Pensieri strani -6-
di
Mind
genere
dominazione
Questo racconto è molto soft, non aspettatevi nulla di particolare, ma per chi segue la serie di racconti è importante per il seguito della storia
===
Passarono un paio di settimane di normalità, Luca e Monica erano ancora in astinenza forzata dal sesso, dopo la notte in cui avevano esagerato. Gli allenamenti mattutini con Mario erano ripresi e Mario si era tranquillizzato con Monica, probabilmente temeva di aver esagerato e lei su questo un po’ ci giocava tenendolo sulle spine.
Al lavoro arrivò il “suo lunedì” questa settimana avrebbe affiancato la nuova ragazza, ovvero aveva progettato di “schiavizzare la ragazzina” :-).
Le due colleghe che l’avevano preceduta erano state sufficientemente dure, avevano assolto ai compiti ma erano anche state gentili con lei grattandola più da figlia che da collega. Erano infatti le più anziane del gruppo ad occuparsi delle prime due settimane, a Monica toccava la parte della cattiva, come aveva per altro ricevuto ordini diretti dal capo con la solita mail del venerdì pomeriggio.
- Monica buongiorno, le rammento la formazione della nuova risorsa, nel limite della decenza e nel rispetto delle norme e della persona, la preghiamo di adottare un comportamento di estrema rigidità, voglia creare delle situazioni al limite per testare le competenze, la fedeltà e il rispetto degli ordini. Lasciamo a lei ogni più ampia delega attendendo una sua dettagliata relazione entro la fine della prossima settimana o anche prima là dove dovesse ravvisare gli estremi per non proseguire nel l’inserimento.
Messaggi come sempre asciutti e decisi, d’altro canto il funzionamento della loro azienda era dettato anche dalla mancanza di perdite di tempo oltre che dalle retribuzioni ben sopra la media del settore.
Arrivò in ufficio molto presto, saltando l’allenamento e riproponendosi di ritagliarsi una mezz’ora in pausa pranzo per la palestra che si trovava nello stabile accanto. Voleva verificare l’orario di arrivo della ragazza e cominciare subito la fase di martellamento.
Anne arrivò con un quarto d’ora d’anticipo sul suo orario di lavoro che era stato stabilito 8-12 13-17 più lungo rispetto alla norma, ma era stato volutamente modificato per il periodo di prova.
Monica si era trasferita nell’ufficio con Anne, ed era già seduta alla sua scrivania portando avanti parte del suo lavoro.
- buongiorno signora Monica
- Buongiorno Anne
Già il fatto che la chiamasse signora era un punto a favore, buon segno anche sul lavoro delle colleghe.
- Le colleghe le avranno già spiegato come funziona la vita e il lavoro in questo ufficio. Do per assodato che dopo due settimane debba sapere bene quasi tutto. Questa settimana le chiarirò bene il concetto del rispetto, dell’ordine sul lavoro e di come si lavora sotto stress ed in momenti difficili. Non ho nulla contro nessuno, ma il mio compito è farla desistere e abbandonare il lavoro prima ancora di iniziarlo. In qualsiasi momento, sarà sufficiente che lei mi dica tre volte di fila la parola d’ordine “Gobbo” e sarà autorizzata ad abbandonare il posto di lavoro senza dare alcuna spiegazione, ricevendo il compenso per tutto il mese completo. Sono stata chiara?
- Benissimo, chiarissima
- Benissimo, chiarissima signora. Questa settimana sarò la tua capa, anzi puoi quasi considerarmi la tua padrona.
A queste parole Anne arrosì
- benissimo signora, grazie per la spiegazione, mi perdoni se non ho compreso subito
Monica restò stupita, piacevolmente stupita dalla sottomissione di quella ragazza.
