Pensieri strani -5-

di
genere
prime esperienze

Dopo questo scambio di messaggi, senza nemmeno salutarsi tornarono alle rispettive faccende lavorative, ma la storia non finisce certo qui.

In ufficio da Monica c’era aria di cambiamento. Lavorava in una realtà commerciale, il suo ufficio era in un palazzo del centro cittadino e gestivano la parte amministrativa legata al commercio di vari prodotti.
Di fatto dovevano solo lavorare file e numeri senza alcun contatto né con il pubblico né con la rete vendita né con impianti produttivi. Zero movimenti di persone, zero distrazioni. Faceva la sua parte, andava a casa a a fine mese prendeva lo stipendio. Lavorava con delle colleghe con cui c’era rispetto reciproco ma nessuna particolare interazione. Nessuno era capo di nessuno ma il loro vero capo era in un’altra città. Il fatto di essere comoda, di prendere un ottimo stipendio e di non avere nessuno che pretendeva cose assurde le faceva apprezzare il lavoro, ma spesso diventavano ore di tortura e di grande monotonia.
A metà pomeriggio arrivò una mail a tutte che preannunciava l’arrivo di una nuova collega per il lunedì mattina, dettava chiaramente come avrebbero dovuto procedere all’inserimento della risorsa e con quali tempi e modi.
Avrebbero gestito la nuova collega una settimana a testa per due mesi, era indicata anche la sequenza della rotazione e specificato che avrebbero dovuto tenere un comportamento molto duro al limite della sopportazione per testarne la capacità di adattamento e di apprendimento.
Più o meno era lo stesso trattamento che avevano ricevuto tutte, negli anni passati e dovevano ammettere che ne avevano tratto beneficio tutte.
La nuova ragazza si chiamava Anne, 19 anni originaria di un paese di confine della Polonia, nuova risorsa che avrebbe coperto il mercato dell’est Europa.
Come poche altre volte succedeva, le colleghe si confrontarono e cercarono di gestire al meglio le postazioni. Avrebbero a turno occupato una delle scrivanie dell’ufficio vuoto insieme alla nuova e ad inserimento avvenuto avrebbero deciso o alla peggio sorteggiato chi di loro si sarebbe spostata nell’altro ufficio per non lasciare una persona da sola.
A questo punto vi starete chiedendo cosa può interessare questo fatto al nostro racconto, ma vedrete che prima o poi ci sarà da che divertirsi.

Monica e Luca uscirono a cena, ospiti di un cugino di Luca che era in città per lavoro e volle a tutti i costi averli ospiti. Una cena di una palla colossale, unica salvezza fu la qualità del cibo ma soprattutto del vino che Monica annoiatissima bevve in eccesso, tanto che alla fine della cena cominciava anche a divertirsi, esclusivamente per il livello alcolico raggiunto.

