Con mio padre 2
di
Andrea 25
genere
incesti
Quella notte mio padre, impegnato col lavoro fuori città non c'era ed anche mio fratello non era in casa per via di un fine settimana fuori con gli amici.
Dunque ero sola e non era la prima volta da quando mia madre era andata via per convivere con l'amante col quale l'aveva sorpresa il marito.
La sera prima mio padre, dopo avermi dato la pillola anticoncezionale che gli aveva procurato il suo amico ginecologo, ed avermi spiegato come usarla, mi aveva dato un casto bacio sulle labbra ed era andato a dormire.
Dovendosi poi, alzare presto al mattino per via del volo che lo aspettava, non era neanche venuto a salutarmi quando era uscito di casa.
Io avevo subito preso la pillola e quella notte, agitata per quello che era successo e per il fatto di aver ingerito (come le donne grandi che fanno sesso regolarmente) quella pillola che mi avrebbe protetta da ogni rischio di sgradite sorprese, non ero riuscita a prendere sonno.
Col trascorrere dei minuti però, mi tornava in mente quello che era successo con mio padre ed il ricordo di come avevo cominciato a fare sesso con gli amici di mio fratello e con lui stesso.
Vero è che venivo scopata (?) da tutti e tre ma, non l'avevamo mai fatto insieme e mai ne avevamo parlato tra noi.
A me capitava però, che all'insaputa degli altri, certi giorni me li facessi tutti e tre.
Come mi piaceva quel giochino che mi faceva sentire così simile a quella "Troia" di mia madre (Così la chiamava mio padre).
L'unico rapporto di cui tutti sapevano era quello con Giulio che mi aveva anche sverginata e col quale poi, mi ero anche fidanzata per un certo periodo.
Il pensiero di quel trio per un certo periodo mi faceva sentire come la regista di quella situazione in cui ero l'unica a sapere e dunque, ero la puttanella che ne fa cornuti due tra i quali anche mio fratello.
Mi sentivo un po' troia come mia madre che aveva un amante fisso e si faceva scopare da chiunque sino a quando, non era stata scoperta da mio padre e cacciata di casa quando io ero ancora adolescente.
Quella notte dunque, ripensando ai tre ragazzi ed a quello che era successo col mio papà, mi ero resa conto di quanto mi sbagliassi sul sesso e quanto ancora avrei dovuto scoprire.
Con ancora in bocca ed in gola il sapore dello sperma di mio padre (Suggestione ovviamente) mi ero masturbata sino all'alba quando stremata, ero caduta tra le braccia di Morfeo.
Al mattino non mi ero svegliata dunque, avevo saltato la scuola dove fortunatamente avevo ottimi voti e non mi era stato difficile giustificare la mia assenza.
Quella notte ero troppo eccitata per analizzare razionalmente la situazione cosa che invece, avevo potuto fare per tutto il giorno aspettando impaziente, il rientro di mio padre.
La prima cosa che mi era saltata alla mente, era la differenza di dotazione tra mio padre e gli altri tre.
Loro avevano dei cazzi bianchi, lisci, piuttosto duri con una bella cappella rosa e con il pube e piccoli testicoli ricoperti di peli chiari e ancora poco folti.
Il cazzo di mio padre che pure avevo spiato nell'arco degli anni, visto da vicino e sfiorato con le dita, mi appariva davvero impressionante per la sua dimensione e consistenza, il colore scuro solcato da vene bluastre a rilievo e con un glande grosso e livido con sotto due enormi testicoli annegati in una selva di peli neri.
Mio padre poi, mi aveva spogliata completamente leccandomi dappertutto umettando con la saliva ogni lembo della mia pelle spalmata con la sapienza di un morbido pennello.
Giunto infine con la lingua tra le mie cosce, si era portato le mie gambe sulle spalle e mi aveva succhiato e mordicchiato la piccola clitoride, mi aveva leccata la fica, il perineo e il buco del culo sino a condurmi sul baratro di uno svenimento con gli orgasmi che a raffica mi facevano scuotere tutto il corpo sin dentro il cervello.
Poi, quando parevo sfinita ed incapace di andare oltre, mi aveva portato una bibita rifrescante alla fine della quale, mi aveva baciata sulla bocca prima di offrire alle mie labbra la sua verga minacciosa e pulsante come una bestia ferita e gocciolante di uno stillicidio di umori.
Dio che spettacolo e che profumo di maschio!
A quel punto, col cuore in gola non riuscivo a capire cose mi aspettasse:
-Piccola di papà, dischiudi quella boccuccia.-
Mi aveva detto con voce roca.