Come abbiamo già detto, Anne era una ragazza di 19 anni, polacca di nascita, di madre italiana trasferirsi in Italia da circa un anno. Parla perfettamente italiano, polacco, russo ed inglese, frutto della promiscuità culturale della sua famiglia. Più alta di Monica, con i tacchi superava abbondantemente il metro e ottanta (era sempre venuta in ufficio con tacchi importanti), anche lei bionda, con un taglio corto. Occhi scuri e forme importanti. Fisicamente minuta, con due lunghe gambe ben tornite, un fisico da modella con solo una stonatura che poi tale non era, l’importante seno che poteva essere una quarta piena ma anche una quinta misura. Insomma una ragazza che non passava certo inosservata.
Vestita sempre in modo decisamente a valorizzare la figura, con tacchi alti, gonne sopra il ginocchio e camicette con la giusta scollatura a distrarre eventuali interlocutori, il viso ben truccato con un filo di rossetto a valorizzare le labbra.
Insomma, vederle insieme era una bella gara a capire chi era la più bella ma non era una gara.
- si sieda e cominci pure a svolgere il suo lavoro, alle 9.30 stacchiamo per una breve pausa, le devo far vedere alcune cose nell’altro ufficio e programmare il lavoro della settimana.
- Va bene signora
Alle nove e trenta in punto, Anne ruppe il silenzio
- signora, sono a sua disposizione come sue indicazioni
- Bene seguimi
Si alzarono entrambe e Monica la condusse nell’ufficio infondo al corridoio, un archivio da riordinare, dove erano accatastati scatoloni e faldoni provenienti da un’altra loro sede.
Era un locale senza finestre e senza aria condizionata e di conseguenza uno dei posti che in quei giorni si sarebbe fatto volentieri a meno di frequentare.
- questo è l’archivio dell’ufficio di Bologna, va ordinato. Non sarà un lavoro eterno, dovrai impiegarci al massimo una giornata e mezza. Non di più. Come vedi fa caldo ed è polveroso, ti consiglio di portarti degli abiti di ricambio, comodi ma adeguati. Ti cambierai in ufficio. Non arrivare in ufficio vestita da donna delle pulizie.
- Sì signora ho compreso.
La comunicazione era ridotta al minimo, come volutamente impostato.
- dovrai ordinare tutto in ordine cronologico come indicato sui faldoni, dividendo in base alla provenienza interna quindi doppia attenzione. Controllerò a campione e sono certa che non vorrai rischiare di farmi trovare qualcosa fuori posto. Ora seguimi che devo farti vedere un’altra cosa.
Con passo deciso Monica percorreva il corridoio, Anne direi di lei ticchettava con i tacchi mantenendo il ritmo e la distanza, non senza fatica ma riusciva a stare al passo.
- qui ci sono gli spogliatoi e le docce.
Proseguì il tour con passaggio dall’area break, senza fermarsi per raggiungere il loro ufficio.
- avrai già visto l’area break, questa settimana scordatela, non ci sono pause, di alcun tipo, se non sarai autorizzata da me. Ora riceverai una mail contenente i file dei mercati inglesi, prima delle ore 12 voglio tutto ordinato e finito. Poi vedremo se mangiare o meno. Da quello che vedo non sei una che mangia molto.
In cuor suo Monica era certa che avrebbe finito il lavoro e che alle 12 sarebbe riuscita a darle altre cose da fare e andare tranquillamente in palestra un’ora. Ed effettivamente dieci minuti prima delle 12
- signora io avrei finito. Sono a sua disposizione.
Le piaceva questo ruolo…
- bene. Ora organizzati come preferisci, alle 13.30 dobbiamo collegarci con Londra per i dati dei file che hai lavorato, sono certa che avrai tutto sotto controllo e che saprai rispondere ad ogni loro domanda, sono sicura che non ti sarà scappato nulla. Nel frattempo, se preferisci puoi rivedere tutto e controllare ogni dato. Se hai esigenza di mangiare qualcosa puoi farlo mentre controlli ma non lasciare nulla in giro e non sporcare. Una cosa che non tollero è lavorare nel disordine e in ambienti poco puliti. Buon pranzo.
