"Passi intimi verso noi" - Capitolo 6

Questa serie di racconti prende spunto da un’esperienza dell’autore che, attraverso la penna, confessa con fantasia l’evoluzione della realtà.
Per contatti: pennaefantasia@gmail.com

Il saggio finale aveva il sapore delle grandi occasioni. Il locale scelto per la serata era un circolo di latinoamericano in centro città, con tavoli bassi e divanetti attorno alla pista da ballo a scacchiera, luci soffuse color ambra e un brusio crescente che sembrava amplificare l’attesa. I corsisti arrivavano a poco a poco, emozionati, truccati con cura, pronti a mostrare i frutti di mesi di pratica. Gli insegnanti correvano avanti e indietro tra i camerini e il palco, sorridendo e incoraggiando.
Loretta e Carlo arrivarono insieme, e non c’era nulla di casuale in quella coincidenza. Tra i loro gesti si leggeva una complicità silenziosa - una carezza leggera sulla spalla, un aggiustamento del colletto, un sussurro che si spegneva in un sorriso - come se un’intimità, nata nella danza, fosse cresciuta altrove, lontano dagli sguardi.
Lei indossava un abito lungo color avorio, stretto in vita, con una profonda scollatura sulla schiena. I capelli raccolti in uno chignon basso, elegante. Lui, invece, portava una camicia nera su pantaloni cachi, con un’eleganza rilassata. La coppia attirava gli sguardi, ma sembrava non curarsene minimamente.
Mauro era già nel locale. Seduto a un tavolo in disparte, osservava la scena con la tranquillità di chi sa come stare nel margine, senza mai risultare meno presente. Indossava una giacca chiara e sobria, con un sorriso appena accennato sulle labbra. Aveva imparato, negli ultimi mesi, a trovare piacere anche nell’attesa. Ma quella sera, vedere Loretta e Carlo entrare insieme, abbracciati dalla calda luce del locale, gli aveva lasciato un piccolo nodo in gola.
L’esibizione arrivò verso metà serata. Le luci si abbassarono ulteriormente, la musica partì con un ritmo avvolgente, e Loretta e Carlo presero posto al centro della pista con i compagni per la coreografia. Dal primo movimento fu chiaro che la loro danza non era tecnica. Era un racconto. Ogni passo, ogni svolta, ogni tocco era intenso.
Si guardavano negli occhi, si cercavano con i corpi come se tutto il resto non esistesse. C’era desiderio, sì, ma soprattutto c’era fiducia. La fiducia di chi si era concesso, poco a poco, e ora si ritrovava completamente. Mauro li guardava, non con gelosia, ma con un misto di desiderio e malinconia. Per un istante, si sentì fuori da quella storia. Un vero spettatore.
Quando la musica finì, un applauso lungo e sincero scosse l’aria, accompagnato dai sorrisi degli insegnanti e del pubblico. I ballerini conclusero con un piccolo inchino. Loretta si voltò, e il suo sguardo incrociò quello di Mauro. Un secondo appena, ma fu sufficiente a dire tutto: Non sei escluso. L’attesa è finita.
Dopo l’esibizione, tra abbracci, fotografie, bicchieri alzati e complimenti, Loretta prese la mano di Carlo e si allontanò con lui. Passarono davanti a Mauro, e lei si fermò. Lo guardò con dolcezza e un sorriso.
“Come siamo andati? Vieni con noi a festeggiare!”
Attraversarono il corridoio che portava alla zona fumatori e ai bagni del personale. Un luogo qualsiasi, che in quel momento sembrava lontano da tutto il resto del mondo.
Per un attimo, nessuno parlò. Solo respiri lenti, occhi che si cercavano.
Mauro fu il primo a rompere il silenzio. “Per un momento ho pensato che non ci fosse più un noi.”
Loretta si avvicinò, gli prese il volto tra le mani e lo baciò intensamente. “Non sei escluso. Ci stavamo preparando a questo.”
Carlo si avvicinò a sua volta, e, accompagnato dalla mano di Loretta sulla nuca, baciò profondamente Mauro. Poi, rivolgendosi a entrambi, sussurrò una frase che fece esplodere la brace ardente della passione fisica ed emotiva che li univa:
“Siamo noi. Godiamoci senza inibizioni questa notte.”