Mia moglie condivisa con l'autista del Bus. Terza
di
Direttore
genere
confessioni
Mia moglie condivisa con l’autista dell’autobus.
Terza
La telefonata arrivò tre giorni dopo:
- “Pronto”;
- “ciao, sono Bruno. Tutto bene?”
-“mica tanto. Sono ancora stravolta per l’altra notte. Cinque ore passate con te, ( tre tue sborrate ), cinque ore passate con Andrea, mio marito, (tre sue sborrate) e io in tutto circa 10 ore di orgasmo multiplo consecutivo. Mi avete effettuato la stimolazione clitoreidale, vaginale e cervicale, che combinate insieme hanno esaurito tutte le mie energie. Inoltre, per dargli una soddisfazione “ambientale”, causa le dimensioni del tuo cazzo che mi ha allargato la fessa come la galleria del San Bernardo, ho dovuto regalargli il buco del culo. Per cui come ho già detto a mio marito, ho bisogno di una decina di giorni di time-aut, anche se continuo a sognare il tuo cazzo enorme che mi ha creato tanto piacere. Richiamami fra una decina di giorni.”
-“Va bene” – risponde lui – “ci tenevo a dirti che il mio amico si è dichiarato disponibile a lasciarmi la casa libera quando glielo chiedo. per cui quando vorrai, potremmo passare un paio d’ore distesi sul letto, anziché in macchina.”
- “Benissimo” -dice lei- “allora la prossima volta sarà ancora più bello.”
Passati i dieci giorni, Antonella, mia moglie, dopo aver preparato un banchetto afrodisiaco con un’orgia di cozze, vongole, fasolare, lupini, cannolicchi, cappesante e ostriche, mi prende con mano e mi porta sul letto. Ha recuperato le sue energie e le è tornata la voglia di ritrovare il gigantesco mostro del cazzo di Bruno, ma prima vuole essere penetrata dal mio, in modo che la vagina abbia le dimensioni adatte per il mio cazzo molto più piccolo.
Difatti potetti godere di quella fica di mia moglie che in dieci giorni si era ristretta ma era sempre piena di burro e latte grondante. In occasione del suo orgasmo schizzava e spruzzava squirting dappertutto. Ero diventato bravo a capirne il fenomeno. Accorrevo subito fra le sue gambe, poggiavo la bocca sulle sue labbra. Me la riempivo e poi piano piano, degustandolo fino all’ultima goccia, lo facevo scivolare in gola.
Nei preliminari, lei mi baciò tutto il corpo non tralasciando neanche il buco del culo che penetrò con una decisa spinta linguistica. Leccò la capocchia come piaceva a me. Pompò il cazzo portandolo al limite dell’esplosione, risalì e lo guidò con la sua manina nella fessa ritrovata nella giusta misura ristretta. La stantuffai. Nel momento in cui il cazzo cominciò a vibrare e sbattere prima di eruttare la lava incandescente, lei si inarcò e lanciò un grido di godimento: il suo orgasmo esplose in un’enorme “pisciata” che riuscii a bere quasi tutta prima che inondasse le mie gambe e infradiciasse le lenzuola.
Era la mia donna meravigliosa che sapeva godere e far godere.
Quella sera ci fermammo li.
Il mattino dopo mi telefonò in ufficio. Mi chiese e le detti il consenso perché uscisse con Bruno la sera stessa.
Il pomeriggio, dopo la routine casalinga, si preparò con cura. Vesti un guardaroba raffinato che metteva in risalto la sua bellezza.
Alle 7,50 Bruno era già parcheggiata sotto casa. Alle 8 in punto lei usci di casa dopo avermi dato un fugace bacio e una raccomandazione “Aspettami sveglio, voglio godere anche con te stasera”. Di sicuro. Contaci, le risposi.
Mi affacciai alla finestra e la vidi salire in macchina. Immaginai il bacio d’entrata, la mano di lui sul suo ginocchio, la sua dolce carezza sulla patta.
Come al solito entrai in fibrillazione. No sapevo cosa immaginare, dove immaginarli. Avranno la casa o la macchina. Chiaverano su un letto o su uno squallido sedile di automobile?
E ora cosa fanno, l’avrà già penetrata, glielo avrà preso in bocca?
Non riuscivo a pensare altro. Non vedevo l’ora che ritornasse.