Come un automa avevo aperto le labbra lasciando che il mostro vi scivolasse dentro come un ariete.
Il seguito l'ho già scritto, mi ha chiavata in bocca sino a schizzarmi in gola, sulla lingua e nello stomaco una incredibile quantità di sborra.
Ecco!
Sono bastati quei pochi ma significativi momenti per farmi capire che con i miei tre maschietti non avevo fatto mai davvero sesso ma solo innocenti giochi tra adolescenti.
Quando la prima volta Giulio aveva cercato di fare l'amore, se ne era venuto mentre tentava di calzare il preservativo.
Il giorno dopo, era riuscito ad indossarlo e dopo avermelo messo dentro, in pochi secondi, giusto il tempo di lacerarmi l'imene, se ne era venuto ancora.
Il tutto così, senza nessuna preparazione e con la mia vagina secca e bagnata solo dalla poca saliva che ero riuscita a spalmarmi io stessa.
La stessa cosa succedeva con l'altro amico che però, avendolo più grande, riusciva quantomeno a farmelo sentire dentro.
Di mio fratello manco a parlarne!
Era riuscito a penetrarmi la prima volta solo dopo 5 o 6 tentativi in cui si sborrava addosso prima ancora di riuscire ad infilarsi il preservativo.
Alla fine avevo preso io l'iniziativa di rischiare e farmelo mettere dentro senza protezione ed in quel caso era riuscito persino a farmi godere prima che lo spingessi fuori appena in tempo per farlo spruzzare sulla mia pancia.
Con tutti di carezze, baci o qualche cenno di preliminare neanche a parlarne il prenderglielo in bocca o farmela leccare poi, era cosa impossibile giacché: "Certe cose si fanno solo con le puttane"
Per il rientro di mio padre avevo preparato una cena coi fiocchi (Tutte cose che piacevano a lui) ed io stessa mi ero truccata e vestita in modo sexi per accoglierlo come meritava secondo i miei desideri.
Quando era entrato in casa, gli ero subito corsa incontro con le braccia tese e con un salto, mi ero avvinghiata a lui come facevo da bambina con le braccia dietro al collo e le gambe incrociate dietro la schiena.
Una scossa elettrica aveva attraversato tutto il mio corpo quando le nostre labbra si erano sigillate e sotto di me sentivo la sua verga dura come un palo di legno spingere come a voler lacerare il perizoma e sverginarmi una seconda volta.
segue
Dunque ero sola e non era la prima volta da quando mia madre era andata via per convivere con l'amante col quale l'aveva sorpresa il marito.
La sera prima mio padre, dopo avermi dato la pillola anticoncezionale che gli aveva procurato il suo amico ginecologo, ed avermi spiegato come usarla, mi aveva dato un casto bacio sulle labbra ed era andato a dormire.
Dovendosi poi, alzare presto al mattino per via del volo che lo aspettava, non era neanche venuto a salutarmi quando era uscito di casa.
Io avevo subito preso la pillola e quella notte, agitata per quello che era successo e per il fatto di aver ingerito (come le donne grandi che fanno sesso regolarmente) quella pillola che mi avrebbe protetta da ogni rischio di sgradite sorprese, non ero riuscita a prendere sonno.
Col trascorrere dei minuti però, mi tornava in mente quello che era successo con mio padre ed il ricordo di come avevo cominciato a fare sesso con gli amici di mio fratello e con lui stesso.
Vero è che venivo scopata (?) da tutti e tre ma, non l'avevamo mai fatto insieme e mai ne avevamo parlato tra noi.
A me capitava però, che all'insaputa degli altri, certi giorni me li facessi tutti e tre.
Come mi piaceva quel giochino che mi faceva sentire così simile a quella "Troia" di mia madre (Così la chiamava mio padre).
L'unico rapporto di cui tutti sapevano era quello con Giulio che mi aveva anche sverginata e col quale poi, mi ero anche fidanzata per un certo periodo.
Il pensiero di quel trio per un certo periodo mi faceva sentire come la regista di quella situazione in cui ero l'unica a sapere e dunque, ero la puttanella che ne fa cornuti due tra i quali anche mio fratello.
Mi sentivo un po' troia come mia madre che aveva un amante fisso e si faceva scopare da chiunque sino a quando, non era stata scoperta da mio padre e cacciata di casa quando io ero ancora adolescente.
Quella notte dunque, ripensando ai tre ragazzi ed a quello che era successo col mio papà, mi ero resa conto di quanto mi sbagliassi sul sesso e quanto ancora avrei dovuto scoprire.
