Aurora: La puttanella della porta accanto – Secondo Round
di
Angelo B
genere
prime esperienze
Aurora – La puttanella della porta accanto
Secondo Round – L’isola del peccato
di Angelo B
Genere: erotico / prime esperienze
⸻
Parte 5 – Fuga sul lago, discesa all’inferno
Aurora era impaziente. Il suo messaggio era stato chiaro:
“Portami via. Voglio essere tua. Tua troia. Senza limiti.”
Così presi la barca e la portai sull’isoletta segreta in mezzo al lago di Como. Nessuno ci avrebbe disturbati. Nessuna regola. Solo acqua, silenzio e voglia.
Appena sbarcati, Aurora si spogliò.
Completamente.
Il vento le accarezzava la pelle nuda, i capelli scompigliati e gli occhi lucidi di desiderio. Il suo corpo era perfetto, giovane, affamato di cazzo e piacere.
Mi guardò con quel sorriso da puttanella che conoscevo bene.
«Qui posso urlare quanto voglio, vero?»
Annuii. Lei si avvicinò, mi slacciò i pantaloni, tirò fuori il cazzo e lo accarezzò con lentezza. Era già duro, pronto.
Si inginocchiò sull’erba dell’isola, aprì la bocca e lo prese. Me lo succhiava guardandomi dal basso, le labbra che scivolavano sulla pelle, la lingua che giocava sul glande, il respiro caldo contro le cosce.
Ogni tanto si fermava, si schiaffeggiava la faccia con il mio cazzo, poi riprendeva più a fondo.
Le presi la testa e la guidai dentro. Sempre più giù.
Poi la tirai su, la girai e glielo infilai nella fica da dietro, bagnatissima.
«Oh sì… sì! Spingilo dentro tutto! Voglio che mi scopi forte!»
Ogni colpo era un terremoto. Lei gemeva, si masturbava mentre la scopavo.
Non era sesso.
Era guerra.
⸻
Parte 6 – La morsa doppia
Aurora era a quattro zampe sull’erba, il culo alzato come un’offerta.
«Adesso me lo prendo in due posti. Voglio il tuo cazzo e voglio il plug. Insieme. Fammi male.»
Presi il plug nero, lubrificai il suo culo con calma. Quando glielo infilai, tremò.
«Dio… sì… mi sento piena… ma ne voglio di più.»
Le entrai in fica di nuovo. Forte. Lei spalancò la bocca e lasciò uscire un urlo.
La sua fica mi stringeva mentre il plug nel culo le aumentava il piacere.
Le affondavo dentro ancora, finché le gambe iniziarono a cedere.
«Mi sto aprendo tutta… sento tutto… mi sento scopata fino all’anima…»
Le stimolai il clitoride, le presi il collo.
«Vieni, troia. Vieni adesso. Fai esplodere tutto.»
E lei venne. Un’esplosione incontrollata.
Squirtò forte, tremava, urlava.
Io la raggiunsi, svuotandomi dentro.
Cadevamo sull’erba, nudi, devastati, legati da quella morsa doppia che nessuno avrebbe spezzato.
Parte 7 – Il rito del lago
La luna era alta, il lago immobile.
Aurora, ancora nuda e sporca di sborra, si alzò lentamente. Camminò fino alla riva. Sembrava una sacerdotessa del peccato, la sua pelle illuminata d’argento, il plug ancora nel culo, la fica rossa e gocciolante.
Si voltò verso di me, con lo sguardo pieno di una consapevolezza nuova.
«Ora consacrami. Qui. Davanti al lago. Voglio diventare la tua troia per sempre.»
Mi avvicinai. Lei si inginocchiò. Io la presi in mano, duro di nuovo. Glielo feci leccare lentamente, poi glielo spinsi in gola con forza.
Aurora ingoiava e tremava. Le sue mani sulle mie cosce, la sua bocca era calda, affamata, devota.
Quando mi staccai, la stesi a terra. Le allargai le gambe e la presi ancora. Ma questa volta fu diverso.
Fu un rito.
Ogni colpo era una promessa.
Ogni spinta un marchio.
Ogni gemito il segno che ormai non c’era più via di ritorno.
Scopai Aurora fino a svuotarmi del tutto dentro di lei. Con lei. Per lei.
E lei venne con me. Un orgasmo muto, profondo, eterno.
⸻
Epilogo – L’isola del peccato
Quando ci svegliammo, il sole stava sorgendo.
Il plug era ancora dentro.
Il sapore di sborra sulla sua bocca.
Le cosce sporche, la pelle segnata, l’anima marchiata.
Aurora non era più solo la puttanella della porta accanto. Era la mia creatura. La mia complice. Il mio specchio di perversione.
Su quell’isola, avevamo fatto l’amore fino a strappare via ogni maschera.
Non c’erano più ruoli. Solo cazzo, fica, culo e voglia.
Ci vestimmo senza parlare.
Ma sapevamo entrambi che l’isola ci aveva cambiati.
E che saremmo tornati.