Monica lasciò l’ufficio prese la sua borsa della palestra e andò a faticare sul tapis roulant, per compensare l’allenamento mattutino.
Anne un po’ preoccupata restò in ufficio a controllare ogni dato mangiando una barretta energetica e bevendo acqua. Non sapeva bene cosa doveva controllare e cosa non dovesse scappargli. L’aveva messa in una condizione di stress come le aveva preannunciato in mattinata.
Prima delle 13 fece una corsa in bagno per fare i suoi bisogni e per darsi una rinfrescata. Non voleva sfigurare, avrebbe sostenuto ogni prova.
Monica arrivò con calcolato ritardo alle 13.20.
- svelta andiamo nell’ufficio delle call
Anne si alzò portandosi il suo pc e seguendola a giusta distanza. Monica si collegò con la sede di Londra ed iniziò l’incontro presentando Anne
- gentlemen, good morning, meet Miss Anne, you can ask her all your questions and she will certainly be able to satisfy your every curiosity For today she will be your reference.
Breve e senza preamboli, ma anche senza vie d’uscita.
L’incontro era stato abilmente organizzato da Monica per mettere in difficoltà la ragazza. I colleghi d’oltre manica cominciarono a porre domande alzandone la complessità in progressione. Anne si stava ben comportando, era sicura e articolava bene le sue risposte dando dati certi e ben organizzati. La prima mezz’ora andò a meraviglia allora Monica prese a messaggiare un collega a Londra
- alza la difficoltà o questa vi sotterra.
Pose due domande alle quali francamente era difficile dare risposte visto che parte dei dati a cui si riferiva non era compresa in quanto lavorato da Anne.
Lei perse sicurezza ma riuscì a dare delle risposte sufficientemente complete. Ma prese ad arrancare anche su parti più facili nel timore di non aver controllato tutto a dovere.
- Miss, we will have to return to this topic with more conviction. I am not sure that he understood the importance of the data requested. At the moment I thank you for your collaboration we will reschedule the next update shortly. Thanks and happy continuation
Chiusero la comunicazione, le due ragazze si alzarono e velocemente tornarono nel loro ufficio.
- devo dire qualcosa? Devo essere felice di come ti sei comportata? Non ci hai fatto fare una bella figura. Ti ho detto che dovevi controllare tutto in modo impeccabile e che non avresti dovuto avere il benché minimo dubbio. Invece? “Non sono convito che lei abbia ben compreso l’importanza dei dati”! Signorina, non è un fallimento ma è una sconfitta.
- Mi perdoni
- Chi ti ha dato il permesso di parlare? Devo spiegarti ancora una volta che questa settimana devi solo eseguire i miei ordini? Devo spiegarti le cose due volte? Crede che io mi diverta a perdere il mio tempo con una ragazza che non lavorerà per il nostro ufficio? Deve capire questo semplice concetto o sarò costretta a punirla o a chiedere di non confermarla.
Era stata volutamente dura, e vide che la ragazza alla parola “punirla”’diventò rossa in viso e chinando il capo in avanti in segno di sottomissione le si inumidirono gli occhi.
- adesso vai in bagno, togliti quell’aria da cane bastonato e torna qui in cinque minuti. Stai in piedi da parte a me e riguardiamo i dati.
- Grazie signora
Mentre Anne andava in bagno aggiornò il file che aveva lavorato aggiungendo quella parte mancante.
- sono a sua disposizione signora
Monica la fece posizionare in piedi da parte a lei, e prese a scorrere i dati. La posizione non era così comoda, per vedere il video doveva fare una torsione del busto e piegarsi leggermente in avanti, movimento che metteva in mostra un’abbondante parte del seno sotto la camicia.