Con ancora in bocca ed in gola il sapore dello sperma di mio padre (Suggestione ovviamente) mi ero masturbata sino all'alba quando stremata, ero caduta tra le braccia di Morfeo.
Al mattino non mi ero svegliata dunque, avevo saltato la scuola dove fortunatamente avevo ottimi voti e non mi era stato difficile giustificare la mia assenza.
Quella notte ero troppo eccitata per analizzare razionalmente la situazione cosa che invece, avevo potuto fare per tutto il giorno aspettando impaziente, il rientro di mio padre.
La prima cosa che mi era saltata alla mente, era la differenza di dotazione tra mio padre e gli altri tre.
Loro avevano dei cazzi bianchi, lisci, piuttosto duri con una bella cappella rosa e con il pube e piccoli testicoli ricoperti di peli chiari e ancora poco folti.
Il cazzo di mio padre che pure avevo spiato nell'arco degli anni, visto da vicino e sfiorato con le dita, mi appariva davvero impressionante per la sua dimensione e consistenza, il colore scuro solcato da vene bluastre a rilievo e con un glande grosso e livido con sotto due enormi testicoli annegati in una selva di peli neri.
Mio padre poi, mi aveva spogliata completamente leccandomi dappertutto umettando con la saliva ogni lembo della mia pelle spalmata con la sapienza di un morbido pennello.
Giunto infine con la lingua tra le mie cosce, si era portato le mie gambe sulle spalle e mi aveva succhiato e mordicchiato la piccola clitoride, mi aveva leccata la fica, il perineo e il buco del culo sino a condurmi sul baratro di uno svenimento con gli orgasmi che a raffica mi facevano scuotere tutto il corpo sin dentro il cervello.
Poi, quando parevo sfinita ed incapace di andare oltre, mi aveva portato una bibita rifrescante alla fine della quale, mi aveva baciata sulla bocca prima di offrire alle mie labbra la sua verga minacciosa e pulsante come una bestia ferita e gocciolante di uno stillicidio di umori.
Dio che spettacolo e che profumo di maschio!
A quel punto, col cuore in gola non riuscivo a capire cose mi aspettasse:
-Piccola di papà, dischiudi quella boccuccia.-
Mi aveva detto con voce roca.
Come un automa avevo aperto le labbra lasciando che il mostro vi scivolasse dentro come un ariete.
Il seguito l'ho già scritto, mi ha chiavata in bocca sino a schizzarmi in gola, sulla lingua e nello stomaco una incredibile quantità di sborra.
Ecco!
Sono bastati quei pochi ma significativi momenti per farmi capire che con i miei tre maschietti non avevo fatto mai davvero sesso ma solo innocenti giochi tra adolescenti.
Quando la prima volta Giulio aveva cercato di fare l'amore, se ne era venuto mentre tentava di calzare il preservativo.
Il giorno dopo, era riuscito ad indossarlo e dopo avermelo messo dentro, in pochi secondi, giusto il tempo di lacerarmi l'imene, se ne era venuto ancora.
Il tutto così, senza nessuna preparazione e con la mia vagina secca e bagnata solo dalla poca saliva che ero riuscita a spalmarmi io stessa.
La stessa cosa succedeva con l'altro amico che però, avendolo più grande, riusciva quantomeno a farmelo sentire dentro.
Di mio fratello manco a parlarne!
Era riuscito a penetrarmi la prima volta solo dopo 5 o 6 tentativi in cui si sborrava addosso prima ancora di riuscire ad infilarsi il preservativo.
Alla fine avevo preso io l'iniziativa di rischiare e farmelo mettere dentro senza protezione ed in quel caso era riuscito persino a farmi godere prima che lo spingessi fuori appena in tempo per farlo spruzzare sulla mia pancia.
Con tutti di carezze, baci o qualche cenno di preliminare neanche a parlarne il prenderglielo in bocca o farmela leccare poi, era cosa impossibile giacché: "Certe cose si fanno solo con le puttane"
Per il rientro di mio padre avevo preparato una cena coi fiocchi (Tutte cose che piacevano a lui) ed io stessa mi ero truccata e vestita in modo sexi per accoglierlo come meritava secondo i miei desideri.
Quando era entrato in casa, gli ero subito corsa incontro con le braccia tese e con un salto, mi ero avvinghiata a lui come facevo da bambina con le braccia dietro al collo e le gambe incrociate dietro la schiena.
Una scossa elettrica aveva attraversato tutto il mio corpo quando le nostre labbra si erano sigillate e sotto di me sentivo la sua verga dura come un palo di legno spingere come a voler lacerare il perizoma e sverginarmi una seconda volta.
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