Una storia come tante

di
genere
incesti

Una storia come tante.
Con quel gusto di minestra riscaldata.
Eppure, forse, è proprio per questo che la mia storia, quel che ho vissuto, è così reale.
Forse lo è di più perché in molti lo hanno vissuto.
Forse cambieranno alcuni dettagli qui e là.
Forse cambieranno le tempistiche della storia.
Ma di sicuro è qualcosa che in molti hanno ben impresso nei propri ricordi.

Ciao, mi chiamo Glauco, 21 anni, lavoro come magazziniere, ho la passione per il canto e faccio alcune serate qui e là.
Sperando un giorno di sfondare.
Mio padre, Ettore, 54 anni, camionista, sempre in giro.
Mamma Elena, 48 anni, casalinga.
Lo so, dai nomi sembriamo uscire dall'Iliade.
Mia madre, lo devo ammettere, è una donna molto piacente.
Alta 175, corpo giunonico, con una 4ª abbondante di seno, ventre piatto, e un culo così tondo che sembra disegnato col compasso.
Come detto mio padre fa il camionista, trasporti internazionali e guadagna molto bene, cosicché mamma non ha bisogno di lavorare.
Una cosa che faceva e fa tutt'ora è chiamare a casa prima di rientrare.
Io sono stato cresciuto praticamente solo da lei, e il nostro legame è molto forte.
Sono da sempre stato attratto dal seno di mamma, quelle enormi tette che sfidano la forza di gravità.
Ogni scusa per me era buona per sentire il suo seno.
Ad esempio, quando ero più piccolo, se si sdraiava sul divano, io mi sdraiavo con lei e usavo le sue tette come cuscino.
Oppure quando la abracciavo le mettevo il viso tra i seni.
A dire il vero non so perché lo facevo, anzi sì.
Lo facevo perché mi piaceva la consistenza e l'odore.
La vita quotidiana procedeva in modo normale.
Per modo normale intendo anche visite di amici in casa.
Del resto mamma era sempre sola e avere compagnia le fa bene.
Ma a volte con uno in particolare c'erano atteggiamenti diversi.
Una volta ho visto lui che col viso era a contatto con quello di mamma, quando si sono accorti di me, la giustificazione è stata " ho qualcosa in un occhio, mi sta aiutando a toglierlo ".
E io bambino ingenuo le credevo.
Un'altra volta erano in cucina, lui seduto su una sedia, e vedevo mamma inginocchiata davanti a lui, ma coperta dal tavolo non capivo cosa faceva.
Così la chiamo e la scusa è stata " gli ho versato il caffè sui pantaloni e lo stavo pulendo ".
E io sempre bambino ingenuo a crederle.
E più o meno il tran tran della nostra vita normale si è protratto nel tempo.
Ma crescendo, nonostante lui frequentasse sempre casa nostra, non gli ho più visti in atteggiamenti strani.
Fino ad arrivare ai miei 17 anni, quasi 18.
Una sera ero a cena con la mia morosina, poi saremmo dovuti andare al cinema e poi a ballare.
Ma la cena si è interrotta bruscamente perché lei, per una contaminazione accidentale ad un allergene, si è sentita male ed è dovuta rientrare a casa.
Suo padre gentilissimo, quando è venuto a prenderla, dopo averla portata a casa, ha poi portato a casa anche me.
E rientrando a casa molto, ma molto,  prima del previsto, ho assistito ad una scena che non avrei mai voluto vedere.
Sul divano c'era una scena agghiacciante, sconvolgente per un ragazzino di 17 anni, quasi 18.
Mia madre stava scopando con il suo amico.
Entrambi nudi, ovviamente, lui sdraiato e lei sopra a smorza candela.
Vedere la propria madre scopata da un uomo che non è tuo padre, non è proprio il massimo.
Vedevo lei cavalcarlo con una buona energia, saltellando sul suo cazzo, con quelle enormi tette che sobbalzavano a ogni colpo.
Poi lui le afferra i seni e le strizza i capezzoli facendola gemere di piacere.
Come stava osando fare questo alle " mie " tette?
Alla passione della mia vita?
Mi metto a strillare, non so cosa dissi.
Di sicuro non cose belle...
Mi ricordo solo qualche troia di qua, puttana di là, ma nulla di preciso.
Lei ha un sobbalzo e completamente nuda viene verso di me.
Lui non so cosa fece.
So solo che piangendo andai in camera mia e mi chiusi dentro.
Lei provò a  bussare, a cercare di parlare, ma io non volevo ascoltare.
Mi addormentai piangendo.
Il giorno dopo uscii presto, lasciando un biglietto dove dicevo che sarei stato fuori il fine settimana a casa di un amico.
Lei sicuramente avrebbe immaginato a casa di chi, perché ho solo un amico a cui sono molto legato, ma non mi importava.
Mi importava solo di non vederla.
Ma purtroppo il fine settimana passa e devo tornare a casa.
Ma in casa tra me e lei c'è il gelo.
Non la voglio vedere, non le voglio parlare.
Mi chiudo in camera mia, esco solo per mangiare prendendo il piatto pronto e portandolo in camera, oppure per uscire da casa.
All'inizio lei ha provato a parlarmi, ma di fronte c'era il muro.
Così ha desistito, lasciandomi a cuocere nel mio brodo.
Ora io volevo dirlo a mio padre, dire del tradimento di mamma, ma non sapevo come fare.
Così la prendo alla lunga.
Alla prima occasione, oltre alle solite cose, gli chiedo come mai prima di tornare a casa, chiama sempre.