- io sono una donna, etero. Ma se fossi uomo, crede che la sua postura e il suo abbigliamento non mi metterebbero in difficoltà? O potrei non metterla in difficoltà? Tanto vale non metterla questa camicia, non crede? Se si veste in un determinato modo deve essere capace a muoversi o a gestire gli eventi. Forza, si tolga la camicia, deve essere lei in imbarazzo non chi le sta vicino.
- Si signora, mi scusi.
Diventando ancora rossa in viso, obbedì senza dire altre parole e si tolse la camicia restando con un reggiseno bianco in seta che non doveva proprio reggere nulla vista la tonicità di quelle grosse tette.
- si sente in imbarazzo?
- Poco signora, ma nulla che non possa superare con la sua guida
La ragazza stupiva!
- bene, continui a guardare questi dati e mi dica quando trova quanto richiesto da Londra.
- Posso signora?
- Certo
- In fondo alla pagina, quadro b alla quarta riga. Con questo dato incrociando con i dati delle pagine successive ricaviamo con esattezza quanto richiesto.
- Bene. Scriva a mio nome la mail al signor Thomson e dettagli la spiegazione.
Dicendo ciò Monica sposto la tastiera sulla scrivania sottintendendo che restando in quella posizione avrebbe dovuto scrivere.
Dovette chinarsi con il busto mettendo in mostra le sue forme. Dalla posizione di Monica si vedevano chiaramente i capezzoli di Anne, duri sotto la seta leggera e piegandosi la gonna risaliva mettendo in mostra ulteriori parti delle lunghe gambe accentuando le forme del suo sedere.
Bella donna. Se mai fosse stata confermata le avrebbe chiesto di allenarsi insieme, era ovvio che faceva qualche attività sportiva.
Mentre Anne era intenta a scrivere la mail, Monica si alzò girando intorno alla scrivania e simulando casualità strusciò leggermente il sedere di Anne con il suo fianco, per tastarne la reazione.
Anne restò all’apparenza impassibile anche se il rossore del viso e l’immediato inturgidimento dei capezzoli non lasciavano dubbi sulla sua crescente eccitazione.
Nonostante tutto riuscì a mantenere lucidità e scrivere la mail in modo impeccabile.
Si riportò in posizione eretta con le mani dietro la schiena in silenzio aspettando che Monica controllasse la mail e la inviò senza dire altro.
Anne non battè ciglio pur registrando la scorrettezza dell’invio a nome suo senza minimamente citare il suo lavoro.
Pensò soltanto (che stronza!)
- bene le è arrivato altro materiale da lavorare, visto che non la imbarazza restare vestita in questo modo, si metta pure alla sua scrivania a finire quanto ricevuto. Mi raccomando l’ordine. In un attimo arrivarono le 16
- Signora mi scusi posso farle una domanda?
- Certo
- Le chiedo il permesso di andare in bagno, avrei un bisogno da espletare.
- Bene. Vai pure. Ma devi andarci vestita come sei o se ti vuoi mettere la camicia ti devi togliere qualcosa d’altro.
Anne non fece una piega, fissando Monica negli occhi si tolse il reggiseno davanti a lei e si infilò la camicia.
Però aveva carattere, e due tette da paura.
Due minuti dopo tornò e prima di sedersi alla sua postazione chiese
- Posso stare vestita in questo modo o preferisce diversamente? Sono a sua disposizione signora.
Era abbastanza palese che la stava sfidando, ma Monica fingendo di non guardarla
- come preferisce, ma stia attenta a finire il suo lavoro in modo impeccabile o la lascio in mutande.
- Grazie signora
Il lavoro proseguiva con celerità. Monica che abitualmente lasciava l’ufficio molto prima, questa settimana avrebbe dovuto allungare le giornate per mettere in difficoltà la nuova arrivata.
Pochi minuti prima delle 17 inviò dei documenti ad Anne.
- È appena arrivata questa documentazione da verificare con urgenza, dobbiamo inviare la correzione prima di sera.
- Sì signora, provvedo subito.
Dentro di sé friggeva di rabbia ma era determinata a vincere anche questa sfida.
