Interno Torinese

Scritto da , il 2018-09-20, genere dominazione

Tutto iniziò un mercoledì di Marzo.
Quella sera, come il solito, tutta la famiglia è seduta a tavola per la cena.
Antonio è felice di raccontare che finalmente, con la sua fidanzata, erano riusciti ad individuare l’appartamento giusto con un prezzo probabilmente adeguato alle loro possibilità. Nei prossimi giorni, diceva, avremo un colloquio con un rappresentante dell’agenzia immobiliare e, se tutto andrà come previsto, io e Maddalena potremo sposarci.
Franco “il padre” è felice per lui e ne capisce l’entusiasmo ma, porta subito il discorso sui problemi e difficoltà che comporterà tutto questo. Non avere fretta, dice, anche se la casa è quella giusta ci vorranno un sacco di soldi perciò, se tutto andrà bene, fissate la data per le nozze per il prossimo anno, così avremo il tempo per organizzare tutto nel miglior modo.
E tu Maria?, dice rivolgendosi alla moglie, non dici niente?, non sei contenta?.
Si certo, risponde, solo perché hai trovato una brava ragazza come te, ricordati però che non siamo una famiglia ricca. Anche se in questi anni abbiamo messo un po’ di soldi da parte, dobbiamo anche pensare alle tue sorelle a preparagli la “dote”, perciò non potremo darti più di quarantamila euro.
All’apparenza sembra una normale e felice famiglia ma, se in quel momento potessero entrare nella testa di Maria, capirebbero la sua terribile e grandissima disperazione che con gran fatica è riuscita a nascondere ai suoi cari.

Franco e Maria si sposano molto giovani in un piccolo paesino del sud da dove, come moltissimi loro coetanei, emigrano per la completa mancanza di lavoro. Vengono in questa città dove trovano un piccolo appartamento in uno dei molti quartieri popolari con file lunghissime di palazzotti tutti uguali alti non meno di dieci piani e che, dopo molti anni, sono riusciti a riscattare divenendone i proprietari.
Oggi Maria ha quarantotto anni, ha partorito tre figli e tutta la vita passata a crescerli cercando di vederli bravi ed onesti. Antonio è il figlio maggiore di ventisei anni, Ragioniere con un lavoro fisso da qualche anno in una banca del luogo e una fidanzata da cinque che tra poco ne diverrà la moglie. Poi c’è Sara, la seconda, di ventuno che fa qualche lavoretto saltuario per pagarsi gli studi universitari e Sabrina, l’ultima, che quest’anno dovrà affrontare gli esami di maturità.
Franco lavora oramai da molti anni come dipendente nell’azienda più grande di questa città, è un uomo tranquillo e sereno con il senso del dovere e della famiglia e consapevole del suo stato. Come in moltissime altre famiglie, ha lasciato pieno potere a Maria nella gestione famigliare e dei figli in modo da non avere altri pensieri all’infuori del lavoro, così da poter passare le ore libere al bar con gli amici a giocare al bigliardo e vedere le partite.
Maria è ancora una bella donna, più alta della media con capelli neri lunghi, due occhi profondi e grandi, una pelle leggermente scura, un fisico appena robusto e sodo con un seno della quinta o sesta misura ma, sarebbe bellissima se curasse il proprio corpo al quale, invece, non ha mai dato importanza. La sua vita è passata interamente chiusa in quella casa a servire il marito e crescere i figli gestendo la famiglia in tutto e per tutto cercando di usare i soldi che portavano prima il marito e poi anche il figlio in modo da poter vivere decentemente e risparmiare pensando al futuro. Chiunque la conosce, la rispetta e la considera una donna con “la testa sulle spalle”, umile e gentile con tutti, semplice e per niente appariscente. Maria aveva un solo piccolo grande difetto ed era l’unica a saperlo, il gioco del Lotto.

Quella notte, sdraiata sul letto mentre al suo fianco il marito russava, Maria piangeva disperata in silenzio. In tutti questi anni, lei ci credeva veramente, era sicura che prima o poi avrebbe fatto una grossa vincita, così avrebbe fatto una meravigliosa sorpresa a tutti i suoi cari dando loro una vita più bella e serena come meritavano, così, tutte le settimane lei giocava, lontana da quel quartiere perché nessuno doveva sapere che sarebbe diventata ricca, sempre più soldi, sempre di più, sicura d’essere molto vicina. Piangeva e solo ora si rendeva conto dell’errore commesso, da li a poco avrebbe dovuto adempiere alla promessa fatta al figlio che, da quando ha iniziato a lavorare, ha sempre dato puntualmente a lei tutta la busta paga. Maria piangeva disperata, pensava che racimolando tutto quello che aveva non avrebbe superato i quindicimila euro, cosa poteva fare?, cosa sarebbe successo al matrimonio di suo figlio?, come poteva pagare l’appartamento?, cosa avrebbero detto e pensato di lei quando tutto questo sarebbe venuto fuori?.
Nei giorni che seguono, Maria gira per tutta la città come un cane impazzito alla ricerca di una soluzione. Entra in tutte la banche alla disperata ricerca di un prestito ma, da tutte ha la stessa risposta: non avendo nessuna garanzia per il rimborso sono spiacenti di non poter erogare la somma richiesta. Sa che potrebbe ipotecare la casa ma avrebbe bisogno anche la firma di Franco, cosa che esclude immediatamente perché, conoscendolo oramai molto bene, sa come reagirebbe, ne soffrirebbe moltissimo e perderebbe la stima nei suoi confronti. Ha provato anche a contattare delle agenzie cosiddette “Finanziarie” poco raccomandabili che sarebbero state anche disponibili ma, con un tasso d’interesse così alto che non sarebbe mai riuscito a restituirlo neanche se avesse venduto l’appartamento. Mentre torna verso casa con la sua disperazione, nella sua mente si forma un pensiero, un pensiero che Maria sa d’essere l’ultima possibilità, l’ultima “spiaggia” prima del tonfo definitivo, della vergogna, del suo sprofondare davanti alla famiglia per la quale ha vissuto tutta la vita. Quel pensiero è un nome, Don Vito.

