La confessione 2 - Il primo pompino👄 in canonica
di
Andrea 25
genere
incesti
Tornata in albergo, avevo raccontato a mia madre, della coda al confessionale e relativo ritardo del mio turno che aveva costretto don Mario (Il nome del prete) a rinviare la confessione al giorno dopo:
-Mi ha detto che era tardi e che il mio caso abbisognava di più tempo e tranquillità per potermi assolvere con una adeguata penitenza.-
La mamma l'aveva ascoltata celando a fatica un sorrisetto malizioso.
Le parole della figlia le ricordavano come fosse in quel momento le stesse cose che aveva vissuto lei 18 anni prima.
Anche lei infatti era andata a confessarsi in preparazione del suo matrimonio.
Lei era una donna assai libera da pregiudizi e tabù sessuali già dalla pubertà vissuta con le prime esperienze coi compagni e le amichette a scuola.
Già in famiglia sin dall'infanzie era abituata a considerare il sesso un fatto del tutto naturale e dunque, da vivere in modo gioioso e naturale.
Dai famigliari non aveva mai ricevuto nulla che potesse farle immaginare un rapporto forzato o incestuoso e dunque, la sua maturazione era stata del tutto naturale con l'aiuto, quando necessario, dei consigli della mamma.
I suoi genitori avevano una vita sessuale piuttosto vivace con frequenti scabi di coppia o addirittura di parteners che portavano tranquilla mente a casa per fare sesso da soli o in compagnia del marito/moglie.
La madre in particolare, aveva rapporti molto intimi col parroco della loro parrocchia un vecchio piemontese dall'aria nobile e dagli atteggiamenti austeri il quale, in ottemperanza degli obblighi ecclesiali, non si era sposato ma che, non gli imponevano l'astinenza e dunque, con discrezione per non creare scandalo, intratteneva rapporti con lei protetto dal fatto che, anche se fosse rimasta incinta, c'era sempre un marito a giustificare la cosa.
Dopo alcuni anni di permanenza, quel parroco era stato trasferito e sostituito da uno più giovane accompagnato dalla nomea di essere un dongiovanni.
La sua fama aveva avuto quasi subito conferma e ben presto, si era formato un vero arem del quale molte donne sposate e non facevano parte tutte però, seguendo le istruzioni di don Mario, fingevano di non sapere.
Tra i fidanzati ed i mariti molti erano cornuti inconsapevoli mentre altri favorivano le mogli fingendo di non sapere.
Solo il farmacista del paese, si era presentato al prete per informarlo del fatto che fosse a conoscenza della tresca e che la condivideva.
Nei successivi quattro anni, la moglie gli aveva dato tre figli tutti concepiti col prete.
Molte altre donne erano state ingravidate nell'inconsapevolezza del cornuto di turno.
Mia madre era sicuramente la più bella e intraprendente di tutte ed approfittando delle frequenti lunghe assenze per lavoro del marito, era diventata la preferita e trascorreva notti intere in canonica nel letto del parroco.
Un bel giorno (sarà stato voluto o frutto di un incidente, mia madre non me l'ha mai chiarito) era rimasta incinta anche lei (Di me) e non volendo avere ulteriori complicazioni nel rapporto col marito, lo aveva convinto a trasferirsi per lavoro in un'altra regione.
Io sono nata, sono cresciuta facendo le mie esperienze come già detto e, a 19 anni mi sono fidanzata.
A quel punto a mia madre era venuta l'idea di far ingravidare anche me da don Mario per completare la sua esperienza mai dimenticata e per la perversione di farmi partorire un figlio che al tempo stesso, sarebbe stato mio fratello e lei, matrigna e nonna.
Il mio fidanzato, innamoratissimo, era un bravo ragazzo di famiglia proprietaria terriera, sessualmente un po' complessato per il fatto che ce l'aveva piccolo (Io avendo altre occasioni per soddisfare le mie voglia, non glielo facevo pesare.
ema (Sapeva tutto di me) aveva usato quel pretesto per indurmi (Anche se non ve n'era bisogno) a farmi ingravidare da don Mario.
Il piano era molto semplice; Con l'aiuto del suo ginecologo che a volte ci scopava entrambe durante le visite mi ero fatta rilasciare la dichiarazione che ero incinta con tutte le prescrizioni del caso.
A quel punto, grazie anche alla mentalità del luogo, bisognava stabilire subito la data delle nozze prima che la pancia tradisse il mio stato.
Mia madre aveva convinto tutti i parenti a fare il matrimonio nel suo paese d'origine nella stessa chiesa dove si era sposata lei.
E dunque, di gran fretta, eravamo pertite per concordare col parroco la da ta e le modalità del matrimonio.
Era giunto così, il momento di incontrare don Mario per la mia confessione.