Per un altro round.
Perché con Aurora, il piacere non finisce mai.
Secondo Round – L’isola del peccato
di Angelo B
Genere: erotico / prime esperienze
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Parte 5 – Fuga sul lago, discesa all’inferno
Aurora era impaziente. Il suo messaggio era stato chiaro:
“Portami via. Voglio essere tua. Tua troia. Senza limiti.”
Così presi la barca e la portai sull’isoletta segreta in mezzo al lago di Como. Nessuno ci avrebbe disturbati. Nessuna regola. Solo acqua, silenzio e voglia.
Appena sbarcati, Aurora si spogliò.
Completamente.
Il vento le accarezzava la pelle nuda, i capelli scompigliati e gli occhi lucidi di desiderio. Il suo corpo era perfetto, giovane, affamato di cazzo e piacere.
Mi guardò con quel sorriso da puttanella che conoscevo bene.
«Qui posso urlare quanto voglio, vero?»
Annuii. Lei si avvicinò, mi slacciò i pantaloni, tirò fuori il cazzo e lo accarezzò con lentezza. Era già duro, pronto.
Si inginocchiò sull’erba dell’isola, aprì la bocca e lo prese. Me lo succhiava guardandomi dal basso, le labbra che scivolavano sulla pelle, la lingua che giocava sul glande, il respiro caldo contro le cosce.
Ogni tanto si fermava, si schiaffeggiava la faccia con il mio cazzo, poi riprendeva più a fondo.
Le presi la testa e la guidai dentro. Sempre più giù.
Poi la tirai su, la girai e glielo infilai nella fica da dietro, bagnatissima.
«Oh sì… sì! Spingilo dentro tutto! Voglio che mi scopi forte!»
Ogni colpo era un terremoto. Lei gemeva, si masturbava mentre la scopavo.
Non era sesso.
Era guerra.
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Parte 6 – La morsa doppia
Aurora era a quattro zampe sull’erba, il culo alzato come un’offerta.
«Adesso me lo prendo in due posti. Voglio il tuo cazzo e voglio il plug. Insieme. Fammi male.»
Presi il plug nero, lubrificai il suo culo con calma. Quando glielo infilai, tremò.
«Dio… sì… mi sento piena… ma ne voglio di più.»
Le entrai in fica di nuovo. Forte. Lei spalancò la bocca e lasciò uscire un urlo.
La sua fica mi stringeva mentre il plug nel culo le aumentava il piacere.
Le affondavo dentro ancora, finché le gambe iniziarono a cedere.
«Mi sto aprendo tutta… sento tutto… mi sento scopata fino all’anima…»
Le stimolai il clitoride, le presi il collo.
«Vieni, troia. Vieni adesso. Fai esplodere tutto.»
E lei venne. Un’esplosione incontrollata.
Squirtò forte, tremava, urlava.
Io la raggiunsi, svuotandomi dentro.
Cadevamo sull’erba, nudi, devastati, legati da quella morsa doppia che nessuno avrebbe spezzato.
Parte 7 – Il rito del lago
La luna era alta, il lago immobile.
Aurora, ancora nuda e sporca di sborra, si alzò lentamente. Camminò fino alla riva. Sembrava una sacerdotessa del peccato, la sua pelle illuminata d’argento, il plug ancora nel culo, la fica rossa e gocciolante.
Si voltò verso di me, con lo sguardo pieno di una consapevolezza nuova.
«Ora consacrami. Qui. Davanti al lago. Voglio diventare la tua troia per sempre.»
Mi avvicinai. Lei si inginocchiò. Io la presi in mano, duro di nuovo. Glielo feci leccare lentamente, poi glielo spinsi in gola con forza.
Aurora ingoiava e tremava. Le sue mani sulle mie cosce, la sua bocca era calda, affamata, devota.
Quando mi staccai, la stesi a terra. Le allargai le gambe e la presi ancora. Ma questa volta fu diverso.
Fu un rito.
Ogni colpo era una promessa.
Ogni spinta un marchio.
Ogni gemito il segno che ormai non c’era più via di ritorno.
Scopai Aurora fino a svuotarmi del tutto dentro di lei. Con lei. Per lei.
E lei venne con me. Un orgasmo muto, profondo, eterno.
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Epilogo – L’isola del peccato
Quando ci svegliammo, il sole stava sorgendo.
Il plug era ancora dentro.
Il sapore di sborra sulla sua bocca.
Le cosce sporche, la pelle segnata, l’anima marchiata.
Aurora non era più solo la puttanella della porta accanto. Era la mia creatura. La mia complice. Il mio specchio di perversione.
Su quell’isola, avevamo fatto l’amore fino a strappare via ogni maschera.
Non c’erano più ruoli. Solo cazzo, fica, culo e voglia.
Ci vestimmo senza parlare.
Ma sapevamo entrambi che l’isola ci aveva cambiati.
E che saremmo tornati.
Per un altro round.
Perché con Aurora, il piacere non finisce mai.
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6.5
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