Ero in stato di catarsi. Stavo partecipando indirettamente ad un evento fortissimo, intenso, che mi coinvolgeva direttamente da lontano, creandomi una liberazione emotiva che mi portava ad un gran senso di sollievo.
Già sentivo l’odore dello sperma di Bruno che mi era restato nel cervello. Già vedevo lo scorrere del rivolo di lava che scendeva dalle labbra della fessa dii Antonella, mia moglie. Mia moglie chiavata da un altro. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché godevo così tanto all’idea di mia moglie nelle braccia di un altro, di mia moglie che incassa il cazzo di un altro uomo. La mia e perversione sessuale? soffro di qualche patologia? Se qualcuno me lo spiegasse, ne avrei piacere. Ma intanto godo all’infinito. Mi piace che lei chiavi e provi altre esperienze, soprattutto dopo aver saputo delle dimensioni del cazzo di Bruno. Mi piace che lei sciali con altro e dopo sciali con me raccontandomi l’evento appena goduto.
Ma il tempo passa, ma lei non torna ancora. Mi affaccio continuamente alla finestra. Non sono ancora arrivati, ritorno sul divano, mi stendo e mi slaccio la cintura, tiro fuori il mio cazzo e comincio a svolgere attività onanistica. E’ talmente forte l’eccitazione che mi inculo l’indice fin in fondo. Mi meno e mi inculo. ma non esplodo. Mi trattengo e come le avevo promesso, l’aspetto sveglio. Forse era quello che intendeva quando nell’andar via mi ha detto “aspettami sveglio”. Le farò trovare il cazzo duro e non floscio. Mi rivesto, accendo il televisore, mi alzo e vado alla finestra. La macchina di Bruno è ferma sotto casa. Ora salirà. Ma il portone non si apre, l’ascensore è ancora fermo. Passano dieci minuti, ritorno alla finestra. la macchina è ancora lì. Ma chi aspetta a salire? A quel tempo non esistevano i cellulari. non potevo neanche sollecitare. Ero tentato di scendere e chiamarla. Intanto il mio cazzo voleva esplodere. Infilo la mano nello slip e trovo un lago di sperma.
Ormai è l’una e mezza. Che cazzo aspetta a salire?
Sento il portone del palazzo aprirsi, l’ascensore che scende. Poi risale. La chiave entra nella toppa. tre mandate. è in casa. l’accolgo sulla porta. La stringo forte. la bacio. sento profumo di sperma.
Mi prende per mano e mi porta sul letto.
-“ora ti spiego e racconto tutto, ma prima bevi dalla mia fessa.” -mi inoltro fra le sue gambe e il sogno si concretizza. Vedo le labbra della sua pucchiacca inondata di sperma che lecco. Succhio con avidità il contenuto del calice dorato. Con la lingua ispeziono quella caverna larghissima e profonda dopo aver ingoiato quel bestione del cazzo di Bruno. Ispeziono e rubo fino all’ultima goccia di sperma. Le infilo subito il mio cazzo che ormai sta esaurendo la sua pazienza e con pochi colpi esplode la sua lava in quel lago incantato.
La bacio con passione. Cerco la sua lingua e la carezzo, strattono, la succhio, la intreccio. La amo all’infinito. Si scosta, mi dice di aspettare. Apre la borsetta e tira fuori un sacchettino di plastica chiuso ermeticamente. “E’ un regalo di Bruno.” non chiedo spiegazioni. Lo apro con eccitazione. E’ il profumo di Bruno. Lo bevo con avidità, Lo degusto come un vino d’annata. Lo ingoio con soddisfazione.
“Pensa” - Dice Antonella – “Arrivati sotto casa, mi chiede di fargli un pompino. c’è l’ha ancora duro e non gli è bastato sfondarmi due volte. È stato piacevole anche per me sbocchinare sotto casa. E’ stata un’azione trasgressiva. Il rischio che qualcuno ci vedesse, mi eccitava tantissimo. L’ho leccato con cura, gli ho preso la grande capocchia in bocca, penetrato il piccolo cratere da cui dopo poco è uscita la lava che hai appena bevuto.
Quasi in diretta, hai bevutolo sperma ancora caldo. Come se lo avesse fatto davanti a te. Che cazzo, mia moglie si diverte a farmi eccitare e mi fa soffrire per il non poterlo vivere in diretta.
