuo corpo come tu stessa hai potuto verificare col tuo orgasmo ed anch'io con gli spruzzi del tuo piacere sul mio viso.-
Avevamo riso a quella battuta.
Mentre mio padre aveva ripreso a baciarmi sulla bocca facendomi sentire con la lingua il gusto dei miei stessi umori, avevo cominciato a spogliarlo sfilandogli la giacca e sbottonandogli la camicia.
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