- Monica non ti sembra di avere esagerato con il vino?
- Sì ma anche tuo cugino aveva esagerato. È di una pesantezza estrema
- Vero, ma per una volta che lo incontriamo, avresti anche potuto essere simpatica.
- E si, e magari portarlo a letto? Luca, tuo cugino è pesante, neanche un po’ simpatico e se fosse… anche inchiavabile!
Luca rimase spiazzato…
- be non è certo quello che stavo dicendo, mai e poi mai vorrei pensare che tu possa andare a letto con mio cugino
- Con lui no e con altri si? La cosa si fa interessante.. quindi potrei fermarmi con il primo che passa per strada e non avresti niente da obiettare?
- Be, non esagerare, non estremizzare le cose.
- No, no spiegati che la cosa si fa interessante
E nel mentre, con Luca alla guida allungò le mani sul suo pacco sentendolo eccitato e abbassando la cerniera ne estrasse il contenuto cominciando a segarlo
- volevo solo dire che non sono geloso a prescindere, per te farei qualsiasi cosa e per raggiungere massimi godimenti, sarei anche aperto a nuove esperienze
- Risposta da paraculo. Hai detto tutto e non hai detto niente. Quindi se ti chiedessi di fermarti vicino a quella panchina che mi va di fare un pompino a quel tipo seduto? Ti fermeresti?
- Non esageriamo neanche sai chi è! Non è proprio quello che vorrei vederti fare.
- Mentre invece se ci fossimo portati a casa tuo cugino e mi fossi seduta da parte a lui facendogli questo?
Si chinò prendendo tra i denti il cazzo di Luca per fargli una specie di sega con i denti. Una cosa che, mentre si guida non è propriamente simpatica, specie se si dovessero trovare delle buche improvvise.
- Monica puoi aspettare che arriviamo a casa?
- E perché? E se intanto vediamo qualcuno con cui divertirci? E se poi mi passa la voglia?
Monica era effettivamente un po’ troppo alticcia e il dialogo stava degenerando… ma “in vino veritas” ed era su questo che Luca stava giocando
- perché?, chi pensi di incontrare per strada? Rocco Siffredi?
- Lui sicuramente no, ma chissà magari il tuo collega Mario o il suo giardiniere… che a dimensioni non hanno nulla da invidiargli… non si sa mai!
Affondò la bocca sul cazzo prendendolo fino in gola. Luca allungò la mano tra le sue gambe e la trovò fradicia.
Prese allora a masturbarla mentre lei con una improvvisa foga lo spompinava. Nel mentre arrivarono a casa. Abitavano in un complesso condominiale e scesero nei box per parcheggiare, azionò l’apertura della basculante con il telecomando e una volta all’interno del loro box aziona la chiusura spegnendo l’auto spogliandosi. Monica era ancora attaccata al cazzo, fradicia come non mai. Non appena fu nudo, Luca scese dall’auto per passare dalla parte di Monica che a sua volta azionò l’apertura della basculante e con i vestiti di Luca in mano corse sulle scale.
Luca rimase nudo nel costello dei box, con la basculante che inesorabilmente stava chiudendosi alle sue spalle.
Si guardò rapidamente intorno, non c’era nessuno e con una corsa cercò di raggiungere Monica ma nel frattempo era salita sull’ascensore e stava già partendo, direzione quarto piano.
L’ora tarda giocava a suo favore ma non poteva escludere che qualcuno uscisse o rientrasse da casa. La cosa però gli provocava più eccitazione che turbamento.
Attese il ritorno dell’ascensore e salì in casa trovando la porta aperta e i vestiti di entrambe sul pavimento.
Monica era già in camera, distesa sul letto nuda e con le gambe oscenamente aperte.
- e così vuoi che altri possano vedermi? Anche a me sarebbe piaciuto che tu incontrassi la signora del primo piano (avrebbe voluto dire la vecchia perpetua che ha sempre da scandalizzarsi delle mie scollature)
- Sei una porca! La mia porca. Per te farei ogni cosa
- Anche scoparti la vecchia? Dai maiale vieni qui e datti da fare o mi arrangio da sola
Dicendo queste parole si girò aprendo il cassetto del comodino di Luca, dove sapeva di trovare il dildo che avevano già usato. Con sorpresa trovò invece tutti i giochi acquistati dal marito.
Prese subito il cazzo più grande e mettendolo davanti alla faccia
- e questo? Questo non sarà di sicuro per me! Non mi dire che ti piacciono i neri….
Luca un po’ imbarazzato non rispose ma si lanciò tra le gambe di Monica leccando avidamente la sua figa era talmente impegnato ad andare in profondità, a mangiarla, che non vedeva come Monica tenesse il grosso cazzo in bocca spompinandolo e bagnandolo per bene.
Fu quando la senti pulsare e bagnarsi sempre più dei suoi umori che risalendo verso il seno si accorse di come sembrasse in estasi tenendo il grosso dildo in bocca.
Glielo prese delicatamente iniziando a baciarla. Le due lingue si intrecciavano scambiandosi gli umori di lei che copiosamente lui aveva assaporato. Monica sembrava gradire oltremodo tanto che prese a masturbarsi con una mano passando poi le dita nella bocca di Luca che nel mentre appoggiò la punta del grosso dildo alla figa abbondantemente pronta ad accoglierlo.
Tanto era eccitata, bagnata e tenendo sempre le gambe oscenamente aperte, anche larga, che il grosso cazzo di gomma non trovò nulla ad ostacolarne l’ingresso. Luca lo spinse oltre la metà della sua lunghezza
- continua, scopati da sola
Lasciò tra le mani di Monica il grosso fallo e mentre lei spingeva ancora e ancora, quasi a farlo sparire del tutto, Luca armeggiò con il comodino estraendo il vibratore. Si posizionò in un sessantanove dando a Monica la possibilità di pompargli ancora il cazzo e prese a leccarle il culo mentre infilava il vibratore azionandolo
- aaaaa!!! Siiii sfondami riempimi ogni buco bastardo!
Luca non l’aveva mai sentita in questo modo.
- voglio farti godere
- E allora scopami
Si tolse entrambe i toys e si mise alla pecorina.
- comincia da dove vuoi ma scopami. O esco a trovarmi altri cazzi
Luca infilò in un colpo solo il suo cazzo in quella caverna di carne che era la figa di Monica. Faticava a sentire le pareti aderire al suo uccello da tanto il grosso cazzo l’aveva allargata.
Poco alla volta tornò a dimensioni più umane e il pacere stava iniziando a montargli alla testa.
Monica si staccò da lui, lo fece sdraiare e si impalò in un colpo dandogli le spalle. Poi prese il dildo più piccolo e lo porse a Luca.
- Mettimelo ancora nel culo. Due cazzi son meglio di uno
Luca non riuscì ad infilarlo completamente che esplose in un’abbondante sborrata che riverso dentro Monica.
- brutto bastardo fammi godere, non lasciarmi a metà o vuoi che chiami quello sfigato di tuo cugino?
Monica era partita veramente, l’alcool la trasformazione sessuale degli ultimi giorni o forse il pensiero del cazzo di Mario. Sta di fatto che si sentiva porca come non mai e i desideri di condivisione di suo marito l’avevano fatta eccitare come non mai. In quei minuti si sarebbe fatta veramente scopare brutalmente da un gruppo di selvaggi.
Luca tornò a leccare, a lavorare di mani e con l’ausilio dei due falli di gomma a dare sollevo e soddisfazione a Monica che ebbe l’ultimo e più devastante orgasmo quando tenendo ben piantato dentro di lei il vibratore, riuscì ad spingere quasi tutto il grosso cazzo nero nel culo di sua moglie.
Poi quasi stremata si addormentò sudata e bagnata dei suoi umori.