===
Passarono un paio di settimane di normalità, Luca e Monica erano ancora in astinenza forzata dal sesso, dopo la notte in cui avevano esagerato. Gli allenamenti mattutini con Mario erano ripresi e Mario si era tranquillizzato con Monica, probabilmente temeva di aver esagerato e lei su questo un po’ ci giocava tenendolo sulle spine.
Al lavoro arrivò il “suo lunedì” questa settimana avrebbe affiancato la nuova ragazza, ovvero aveva progettato di “schiavizzare la ragazzina” :-).
Le due colleghe che l’avevano preceduta erano state sufficientemente dure, avevano assolto ai compiti ma erano anche state gentili con lei grattandola più da figlia che da collega. Erano infatti le più anziane del gruppo ad occuparsi delle prime due settimane, a Monica toccava la parte della cattiva, come aveva per altro ricevuto ordini diretti dal capo con la solita mail del venerdì pomeriggio.
- Monica buongiorno, le rammento la formazione della nuova risorsa, nel limite della decenza e nel rispetto delle norme e della persona, la preghiamo di adottare un comportamento di estrema rigidità, voglia creare delle situazioni al limite per testare le competenze, la fedeltà e il rispetto degli ordini. Lasciamo a lei ogni più ampia delega attendendo una sua dettagliata relazione entro la fine della prossima settimana o anche prima là dove dovesse ravvisare gli estremi per non proseguire nel l’inserimento.
Messaggi come sempre asciutti e decisi, d’altro canto il funzionamento della loro azienda era dettato anche dalla mancanza di perdite di tempo oltre che dalle retribuzioni ben sopra la media del settore.
Arrivò in ufficio molto presto, saltando l’allenamento e riproponendosi di ritagliarsi una mezz’ora in pausa pranzo per la palestra che si trovava nello stabile accanto. Voleva verificare l’orario di arrivo della ragazza e cominciare subito la fase di martellamento.
Anne arrivò con un quarto d’ora d’anticipo sul suo orario di lavoro che era stato stabilito 8-12 13-17 più lungo rispetto alla norma, ma era stato volutamente modificato per il periodo di prova.
Monica si era trasferita nell’ufficio con Anne, ed era già seduta alla sua scrivania portando avanti parte del suo lavoro.
- buongiorno signora Monica
- Buongiorno Anne
Già il fatto che la chiamasse signora era un punto a favore, buon segno anche sul lavoro delle colleghe.
- Le colleghe le avranno già spiegato come funziona la vita e il lavoro in questo ufficio. Do per assodato che dopo due settimane debba sapere bene quasi tutto. Questa settimana le chiarirò bene il concetto del rispetto, dell’ordine sul lavoro e di come si lavora sotto stress ed in momenti difficili. Non ho nulla contro nessuno, ma il mio compito è farla desistere e abbandonare il lavoro prima ancora di iniziarlo. In qualsiasi momento, sarà sufficiente che lei mi dica tre volte di fila la parola d’ordine “Gobbo” e sarà autorizzata ad abbandonare il posto di lavoro senza dare alcuna spiegazione, ricevendo il compenso per tutto il mese completo. Sono stata chiara?
- Benissimo, chiarissima
- Benissimo, chiarissima signora. Questa settimana sarò la tua capa, anzi puoi quasi considerarmi la tua padrona.
A queste parole Anne arrosì
- benissimo signora, grazie per la spiegazione, mi perdoni se non ho compreso subito
Monica restò stupita, piacevolmente stupita dalla sottomissione di quella ragazza.