-Buon giorno sorella, sbaglio o non mi hai detto il tuo nome!?-
-Maria, padre, mi chiamo Maria.-
-Che bel nome che hai, come la mamma di Gesù ed anche come il mio nome.-
-In nome del padre, del figliolo.........amen.
Dimmi figliola, perché hai sentito la necessità di cedere alle tentazioni di Satana e tradire il tuo fidanzato?-
-Ma non è stat colpa del mio ragazzo se sono caduta tre le grinfie del demonio.-
-A no! E da quando?-
-Già alle elementari padre avevo cominciato a commettere atti impuri coi mie compagni di classe.-
-Come?-
-Ci toccavamo anche se sapevamo bene come fare.-
-E poi?-
-E poi, era bello quando toccandolo sentivo il pisello duro dentro i pantaloni e il solletico quando lui mi toccava sopra le mutandine.-
-Basta?-
-No padre, poi alle medie, vi era un ragazzo più grande che me l'aveva fatto vedere.
La seconda volta volta me l'aveva anche fatto toccare, che impressione così caldo e duro.
Poi un giorno mentre con la sua mano sulla mia, avevo fatto avanti/indietro, mi aveva bagnato la mano con una cremina bianca che mi aveva fatta spaventare, pensavo di avergli fatto male.
Il giorno dopo mi aveva spiegato e dopo aver fatto la stessa cosa con la sua mano sulle mie mutandine, mi aveva fatta tremare e poi, mi aveva mostrato la sua mano bagnata.-
-Vi eravate masturbati a vicenda!
Non era grave a quell'età .
Se il signore ci permette di avere piacere in quel modo, significa che è un suo dono e dunque, non è peccato.-
-Si padre ma poi, lui ed un altro nostro compagno, me lo avevano fatto prendere in bocca e per poco non strozzavo quando me lo hanno riempita insieme con la loro crema calda e puzzolente.-
-Ma Maria, capisco quella tua prima volta ma poi, avrai capito che era sì calda ma nient'affatto puzzolente ed anche gustosa da ingoiare.-
-Ha ragione padre, ma ero così piccola ed inesperta!-
-Vieni qui Maria, avvicinati, fammi vedere come avevi fatto quella volta!-
Il porco, mi aveva tirata a se e mi aveva messo la mano sul suo pacco da sopra la tonaca.
-Ecco così, toccalo e fammi capire che tipo di peccato avevi commesso.-
Poi, mi aveva preso la mano e l'aveva portata sotto la tonaca e contatto col cazzo grosso e duro come una pietra.
Neanche quando mia madre mi faceva scopare da qualche suo amante, avevo sentito un cazzo di quelle fattezze.
In quel momento avevo capito i motivi per i quali mia madre era così attaccata a don Mario al punto da volere che io stessa ripetessi la sua esperienza.
Neanche il suo amante preferito dal quale mi aveva fatta sverginare ce l'aveva così.
Quando poi don Mario aveva tirato su la tonaca, mi aveva davvero impressionata con quel palo nero, ricoperto di vene sporgenti,, con la cappella violacea grossa come una pesca e due palle che pendevano pelose come noci di cocco.
-Su abbassati Maria, fammi veder come avevi fatto!-
Aveva accompagnato la mia testa nel movimento a pompa sino a che in un grugnito bestiale, non mi aveva riempito la bocca e lo stomaco coi suoi bollenti schizzi di sborra.
Dopo essersi fatto succhiare i residui ancora contenuti nel condotto uretrale ed essersi fatto fare il bidet con la lingua, si era ricomposto.
Poi, confermandomi che benché la prima parte della confessione fosse andata bene, bisognava approfondire meglio la questione del mio fidanzato e del fatto che fossi rimasta incinta.
-Torna domani alla stessa ora!
Però, Maria, vorrei che tu mi togliessi una curiosità , perché vuoi sposarti proprio in questa parrocchia e poi, non mi hai ancora detto chi è tua madre.-
-Mia madre abitava in questo paese e da quello che ho capito, è stata sposata proprio da lei in questa chiesa.
Mia mamma si chiama Pia!-
-Pia... Pia... non riesco a ricordarla, sai in questa parrocchia vi sono molte fedeli con quel nome, tutte generose, timorate di Dio e sempre pronte a fare la volontà del signore e tutte prediligono me per il sacramento della confessione.
Molte di loro portano anche le loro figlie ormai grandi a confessarsi con me.-
"A domani Maria!|" Mi aveva congedata con un bacio col quale la sua lingua si era intrecciata alla mia insinuandosi nella mia bocca sino al contatto con le mie corde vocali; "Cazzo! con questa lingua sulla fica fa più farmi godere più del cazzo!" avevo pensato mentre ce l'avevo ancora tra le labbra.
Mia madre, si era mostrata entusiasta per quel primo successo.
