Tre giorni di passione con mio cognato. In camper. Fra lui e mio marito (dormiente)
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confessioni
Tre giorni di passione con mio cognato.
In camper.
Fra lui e mio marito (dormiente)
Mio marito al ritorno si accorse che qualcosa era successo in quel camper. Il tavolo divelto e lo scuro della finestra disarticolato. “sono stato io” disse mio cognato. “stamane nell’infilarmi la maglietta, ho perso l’equilibrio e mi sono appoggiato prima al tavolo e poi col braccio ho urtato la finestra. Ho cercato di rimettere a posto, ma non ci sono riuscito” “Non preoccuparti ci penso io” disse mio marito.
Cenammo, e subito a letto. era stata una lunga e faticosa giornata. Mi accorsi che Russava. Scivolai lentamente dalla mansarda sul divanetto sottostante, evitando la scaletta. Lo trovai disteso sul fianco che dormiva nella cuccetta. Gli alzai la gamba del pantaloncino. Era lì, riposava appoggiato alla sua coscia. Lo presi e lo portai in bocca. Cominciai a gustarlo e pomparlo. Si svegliò. Meravigliato e felice si alzò, mi alzò. Mi baciò con enfasi e passione. Le sue mani, due ventose attaccate a due tentacoli, esploravano il mio corpo. Nella vagina, nella cavità cavernosa del culo, tante volte da lui già esplorato in passato. Ci stendemmo sul letto. Voleva girarmi, “No, prendo la pillola, vieni avanti” sussurrai. Prese in mano i suoi trenta centimetri e lo accompagnò nella mia pucchiacca. Era la prima volta che mi penetrava in vagina. Provai un piacere enorme. Un cazzo enorme che mi riempiva l’utero, mi solleticava il clitoride. Fu bravo: resistette a lungo. Mi permise di raggiungere l’orgasmo senza portarmi all’apice. Ero in trance, sospesa fra il sogno e la realtà. Finalmente lui nella mia vagina. Amavo quel cazzo enorme, amavo quelle mani che sapevano come rendermi felice. Amavo quella bocca dolce, che sapeva amare, amavo quella lingua che mi penetrava dappertutto. Amavo quell’uomo per i suoi modi garbati e gentili e per la sua passione nel realizzare un sogno d’amore. Lo sentii vibrare dentro. Sentii quel cazzo sbattere sulle pareti del mio utero poco prima di esplodere la sua onda magnetica e magica che inondò il mio corpo. Mi inarcai, Spinsi il mio monte di Venere contro il suo sesso. Spinse il suo sesso con forza nella mia vagina. Ne uscì un orgasmo celestiale. Ne seguì un rilassamento dei nostri corpi. Ci tenemmo stretti abbracciati. Ci baciavamo. Baci carichi di passione e desiderio. Carezzava i miei seni, stropicciava delicatamente i miei capezzoli. Un ultimo bacio e scivolai via. Raggiunsi la mansarda, accanto a mio marito e mi addormentai.
Il giorno dopo fu un giorno di passione. Ero in trance, fuori dal mondo, in estasi. “Come stai” chiese mio marito. “bene, solo che stanotte non ho dormito molto” risposi. Mia nipote ci portò in giro a visitare la città di Lione. Percorremmo le rive del Rodano, grande e maestoso che si incontrava con il Saona proprio in città. Salimmo sulla caratteristica penisola centrale. Seguimmo in parte il Saona che scorreva in città formando i diversi quartieri con un panorama suggestivo. La sera di nuovo in camper noi tre. Decisa ad aspettare il suono roco e stridente del russare di mio marito, crollai e mi addormentai. Fui svegliato dalle sue mani morbide che percorrevano il mio corpo. Era salito sul divano sottostante la mansarda e mi carezzava. Le sue dita penetrarono nel buco del mio culo. Era quello che voleva quella sera. Scivolai giù. Presi posizione alla pecorina ed aspettai con ansia la sua penetrazione. Lo accompagnò e con decisione mi penetrò. Rimase fermo dentro. Si appoggiò a me e mi prese le tette in mano. Mi baciava sul collo, sulla schiena. estrasse il cazzo. Con la lingua percorse tutto il canale della mia schiena. Raggiunse le natiche, entro nel canale ed affondò la lingua nel buco. Amavo quella lingua che sapeva far godere e provocava profondi brividi. Ancheggiai, gli chiedevo il bastone. Ritornò dentro e questa volta stantuffò a dovere. Mi sgrillettavo, mi crebbe l’orgasmo, colavo squirting sulla cuccetta. Esplosi ed emisi il mio sperma. E lui il suo. Crollai, sul letto. E lui su di me. Mi baciava il collo, cercava i miei seni. Ma non si sfilava dal culo. Mi girai, un ultimo bacio in bocca e raggiunsi la mansarda.
