Luca ed Elisa 49° Capitolo

di
genere
incesti

Ludmilla, mamma di Joele, stava dormendo nel letto di casa sua serenamente e tranquillamente, quando, ad un certo punto chi la guardava mentre dormiva si sarebbe accorto che era scossa da un sogno.
Ludmilla aprì gli occhi e si trovò in mezzo alla foresta.
Una foresta fatta di piante ad alto fusto e un sottobosco non troppo fitto.
Non si notavano essere presenti sentieri.
Questo significava che si trovava fuori dalla pista battuta.
Era vestita con abiti molto primitivi.
Aveva i piedi nudi, un telo che le cingeva il bacino a mo di gonna, che scendeva fino quasi le ginocchia rimanendo comunque morbido, il busto completamente nudo.
I capelli sciolti e lunghi che le arrivavano fino a metà schiena e una collana fatta di piccoli monili non troppo preziosi.
La luce che filtrava tra gli alberi era data da alcuni fuochi lontani.
Sembrava che stesse scappando da qualcuno, ma non riusciva a capire il perchè.
Sentiva la paura invadere il corpo..
Cominciò a correre verso una meta che non conosceva.
Sentiva l’esigenza di correre.
“Ludmilla?”, sentiva chiamare da lontano.
Erano vari uomini che la chiamavano, ma perchè?
“Ludmilla? Non scappare, se non vuoi non ci arrabbiamo.”
Ma lei non capiva perchè dicevano questo.
Corse per un bel po ', e quando si sentì sicura di averli seminati, si fermò ad osservare.
Mentre stava ascoltando per sentire eventuali rumori, una frusta fece sentire la sua presenza a pochi metri da lei.
Ludmilla: “Chi sei, cosa vuoi?”
Un’altro colpo di frusta si sentì vicino, lei estrasse la spada che aveva, pronta per combattere.
Ludmilla: “Chi sei?”
Joele: “Sono io mamma e sono qui per salvarti.”
Ludmilla: “Joele, no tu non puoi, lasciami morire.”
Joele: “Ma non ci penso nemmeno.”
Ludmilla: “Sono pronta a combattere pur di fermarti.”
Joele: “Ed io a salvarti.”
Ludmilla: “Sono tua mamma, non puoi.”
Joele: “Ti vogliono uccidere mamma ed è l’unica possibilità per salvarti.”
Joele, era ormai davanti alla mamma a tre metri di distanza.
Era vestito solo di un telo che lo copriva dalla cinta fino a metà coscia, davanti e dietro.
Ludmilla: “Vattene o ti uccido.”
Joele: “Se uccidi me, uccidi te.”
Ludmilla: “Sono tua mamma.”
Joele: “Vedrai che ti piacerà, sei bella e ben fatta, vedrai che il mio corpo apprezzerà.”
Ludmilla si mise in posizione da combattimento.
Joele fece agitare la frusta, e diede un colpo verso la mamma che con la spada ne tagliò un pezzo.
Subito il figlio ricaricò il colpo e con la frusta prese la spada alla mamma e gliela sfilò di mano.
Lei si tuffò per prenderla, ma a questo punto Joele diede una frustata sulla schiena della mamma che si accasciò a terra.
Lasciò che si rialzasse.
Con un colpo di frusta le legò una gamba e la fece cadere, lei si dimenava facendo si che la frusta la legasse ancora di più, così lui legò la frusta che aveva in mano ad un albero.
Subito Ludmilla, cercò di sciogliere il nodo della frusta che aveva alla caviglia, ma Joele vi si gettò sopra, prendendo con una mano tutte due quelle della mamma.
Ludmilla: “No, no non farlo amore mio, non devi.”
Joele: “Sei una stra fica mamma, non è difficile per me farlo.”
Mentre Ludmilla si dimenava e cercava di togliersi, Joele le teneva con una mano tutte e due e con la sua mano libera le palpava per bene i seni e le stufficava i capezzoli.
Abbassandosi su di lei le baciava il collo.
Ogni tanto con la mano libera le massaggiava la vulva sotto la gonna.
Ludmilla: “No, no, non voglio.”
Con una gamba legata come con un guinzaglio ad un albero e con le mani tenute da una mano del figlio come delle manette si dimenava ma senza concludere niente.
Ludmilla: “No Joele, sono tua mamma, non farlo.”