Don Vito è il boss del quartiere e forse della città, è quel nome che tutti conoscono ma nessuno osa pronunciare, implicato in chissà quali e quanti affari loschi. Maria lo conosce fin da quando era giovane, sa che la sua famiglia è sempre stata molto potente e, che è un suo coetaneo. Molte storie e racconti si narrano su di lui in questa città e molte probabilmente esagerate, ma lei non s’è né mai curata anche perché non ne ha mai avuto a che fare anzi, il suo pensiero è sempre stato quello di assicurarsi che i suoi figli se ne stessero molto alla larga da queste cose. Maria non l’ha mai conosciuto personalmente ma ha conosciuto la cognata e, anche se sono diversi anni che non la vede, sa dove vive. Si reca da lei e dopo i vari convenevoli le chiede se può procurargli un appuntamento; questa, dal tono di Maria, capisce che si tratta di una cosa seria e le assicura che cercherà di accontentarla fissandole un appuntamento per il giorno dopo.
Una grossa auto scura con un uomo dall’aspetto robusto e severo che vi è appoggiato sopra, sosta davanti all’ingresso della casa il giorno dopo. Prego signora Maria entrate pure, Don Vito è di sopra che v’aspetta, dice la cognata aprendole la porta. La persona che si trova davanti è l’esatto contrario di quella che s’aspettava, un uomo che ha superato sicuramente la sessantina non molto alto con una leggera pancia gonfia, con un viso simpatico e buono ed un modo gentile e cordiale. La cognata capisce d’essere di troppo così trova una scusa e se ne va dalla casa e, Maria, rincuorata da quel modo gentile e consapevole d’avere di fronte l’ultima possibilità, racconta a Don Vito il suo dramma in tutti i particolari.
Benedetta signora, capisco molto bene la sua situazione, è molto grave ed è una questione d’onore ma non credo che potrò aiutarla; lei mi chiede una cifra molto alta e non credo proprio sia in grado di restituirla. Mi piacerebbe aiutarla, so che è una mia coetanea ma cosa potrei fare?, anche se le facessi un tasso molto basso non sarebbe in grado comunque di restituirmeli quei soldi. Non posso certo regalarglieli non crede?. Fra non molto suo figlio si sposerà e non potrà più passarle lo stipendio e con quello di suo marito basterà appena per vivere, come farà a restituirmi i soldi?. Posso lavorare, replica Maria, farei qualsiasi lavoro. Ma cosa dite!, ma si rende conto?, anche se lavorasse dodici ore il giorno non basterebbe una vita a restituire quei soldi. Maria abbassa la testa, capisce che Don Vito ha ragione e che non c’è nessuna possibilità, per un attimo se ne sta lì vuota e rassegnata.
Senta signora, replica Don Vito, facciamo così. Domani pomeriggio esca di casa e prenda lo stesso autobus che ha preso per venire qui, scenda alla settima fermata, giri a destra e dopo circa duecento metri vedrà un cancello bianco con sopra la scritta “Dauwer”. Mi troverà lì, venga così parleremo di nuovo e vedremo se, come si dice, la notte porta consiglio e riuscirò a trovare una soluzione, ma non le prometto niente. Grazie, grazie Don Vito, replica Maria, perlomeno mi ha ridato una speranza, ci verrò senz’altro.

Puntualmente, Maria si presenta all’ingresso dello stabile che ha l’aspetto di una fabbrica oramai in disuso. Una ragazza l’accoglie con gentilezza e l’accompagna nell’ufficio di Don Vito.
Buongiorno signora Maria, le dice alzandosi dalla sedia dietro la scrivania e porgendole la mano, prego si sieda pure. Maria s’accomoda senza dire nulla con una chiara espressione molto tesa. Dunque, forse ho trovato il modo di risolverle i suoi guai, ma naturalmente, dipende tutto da lei. Vediamo se c’intendiamo; l’unico modo in cui può rimborsarmi i soldi che le darò è…, come dire.., un pagamento in “natura”. Maria sobbalza sulla sedia dicendo: cosa?, cosa sta dicendo?, vuole che faccia la prostituta?, alla mia età?, guardi che io sono una donna perbene, e s’incammina verso l’uscita. Calma signora Maria, risponde Don Vito con voce autoritaria, lei non ha capito, non è esattamente questo che intendevo ma un’altra cosa, si rimetta a sedere che le spiego meglio; dopotutto le parole non costano niente, non s’offenda per così poco e si ricordi che è lei che ha bisogno di me. Maria torna ad accomodarsi sulla sedia e dice: cosa intendeva allora?. Non prenda decisioni affrettate, le dice Don Vito, mi stia ad ascoltare e poi deciderà con calma; sappia che io non ho nessun problema se poi accetterà o meno, dopotutto stiamo parlando d’affari, no?. Non parlavo di prostituzione ma di fotografie e piccoli filmati. Vede donna Maria, questo posto dove ci troviamo ora, ufficialmente è un’azienda di magazzinaggio e stoccaggio ma, non ufficialmente, qui produciamo riviste e filmati a carattere pornografico che vendiamo solo e ripeto “solo” al mercato estero; Olanda, Australia Stati Uniti e Canada. Maria mi guardi in faccia, dice Don Vito alzandosi dalla sedia, io sono un uomo d’onore temuto e rispettato, le do la mia parola d’onore che, se accetterà la proposta che le sto facendo, la sua rispettabilità sarà assolutamente integra e garantita.
Qual è questa proposta allora?, gli chiede Maria.
Secondo i miei calcoli potrete restituirmi i soldi in un anno e due mesi; se ci pensate bene è un tempo ristrettissimo e, se fate due conti capirete di guadagnare molto più di un direttore di banca che vi ha negato il prestito. Questa è la mia proposta dice: voi lavorerete qui ufficialmente come donna delle pulizie di cui percepirete anche lo stipendio, così vostro marito non sospetterà assolutamente nulla. Verrete qui il pomeriggio per tre giorni la settimana, il lunedì, il mercoledì ed il venerdì per circa tre quattro ore. Le do la mia parola d’onore, continua Don Vito, che tutte le persone con cui avrà a che fare qui dentro, al massimo saranno una ventina e non di più, sono fidate e mai, ripeto “mai” nessuno dirà una parola su quello che accade, e su questo ci può scommettere, chi mi conosce sa che non scherzo.
Non riuscirò mai a fare le corna a mio marito, replica Maria con voce rassegnata di chi sa già che non potrà mai accettare una cosa del genere.
Ma cosa dice Maria, risponde Don Vito, lei sta parlando d’amore io invece di lavoro. Voi non fate le corna, voi fate un lavoro che vi servirà in breve tempo a rimettere le cose a posto nella vostra famiglia e far felice vostro figlio. Dovete pensare che nel momento che entrate qui, il vostro corpo sarà lo strumento del vostro lavoro, come lo spazzino usa la ramazza per pulire e, quando ne uscite, tornerete ad essere la signora Maria amata e rispettata da tutti. In ogni caso, continua, devo essere sicuro che abbiate capito bene le cose, visto che devo darvi un sacco di soldi. Si allontana verso un mobile e ne preleva un pacco di riviste che posa davanti a lei. Guardatele con calma, dice, quello che vedete su questi giornali è pressappoco quello che dovrete fare; se accettate dovrete essere convinta di tutto ciò perché, se dopo qualche giorno vi tirerete indietro, io comunque devo recuperare i miei soldi. Ora devo andare, ma voi rimanete pure, se deciderete per il si, mandate vostro marito per l’assunzione. Lunedì vi presentate per il primo giorno di lavoro e martedì mattina, prima di mezzogiorno, se vi recate alla vostra banca troverete tutti i vostri soldi. Arrivederci Maria, è stato un piacere conoscervi.