Come abbiamo già detto, Anne era una ragazza di 19 anni, polacca di nascita, di madre italiana trasferirsi in Italia da circa un anno. Parla perfettamente italiano, polacco, russo ed inglese, frutto della promiscuità culturale della sua famiglia. Più alta di Monica, con i tacchi superava abbondantemente il metro e ottanta (era sempre venuta in ufficio con tacchi importanti), anche lei bionda, con un taglio corto. Occhi scuri e forme importanti. Fisicamente minuta, con due lunghe gambe ben tornite, un fisico da modella con solo una stonatura che poi tale non era, l’importante seno che poteva essere una quarta piena ma anche una quinta misura. Insomma una ragazza che non passava certo inosservata.
Vestita sempre in modo decisamente a valorizzare la figura, con tacchi alti, gonne sopra il ginocchio e camicette con la giusta scollatura a distrarre eventuali interlocutori, il viso ben truccato con un filo di rossetto a valorizzare le labbra.
Insomma, vederle insieme era una bella gara a capire chi era la più bella ma non era una gara.
- si sieda e cominci pure a svolgere il suo lavoro, alle 9.30 stacchiamo per una breve pausa, le devo far vedere alcune cose nell’altro ufficio e programmare il lavoro della settimana.
- Va bene signora
Alle nove e trenta in punto, Anne ruppe il silenzio
- signora, sono a sua disposizione come sue indicazioni
- Bene seguimi
Si alzarono entrambe e Monica la condusse nell’ufficio infondo al corridoio, un archivio da riordinare, dove erano accatastati scatoloni e faldoni provenienti da un’altra loro sede.
Era un locale senza finestre e senza aria condizionata e di conseguenza uno dei posti che in quei giorni si sarebbe fatto volentieri a meno di frequentare.
- questo è l’archivio dell’ufficio di Bologna, va ordinato. Non sarà un lavoro eterno, dovrai impiegarci al massimo una giornata e mezza. Non di più. Come vedi fa caldo ed è polveroso, ti consiglio di portarti degli abiti di ricambio, comodi ma adeguati. Ti cambierai in ufficio. Non arrivare in ufficio vestita da donna delle pulizie.
- Sì signora ho compreso.
La comunicazione era ridotta al minimo, come volutamente impostato.
- dovrai ordinare tutto in ordine cronologico come indicato sui faldoni, dividendo in base alla provenienza interna quindi doppia attenzione. Controllerò a campione e sono certa che non vorrai rischiare di farmi trovare qualcosa fuori posto. Ora seguimi che devo farti vedere un’altra cosa.
Con passo deciso Monica percorreva il corridoio, Anne direi di lei ticchettava con i tacchi mantenendo il ritmo e la distanza, non senza fatica ma riusciva a stare al passo.
- qui ci sono gli spogliatoi e le docce.
Proseguì il tour con passaggio dall’area break, senza fermarsi per raggiungere il loro ufficio.
- avrai già visto l’area break, questa settimana scordatela, non ci sono pause, di alcun tipo, se non sarai autorizzata da me. Ora riceverai una mail contenente i file dei mercati inglesi, prima delle ore 12 voglio tutto ordinato e finito. Poi vedremo se mangiare o meno. Da quello che vedo non sei una che mangia molto.
In cuor suo Monica era certa che avrebbe finito il lavoro e che alle 12 sarebbe riuscita a darle altre cose da fare e andare tranquillamente in palestra un’ora. Ed effettivamente dieci minuti prima delle 12
- signora io avrei finito. Sono a sua disposizione.
Le piaceva questo ruolo…
- bene. Ora organizzati come preferisci, alle 13.30 dobbiamo collegarci con Londra per i dati dei file che hai lavorato, sono certa che avrai tutto sotto controllo e che saprai rispondere ad ogni loro domanda, sono sicura che non ti sarà scappato nulla. Nel frattempo, se preferisci puoi rivedere tutto e controllare ogni dato. Se hai esigenza di mangiare qualcosa puoi farlo mentre controlli ma non lasciare nulla in giro e non sporcare. Una cosa che non tollero è lavorare nel disordine e in ambienti poco puliti. Buon pranzo.
Monica lasciò l’ufficio prese la sua borsa della palestra e andò a faticare sul tapis roulant, per compensare l’allenamento mattutino.