Vi era poi il fatto che, secondo i nostri calcoli proprio dal giorno dopo sarei stata fertile con l'inizio della mia ovulazione.
segue
-Mi ha detto che era tardi e che il mio caso abbisognava di più tempo e tranquillità per potermi assolvere con una adeguata penitenza.-
La mamma l'aveva ascoltata celando a fatica un sorrisetto malizioso.
Le parole della figlia le ricordavano come fosse in quel momento le stesse cose che aveva vissuto lei 18 anni prima.
Anche lei infatti era andata a confessarsi in preparazione del suo matrimonio.
Lei era una donna assai libera da pregiudizi e tabù sessuali già dalla pubertà vissuta con le prime esperienze coi compagni e le amichette a scuola.
Già in famiglia sin dall'infanzie era abituata a considerare il sesso un fatto del tutto naturale e dunque, da vivere in modo gioioso e naturale.
Dai famigliari non aveva mai ricevuto nulla che potesse farle immaginare un rapporto forzato o incestuoso e dunque, la sua maturazione era stata del tutto naturale con l'aiuto, quando necessario, dei consigli della mamma.
I suoi genitori avevano una vita sessuale piuttosto vivace con frequenti scabi di coppia o addirittura di parteners che portavano tranquilla mente a casa per fare sesso da soli o in compagnia del marito/moglie.
La madre in particolare, aveva rapporti molto intimi col parroco della loro parrocchia un vecchio piemontese dall'aria nobile e dagli atteggiamenti austeri il quale, in ottemperanza degli obblighi ecclesiali, non si era sposato ma che, non gli imponevano l'astinenza e dunque, con discrezione per non creare scandalo, intratteneva rapporti con lei protetto dal fatto che, anche se fosse rimasta incinta, c'era sempre un marito a giustificare la cosa.
Dopo alcuni anni di permanenza, quel parroco era stato trasferito e sostituito da uno più giovane accompagnato dalla nomea di essere un dongiovanni.
La sua fama aveva avuto quasi subito conferma e ben presto, si era formato un vero arem del quale molte donne sposate e non facevano parte tutte però, seguendo le istruzioni di don Mario, fingevano di non sapere.
Tra i fidanzati ed i mariti molti erano cornuti inconsapevoli mentre altri favorivano le mogli fingendo di non sapere.
Solo il farmacista del paese, si era presentato al prete per informarlo del fatto che fosse a conoscenza della tresca e che la condivideva.
Nei successivi quattro anni, la moglie gli aveva dato tre figli tutti concepiti col prete.
Molte altre donne erano state ingravidate nell'inconsapevolezza del cornuto di turno.
Mia madre era sicuramente la più bella e intraprendente di tutte ed approfittando delle frequenti lunghe assenze per lavoro del marito, era diventata la preferita e trascorreva notti intere in canonica nel letto del parroco.
Un bel giorno (sarà stato voluto o frutto di un incidente, mia madre non me l'ha mai chiarito) era rimasta incinta anche lei (Di me) e non volendo avere ulteriori complicazioni nel rapporto col marito, lo aveva convinto a trasferirsi per lavoro in un'altra regione.
Io sono nata, sono cresciuta facendo le mie esperienze come già detto e, a 19 anni mi sono fidanzata.
A quel punto a mia madre era venuta l'idea di far ingravidare anche me da don Mario per completare la sua esperienza mai dimenticata e per la perversione di farmi partorire un figlio che al tempo stesso, sarebbe stato mio fratello e lei, matrigna e nonna.
Il mio fidanzato, innamoratissimo, era un bravo ragazzo di famiglia proprietaria terriera, sessualmente un po' complessato per il fatto che ce l'aveva piccolo (Io avendo altre occasioni per soddisfare le mie voglia, non glielo facevo pesare.
ema (Sapeva tutto di me) aveva usato quel pretesto per indurmi (Anche se non ve n'era bisogno) a farmi ingravidare da don Mario.
Il piano era molto semplice; Con l'aiuto del suo ginecologo che a volte ci scopava entrambe durante le visite mi ero fatta rilasciare la dichiarazione che ero incinta con tutte le prescrizioni del caso.
A quel punto, grazie anche alla mentalità del luogo, bisognava stabilire subito la data delle nozze prima che la pancia tradisse il mio stato.
Mia madre aveva convinto tutti i parenti a fare il matrimonio nel suo paese d'origine nella stessa chiesa dove si era sposata lei.
E dunque, di gran fretta, eravamo pertite per concordare col parroco la da ta e le modalità del matrimonio.
Era giunto così, il momento di incontrare don Mario per la mia confessione.
-Buon giorno sorella, sbaglio o non mi hai detto il tuo nome!?-
-Maria, padre, mi chiamo Maria.-
-Che bel nome che hai, come la mamma di Gesù ed anche come il mio nome.-
-In nome del padre, del figliolo.........amen.
