Continua il giro nei quartieri a luci rosse di Amsterdam.

di
genere
confessioni

Uscimmo dalla sala. Io molto soddisfatta. Confessai che non avevo recitato. “Si capiva” disse lui “ed anche se io non ho potuto partecipare, ho goduto enormemente a vederti “seviziata“ fra quei due vichinghi. E poi ho apprezzato la tua intraprendenza, la tua audacia. Non sei stata “donna oggetto” ma la protagonista dello spettacolo. Sei stata encomiata da tutto il pubblico. Donne ed uomini hanno lodato il tuo coraggio, la tua spigliatezza e il tuo forte desiderio di sesso selvaggio.”
“Va bene” gli dissi “ma ora bisogna che tu possa godere un rapporto come ho goduto io. Vedi queste vetrine? scegli la ragazza che ti piace di più e vai.” In quel momento si aprì una porta accanto ad una vetrina illuminata ma vuota. Uscì un signore di mezza età. lo accompagnava all’uscita una donna nera nera, ma proprio nera come il carbone. Ci fermammo incuriositi dallo spettacolo: lei una bellissima ragazza, alta elegante, dai modi sinuosi e raffinati, scollata quel tanto da far vedere i capezzoli, con una minigonna forse più corta di un pantaloncino e delle calze a rete che esaltavano le sue forme tornite. Bella, Bella; Bella da morire; Lui, invece, calvo, tozzo, grossolano, tarchiato, agitato ed ansioso, sembrava quasi maleducato. Andò via senza neanche salutare. La ragazza vide il nostro interesse. In quel momento pensai che forse una chiavata con una nera mancava a mio marito e che forse quella ragazza poteva piacergli. “non ti lascio da sola in mezzo alla strada” e se ne stava già andando. La ragazza capì le perplessità di mio marito e disse “both of you come in” (entrate tutti e due) tradussi a mio marito. Era la soluzione da lui cercata e voluta. La ragazza ci fece strada e si rivolse a me, che parlavo inglese: “volete partecipare tutti e due o solo lui?” “a noi piacerebbe farlo insieme” risposi. Lo tradussi a mio marito, che acconsentì. La ragazza fu molto dolce nei miei confronti. Mi spogliò con dolcezza e garbo. Mi tolse la maglietta, sfilò la gonna con raffinatezza sganciò il reggiseno e tolse il tanga. Andò da mio marito che già provvedeva da solo a togliersi il guardaroba di dosso. Lei gli sfilò lo slip e glielo prese in mano. Lodò l’arnese. lo smanettò qualche secondo. Si abbassò e gli fece provare l’ebrezza di un bocchino. lo lasciò, venne da me e leccò la pucchiacca. Si accorse che era ancora intrisa di sperma e mi chiese se avessimo chiavato prima di entrare. Le raccontai dello spettacolo all’arena, del sesso in diretta e della mia partecipazione. Si congratulò con me. Poco prima aveva sentito uno dei ragazzi dello spettacolo che favoleggiarono di un’italiana del pubblico che oltre ad essere stata brava ad esibirsi era stata anche capace di creare in loro un vero orgasmo non di maniera. “sono fiera di avervi in casa mia” disse la ragazza. Mi ripulì ben bene la vagina dallo sperma avanzato, mi penetrò con la mano e carezzò le pareti interne dell’utero. Col braccio riusciva a sgrillettarmi il clitoride e con l’altra mano lavorava per allargarmi il buco del culo. Raggiunsi fra le sue braccia un orgasmo violento, le squirtai sulle braccia e con le mani raccolse quel che poteva e bevve avidamente. Si posizionò con le gambe all’aria davanti a mio marito. lo invitò ad entrare. La penetrò e condusse anche lei all’orgasmo nel momento in cui sbrodolò lo sperma in quella pucchiacca nera e pelosa, da cui svettavano due labbra carnose ed infuocate che volevano essere baciate. Raccolsi l’invito e leccai quella fessa piena dello sperma di mio marito. Bevvi tutto e sprofondai la lingua in quella caverna magica. Il mio lui intanto, sollecitato da quella scena lesbica ritornò con il cazzo turgido. Lei lo invitò a gesti a recarsi indietro. Lui la leccò nel buco del culo, la carezzò con le dita e penetrò quel tanto da saggiarne la larghezza.
poi si mise in posizione e la conficcò con decisione. Le palle sbattevano sul suo culo. Lei godeva per davvero e mi chiese di leccarle la fica. Nel mentre le sborrava nel culo arrivò anche lei emettendo un ululato di godimento incredibile. Lei mi venne fra le gambe e pretese da me un altro orgasmo con quella lingua rossa fuoco. L’accontentai e per premio le spruzzai in bocca le ultime gocce di gushing che mi erano rimaste. Ci rivestimmo. Le chiesi quanto darle. “no, I don’t swant anything, for me it was a beautiful hor of sex” (no, non voglio niente, per me è stata una bellissima ora di sesso).
Ma mio marito, a cui tradussi la frase, mise mano al portafogli, tirò fuori due banconote da 100 euro e le lasciò sul tavolo. Segno di gratitudine per la magnifica prestazione e disse “il lavoro va pagato, questo era il suo lavoro e vive di questo. Inoltre sei una grande professionista e sei molto gentile. Siamo contenti che tu abbia goduto con noi. Ti ringraziamo davvero tanto di cuore. Per questo vogliamo ricompensarti.
Salutammo ed uscimmo


scritto il
2025-08-22
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