Allora la giro e pretendo il regalo che mi spetta. Ho il cazzo durissimo, già lubrificato. Glielo metto nel culo con grande frenesia. La stantuffo con foga, slancio e veemenza. Lei gode. ulula. Il clitoride e le labbra vaginali si gonfiano all’inverosimile. Si sgrilletta e, nel momento che il mio cazzo nel suo culo vibra e sbatte un attimo prima di esplodere, raggiunge l’apice del suo orgasmo. Ancora liquidi che scorrono sulle sue gambe, liquido che soddisfa la mia sete di sesso.
Riversi sul letto, esausti, riprendiamo respiro.
“Come prevedevo e ti avevo ipotizzato, siamo andati a casa sua. Appartamento in un “grattacielo” , al sesto ed ultimo piano del palazzo in fondo al parco. Due camere da letto, una per lui e l’altra per l’amico, un salone molto ampio con angolo cottura. Ogni camera da letto ha il suo bagno personale.
Mi porta sul letto. Mi aiuta e lo aiuto a spogliarsi. Mi bacia con lingua profonda. La sua lingua è lunga come il suo cazzo. Mi arriva in gola. Dalla bocca passa al collo, alle tette, ai capezzoli. Succhia gli olii delle areole, grondo di “sudore” fra le gambe. Quella lingua penetra nelle orecchie, dietro le orecchie. Sa usarla come un mago la sua bacchetta. Quella lingua sollecita i sensi del sesso in maniera esagerata. Mi bacia e succhia dappertutto, i succhiotti su tutto il corpo testimoniano il tempo trascorso a esplorarne ogni angolo e prato erboso, Quando ha mordicchiato e succhiato poi ripassa il tutto con la sua lingua piena di saliva. Mi ripassa tutta la pelle e me la lascia inumidita. Lo supplico di penetrarmi e farmi sentire il suo gigante fra le gambe. Lo prende in mano, lo accompagna alla bocca dell’antro della profonda caverna. Caverna che si allarga ed accoglie quel magico bastone che dopo pochi colpi che hanno prodotto rigonfiamento del clitoride e delle labbra della pucchiacca esplode come un vulcano ed erutta una incredibile quantità di sperma.
Ma lui non si stanca, Continua a carezzarla, a baciarla. E’ assetato della sua persona e del suo sesso. Ama in maniera spasmodica quella donna che sa godere e far godere anche lui oltre che il marito.
Mi chiede di leccargli il culo. lo accontento, penetro con la lingua e mi accorgo che è molto largo. Gli ficco dentro uno, due, tre dita e non bastano a chiuderlo. Con le dita gli massaggio le pareti dell’intestino. lo esploro e lo carezzo dall’interno. Sento che gode. Vedo che il cazzo si ristabilisce e troneggia fra le sue gambe. Lo giro, gli salto sopra e stavolta, con i miei sapienti movimenti lo faccio sborrare.
“Certo che hai goduto con le dita nell’ano!” gli dico. E lui mi confessa che gli piace avere rapporti omosessuali. L’amico con cui vive non è solo amico, ma anche amante. Spesso si ritrovano la sera uno fra le braccia dell’altro, si baciano, si carezzano, se lo gustano bevendo sperma e si inculano a vicenda. Loro due sono bisex. Amano indistintamente donne e uomini. A volte amano, quando capita l’occasione, di chiavarsi una donna insieme, scambiando i ruoli e utilizzando tutti i canali della perversione e del godimento.
Gli rispondo che mi piace molto il loro rapporto, e questo racconto ritorna spesso nelle fantasie sessuali che io e mio marito ci scambiamo la sera nel letto prima di chiavare.
Gli dico che ne avrei parlato con mio marito e che forse, si può inventare qualcosa.
Io nel sentire questo mi eccito ancora una volta. VOGLIO che lei organizzi ed inventi una situazione in cui io possa baciare il cazzo di Bruno.
….Continua…
a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui in fondo, dico che questo racconto, con le opportune modifiche ed integrazioni per legare i vari passaggi, è vero. E’ vita vissuta. Vi chiedo un parere e qualche consiglio, anche letterario, per migliorare la qualità e il mio stile di scrittura. E se ha tempo e voglia prego di darmi il punteggio, dal quale posso trarre insegnamento. Grazie
Direttore
Terza
La telefonata arrivò tre giorni dopo:
- “Pronto”;
- “ciao, sono Bruno. Tutto bene?”