Ancora un giorno di passione fra musei, ristoranti e biblioteche. Di nuovo la sera noi tre in camper. Appena si addormentò, scesi dalla mansarda. Lui era disteso nella cuccetta, nudo, con il cazzo in mano che si masturbava. Gli allontanai le mani e lo presi in bocca. Questa era la notte del bocchino. A lui piaceva come lo facevo io. Prima gli infilavo la lingua fra il prepuzio e il glande. Giravo sull’anello fra l’attaccatura del glande e l’asta. Diceva che quel giro lo estasiava, gli faceva venire i brividi, Poi con la bocca gli muovevo il prepuzio in modo che la pelle lo masturbasse delicatamente e in fine, scapocchiato, lo masturbavo con le labbra che sostituivano la pelle del suo cazzo. Eruttò una tonnellata di lava nella mia bocca. Mi sollevai, raggiunsi la sua bocca e condivisi con lui quel nettare che scese dolcemente nelle nostre gole. L’avevamo fatto tante volte da giovani e ci piaceva ancora.
Sopiti i sensi e dopo l’ultimo bacio ritornai all’ovile. Quella fu l’ultima notte dei tre giorni di passione trascorsi a Lione. Bella Città
In camper.
Fra lui e mio marito (dormiente)
Mio marito al ritorno si accorse che qualcosa era successo in quel camper. Il tavolo divelto e lo scuro della finestra disarticolato. “sono stato io” disse mio cognato. “stamane nell’infilarmi la maglietta, ho perso l’equilibrio e mi sono appoggiato prima al tavolo e poi col braccio ho urtato la finestra. Ho cercato di rimettere a posto, ma non ci sono riuscito” “Non preoccuparti ci penso io” disse mio marito.
Cenammo, e subito a letto. era stata una lunga e faticosa giornata. Mi accorsi che Russava. Scivolai lentamente dalla mansarda sul divanetto sottostante, evitando la scaletta. Lo trovai disteso sul fianco che dormiva nella cuccetta. Gli alzai la gamba del pantaloncino. Era lì, riposava appoggiato alla sua coscia. Lo presi e lo portai in bocca. Cominciai a gustarlo e pomparlo. Si svegliò. Meravigliato e felice si alzò, mi alzò. Mi baciò con enfasi e passione. Le sue mani, due ventose attaccate a due tentacoli, esploravano il mio corpo. Nella vagina, nella cavità cavernosa del culo, tante volte da lui già esplorato in passato. Ci stendemmo sul letto. Voleva girarmi, “No, prendo la pillola, vieni avanti” sussurrai. Prese in mano i suoi trenta centimetri e lo accompagnò nella mia pucchiacca. Era la prima volta che mi penetrava in vagina. Provai un piacere enorme. Un cazzo enorme che mi riempiva l’utero, mi solleticava il clitoride. Fu bravo: resistette a lungo. Mi permise di raggiungere l’orgasmo senza portarmi all’apice. Ero in trance, sospesa fra il sogno e la realtà. Finalmente lui nella mia vagina. Amavo quel cazzo enorme, amavo quelle mani che sapevano come rendermi felice. Amavo quella bocca dolce, che sapeva amare, amavo quella lingua che mi penetrava dappertutto. Amavo quell’uomo per i suoi modi garbati e gentili e per la sua passione nel realizzare un sogno d’amore. Lo sentii vibrare dentro. Sentii quel cazzo sbattere sulle pareti del mio utero poco prima di esplodere la sua onda magnetica e magica che inondò il mio corpo. Mi inarcai, Spinsi il mio monte di Venere contro il suo sesso. Spinse il suo sesso con forza nella mia vagina. Ne uscì un orgasmo celestiale. Ne seguì un rilassamento dei nostri corpi. Ci tenemmo stretti abbracciati. Ci baciavamo. Baci carichi di passione e desiderio. Carezzava i miei seni, stropicciava delicatamente i miei capezzoli. Un ultimo bacio e scivolai via. Raggiunsi la mansarda, accanto a mio marito e mi addormentai.
