L'artista e la musa

di
genere
etero


Tu sei già lì, mezza nuda.
Appoggiata al banco da lavoro, mi provochi col tuo sedere esposto.
Lo sai che il tuo culo mi fa impazzire.
E te ne approfitti.
Ti approfitti dei miei punti deboli, mi rendi vulnerabile.
Non so come ci sei riuscita, ma dovevo essere io a giocare con te, non viceversa.
Saresti dovuta essere la mia modella di quadri e sculture.
Ma anche il mio giocattolo sessuale.
E invece mi ritrovo ad essere io il tuo giocattolo, il tuo passatempo.
Mi avvicino lentamente a te, ad ogni passo il tuo odore, il tuo profumo, si fa più intenso.
Cado ai tuoi piedi ebbro di te.
Lentamente con la bocca risalgo su, baciandoti e sfiorando con le labbra la tua pelle.
Arrivo al ginocchio e la lingua comincia a pennellare linee invisibili, immaginarie, che lo collegano alla tua intimità celata.
Pochi centimetri ancora, ed ecco la mia meta tanto ambita.
Affondo col viso tra i tuoi glutei.
La lingua comincia a giocare con il tuo sfintere.
Prima timidamente, poi sempre più voracemente.
Mugoli.
Gemi.
Ti stai eccitando sempre più.
Sento l'odore della tua figa che, sempre più bagnata, sale su e mi riempie le narici.
Ho una pulsazione al basso ventre.
Il mio membro turgido ed eretto è quasi pronto a scoppiare tutto il succo che c'è all'interno dei miei testicoli.
Dannazione donna, ma che mi fai?
Che mi hai fatto per farmi eccitare così tanto da non poter resistere?
Mi alzo di scatto, tu capisci cosa voglio.
Con le mani ti afferri le chiappe e ti allarghi il culo.
Lo guardo ammirato.
Estasiato.
Punto la cappella sul tuo ano e spingo.
Lo spingo tutto dentro in un solo colpo.
Emetti un grido soffocato.
Sì, non ti voglio solo scopare il culo, non voglio solo incularti.
Voglio sodomizzarti.
Punirti.
E così i miei movimenti di bacino sono veloci e violenti.
Ma non resisto.
Quindici, venti, venticinque colpi ed esplodo come un Vulcano tutto il mio piacere dentro di te.
Cercando con le ultime spinte di entrare più in profondità che posso.
Voglio che mi senti ben dentro di te.
Il battito del cuore, prima accelerato, si fa più calmo.
Il respiro da affannoso, torna regolare.
Il mio pene ormai sgonfio esce da solo dall'ano.
Un rivolo di sperma lo segue.
Non so cosa mi succede, ma vedere la mia sborra uscire dal tuo culo mi fa cadere inginocchiato.
E faccio una cosa che mai ho fatto e che mai avrei pensato di fare.
Con la bocca lo raccolgo.
Ho lo stesso mio sperma nella mia bocca.
Mi rimetto in piedi.
Ti afferro per i capelli e ti tiro a me.
Tu, come sempre, sei almeno dieci passi avanti a me, hai già capito tutto.
Apri la bocca e lasci che vi riversi dentro lo sperma raccolto.
Mi guardi negli occhi ed ingoi.
Ci baciamo.
Le nostre lingue danzano l'una nella bocca dell'altro.
Allora dimmi, ora, donna.
Che mi hai fatto per rendermi così?
So che non me lo dirai...
Che sarà un segreto che mai sarà svelato.

scritto il
2025-10-13
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