La confessione 3 - Preparare con la💋 il cazzo del prete per la monta della mogli del dottore🤘
di
Andrea 25
genere
incesti
Il giorno dopo, alla stessa ora come convenuto, ero già in canonica dove don Mario mi stava aspettando:
-Buon giorno sorella, passata bene la notte dopo esserti liberata da alcuni piccoli peccati?
Dall'aspetto direi di si, sei molto bella oggi, evidentemente è proprio vero che dopo il sacramento della confessione, il signore ci ringrazia a modo suo.-
-Buon giorno padre, ha proprio ragione, ho dormito bene ed oggi ho voluto farmi bella per presentarmi al cospetto del signore.-
-Bene sorella, vuoi riprendere ed approfondire gli argomenti che abbiamo sfiorato ieri.-
-Quali padre?-
-Ieri per esempio, mi hai confessato di quando facevi le seghe e poi i pompini ai tuoi compagni di scuola.
Eravate tutti molto giovani ed erano dunque, peccati veniale.
Ora dimmi, quale è stata la prima volta che l'hai fatto con uno più grande?-
-Cosa padre?-
-La prima volta che hai fatto un pompino con ingoio ad un maschio più grande!-
-E' stato con un amico di mia madre.
Al solo vederlo così grande e scuro, mi ero spaventata e non volevo farlo.-
-E poi?-
-Poi è stata mia madre che mi aveva convinta a prenderglielo in bocca per farglielo diventare duro ed accompagnarlo poi, io stesso tra le sue cosce dentro la f....-
-Dentro la fica per farsi scopare, dillo pure sorella "Dentro la FICA" di tua madre!
Tu sei così giovane sorella che, non sai ancora che durante la confessione bisogna usare le parole più giuste per descrivere il peccato e, talvolta bisogna anche portare degli esempi pratici.
Scommetto che mentre tu glielo succhiavi, lui le leccava la fica per prepararla alla onta?!-
-Si, proprio così padre.-
A quel punto don Mario si era disteso sul divano e, sollevando la tonaca, mi aveva chiesto di succhiarglielo e leccarglielo tutto compreso i coglioni ed ange il perineo vicino al buco del culo.
Poi, mentre glielo succhiavo aveva chiamato "Laura, vieni qui!"
Laura era una bella signora sulla quarantina che si era presentata con indosso solo un grembiulino da cucina ed al collo una grossa collana con un crocifisso in oro.
Incurante del fatto che gli stessi facendo un pompino, gli si era seduta sul viso per farsi leccare a sua volta, la fica e il buco del culo.
Il rantolo del prete a quel doppio trattamento diveniva sempre più sordo e liquido a causa degli umori della donna che gli colavano in bocca e sul viso.
Lei aveva avuto sicuramente un paio di orgasmi quando lui, con un movimento secco aveva cambiato postura trovandosi davanti a se, la donna distesa supina con le cosce spalancate:
-Mettilo dento, mettilo dentro! Fammi vedere come avevi fatto con quella troia di tua madre!-
Avevo eseguito con rapidità e precisione tanto ero allenata.
L'aveva chiavata con una foga che non avevo mai visto con mia madre ed i suoi amanti.
Dopo una lunghissima cavalcata, tra suoni, rumori, odori, e scricchiolii indescrivibile, durante la quale gli avevo allargato le chiappe per leccargli il buco del culo, mentre lei si contorceva e gridava il suo incontenibile piacere, lui ruggendo come una fiera, si era sfilato e mettendomelo in bocca pulsante come una pompa, mi aveva scaricato in gola sei o sette fiotti di bollente sborra.
Dopo aver ingoiato tutto ed averlo ripulito ad arte con la lingua, lui guardandomi con aria soddisfatta mi aveva detto:
-In quelle occasioni poi leccavi anche la fica di tua madre?-
-Si!-
-Ecco, fai lo stesso con lei!-
-Buon giorno sorella, passata bene la notte dopo esserti liberata da alcuni piccoli peccati?
Dall'aspetto direi di si, sei molto bella oggi, evidentemente è proprio vero che dopo il sacramento della confessione, il signore ci ringrazia a modo suo.-
-Buon giorno padre, ha proprio ragione, ho dormito bene ed oggi ho voluto farmi bella per presentarmi al cospetto del signore.-
-Bene sorella, vuoi riprendere ed approfondire gli argomenti che abbiamo sfiorato ieri.-
-Quali padre?-
-Ieri per esempio, mi hai confessato di quando facevi le seghe e poi i pompini ai tuoi compagni di scuola.
Eravate tutti molto giovani ed erano dunque, peccati veniale.
Ora dimmi, quale è stata la prima volta che l'hai fatto con uno più grande?-
-Cosa padre?-
-La prima volta che hai fatto un pompino con ingoio ad un maschio più grande!-
-E' stato con un amico di mia madre.
Al solo vederlo così grande e scuro, mi ero spaventata e non volevo farlo.-
-E poi?-
-Poi è stata mia madre che mi aveva convinta a prenderglielo in bocca per farglielo diventare duro ed accompagnarlo poi, io stesso tra le sue cosce dentro la f....-
-Dentro la fica per farsi scopare, dillo pure sorella "Dentro la FICA" di tua madre!
Tu sei così giovane sorella che, non sai ancora che durante la confessione bisogna usare le parole più giuste per descrivere il peccato e, talvolta bisogna anche portare degli esempi pratici.
Scommetto che mentre tu glielo succhiavi, lui le leccava la fica per prepararla alla onta?!-
-Si, proprio così padre.-
A quel punto don Mario si era disteso sul divano e, sollevando la tonaca, mi aveva chiesto di succhiarglielo e leccarglielo tutto compreso i coglioni ed ange il perineo vicino al buco del culo.
Poi, mentre glielo succhiavo aveva chiamato "Laura, vieni qui!"
Laura era una bella signora sulla quarantina che si era presentata con indosso solo un grembiulino da cucina ed al collo una grossa collana con un crocifisso in oro.
Incurante del fatto che gli stessi facendo un pompino, gli si era seduta sul viso per farsi leccare a sua volta, la fica e il buco del culo.
Il rantolo del prete a quel doppio trattamento diveniva sempre più sordo e liquido a causa degli umori della donna che gli colavano in bocca e sul viso.
Lei aveva avuto sicuramente un paio di orgasmi quando lui, con un movimento secco aveva cambiato postura trovandosi davanti a se, la donna distesa supina con le cosce spalancate:
-Mettilo dento, mettilo dentro! Fammi vedere come avevi fatto con quella troia di tua madre!-
Avevo eseguito con rapidità e precisione tanto ero allenata.
L'aveva chiavata con una foga che non avevo mai visto con mia madre ed i suoi amanti.
Dopo una lunghissima cavalcata, tra suoni, rumori, odori, e scricchiolii indescrivibile, durante la quale gli avevo allargato le chiappe per leccargli il buco del culo, mentre lei si contorceva e gridava il suo incontenibile piacere, lui ruggendo come una fiera, si era sfilato e mettendomelo in bocca pulsante come una pompa, mi aveva scaricato in gola sei o sette fiotti di bollente sborra.
Dopo aver ingoiato tutto ed averlo ripulito ad arte con la lingua, lui guardandomi con aria soddisfatta mi aveva detto:
-In quelle occasioni poi leccavi anche la fica di tua madre?-
-Si!-
-Ecco, fai lo stesso con lei!-
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