Il giorno dopo fu un giorno di passione. Ero in trance, fuori dal mondo, in estasi. “Come stai” chiese mio marito. “bene, solo che stanotte non ho dormito molto” risposi. Mia nipote ci portò in giro a visitare la città di Lione. Percorremmo le rive del Rodano, grande e maestoso che si incontrava con il Saona proprio in città. Salimmo sulla caratteristica penisola centrale. Seguimmo in parte il Saona che scorreva in città formando i diversi quartieri con un panorama suggestivo. La sera di nuovo in camper noi tre. Decisa ad aspettare il suono roco e stridente del russare di mio marito, crollai e mi addormentai. Fui svegliato dalle sue mani morbide che percorrevano il mio corpo. Era salito sul divano sottostante la mansarda e mi carezzava. Le sue dita penetrarono nel buco del mio culo. Era quello che voleva quella sera. Scivolai giù. Presi posizione alla pecorina ed aspettai con ansia la sua penetrazione. Lo accompagnò e con decisione mi penetrò. Rimase fermo dentro. Si appoggiò a me e mi prese le tette in mano. Mi baciava sul collo, sulla schiena. estrasse il cazzo. Con la lingua percorse tutto il canale della mia schiena. Raggiunse le natiche, entro nel canale ed affondò la lingua nel buco. Amavo quella lingua che sapeva far godere e provocava profondi brividi. Ancheggiai, gli chiedevo il bastone. Ritornò dentro e questa volta stantuffò a dovere. Mi sgrillettavo, mi crebbe l’orgasmo, colavo squirting sulla cuccetta. Esplosi ed emisi il mio sperma. E lui il suo. Crollai, sul letto. E lui su di me. Mi baciava il collo, cercava i miei seni. Ma non si sfilava dal culo. Mi girai, un ultimo bacio in bocca e raggiunsi la mansarda.
Ancora un giorno di passione fra musei, ristoranti e biblioteche. Di nuovo la sera noi tre in camper. Appena si addormentò, scesi dalla mansarda. Lui era disteso nella cuccetta, nudo, con il cazzo in mano che si masturbava. Gli allontanai le mani e lo presi in bocca. Questa era la notte del bocchino. A lui piaceva come lo facevo io. Prima gli infilavo la lingua fra il prepuzio e il glande. Giravo sull’anello fra l’attaccatura del glande e l’asta. Diceva che quel giro lo estasiava, gli faceva venire i brividi, Poi con la bocca gli muovevo il prepuzio in modo che la pelle lo masturbasse delicatamente e in fine, scapocchiato, lo masturbavo con le labbra che sostituivano la pelle del suo cazzo. Eruttò una tonnellata di lava nella mia bocca. Mi sollevai, raggiunsi la sua bocca e condivisi con lui quel nettare che scese dolcemente nelle nostre gole. L’avevamo fatto tante volte da giovani e ci piaceva ancora.
Sopiti i sensi e dopo l’ultimo bacio ritornai all’ovile. Quella fu l’ultima notte dei tre giorni di passione trascorsi a Lione. Bella Città
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