Anne un po’ preoccupata restò in ufficio a controllare ogni dato mangiando una barretta energetica e bevendo acqua. Non sapeva bene cosa doveva controllare e cosa non dovesse scappargli. L’aveva messa in una condizione di stress come le aveva preannunciato in mattinata.
Prima delle 13 fece una corsa in bagno per fare i suoi bisogni e per darsi una rinfrescata. Non voleva sfigurare, avrebbe sostenuto ogni prova.
Monica arrivò con calcolato ritardo alle 13.20.
- svelta andiamo nell’ufficio delle call
Anne si alzò portandosi il suo pc e seguendola a giusta distanza. Monica si collegò con la sede di Londra ed iniziò l’incontro presentando Anne
- gentlemen, good morning, meet Miss Anne, you can ask her all your questions and she will certainly be able to satisfy your every curiosity For today she will be your reference.
Breve e senza preamboli, ma anche senza vie d’uscita.
L’incontro era stato abilmente organizzato da Monica per mettere in difficoltà la ragazza. I colleghi d’oltre manica cominciarono a porre domande alzandone la complessità in progressione. Anne si stava ben comportando, era sicura e articolava bene le sue risposte dando dati certi e ben organizzati. La prima mezz’ora andò a meraviglia allora Monica prese a messaggiare un collega a Londra
- alza la difficoltà o questa vi sotterra.
Pose due domande alle quali francamente era difficile dare risposte visto che parte dei dati a cui si riferiva non era compresa in quanto lavorato da Anne.
Lei perse sicurezza ma riuscì a dare delle risposte sufficientemente complete. Ma prese ad arrancare anche su parti più facili nel timore di non aver controllato tutto a dovere.
- Miss, we will have to return to this topic with more conviction. I am not sure that he understood the importance of the data requested. At the moment I thank you for your collaboration we will reschedule the next update shortly. Thanks and happy continuation
Chiusero la comunicazione, le due ragazze si alzarono e velocemente tornarono nel loro ufficio.
- devo dire qualcosa? Devo essere felice di come ti sei comportata? Non ci hai fatto fare una bella figura. Ti ho detto che dovevi controllare tutto in modo impeccabile e che non avresti dovuto avere il benché minimo dubbio. Invece? “Non sono convito che lei abbia ben compreso l’importanza dei dati”! Signorina, non è un fallimento ma è una sconfitta.
- Mi perdoni
- Chi ti ha dato il permesso di parlare? Devo spiegarti ancora una volta che questa settimana devi solo eseguire i miei ordini? Devo spiegarti le cose due volte? Crede che io mi diverta a perdere il mio tempo con una ragazza che non lavorerà per il nostro ufficio? Deve capire questo semplice concetto o sarò costretta a punirla o a chiedere di non confermarla.
Era stata volutamente dura, e vide che la ragazza alla parola “punirla”’diventò rossa in viso e chinando il capo in avanti in segno di sottomissione le si inumidirono gli occhi.
- adesso vai in bagno, togliti quell’aria da cane bastonato e torna qui in cinque minuti. Stai in piedi da parte a me e riguardiamo i dati.
- Grazie signora
Mentre Anne andava in bagno aggiornò il file che aveva lavorato aggiungendo quella parte mancante.
- sono a sua disposizione signora
Monica la fece posizionare in piedi da parte a lei, e prese a scorrere i dati. La posizione non era così comoda, per vedere il video doveva fare una torsione del busto e piegarsi leggermente in avanti, movimento che metteva in mostra un’abbondante parte del seno sotto la camicia.
- io sono una donna, etero. Ma se fossi uomo, crede che la sua postura e il suo abbigliamento non mi metterebbero in difficoltà? O potrei non metterla in difficoltà? Tanto vale non metterla questa camicia, non crede? Se si veste in un determinato modo deve essere capace a muoversi o a gestire gli eventi. Forza, si tolga la camicia, deve essere lei in imbarazzo non chi le sta vicino.