La mattina mandarono un messaggio a Mario avvisandolo che non sarebbero andati a correre e cercarono di riprendersi con calma.
- mi hai rotto il culo, oggi non so se riuscirò a sedermi.
- Scusa. Volevo solo farti godere
- Non ho detto che non lo hai fatto, ho solo detto che mi fa male il culo.
- Spalmami questa crema, ma non fare altro. Non cercare di infilarti dentro di me, nemmeno con il pensiero per almeno un mese.
Luca esegui gli ordini e prese a baciarla in modo molto passionale.

Nel pomeriggio Mario scrisse a Monica
- tutto bene? Non siete venuti perché sei ancora incazzata con me?
- Non sei sempre nei miei pensieri….
- Niente di preoccupante allora, tutto bene?
Sorridendo rispose
- certo! Abbiamo solo esagerato un po’ con il sesso ieri sera. Questa mattina abbiamo faticato a riprenderci.
Dopo qualche minuto, in cui Monica controllava il telefono e le notifiche, Mario rispose
- Wow solo cose belle. Pensare a cosa hai fatto per ridurti così mi occuperà il pomeriggio.
- Ti conviene sfogarti per bene o dormirai male anche questa notte :-)

Dopo una mezz’ora scarsa Mario inviò a Monica un altro messaggio, con un allegato.
- non averne a male, ma non stavo scherzando. Ho cercato di ascoltare i tuoi consigli
Monica fece partire il video allegato e comparve il giardino di Mario con in bella vista lui sdraiato sul lettino, nudo che si masturbava.
Monica sgranò gli occhi e cercò di zoomare sul sesso di Mario.
Durò quasi cinque minuti e finiva con una potente sborrata di cinque o sei getti direttamente sulla sua pancia.
Poi lui guardando verso la telecamera mandava un bacio a Monica.
Nessuno dei due mandò altri messaggi.

scritto il
2025-08-21
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