Stranamente, mentre è seduta sull’autobus che la sta riportando a casa, Maria è più tranquilla del solito, pensa alle parole di Don Vito e alle foto di quelle riviste, sapeva che esistevano, ma non ne aveva mai vista una e non pensava che si potessero fare quelle “cose”. Sapeva che Don Vito non mentiva quando affermava che la sua vita privata sarebbe stata protetta e integerrima; e sapeva anche che non scherzava sul fatto che in un modo o nell’altro i soldi doveva restituirli e, che sarebbe stato capace anche di azioni violente contro la sua famiglia pur di riaverli, ma, pensava che quelle cose viste sulle riviste lei non sarebbe mai riuscita a farle.
Quella notte Maria prese una decisione, avrebbe affrontato la famiglia e rivelato loro la verità, vale a dire che non c’erano più i soldi e che in questi anni ha speso più di cinquantamila euro per il gioco. Probabilmente Antonio non si sposerà più o perlomeno dovrà rinviare le nozze e, nonostante la grande sofferenza per questo, oramai era decisa a dirlo e subirne le conseguenze.
La sera dopo, mentre sta preparando la tavola per la cena, è molto agitata, aspetterà che tutta la famiglia sia riunita e finalmente si libererà di questo peso. Franco intuisce la sua ansia e dice: che c’è Maria?, qualcosa non va?. Niente niente, risponde, tutto a posto.
Antonio entra in casa con aria euforica dicendo: papà.., papà, mi ha appena telefonato Maddalena, suo padre ha fissato l’appuntamento con il notaio per venerdì della prossima settimana; faremo subito il Rogito; e prosegue, abbiamo deciso di mettere trentamila euro a testa e, per il resto dei soldi faremo un mutuo con la banca. Bene, risponde Franco, poi si rivolge a Maria e dice: dovrai dargli i soldi. Lei guardando suo figlio risponde, stai tranquillo Antonio, avrai i tuoi soldi. Durante la cena, Maria si rivolge al marito dicendo: ho saputo che c’è una ditta qui vicino che sta cercando una donna delle pulizie a mezza giornata, se domani vai a vedere io andrei volentieri, di tempo ne ho a sufficienza, le ragazze oramai sono grandi e danno una mano in casa; così porterò un po’ di soldi visto che ce ne vorranno molti nei prossimi mesi. Va bene, risponde Franco con un’espressione di compiacimento, se ti senti di farlo domani ci andrò, e le chiede il nome di questa ditta. Quella notte Maria pensa che comunque è giusto così, farà quelle cose che ha visto sui giornali, per lei sarà come una punizione ai suoi errori; è giusto che paghi io, pensa, e non Antonio, lui deve essere felice.

Franco rientra a casa e subito va da lei dicendo: sono andato a vedere per il tuo lavoro, non è una fabbrica ma una ditta di magazzinaggio; lo stabile è un po’ vecchiotto ma, comunque mi hanno fatto una buona impressione. Devi andare tre giorni la settimana di pomeriggio, ti assicurano e la paga mi sembra buona. Se ti presenti già lunedì ti faranno subito il contratto. Va bene, risponde Maria dando un bacio al marito, lunedì ci andrò ma ora siedi a mangiare che si fredda.

Il cancello si apre e lei entra con passo veloce; le gambe le tremano un po’ ma, è consapevole che non può più ritirarsi; farò come ha detto Don Vito, pensa, sarà solo una questione di lavoro. La stessa ragazza dell’altra volta la riceve dicendo: buongiorno Maria, vada pure da Don Vito. Grazie, risponde.
Ah Maria!!, dice lui quando la vede entrare nell’ufficio, si è decisa allora !.
Ho dovuto, risponde con voce rassegnata, non avevo alternativa.
Guardi che deve essere convinta, replica lui, mi guardi bene in faccia.., è convinta?.
Si, risponde, farò questo lavoro e quello che devo fare. Bene.., firmi qui allora, questo è il suo contratto di lavoro. Maria firma, lui guarda il foglio e lo depone poi, guardandola dice: molto bene ora finalmente potrò vedere se ho fatto un buon affare a darle tutti quei soldi. Lei capisce e replica: ora devo spogliarmi.., vero?. Stia tranquilla, risponde Don Vito con voce calma, io non la sfiorerò mai neanche con un dito. Maria comincia a spogliarsi, toglie il vestito, le scarpe, il collant, poi toglie quel reggiseno enorme scoprendo un seno grosso e sodo ed infine, sfila quelle mutandone che sembrano più da uomo. Si solleva coprendo con un braccio il seno e con l’altra mano il sesso, rimanendo ferma così.
Ma cosa fa Maria, le dice lui notando il suo imbarazzo, così non va bene, m’ha appena assicurato che è convinta!, su da brava, abbassi quelle braccia. Qui dentro deve essere rilassata e non avere nessuna vergogna di nulla, se vuole andare bene. Le persone che ci sono qui sono abituate a queste cose; stia tranquilla e faccia come le ho detto l’altra volta, pensi che il suo corpo è l’oggetto del suo lavoro. Maria abbassa le mani; Don Vito le s’avvicina e le fa un giro intorno per guardarla, poi dice: lei è molto bella Maria, penso che ho visto giusto. Torna alla scrivania, schiaccia un pulsante e dice: Mara vieni qui e porta lo champagne.
La porta dell’ufficio si apre e compare la stessa ragazza che l’ha ricevuta all’ingresso con un vassoio in mano con sopra una bottiglia e dei calici. Questa è Mara, dice Don Vito, la mia segretaria personale, sarà lei ad occuparsi di voi, vi dirà cosa dovete fare e vi spiegherà tutto quello che c’è da sapere. Piacere, dice allungando la mano. Piacere mio Maria, risponde, vedrà che si troverà bene, basta farci l’abitudine. Brindiamo a noi e al nostro affare, dice Don Vito che nel frattempo ha versato lo champagne, vedrà che dopotutto un anno passerà in fretta. Dopo il brindisi, Mara raccoglie i vestiti di Maria e dice: venga Maria, mi segua, abbiamo molte cose da fare e ho molte cose da spiegarle. Mara è una ragazza apparentemente giovane, biondina con capelli corti, non molto alta e dall’aspetto minuto e con un viso carino. Quanti anni ha?. Le chiede Maria mentre percorrono un corridoio. Ventisette, risponde. La facevo più giovane replica, pensando che potrebbe essere sua figlia. Grazie, ma mi dia pure del tu se le fa piacere, io non mi offendo. Maria è imbarazzata e ha la testa un po’ confusa, le sembra una cosa così strana, camminare nuda per stanze e corridoi, lei che non lo faceva mai neanche nella sua piccola casa.

