L’animatrice 2

di
genere
etero

Mi svegliò prestissimo, quando fuori c’era ancora solo un riflesso tenue d’alba tra le tende. Non ero nemmeno del tutto cosciente, quando mi sentii le sue labbra calde e morbide avvolgermi il cazzo. Denise, con quella delicatezza da esperta, aveva già scostato il lenzuolo e si era messa tra le mie gambe. Con i capelli sciolti davanti al viso e quel tatuaggino piccolo che le ballava sul braccio mentre mi succhiava piano, sembrava ancora più sexy. Lo prendeva tutto, con quei movimenti lenti, precisi, profondi. Mi guardava con quegli occhi lucidi, mentre io mugolavo ancora mezze frasi e avevo solo un pensiero fisso in testa: quanto mi stava piacendo svegliarmi così.

Il piacere aumentava a ogni secondo, la lingua mi accarezzava le palle mentre mi teneva saldo con una mano e mi risucchiava in gola con la gola morbida e calda. Feci appena in tempo a gemere qualcosa come “vengo…” che lei aumentò il ritmo, affondandomi tutto in bocca e facendo forza con la testa verso di me, ingoiando ogni goccia senza staccarsi, per non sporcarsi.

Si alzò, si sistemò il reggiseno sportivo sotto la magliettina e, sorridendo come se fosse stata la cosa più normale del mondo, mi diede un bacio veloce sulle labbra e disse:
— “Vado al risveglio muscolare… ma che bel risveglio che mi sono fatta prima però.”
E uscì come una visione che si dissolve nell’aria ancora tiepida del mattino.

Quella sera, dopo cena, la cercai. Ero carico, avevo voglia di replicare, ma appena mi vide, Denise fece una smorfia e mi venne incontro con un’aria meno brillante del solito:
— “Mi è arrivato il ciclo oggi pomeriggio… e mi sento uno straccio. Mi dispiace un casino.”
Mi baciò sulla guancia, come a calmarmi. E mentre provavo a dissimulare la delusione, le dissi:
— “Figurati, ci mancherebbe.”
Ma dentro ero abbattuto.

Tornai sulla spiaggia, tra gli altri animatori e qualche ospite. Non avevo voglia di tornare nel bungalow. Fu lì che Letizia, quella che fino ad allora avevo a malapena salutato, si avvicinò con una birra in mano.

— “Triste eh?! Stasera Denise non se la sente proprio… Cazzo vanno sempre a lei i ragazzi carini. A me nessuno mi nota mai.”
La guardai meglio. Era una bellezza più nascosta, Letizia. Siciliana, bassina, pelle bianchissima, capelli neri lisci e gli occhiali grandi che le davano un’aria da brava ragazza… ma quello sguardo non lasciava dubbi. C’era malizia, voglia.
— “Sai che in realtà non ti avevo mai osservata davvero bene?” le dissi.
Lei sorrise, abbassò lo sguardo e poi aggiunse:
— “Dai alziamoci, facciamo due passi con i piedi nell’acqua.”

Camminammo per pochi metri. Poi, improvvisamente, si tolse la maglia larga, restando in pantaloncini e il reggiseno del costume. Aveva un bel seno, grosso per la sua corporatura minuta, e il modo in cui si muoveva diceva tutto. Mi baciò all’improvviso, un bacio lento, profondo, che si trasformò in un sussurro:
— “Fammi vedere cosa hai fatto con Denise.”

Ci incamminammo senza dir nulla verso il mio bungalow. Entrammo, ma non mi fece nemmeno chiudere la porta. Si inginocchiò davanti a me, mi sbottonò i pantaloncini e iniziò a succhiarmi. Lì, in piedi, davanti all’ingresso ancora aperto. Dalla porta si vedeva il mare in penombra, e io ero lì, con Letizia che mi succhiava con un’intensità che non mi aspettavo da lei.

Me lo leccava dappertutto, poi lo prendeva tutto in gola e mi guardava da sotto, con quegli occhiali grandi ancora sul naso. Quando stavo per venire, lei si tirò leggermente indietro, giusto quanto bastava per lasciarsi colpire in pieno viso. Il mio sperma le schizzò sul mento, sulle guance, perfino sulle lenti. Lei sorrise.
— “Cazzo… così ti voglio. Porco.”

Si alzò, andò in bagno, si sciacquò la faccia e tornò chiudendo la porta dietro di sé. Mi afferrò di nuovo e mi tirò sul letto. Mi baciava sul collo, mordendomi piano, mentre con una mano mi accarezzava e mi faceva tornare duro.
Poi si staccò e mi disse:
— “Ora ti faccio vedere cosa ti sei perso fino adesso.”

Mi stese sul letto, prese il preservativo, lo aprì con i denti, e con una naturalezza assurda me lo infilò lei. Salì sopra di me a cavalcioni, ma di spalle. Quel culo lo dominava completamente, enorme per quanto fosse minuta. Era perfetto. Si abbassò piano, lasciandosi penetrare tutta, e iniziò a cavalcarmi con movimenti lenti, circolari, poi sempre più intensi.

— “Mi piace tanto così… fammi urlare, non mi importa di chi sente.”

Io la tenevo per i fianchi, guardando il suo culo che si muoveva in un ritmo che sembrava studiato. Sudavamo entrambi. Lei gemeva sempre più forte, si piegava all’indietro e alla fine, arrivò. Gridò con tutta la voce che aveva, mentre si irrigidiva su di me e tremava.

Mi sfilai, lei si voltò, prese il cazzo ancora duro, lo guardò, se lo portò dietro e con un sorrisetto:
— “Vediamo se sono meglio io o Denise. Lei certe cose non le fa, scommetto.”

Se lo infilò nel culo. Così, tutto d’un colpo. Era stretto, ma già abbastanza abituato, e si vedeva che le piaceva. Iniziò a muoversi lentamente, poi sempre più veloce, stringendomi le gambe con forza. Si faceva scopare nel culo come se lo aspettasse da tempo, contorcendosi dal piacere, il sudore che le colava lungo la schiena. Era completamente fuori controllo, e io pure.

Quando non ce la feci più, mi sfilò il preservativo con delicatezza e iniziò a succhiarmelo piano, poi sempre più forte, fino a quando esplosi di nuovo in bocca sua. Lei non perse una goccia.

— “Non finisce qui,” disse, ridacchiando.
E così fu.

Ci rivedemmo ogni sera di quella settimana. Ogni occasione era buona per toccarci, baciarci, scopare dove e come capitava. Con Denise era stata una passione bollente e raffinata. Ma con Letizia… con Letizia era qualcosa di più sporco, animalesco. Lei godeva del sesso in un modo che poche persone sanno fare.
Nei mesi successivi continuammo a scriverci. Ogni tanto, se passava dalle mie parti o io dalla sua, ci incontravamo.
La cosa incredibile è che… col tempo, continuava a farmi pompini mentre guidavo. Diceva che si eccitava solo con me. Mi faceva godere nei parcheggi, nei bagni degli autogrill, ovunque.

Letizia è rimasta uno dei miei ricordi sessuali più indelebili.
Ancora oggi, quando ripenso a quel culo sul mio cazzo, a quel pomeriggio in spiaggia, agli occhiali sporchi sul suo viso e ai gemiti che rimbombavano nel silenzio del villaggio… mi si stampa un sorriso in faccia.
di
scritto il
2025-07-25
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