-“mica tanto. Sono ancora stravolta per l’altra notte. Cinque ore passate con te, ( tre tue sborrate ), cinque ore passate con Andrea, mio marito, (tre sue sborrate) e io in tutto circa 10 ore di orgasmo multiplo consecutivo. Mi avete effettuato la stimolazione clitoreidale, vaginale e cervicale, che combinate insieme hanno esaurito tutte le mie energie. Inoltre, per dargli una soddisfazione “ambientale”, causa le dimensioni del tuo cazzo che mi ha allargato la fessa come la galleria del San Bernardo, ho dovuto regalargli il buco del culo. Per cui come ho già detto a mio marito, ho bisogno di una decina di giorni di time-aut, anche se continuo a sognare il tuo cazzo enorme che mi ha creato tanto piacere. Richiamami fra una decina di giorni.”
-“Va bene” – risponde lui – “ci tenevo a dirti che il mio amico si è dichiarato disponibile a lasciarmi la casa libera quando glielo chiedo. per cui quando vorrai, potremmo passare un paio d’ore distesi sul letto, anziché in macchina.”
- “Benissimo” -dice lei- “allora la prossima volta sarà ancora più bello.”
Passati i dieci giorni, Antonella, mia moglie, dopo aver preparato un banchetto afrodisiaco con un’orgia di cozze, vongole, fasolare, lupini, cannolicchi, cappesante e ostriche, mi prende con mano e mi porta sul letto. Ha recuperato le sue energie e le è tornata la voglia di ritrovare il gigantesco mostro del cazzo di Bruno, ma prima vuole essere penetrata dal mio, in modo che la vagina abbia le dimensioni adatte per il mio cazzo molto più piccolo.
Difatti potetti godere di quella fica di mia moglie che in dieci giorni si era ristretta ma era sempre piena di burro e latte grondante. In occasione del suo orgasmo schizzava e spruzzava squirting dappertutto. Ero diventato bravo a capirne il fenomeno. Accorrevo subito fra le sue gambe, poggiavo la bocca sulle sue labbra. Me la riempivo e poi piano piano, degustandolo fino all’ultima goccia, lo facevo scivolare in gola.
Nei preliminari, lei mi baciò tutto il corpo non tralasciando neanche il buco del culo che penetrò con una decisa spinta linguistica. Leccò la capocchia come piaceva a me. Pompò il cazzo portandolo al limite dell’esplosione, risalì e lo guidò con la sua manina nella fessa ritrovata nella giusta misura ristretta. La stantuffai. Nel momento in cui il cazzo cominciò a vibrare e sbattere prima di eruttare la lava incandescente, lei si inarcò e lanciò un grido di godimento: il suo orgasmo esplose in un’enorme “pisciata” che riuscii a bere quasi tutta prima che inondasse le mie gambe e infradiciasse le lenzuola.
Era la mia donna meravigliosa che sapeva godere e far godere.
Quella sera ci fermammo li.
Il mattino dopo mi telefonò in ufficio. Mi chiese e le detti il consenso perché uscisse con Bruno la sera stessa.
Il pomeriggio, dopo la routine casalinga, si preparò con cura. Vesti un guardaroba raffinato che metteva in risalto la sua bellezza.
Alle 7,50 Bruno era già parcheggiata sotto casa. Alle 8 in punto lei usci di casa dopo avermi dato un fugace bacio e una raccomandazione “Aspettami sveglio, voglio godere anche con te stasera”. Di sicuro. Contaci, le risposi.
Mi affacciai alla finestra e la vidi salire in macchina. Immaginai il bacio d’entrata, la mano di lui sul suo ginocchio, la sua dolce carezza sulla patta.
Come al solito entrai in fibrillazione. No sapevo cosa immaginare, dove immaginarli. Avranno la casa o la macchina. Chiaverano su un letto o su uno squallido sedile di automobile?
E ora cosa fanno, l’avrà già penetrata, glielo avrà preso in bocca?
Non riuscivo a pensare altro. Non vedevo l’ora che ritornasse.