Questo è il suo camerino, le dice Mara entrando nella stanza, quello è il bagno, quelli sono gli armadi che contengono i costumi e questo è lo specchio e l’attrezzatura per il trucco. Ogni volta che arriverà, verrà subito qui a cambiarsi come prima cosa, comunque non si preoccupi perché ci sarò sempre io ad aiutarla. Mi scusi Maria, prosegue, a volte capiterà che le farò delle domande un po’ personali, ma mi serviranno a sapere cosa devo fare e come comportarmi. Va bene, risponde, non preoccuparti. Dunque, continua Mara mentre ripone gli abiti di Maria in un armadio, come prima cosa dobbiamo fare una bella depilazione completa, si metta a sedere su quel divano e apra bene le gambe mentre vado a prendere la crema, non si vergogni perché questa è la cosa che deve fare sempre in ogni momento, dopo le spiegherò meglio. Suo marito l’ha mai vista tutta rasata?, le chiede mentre le spalma la crema sotto le ascelle e sulle parti intime. No, mai, risponde. Scopate molto?. Ultimamente non troppo, risponde un po’ meravigliata per quel linguaggio. Mara capisce lo sguardo e dice: dovrà imparare anche lei a parlare così sa!, durante le riprese dovrà usare un linguaggio molto volgare e dovrà pronunciare parole come cazzo, figa e sborra, prima impara meglio è perché dovrà sembrare il più naturale possibile quindi, se parlerà così anche fuori dalle riprese nessuno le farà caso, anzi sarebbe meglio; comunque vedrà che col tempo imparerà. Le riprese?, chiede Maria. Le riprese si svolgono solo il venerdì, questo significa che farà un film alla settimana, il lunedì e il mercoledì servono per preparare le scene e fare le eventuali prove. Alcune cose le potrà fingere o esagerare come ad esempio i gemiti di piacere, ma altre no, quindi le dovrà imparare per bene anche perché questi tipi di scene non si possono girare due volte, un po’ perché sono costose ma soprattutto, come immaginerà, certe cose non si possono comandare a bacchetta. Alle riprese saranno presenti oltre a noi due, due cameraman, un fotografo e gli altri attori che possono essere diversi come numero a seconda del film da girare, ma non si preoccupi, perché saranno sempre le stesse persone ed è tutta gente già abituata a queste cose, più tardi glie né farò conoscere alcune.

Ecco fatto, ho finito, venga a vedersi allo specchio. Maria è un po’ frastornata, non si era mai vista così tutta rasata. Ha una bella figa sa!, le dice Mara sorridendo, direi anche molto capiente; ora dovrà trovare il modo per non farla vedere a suo marito o trovare una scusa perché, per tutto l’anno che verrà qui, dovrà rimanere sempre così rasata e tutti i lunedì, quando arriverà qui, la prima cosa che faremo sarà proprio questa. Adesso pensiamo al trucco, ecco si sieda qui davanti allo specchio. Per prima cosa tiriamo indietro i capelli e li leghiamo in modo che non danno fastidio perché la faccia deve essere sempre ben visibile, non deve succedere, per esempio, che mentre fa un pompino le caschino i capelli che coprono la scena. Fa i pompini a suo marito?. Si ogni tanto, risponde Maria cercando d’abituarsi a quel linguaggio. Ora il viso, dice Mara, il trucco deve essere il più pesante possibile evidenziando gli occhi e la bocca, deve avere il più possibile quello che si dice “una faccia da troia”, è un bene sa?, continua ridendo, così se per caso a suo marito capitasse di vedere un suo film non la riconoscerebbe comunque. Poi Mara s’interrompe e dice con voce seria: Maria allarghi le gambe. Anche adesso?. Si, sempre, questa è la cosa più importante, le risponde Mara, in tutti i film che girerà dovrà avere sempre le gambe il più aperte possibile, sempre in ogni situazione. Ogni volta che si sederà o che si abbasserà, dovrà tenerle aperte e deve riuscire a farlo naturalmente, anche perché avrà molte cose da fare, se si abituerà le verrà spontaneo. Anche quando sarà ferma in piedi dovrà allargarle, non esageratamente ma deve farlo, perciò è meglio che cominci subito così si abituerà. Ricordi sempre, prosegue, non accavalli mai le gambe in nessuna occasione, se Don Vito la vedesse così, si arrabbierebbe molto; faccia in modo che la veda sempre con le gambe ben aperte perché per lui è una delle cose più importanti. Ho finito, cosa le sembra?. Maria si guarda allo specchio e quasi non si riconosce, non si era mai vista truccata in quel modo, con gli occhi così marcati e le labbra con quella riga nera che le circonda. Direi.., che va bene, risponde con una voce un po’ shoccata. Non dica così Maria, le dice con aria severa, le ho appena spiegato come deve parlare, provi a dirlo meglio. Direi.., che ho una faccia da troia, risponde con fatica. Così va bene, dice Mara mentre si dirige verso un armadio, adesso tocca al costume, venga che l’aiuto ad indossarlo. Il primo capo è una maglia di gomma nera a girocollo lunga qualche centimetro sotto l’ombelico con due lacci sui fianchi che hanno la funzione di reggicalze e due fori sul petto per far uscire il seno. Mara l’aiuta ad indossarlo, perché è molto elastico e aderentissimo alla pelle, prendendole i seni con delicatezza e facendoli uscire completamente dagli appositi fori. Poi le infila le maniche dello stesso materiale e colore, lunghe dal polso fin quasi alla spalla. Ora è la volta di due calzettoni sempre di gomma nera, alti fino a metà coscia che fissa ai lacci della maglia “due per parte”. Le fa calzare due stivaletti con un tacco finissimo alto circa diedi dodici centimetri e le chiede: si tocca mai quando è sola in casa?. Molto raramente, risponde, perché?. Tra poco lo dovrà fare, in qualche modo deve pur cominciare. A questo punto, Mara prende un collare di cuoio nero e lo fissa sul collo, è abbastanza alto e con alcuni anelli di metallo fissati intorno. Maria s’accorge che fa un po’ fatica ad abbassare e a muovere la testa. Deve essere così?, le chiede. Si, risponde Mara, ma vedrà che ci si abituerà; poi le fissa una cintura all’altezza dei fianchi, anche questa di cuoio nero con degli anelli metallici fissati intorno.