Dimmi figliola, perché hai sentito la necessità di cedere alle tentazioni di Satana e tradire il tuo fidanzato?-
-Ma non è stat colpa del mio ragazzo se sono caduta tre le grinfie del demonio.-
-A no! E da quando?-
-Già alle elementari padre avevo cominciato a commettere atti impuri coi mie compagni di classe.-
-Come?-
-Ci toccavamo anche se sapevamo bene come fare.-
-E poi?-
-E poi, era bello quando toccandolo sentivo il pisello duro dentro i pantaloni e il solletico quando lui mi toccava sopra le mutandine.-
-Basta?-
-No padre, poi alle medie, vi era un ragazzo più grande che me l'aveva fatto vedere.
La seconda volta volta me l'aveva anche fatto toccare, che impressione così caldo e duro.
Poi un giorno mentre con la sua mano sulla mia, avevo fatto avanti/indietro, mi aveva bagnato la mano con una cremina bianca che mi aveva fatta spaventare, pensavo di avergli fatto male.
Il giorno dopo mi aveva spiegato e dopo aver fatto la stessa cosa con la sua mano sulle mie mutandine, mi aveva fatta tremare e poi, mi aveva mostrato la sua mano bagnata.-
-Vi eravate masturbati a vicenda!
Non era grave a quell'età .
Se il signore ci permette di avere piacere in quel modo, significa che è un suo dono e dunque, non è peccato.-
-Si padre ma poi, lui ed un altro nostro compagno, me lo avevano fatto prendere in bocca e per poco non strozzavo quando me lo hanno riempita insieme con la loro crema calda e puzzolente.-
-Ma Maria, capisco quella tua prima volta ma poi, avrai capito che era sì calda ma nient'affatto puzzolente ed anche gustosa da ingoiare.-
-Ha ragione padre, ma ero così piccola ed inesperta!-
-Vieni qui Maria, avvicinati, fammi vedere come avevi fatto quella volta!-
Il porco, mi aveva tirata a se e mi aveva messo la mano sul suo pacco da sopra la tonaca.
-Ecco così, toccalo e fammi capire che tipo di peccato avevi commesso.-
Poi, mi aveva preso la mano e l'aveva portata sotto la tonaca e contatto col cazzo grosso e duro come una pietra.
Neanche quando mia madre mi faceva scopare da qualche suo amante, avevo sentito un cazzo di quelle fattezze.
In quel momento avevo capito i motivi per i quali mia madre era così attaccata a don Mario al punto da volere che io stessa ripetessi la sua esperienza.
Neanche il suo amante preferito dal quale mi aveva fatta sverginare ce l'aveva così.
Quando poi don Mario aveva tirato su la tonaca, mi aveva davvero impressionata con quel palo nero, ricoperto di vene sporgenti,, con la cappella violacea grossa come una pesca e due palle che pendevano pelose come noci di cocco.
-Su abbassati Maria, fammi veder come avevi fatto!-
Aveva accompagnato la mia testa nel movimento a pompa sino a che in un grugnito bestiale, non mi aveva riempito la bocca e lo stomaco coi suoi bollenti schizzi di sborra.
Dopo essersi fatto succhiare i residui ancora contenuti nel condotto uretrale ed essersi fatto fare il bidet con la lingua, si era ricomposto.
Poi, confermandomi che benché la prima parte della confessione fosse andata bene, bisognava approfondire meglio la questione del mio fidanzato e del fatto che fossi rimasta incinta.
-Torna domani alla stessa ora!
Però, Maria, vorrei che tu mi togliessi una curiosità , perché vuoi sposarti proprio in questa parrocchia e poi, non mi hai ancora detto chi è tua madre.-
-Mia madre abitava in questo paese e da quello che ho capito, è stata sposata proprio da lei in questa chiesa.
Mia mamma si chiama Pia!-
-Pia... Pia... non riesco a ricordarla, sai in questa parrocchia vi sono molte fedeli con quel nome, tutte generose, timorate di Dio e sempre pronte a fare la volontà del signore e tutte prediligono me per il sacramento della confessione.
Molte di loro portano anche le loro figlie ormai grandi a confessarsi con me.-
"A domani Maria!|" Mi aveva congedata con un bacio col quale la sua lingua si era intrecciata alla mia insinuandosi nella mia bocca sino al contatto con le mie corde vocali; "Cazzo! con questa lingua sulla fica fa più farmi godere più del cazzo!" avevo pensato mentre ce l'avevo ancora tra le labbra.
Mia madre, si era mostrata entusiasta per quel primo successo.
Vi era poi il fatto che, secondo i nostri calcoli proprio dal giorno dopo sarei stata fertile con l'inizio della mia ovulazione.
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