Ero in stato di catarsi. Stavo partecipando indirettamente ad un evento fortissimo, intenso, che mi coinvolgeva direttamente da lontano, creandomi una liberazione emotiva che mi portava ad un gran senso di sollievo.
Già sentivo l’odore dello sperma di Bruno che mi era restato nel cervello. Già vedevo lo scorrere del rivolo di lava che scendeva dalle labbra della fessa dii Antonella, mia moglie. Mia moglie chiavata da un altro. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché godevo così tanto all’idea di mia moglie nelle braccia di un altro, di mia moglie che incassa il cazzo di un altro uomo. La mia e perversione sessuale? soffro di qualche patologia? Se qualcuno me lo spiegasse, ne avrei piacere. Ma intanto godo all’infinito. Mi piace che lei chiavi e provi altre esperienze, soprattutto dopo aver saputo delle dimensioni del cazzo di Bruno. Mi piace che lei sciali con altro e dopo sciali con me raccontandomi l’evento appena goduto.
Ma il tempo passa, ma lei non torna ancora. Mi affaccio continuamente alla finestra. Non sono ancora arrivati, ritorno sul divano, mi stendo e mi slaccio la cintura, tiro fuori il mio cazzo e comincio a svolgere attività onanistica. E’ talmente forte l’eccitazione che mi inculo l’indice fin in fondo. Mi meno e mi inculo. ma non esplodo. Mi trattengo e come le avevo promesso, l’aspetto sveglio. Forse era quello che intendeva quando nell’andar via mi ha detto “aspettami sveglio”. Le farò trovare il cazzo duro e non floscio. Mi rivesto, accendo il televisore, mi alzo e vado alla finestra. La macchina di Bruno è ferma sotto casa. Ora salirà. Ma il portone non si apre, l’ascensore è ancora fermo. Passano dieci minuti, ritorno alla finestra. la macchina è ancora lì. Ma chi aspetta a salire? A quel tempo non esistevano i cellulari. non potevo neanche sollecitare. Ero tentato di scendere e chiamarla. Intanto il mio cazzo voleva esplodere. Infilo la mano nello slip e trovo un lago di sperma.
Ormai è l’una e mezza. Che cazzo aspetta a salire?
Sento il portone del palazzo aprirsi, l’ascensore che scende. Poi risale. La chiave entra nella toppa. tre mandate. è in casa. l’accolgo sulla porta. La stringo forte. la bacio. sento profumo di sperma.
Mi prende per mano e mi porta sul letto.
-“ora ti spiego e racconto tutto, ma prima bevi dalla mia fessa.” -mi inoltro fra le sue gambe e il sogno si concretizza. Vedo le labbra della sua pucchiacca inondata di sperma che lecco. Succhio con avidità il contenuto del calice dorato. Con la lingua ispeziono quella caverna larghissima e profonda dopo aver ingoiato quel bestione del cazzo di Bruno. Ispeziono e rubo fino all’ultima goccia di sperma. Le infilo subito il mio cazzo che ormai sta esaurendo la sua pazienza e con pochi colpi esplode la sua lava in quel lago incantato.
La bacio con passione. Cerco la sua lingua e la carezzo, strattono, la succhio, la intreccio. La amo all’infinito. Si scosta, mi dice di aspettare. Apre la borsetta e tira fuori un sacchettino di plastica chiuso ermeticamente. “E’ un regalo di Bruno.” non chiedo spiegazioni. Lo apro con eccitazione. E’ il profumo di Bruno. Lo bevo con avidità, Lo degusto come un vino d’annata. Lo ingoio con soddisfazione.
“Pensa” - Dice Antonella – “Arrivati sotto casa, mi chiede di fargli un pompino. c’è l’ha ancora duro e non gli è bastato sfondarmi due volte. È stato piacevole anche per me sbocchinare sotto casa. E’ stata un’azione trasgressiva. Il rischio che qualcuno ci vedesse, mi eccitava tantissimo. L’ho leccato con cura, gli ho preso la grande capocchia in bocca, penetrato il piccolo cratere da cui dopo poco è uscita la lava che hai appena bevuto.
Quasi in diretta, hai bevutolo sperma ancora caldo. Come se lo avesse fatto davanti a te. Che cazzo, mia moglie si diverte a farmi eccitare e mi fa soffrire per il non poterlo vivere in diretta.