Ora gli ultimi due pezzi, dopodiché sarà pronta. Prende due catenelle che sembrano due collane, s‘avvicina a Maria, s’abbassa su di lei e dice: allarghi le gambe. Lei, rimanendo in piedi, lo fa, e Mara le fissa molto strette, una in cima ad ognuna delle cosce. Maria, che la segue con lo sguardo, s’accorge che vi sono fissate due piccole pinzette su ognuna di loro. Ora sentirà un po’ pizzicare e tirare, le dice Mara, perché devo agganciarle le pinzette alle labbra della figa in modo che le tirino verso l’esterno e gliela aprano bene, avrà un po’ di fastidio ma deve abituarsi perché le dovrà mettere sempre. Ahh.. come stringono, replica Maria, e come tirano. Ecco fatto, ho finito, ora è pronta le dice Mara, venga a vedersi allo specchio. Maria inizia a camminare e subito barcolla, non è abituata a farlo con quei tacchi così alti, ma soprattutto, ad ogni passo che fa sente tirare le sue labbra verso l’esterno con un po’ di dolore e molto fastidioso. Allarghi un po’ più le gambe, le dice Mara, deve imparare a camminare tenendo le gambe leggermente aperte in modo che si noti che le labbra della figa siano ben distanziate tra loro, ecco.., così va bene. Davanti allo specchio, Maria non crede ai suoi occhi, il suo corpo è coperto interamente da quella gomma nera aderentissima tranne il seno che è completamente esposto come il sedere, il sesso e tutta la parte intorno ad esso. Provi a sedersi, le dice Mara, e ricordi di allargare sempre le gambe. Maria si siede e più allarga le gambe, più sente il suo sesso aprirsi e la pelle delle sue labbra tirare verso l’esterno con un leggero dolore.
E’ molto fastidioso?, le chiede Mara mentre l’aiuta ad alzarsi. Abbastanza, risponde. L’ultima cosa poi le dico cosa deve fare. Mara prende un barattolo, lo apre e dice: questo è un lubrificante universale, è molto buono e molto duraturo, lo usi sempre anche se si bagna naturalmente perché farà in modo che la figa si apra più bene e con meno fastidio quando apre le gambe cioè sempre. Affonda le dita nel liquido e le porta verso di lei. Maria ha uno scatto, sente due o tre dita penetrargli nel suo sesso muovendosi per lubrificarlo. Ecco fatto, da questo momento in poi dovrà tenere sempre le gambe allargate e dovrà avere sempre la figa aperta, questo è il suo abbigliamento ufficiale, dovrà indossarlo ogni volta che viene e, fra qualche settimana aggiungeremo qualche pezzo, le dice Mara sorridendo. Ora deve andare nell’ufficio di Don Vito e deve masturbarsi di fronte a lui. Perché?, le chiede Maria con un espressione incredula e spaventata. Perché questo è il suo lavoro, lui è il suo capo e vuole accertarsi dei suoi progressi qui dentro. Dovrà imparare a rilassarsi e ad accettare le cose se vuole riuscire, comunque, stia tranquilla che lui non la toccherà. Ecco cosa deve fare; entri nel suo ufficio, non occorre che bussi, vada a sedersi su la panca di legno che c’è di fronte alla scrivania, apra bene le gambe e le appoggi sulla panca stessa, poi dica a voce alta: Don Vito io sono pronta, posso cominciare a masturbarmi?. Aspetti che le risponda poi cominci a farlo, faccia con calma e cerchi di concentrarsi su qualcosa che la eccita ma non stia zitta, deve fare dei gemiti di piacere a voce alta, anche se finge li faccia e non chiuda mai gli occhi, guardi sempre cosa sta facendo. Queste regole valgono anche e soprattutto quando farà le riprese, se le ricordi sempre. Quando sente che sta per raggiungere l’orgasmo deve dire a voce alta: Don Vito sto per “venire”, per favore può venire a vedermi?. Lui verrà lì vicino a guardare le sue contrazioni. Quando tutto sarà finito si alzi e venga nel mio ufficio, è la prima porta a destra al primo piano, ah dimenticavo, questa la prendo io, indicando una specie di gonnellino di gomma uguale al costume, la userà dopo. Ora vada, io l’aspetterò di sopra.

Maria è tesa, si sente molto imbarazzata e cerca di forzare la sua mente a pensare tutto ciò come un lavoro. S’incammina verso l’ufficio con passi lenti perché sente la pelle della figa tirare e le dà molto fastidio. Chiunque la vedesse in questo momento sicuramente non la riconoscerebbe. Mentre cammina, pensa a quando era ragazza e si masturbava di nascosto con il terrore che la scoprissero, sa che ha un corpo molto sensibile, ma faceva fatica ad avere l’orgasmo proprio per colpa della tensione. Fa molta fatica ad accettare tutto questo, ma sa che lo deve fare, che non può più tornare indietro ed è consapevole che questo è solo l’inizio. Entra nell’ufficio, e Don Vito finge di non vederla e non dice nulla. Si siede su la panca e piano tira su le gambe aprendole. Alla sua sinistra c’è uno specchio, sicuramente messo lì apposta, che riflette tutta la sua persona. Maria resta sbalordita, non si era mai vista così, non aveva mai visto la sua figa così aperta.., così allargata, per un attimo resta lì a guardarsi stupita, poi, si gira verso la scrivania prende fiato e con una voce un po’ tremolante dice: Don Vito io sono pronta posso cominciare a masturbarmi?. Lui la guarda per un attimo e risponde: si Maria cominci pure. Si porta le dita alla bocca per bagnarle e comincia piano piano a toccarsi.., vorrebbe chiudere gli occhi ma sa che non può farlo, allora guarda la sua immagine nello specchio, poi, si ricorda che deve ansimare a voce alta, così inizia a fare dei gemiti di piacere sempre più forti. Dopo un po’, quasi incredula di se stessa, sente che sta per raggiungere l’orgasmo e dice ansimando a voce alta: Don Vito per favore può venire a vedermi che sto “venendo”?. Lui si alza dalla scrivania e le si avvicina, si abbassa su le ginocchia per guardarla. Maria raggiunge un orgasmo intenso davanti agli occhi di Don Vito che vede tutte le sue contrazioni. Brava.., brava Maria, dice, siete stata proprio brava, continuate così che andrete benissimo. Lei si alza, ha tutte le labbra della figa e le gambe che le dolgono; s’incammina e prima di uscire dalla stanza dice: grazie.