Joele: “Ti devo mettere incinta mamma, altrimenti ti uccideranno e non voglio. Gli anziani del villaggio hanno sentanziato che o le donne rimarranno incinta o verranno uccise. Non voglio che uccidano mia mamma.”
Ludmilla: “No no non farlo per piacere.”
Joele che era forte divaricò le gambe della mamma, con una mano sola e si mise in mezzo.
Lei cercava di scalciarlo, ma ormai si trovava in una posizione in cui non riusciva ad allontanarsi.
Le strappò l’indumento che le copriva la vagina e tenendole le mani bloccate sopra la testa, sovrastandola completamente nuda, sotto di lui con la mano libera cominciò a stuzzicarle più velocemente le grandi labbra, massaggiandole lentamente.
Ludmilla si dimenavana, ma ormai era alla mercè del figlio sempre di più bagnata.
Lei stringeva i denti e si dimenava, ma il suo corpo provava piacere con quelle carezze delicate.
Quando cominciò a sentire piacere, Ludmilla si svegliò di soprassalto.
Tirò un profondo sospiro di sollievo e sentì il bisogno di cercare di spostare il pube.
Aveva Joele con la testa tra le gambe che le leccava la figa tenendole le cosce divaricate delicatamente.
Ludmilla: “Stavo dormendo Joele, che fai?”
Joele: “Ho una voglia di mangiarti la figa mamma che non ti dico.”
lei era completamente coperta dal lenzuolo, lui si trovava sotto il lenzuolo completamente coperto.
Lei sentiva la lingua di lui passare velocemente la vulva in tutti i modi.
Si contorceva e si muoveva, ma lui non smetteva.
Ad un certo punto la prese dai fianchi, lasciando che fosse lei a tenere le gambe divaricate, mentre lui la teneva stretta dai fianchi..
Lei muoveva le gambe in avanti ed indietro a volte le apriva di più a volte le stringeva sentendo che il figlio non si fermava.
Ludmilla: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaa ……………………Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa Joele cosa mi stai facendo …………………..Aaaaaaaaaaaaaaaaaa vengo vengo, vengo amore mio.”
Joele si prendeva in bocca tutta la vulva della mamma come per mangiarla.
Cominciò a trascinarla dentro le lenzuola, così lei si trovò piano piano completamente coperta con le mani aggrappate alla testa del figlio che non smetteva.
Ludmilla: “Basta basta Joele, mi fai morire …………………….. Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ………………..Mmmmmmmmmmmmm …………. Mi fai morire.”
Joele smise ad un certo punto, quando sentì che la mamma era stremata.
Joele: “Cazzo se ti ho fatto godere di brutto!”
Cominciò a salire verso il viso della mamma, quando fu all’altezza del suo viso lei sentì la cappella di lui entrarle dentro con una facilità innaturale visto quanto era bagnata.
Si fermò dentro di lei completamente.
Lei ansimava.
Lui la guardava negli occhi e lei lo stesso con il viso di chi è sfatto e aspetta di essere pompata per bene, invece il figlio le rimaneva fermo dentro completamente.
Lei cercava di muoversi facendo dei piccoli rumorini.
Joele: “Un attimo mamma, voglio che mi fai venire solo con il calore del tuo corpo.”
Lei si muoveva un pò visto che lui era sollevato da lei e le lasciava il pube libero.
Fino a che, Joele scese e si mise a baciare e succhiare il suo collo mentre il suo seme invadeva l’addome della mamma.
Ludmilla emise dei gemiti e dei sospiri molto profondi.
Ruotò la testa e cercò la bocca del figlio, fino a che la trovò e lo baciò inserendole la lingua dentro, facendogli capire che era piena di desiderio.
Joele, la assecondò e proseguì il bacio.
Prese la mamma dai polsi, bloccandola sul letto e continuando a baciarla cominciò a pomparla lentamente per liberarsi del tutto del seme e poi uscì da lei e la lasciò libera a letto.
Si tolse da sopra la mamma guardandola negli occhi e capendo quanto era sfatta di piacere.

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scritto il
2025-07-30
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