Allora la giro e pretendo il regalo che mi spetta. Ho il cazzo durissimo, già lubrificato. Glielo metto nel culo con grande frenesia. La stantuffo con foga, slancio e veemenza. Lei gode. ulula. Il clitoride e le labbra vaginali si gonfiano all’inverosimile. Si sgrilletta e, nel momento che il mio cazzo nel suo culo vibra e sbatte un attimo prima di esplodere, raggiunge l’apice del suo orgasmo. Ancora liquidi che scorrono sulle sue gambe, liquido che soddisfa la mia sete di sesso.
Riversi sul letto, esausti, riprendiamo respiro.
“Come prevedevo e ti avevo ipotizzato, siamo andati a casa sua. Appartamento in un “grattacielo” , al sesto ed ultimo piano del palazzo in fondo al parco. Due camere da letto, una per lui e l’altra per l’amico, un salone molto ampio con angolo cottura. Ogni camera da letto ha il suo bagno personale.
Mi porta sul letto. Mi aiuta e lo aiuto a spogliarsi. Mi bacia con lingua profonda. La sua lingua è lunga come il suo cazzo. Mi arriva in gola. Dalla bocca passa al collo, alle tette, ai capezzoli. Succhia gli olii delle areole, grondo di “sudore” fra le gambe. Quella lingua penetra nelle orecchie, dietro le orecchie. Sa usarla come un mago la sua bacchetta. Quella lingua sollecita i sensi del sesso in maniera esagerata. Mi bacia e succhia dappertutto, i succhiotti su tutto il corpo testimoniano il tempo trascorso a esplorarne ogni angolo e prato erboso, Quando ha mordicchiato e succhiato poi ripassa il tutto con la sua lingua piena di saliva. Mi ripassa tutta la pelle e me la lascia inumidita. Lo supplico di penetrarmi e farmi sentire il suo gigante fra le gambe. Lo prende in mano, lo accompagna alla bocca dell’antro della profonda caverna. Caverna che si allarga ed accoglie quel magico bastone che dopo pochi colpi che hanno prodotto rigonfiamento del clitoride e delle labbra della pucchiacca esplode come un vulcano ed erutta una incredibile quantità di sperma.
Ma lui non si stanca, Continua a carezzarla, a baciarla. E’ assetato della sua persona e del suo sesso. Ama in maniera spasmodica quella donna che sa godere e far godere anche lui oltre che il marito.
Mi chiede di leccargli il culo. lo accontento, penetro con la lingua e mi accorgo che è molto largo. Gli ficco dentro uno, due, tre dita e non bastano a chiuderlo. Con le dita gli massaggio le pareti dell’intestino. lo esploro e lo carezzo dall’interno. Sento che gode. Vedo che il cazzo si ristabilisce e troneggia fra le sue gambe. Lo giro, gli salto sopra e stavolta, con i miei sapienti movimenti lo faccio sborrare.
“Certo che hai goduto con le dita nell’ano!” gli dico. E lui mi confessa che gli piace avere rapporti omosessuali. L’amico con cui vive non è solo amico, ma anche amante. Spesso si ritrovano la sera uno fra le braccia dell’altro, si baciano, si carezzano, se lo gustano bevendo sperma e si inculano a vicenda. Loro due sono bisex. Amano indistintamente donne e uomini. A volte amano, quando capita l’occasione, di chiavarsi una donna insieme, scambiando i ruoli e utilizzando tutti i canali della perversione e del godimento.
Gli rispondo che mi piace molto il loro rapporto, e questo racconto ritorna spesso nelle fantasie sessuali che io e mio marito ci scambiamo la sera nel letto prima di chiavare.
Gli dico che ne avrei parlato con mio marito e che forse, si può inventare qualcosa.
Io nel sentire questo mi eccito ancora una volta. VOGLIO che lei organizzi ed inventi una situazione in cui io possa baciare il cazzo di Bruno.
….Continua…
a chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui in fondo, dico che questo racconto, con le opportune modifiche ed integrazioni per legare i vari passaggi, è vero. E’ vita vissuta. Vi chiedo un parere e qualche consiglio, anche letterario, per migliorare la qualità e il mio stile di scrittura. E se ha tempo e voglia prego di darmi il punteggio, dal quale posso trarre insegnamento. Grazie
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