Com’è andata?, le chiede Mara appena la vede entrare nell’ufficio. Bene, risponde. Ha avuto l’orgasmo?. Si. Ohh.., bene, sono proprio contenta, replica, poi le s’avvicina e le da un bacio sulla guancia dicendole: brava Maria, ha cominciato proprio bene. A questo punto prende il gonnellino di gomma e glielo allaccia con un bottone automatico su di un fianco. È molto corto, copre appena il sedere e davanti appena sotto la figa lasciando scoperta l’ultima parte delle cosce. Visto che è il primo giorno di lavoro, questo servirà a non farla sentire troppo in imbarazzo, le tette però no, quelle sono troppo belle per coprirle, le dice sorridendo, però solo questa volta, dalla prossima non lo metterà più. Perché?, le chiede Maria. Ora le farò visitare lo stabile, e le farò conoscere alcune delle persone che lavorano qui. Venga Maria mi dia la mano, le dice allungando la sua, che andiamo. Maria le s’avvicina e le da la mano, stia tranquilla, le dice Mara sorridendo, camminerò piano. Tenendosi per mano entrano in tutte le stanze. Questo è Carlo il fotografo, le dice Mara in una stanza, lui è Salvatore il cameraman, in un’altra. Maria è visibilmente impacciata e imbarazzata, perché tutte le persone che incontra sono vestite normalmente compresa Mara che è in jeans e camicia, ma, anche perché tutte posano subito lo sguardo sul suo seno e Mara controlla continuamente se tiene le gambe allargate quando si fermano a parlare. Questo è lo studio dove si girerà il suo primo film venerdì, e lui è Enzo un magazziniere che fa anche l’attore, le dice Mara ridendo. Piacere dice Maria allungando la mano per salutarlo e tenendo sempre l’altra nella mano di Mara. Probabilmente parteciperà al suo film di venerdì, continua Mara, ma per lui sarà più facile perché non è certo il primo. E’ molto bella Maria, dice lui, credo che non avrò nessuna difficoltà a lavorare con lei. Grazie risponde un po’ meravigliata, ma quanti anni hai?. Ventuno.
Questo è il magazzino dove teniamo le cose che servono per le scenografie, le dice Mara entrando nell’ennesimo locale, lui invece è Agostino ma lo può chiamare Dino, anche lui farà parte del suo film di venerdì. Alla fine, dopo aver visitato tutti i locali e aver conosciuto circa una quindicina di persone, Mara le dice: bene Maria, per oggi ha finito, ora possiamo tornare al suo camerino e l’aiuterò a rivestirsi. Durante il tragitto Maria le chiede: dovrò girare il film con due uomini?. Con tre, le risponde, il terzo non lo ha conosciuto perché oggi non c’è ma vedrà che è molto bravo e simpatico. Cosa dovrò fare?, le chiede un po’ impaurita. Non si preoccupi Maria, le risponde, siccome è il primo non sarà una cosa difficile vedrà, mercoledì faremo le prove.
Prima di uscire, Maria controlla bene se ha addosso qualche segno di trucco o altro che possa far capire il suo segreto, sul ciglio della porta Mara le chiede: allora Maria, come le sembra?, com’è stato il suo primo giorno?, è ancora convinta di farcela?. Purtroppo dovrò farlo e andare avanti, risponde, da questo dipende la felicità della mia famiglia, ma credo che un anno non sarà poi così corto. Non dica così, ribatte Mara, vedrà che col tempo si abituerà a questo, deve solo resistere qualche settimana e farsi la mentalità giusta, poi sarà tutto più facile. Arrivederci.., ci vediamo mercoledì.

Arriva a casa e subito le figlie ed il marito le dicono: ciao mamma, bentornata, com’è andato il primo giorno di lavoro?. Come volete che sia andata, risponde mentre toglie il cappotto ed indossa il grembiule di lavoro, ho pulito e ramazzato tutto il pomeriggio, le stesse cose che faccio qui tutti i giorni. Quella notte a letto, mentre al suo fianco il marito russa come il solito, Maria s’infila la mano sotto le mutande, accarezza leggermente la pelle lì dove c’era il pube, poi ha uno scatto toccandosi le labbra, le fanno ancora male; è già mercoledì. Pensa prima di addormentarsi.
Bentornata Maria, come sta?, le chiede Mara appena la porta dello stabile si richiude. Bene, grazie, le risponde con un’espressione rassegnata. Oggi Maria s’è recata alla sua banca per controllare il conto. Sapeva che avrebbe trovato i soldi, di questo era sicura, ma il solo fatto di leggere la cifra sull’estratto conto ha cancellato di colpo in lei tutti quei rimorsi di questi ultimi mesi come se non fosse mai successo nulla, ora però si rende conto che deve ripagare tutto questo. Si dirigono subito in camerino e dopo un attimo è già nuda seduta davanti allo specchio pronta per il trucco. Prima di farla sedere, Mara ha controllato lo stato di crescita dei peli accertandosi che non si notava nessun segno di questi e la pelle fosse ancora molto liscia. Ha mai bevuto la sborra?, le chiede mentre inizia a truccarla. No, risponde, perché?. Oggi comincerà a farlo, risponde, ma s’interrompe subito dicendo: ah.., ah Maria, indicandole le gambe riflesse nello specchio. Lei subito le allarga dicendo: scusa. Va bene così?, le chiede alla fine del trucco. Forse anche per farsi perdonare per le gambe, lei risponde guardandosi allo specchio: si va bene, ho la faccia da troia. Alla fine, dopo aver indossato il costume, Mara le aggancia le pinzette alle labbra della figa e le chiede: come le sente?. Sento che ho la figa aperta, risponde. Brava Maria, comincia ad imparare. Devo andare da Don Vito adesso?, le chiede mentre sente entrare le sue dita nella figa per lubrificarla. Si, risponde Mara, questa volta però dovrà aggiungere una cosa. Apre un armadietto e ne estrae un fallo nero lungo circa trenta centimetri e grosso quasi il doppio di un normale cazzo maschile. Appena lo vede, Maria capisce cosa dovrà fare e ha un’espressione di panico. Dovrò usare quello?. Chiede a Mara mentre lei lo sta lubrificando per bene. Con quale mano si masturba?. La sinistra risponde. Tenga.., lo prenda con la mano destra, lo prenda tenendolo qui sulla parte finale. Ora faccia una prova, allarghi di più le gambe.., si abbassi un po’.., ora faccia con calma e lo infili piano fino in cima.
Ahh.., ahh.., com’è grosso, dice Maria, come mi sento piena. L’ha spinto fino in fondo?. Si, risponde ansimando. Ora lo muova piano su e giù e non si fermi..; non guardi in basso, guardi verso di me. Maria alza la testa per guardarla contemporaneamente fa scorrere lentamente il cazzo di gomma dentro e fuori dalla figa rimanendo in piedi con le gambe divaricate e le ginocchia leggermente piegate. Andrà da Don Vito come la volta scorsa, dopo che avrà avuto il permesso di masturbarsi dovrà chiedere di poter usare il cazzo. Lo tolga solo un attimo prima di avere l’orgasmo, così lui le vedrà la figa bene dilatata, ma lo tenga sempre in mano, non lo abbandoni e non lo appoggi mai da nessuna parte. Ora può toglierlo, le dice.
Senta Maria, continua Mara con tono severo, mi dispiace diglielo ma quando avrà finito, dirà a Don Vito che oggi non è stata brava e il motivo lo sa, ma ora non ci pensi altrimenti non avrà l’orgasmo, vedrà che non succederà nulla. Ora può andare, si ricordi di ansimare a voce alta e di non chiudere gli occhi, l’aspetterò nel mio ufficio per le prove del film. Maria la guarda con uno sguardo impaurito e s’incammina tenendo il fallo nero nella mano.