- Si signora, mi scusi.
Diventando ancora rossa in viso, obbedì senza dire altre parole e si tolse la camicia restando con un reggiseno bianco in seta che non doveva proprio reggere nulla vista la tonicità di quelle grosse tette.
- si sente in imbarazzo?
- Poco signora, ma nulla che non possa superare con la sua guida
La ragazza stupiva!
- bene, continui a guardare questi dati e mi dica quando trova quanto richiesto da Londra.
- Posso signora?
- Certo
- In fondo alla pagina, quadro b alla quarta riga. Con questo dato incrociando con i dati delle pagine successive ricaviamo con esattezza quanto richiesto.
- Bene. Scriva a mio nome la mail al signor Thomson e dettagli la spiegazione.
Dicendo ciò Monica sposto la tastiera sulla scrivania sottintendendo che restando in quella posizione avrebbe dovuto scrivere.
Dovette chinarsi con il busto mettendo in mostra le sue forme. Dalla posizione di Monica si vedevano chiaramente i capezzoli di Anne, duri sotto la seta leggera e piegandosi la gonna risaliva mettendo in mostra ulteriori parti delle lunghe gambe accentuando le forme del suo sedere.
Bella donna. Se mai fosse stata confermata le avrebbe chiesto di allenarsi insieme, era ovvio che faceva qualche attività sportiva.
Mentre Anne era intenta a scrivere la mail, Monica si alzò girando intorno alla scrivania e simulando casualità strusciò leggermente il sedere di Anne con il suo fianco, per tastarne la reazione.
Anne restò all’apparenza impassibile anche se il rossore del viso e l’immediato inturgidimento dei capezzoli non lasciavano dubbi sulla sua crescente eccitazione.
Nonostante tutto riuscì a mantenere lucidità e scrivere la mail in modo impeccabile.
Si riportò in posizione eretta con le mani dietro la schiena in silenzio aspettando che Monica controllasse la mail e la inviò senza dire altro.
Anne non battè ciglio pur registrando la scorrettezza dell’invio a nome suo senza minimamente citare il suo lavoro.
Pensò soltanto (che stronza!)
- bene le è arrivato altro materiale da lavorare, visto che non la imbarazza restare vestita in questo modo, si metta pure alla sua scrivania a finire quanto ricevuto. Mi raccomando l’ordine. In un attimo arrivarono le 16
- Signora mi scusi posso farle una domanda?
- Certo
- Le chiedo il permesso di andare in bagno, avrei un bisogno da espletare.
- Bene. Vai pure. Ma devi andarci vestita come sei o se ti vuoi mettere la camicia ti devi togliere qualcosa d’altro.
Anne non fece una piega, fissando Monica negli occhi si tolse il reggiseno davanti a lei e si infilò la camicia.
Però aveva carattere, e due tette da paura.
Due minuti dopo tornò e prima di sedersi alla sua postazione chiese
- Posso stare vestita in questo modo o preferisce diversamente? Sono a sua disposizione signora.
Era abbastanza palese che la stava sfidando, ma Monica fingendo di non guardarla
- come preferisce, ma stia attenta a finire il suo lavoro in modo impeccabile o la lascio in mutande.
- Grazie signora
Il lavoro proseguiva con celerità. Monica che abitualmente lasciava l’ufficio molto prima, questa settimana avrebbe dovuto allungare le giornate per mettere in difficoltà la nuova arrivata.
Pochi minuti prima delle 17 inviò dei documenti ad Anne.
- È appena arrivata questa documentazione da verificare con urgenza, dobbiamo inviare la correzione prima di sera.
- Sì signora, provvedo subito.
Dentro di sé friggeva di rabbia ma era determinata a vincere anche questa sfida.
5
voti
voti
valutazione
4.2
4.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Pensieri strani -5-
Commenti dei lettori al racconto erotico