Una sveltina in camper con mio cognato

di
genere
confessioni

“Vado avanti. prendo i biglietti dell’autobus e vi aspetto alla fermata” – Come al solito mio marito mette sempre fretta. Avevamo dormito noi tre in camper a Lione. Mia sorella con mia figlia rimase a dormire a casa di mia nipote, con mio marito e mio cognato avevo dormito in camper. Dovevamo prendere il bus per andare in centro e ricongiungerci con i nostri familiari-
“Finisco di prepararmi ed arriviamo” gli dico, mentre esce dal camper. Chiudo la porta. Alberto, mio cognato esce dal bagno, è ancora in disabilè. “Mi avvio” gli dico. Sto per scendere le scalette del camper. Mi trattiene col braccio. “Cosa fai?” protesto.
“Sono giorni che siamo chiusi in questo camper ci muoviamo, ti struscio, ti tocco, sento le tue tette sul mio petto” dice “non ce la faccio più. Vieni, una sveltina, per la memoria degli antichi tempi.” Veramente, anche io sentivo gli strisci, le toccate, il suo cazzo che mi sfiorava quando gli passavo vicino, anch’io avevo voglia di toccarlo. Era da tanto che io e lui non scopavamo. Questo era il momento. Mi fermai, Gli carezzai il cazzo che era uscito dalla mutanda, mi abbassai, glielo leccai, succhiai. Mi alzò, non voleva il bocchino. Voleva il mio culo. Gli mancava moltissimo, da quando lasciai la loro casa ed emigrai. Era ansioso e quasi violento per il lungo periodo di astinenza e repressione sessuale. Repressione sollecitata dal “corpo a corpo” imposto dalle condizioni ambientali del camper. Era agitato. Urtò la finestra, mi batté sul tavolo, mi alzò la gonna e mi infilò il suo gran cazzo nel culo. Mi stantuffò, mi masturbai, lui arrivò come un’onda franta sulla scogliera con la schiuma che ondeggiava nel mio intestino. Arrivai all’orgasmo con lo squirting che allagò il camper. Ci ricomponemmo, asciugai il liquido a terra. Pulii la mia “vaschetta” piena di sperma, sistemai alla meno peggio la tenda alla finestra e il tavolo del camper e scesi. Gli dissi di chiudere. “Vado avanti per incontrare mio marito alla fermata. Fai presto ti aspettiamo li”
Fu l’aperitivo alla ripresa delle nostre estemporanee. Viva Lione, viva la Francia
Mio marito al ritorno si accorse che qualcosa era successo in quel camper. Il tavolo divelto e lo scuro della finestra disarticolato. ma questa è un’altra storia
scritto il
2025-08-21
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