Buongiorno Maria, le dice Don Vito appena la vede entrare nell’ufficio, come sta?. Buongiorno Don Vito, bene grazie, risponde mentre va a sedersi aprendo e tirando su le gambe su la panca. Suo marito sta bene?, le chiede mentre la guarda che si posiziona tenendo il cazzo nero in mano. Si grazie, sono pronta posso cominciare a masturbarmi?. Si Maria, cominci pure. Don Vito mi scusi, posso usare il cazzo e infilarmelo nella figa mentre mi masturbo?. Si Maria usalo, risponde compiaciuto. Si bagna le dita e piano s’infila il cazzo cominciando a muoverlo dentro e fuori masturbandosi, mentre lui la segue attento con lo sguardo. Comincia ad ansimare a voce alta ma capisce che questa volta farà fatica ad avere l’orgasmo. Guarda la sua immagine allo specchio e cerca di concentrarsi senza pensare e.., finalmente riesce a rilassarsi. Don Vito, per favore può venire a guardarmi?, sento che sto per “venire”. Lui le s’avvicina e, lei un attimo prima, toglie il cazzo dalla figa che rimane molto dilatata per fargli vedere le contrazioni.
Questa volta c’è voluto più tempo Maria, le chiede, come mai?. Lei senza alzarsi e tenendo le gambe spalancate risponde: Mara mi ha detto di dirle che oggi non sono stata brava. Perché?. Non ho allargato subito le gambe appena sono arrivata. Mara le ha spiegato cosa deve fare?. Si, risponde. Cosa!, me lo dica. Devo tenere sempre le gambe allargate e devo avere sempre la figa aperta. Maria, lei ha accettato di fare questo lavoro ed io esigo che lo faccia bene come io ho fatto bene il mio, deve imparare a rilassarsi e fare per bene quello che deve fare, non posso permettere che faccia quello che vuole… Mi dica Maria, vuole andare avanti o no?. Si Don Vito, mi scusi.., le prometto che non succederà più, farò tutto quello che devo nel miglior modo. Va bene Maria, le voglio credere, però non posso far finta che non sia successo; mi dica, punisce mai i suoi figli?. Si, qualche volta. Quindi pensa che sia giusto se le infliggo una punizione per questo. Penso di si, risponde lei abbassando la testa. Don Vito apre un armadio e ne preleva una verga, sembra uno di quei frustini che usano i fantini durante le corse dei cavalli. Prenda, le dice porgendogliela, vada da Mara e le dica che per punizione deve ricevere tre colpi da tutti. Grazie, risponde incamminandosi. Mara la vede entrare nell’ufficio con il cazzo di gomma in una mano e la verga nell’altra e capisce subito il motivo. Quanti colpi?, le chiede. Tre, risponde Maria, da tutti. Mi dia la frusta.., ora si giri e apra bene le gambe.., s‘abbassi con il busto verso il pavimento..; le darò tre frustate sul culo e, ad ogni colpo, conti a voce alta. Uno.., dice Maria, due.., tre. Le ho fatto male?. Non molto, grazie. Prenda, le dice Mara ridandole la frusta, ora dovrà girare per tutto lo stabile e dovrà chiedere a tutte le persone che ci sono di fare la stessa cosa, se le chiederanno il motivo glielo dica, le ringrazi prima di andarsene e cerchi di non tralasciare nessuno altrimenti Don Vito lo saprebbe. Il cazzo lo tenga ancora in mano e.., vedendo u’espressione di sgomento sul viso di Maria, le s’avvicina e le da un bacio sulla guancia dicendo: non se la prenda, vedrà che faranno tutti come me, le servirà a diventare più brava in futuro. Ora vada, può cominciare dalla stanza accanto, lì c’è Salvatore il fotografo, l’ha già conosciuto ricorda?. Si, risponde Maria. E faccia in fretta che dobbiamo fare le prove. Buongiorno Maria, le dice Salvatore guardandola con apprezzamento appena entra nella stanza. Lei, con voce imbarazzata dice: per favore può darmi tre colpi?, porgendogli la frusta. Perché. Non ho allargato le gambe appena sono arrivata. Si gira, divarica le gambe e s’abbassa con il busto. Uno.., dice a voce alta, due.., tre. Grazie, dice rialzandosi, riprende la frusta in mano e si dirige verso un’altra stanza.