La sua risposta fu " così sono sicuro che sia tutto a posto e che non ci siano sorprese ".
La sua risposta lì per lì mi ha un po' spiazzato.
Tutto a posto?
Sorprese?
Sorprese come quella che ho avuto io?
Un po' perplesso desistito.
E se sapesse?
Se sapesse che sua moglie lo tradisce?
Se lo sa, perché non fa niente?
Questo dilemma mi fa arrovvellare le meningi.
Passano i giorni, alcune settimane, io e mia madre ancora non ci parliamo.
Più perché sono io a non volerlo, lei ci prova.
Ma a parte le cose essenziali, da parte mia c'è ancora un muro.
Ma noto in lei un cambiamento.
È un po' più triste, malinconica del solito.
È sempre stata una persona solare, ma ora è un po' più ombrosa.
Malignamente penso che sia perché non vede più il suo amante.
Che non prende più il suo cazzo.
Ma poi penso che comunque le occasioni per vederlo le avrebbe.
Ad esempio quando io sono a scuola.
Quindi cos'è che la incupisce?
E se fossi io?
Se le mancasse il nostro rapporto, parlare e scherzare con me?
Così una sera decido di uscire da camera mia e di andare in salotto a vedere la tv.
Perlomeno così vedo la sua reazione e provo a capire se dipende da me.
Lui è sdraiata sul divano, con indosso solo una leggera sottoveste.
Piedi nudi e ben curati, le sue gambe scoperte fino ad oltre mezza coscia, e il seno libero dal reggiseno e a mala pena contenuto dalla sottoveste.
Devo ammettere che era uno spettacolo per gli occhi, e non solo...
Mi guarda e mi fa un mezzo sorriso, trattenuto.
Poi con una mano mi fa segno di mettermi sul divano con lei.
Mi dice " ti va di fare una coccolina, come quando eri più piccolo? ".
E io, senza dire nulla, mi sdraio con lei, come facevo da bambino.
E come facevo da bambino, ho messo la mia testa sul suo seno, usandolo come un cuscino.
Solo che ormai non sono più un bambino, sono un giovane uomo.
E come tutti i giovani uomini, ho gli ormoni a mille.
Ed ho una colossale erezione.
Spinto da un impulso di eccitazione,  le scopro un seno e inizio a succhiare il capezzolo.
Lei non dice nulla.
Così prendo coraggio e le scopro anche l'altro seno.
Con la bocca mi alterno su entrambi i capezzoli e con le mani le impasto quelle meravigliose tette.
Lei si sdraia meglio e io mi sdraio completamente su di lei.
Sento che allarga le gambe e io le finisco perfettamente in mezzo.
Attraverso il tessuto delle sue mutandine, dei miei pantaloni della tuta, sento il calore che emana.
Io continuo a succhiare e leccare i suoi capezzoli, mentre sento le sue mani che armeggiano nel mio basso ventre.
Sento che mi sta abbassando la tuta e gli slip, e che si sta spostando le mutandine di lato.
Poi sento un calore incredibile che mi avvolge la cappella.
Si è puntata il mio cazzo all'ingresso della sua vagina, che ha iniziato a penetrarla.
Sono scivolato dentro di lei lentamente, e una volta tutto dentro, mi sono fermato un attimo.
Lei mi ha tirato il viso sul suo, ho sentito la sua bocca unirsi alla mia, e  ci siamo baciati.
La mia lingua era dentro la bocca di mia madre, la sua lingua nella mia bocca.
Ho iniziato a scoparla, l'ho sentita gemere di piacere.
Ha avuto un primo orgasmo.
Poi stringendola a me, senza fare uscire il mio cazzo dalla sua figa, mi sono sdraiato io e  lei sopra di me.
Ha iniziato lei a scoparmi a smorza candela.
Vedevo bene il mio pene entrare ed uscire da lei.
Ma la cosa che più mi stava facendo impazzire, erano le sue tettone sobbalzare.
Ero come ipnotizzato dal movimento del suo seno.
Poi ho sentito le pareti vaginali stringere e vibrare sempre più, stava per avere un altro orgasmo.
E anche io stavo per godere.
Siamo venuti insieme.
Lei si è accasciata su di me, ci siamo abbracciati e baciati ancora.
Siamo stati così per un lungo tempo.
Poi con un po' di imbarazzo le ho chiesto " lui lo sa? ".
Lei mi ha risposto " sì, immagino di sì, per questo telefona sempre prima di rientrare ".
Sono stato a lungo in silenzio, poi, senza guardarla, le ho chiesto " devo iniziare a chiamare anche io, tutte le volte che rientro? ".
Lei, alzandomi la testa, e guardandomi negli occhi " cosa intendi dire? ".
Io " se tutte le volte che torno a casa devo chiamare per evitare... come dire... sorprese ".
Lei " non credo che ci siano altre sorprese ".
Sempre io " peccato, il tuo amico in fondo mi era anche simpatico, dovresti chiamarlo per un caffè... ".
Mamma " guarda che se lo chiamo, poi va a finire che anche tu mi devi chiamare, ma non sempre, solo quelle volte che decidi di rincasare prima.  ".
Io " okay, ti chiamo se rientro prima, però queste sono mie ".
E così dicendo le ho dato una bella palpata alle tette.
Lei ridendo " sono tue tutte le volte che le vuoi ".
Da quel momento il suo fantastico seno è stato ( anche  ) mio.
Continuo a toccarlo e baciarlo tutte le volte che voglio.
E di quando in quando, una coccolina, come quella di quella sera sul divano, ci scappa ancora.
scritto il
2025-08-07
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