Alla fine, Mara la vede rientrare nell’ufficio con un’espressione chiaramente sofferente. Fa molto male?, le chiede notando i segni dei colpi sulle natiche chiaramente arrossate. Un po’, risponde con voce rassegnata. Questi li dia pure a me, le dice Mara, prendendo la verga e il fallo dalle sue mani, non servono più, poi, prendendola per mano le dice: andiamo che ci aspettano le prove del film.
Nella stanza delle riprese sono già presenti i due cameraman, due uomini che stanno sistemando le luci e l’arredamento e uno degli attori. Mara entra tenendo Maria per la mano e tutti improvvisamente si azzittiscono guardando verso di loro. Anche se tenta di nasconderlo, Maria è chiaramente a disagio, per la prima volta nella vita è nuda davanti a sei persone “tutte vestite”. Eccoci qua!. Dice Mara, tutto a posto?, possiamo cominciare?. Ah Maria, questo è Massimo, farà le prove con lui, gli altri due attori oggi non occorrono, ma, forse vi siete già conosciuti!. Purtroppo si, risponde lui. Mi scusi Maria, spero di non essere stato troppo violento. Non importa, risponde.
Mara si gira verso di lei e dice: allora Maria, è pronta?, faccia un bel sospirone e cerchi di avere lo spirito giusto, vedrà che potrebbe essere anche piacevole. Si, risponde, cercherò di fare come dici. Bene.., ora le dirò un’altra delle regole che deve ricordare sempre. Tra poco dovrà fare un pompino a Massimo, le sborrerà in bocca e poi le spiegherò cosa deve fare, ma si ricordi sempre che, ogni volta che qualcuno le sborrerà addosso, in qualsiasi parte del corpo, non dovrà mai asciugarlo o pulirlo ma dovrà lasciare che si asciughi naturalmente, potrà lavarsi solo prima di uscire, ha capito?. Si… Bene, ora vada a sedersi al centro del divano. Nella stanza è stato ricreato un ambiente come se fosse un normale salotto di un qualsiasi appartamento, un divano ampio con un tavolino di fronte e un tappeto, un mobile da soggiorno dei quadri alle pareti e un caminetto per dare un senso d‘intimità. Maria si siede al centro del divano e subito allarga le gambe. Possiamo cominciare, dice Mara a voce alta facendo così azzittire tutti quanti. Il ciack inizierà con lei Maria che si sta masturbando sola nella stanza esattamente nella posizione che si trova ora, guardi verso la porta d’ingresso. Massimo tu apri piano la porta, entri con gli altri due e dirai rivolgendoti a loro: guardate questa troia, sta tutto il giorno a masturbarsi. Lei Maria, senza smettere di masturbarsi e ansimando dirà: faccio quello che mi dici padrone. Massimo, guarderai i tuoi amici e dirai: andate a vedere se vi piace. Loro si avvicineranno a lei Maria, e cominceranno ad accarezzarle le tette e a baciarla. Si ricordi due cose, uno, di continuare a masturbarsi e guardare verso Massimo, due, di aprire bene la bocca e far uscire bene la lingua in modo che si veda bene. Dopo circa un minuto, torneranno da te e diranno: si, la tua troia va bene. Tu la guarderai e dirai: smetti di masturbarti, ora dovrai accontentare noi. Maria, a questo punto smetterà di masturbarsi e aspetterà che loro slaccino la patta dei pantaloni, estraggono il cazzo e vengono da lei. Due li prenderà con le mani e comincerà subito a masturbarli e uno in bocca. Si alterneranno fino a quando tutti e tre le sborreranno in faccia e in bocca; si ricordi di aprirla bene e far uscire bene la lingua. Salvatore le farà un primo piano del viso in modo che si veda bene la faccia piena di sborra. Dovrà aprire bene la bocca, assaporare e giocare con la lingua su lo sperma, poi deglutirà tutto. Massimo, mentre vi abbottonate i pantaloni guarderai Maria e le dirai: brava troia, continua così e non farmi fare brutte figure con i miei amici. Maria, lei risponderà: grazie padrone, poi, dopo una breve pausa, padrone devo pisciare. Massimo, prenderai questa ciotola trasparente e l’appoggerai per terra dicendo: va bene troia, vieni qui a pisciare. Venga Maria che facciamo una prova, le dice il cameraman. Ecco, s’abbassi sopra la ciotola, ora appoggi le mani per terra e si sposti indietro con il busto e tenga la testa sollevata, ecco.., così va bene; la riprenderò di fronte in modo che si veda bene la figa aperta, la piscia che esce e la faccia piena di sborra. A questo punto, prosegue Mara, Massimo dirà: brava troia, adesso lavati quella faccia piena di sborra. Maria.., solleverà il busto rimanendo abbassata con le gambe aperte sopra la ciotola, poi, con tutte e due le mani, prenderà la piscia e se la butterà sul viso come per lavarlo. Questo sarà il finale del film. Venga.., torniamo sul divano, le dice Mara prendendole la mano mentre sta ancora abbassata sopra la ciotola, ora faremo una prova con Massimo. Dovrò fare quelle cose?, le chiede con un tono intimorito mentre si siede sul divano e subito allarga le gambe. Questo è solo il suo primo film, le risponde Mara dolcemente, cerchi di abituarsi, anzi.., deve abituarsi a queste cose e vedrà che tutto sarà più facile. Massimo vieni che facciamo una prova, continua. Lui s’avvicina e slaccia la patta dei pantaloni facendo uscire il cazzo. Maria, lo prenda con la mano destra e cominci a masturbarlo, così vediamo come se la cava. Lei lo prende in mano e comincia a muoverlo avanti e indietro. Stringa un po’ di più, le dice Massimo, vada un po’ più veloce.., ecco, così va bene. Brava Maria, le dice Mara, ora provi con l’altra mano e si ricordi che dovrà usarle contemporaneamente tutte e due. Bene, continua dopo un po’, ora provi con la bocca ma muova ugualmente le mani come se avesse anche gli altri due, quando capirà che Massimo sta per “venire”, apra bene la bocca e tiri fuori la lingua. Aaahh.., “vengooo”, mugugna Massimo dopo un po’ schizzandole tutto lo sperma in bocca. Bravo, ora puoi andare, gli dice Mara, e prosegue: Maria stia ferma così. Lei rimane ferma con la bocca aperta e la lingua fuori, con lo sperma che cola giù un po’. Mara le s’avvicina e dice: assapori bene la sborra.., così.., brava.., la mandi bene dappertutto in bocca.., faccia in modo che la bocca prenda bene l’odore di sperma.., ora mandi giù tutto. E’ stata bravissima Maria, ora possiamo andare, per oggi abbiamo finito. La prende per mano e s’incamminano verso il camerino. Strada facendo, Mara legge sul suo viso un malessere e una forte angoscia e dice: come va?.., Faccio molta fatica ad abituarmi, le risponde, non pensavo fosse così, cerco di non piangere e di non pensare e.., so che devo farlo.., per forza. Resista Maria, vedrà che è soltanto una questione di tempo e diventerà molto brava.
Ci vediamo venerdì, le dice Mara dandole un bacio sulla guancia prima di richiudere il cancello, cerchi di rilassarsi e farsi la mentalità giusta e vedrà che sarà molto più facile e piacevole. Va bene, risponde Maria incamminandosi verso la fermata dell’autobus, cercherò di farlo.

Quel venerdì sera, in un ristorante del quartiere, due famiglie festeggiano l’avvenuto acquisto di un appartamento e il futuro prossimo matrimonio di una giovane e brava coppia di ragazzi. Durante la cena, mentre serpeggia un’allegria generale, Maria è molto distratta, pensa a come è cambiata la sua vita in una settimana. Pensa all’avvenuta nascita del suo primo film pornografico, a come quei tre ragazzi le hanno inondato la faccia di sperma, alla posizione in cui era mentre pisciava davanti alle telecamere e a tutte quelle persone, a quando ha dovuto affondare le mani nella piscia e buttarsela sulla faccia, a Don Vito che ha voluto vederla subito dopo con la faccia tutta bagnata e alle parole che le ha detto. Brava Maria, oggi ha girato il suo primo film, come dire.., ha avuto il suo battesimo. In questa settimana , penso che abbia capito bene qual è il suo lavoro, che lo deve fare bene impegnandosi a fare tutto quello che deve. Sappia che ogni volta che farà anche un piccolo errore io la punirò e che seguirò costantemente i suoi progressi. E’ mio desiderio, per il tempo che lavorerà qui, trasformarla in quella che io chiamo “una vera vacca da monta” e, mi piacerebbe che ora, lei mi confermasse questo mio obbiettivo. Maria pensa che, abbassando la testa, gli rispose con voce rassegnata: Si.., Don Vito, cercherò d’impegnarmi a non commettere errori e.., di diventare una vera vacca da monta.
Ad un certo punto della serata, Franco s’alza in piedi sollevando il bicchiere e dice ad alta voce: facciamo un brindisi per Maria, che oggi ha concluso la sua prima settimana di lavoro.

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