Senza Filtro – La Fame di Noi Due

di
genere
prime esperienze

1. Non bussava più

Angelo

Non bussava più.

Aurora entrava. Si toglieva il cappotto con lentezza, lasciando cadere a terra ogni pezzo di pudore.
Era nuda sotto.
Lo faceva per me. Per il mio sguardo. Per il mio cazzo.

E bastava un suo sorriso per farmi indurire all’istante.

— Fammi tua. Ma oggi… spaccami — mi disse quel giorno.

Poche parole.
Puro veleno erotico.

La piegai sul tavolo della cucina.
Gonna alzata. Cosce aperte.
Fica bagnata, già in attesa.

La presi.
Senza preamboli.
Un colpo secco, profondo, dritto fino in gola.
Aurora urlò. Di piacere.
Il tavolo tremò.

I miei colpi erano martellate.
Il suo culo vibrava contro il mio bacino.
La sua voce si rompeva a ogni affondo.

La volevo tutta.
Anima, pelle, e soprattutto quei due buchi che sapevano di dannazione.



2. Io non chiedevo altro

Aurora

Lo volevo così.
Crudo.
Violento.
Mio.

Appena entrata, avevo già la fica bagnata.
Sentivo il battito lì sotto, tra le gambe.
E quando mi ha sbattuta sul tavolo, ho capito: stava per prendermi come gli avevo chiesto.

Il suo cazzo dentro di me era una sentenza.
Ogni colpo era preciso.
Mi spingeva via, mi riempiva, mi faceva urlare.
E io gli davo tutto.

Poi le sue dita sul mio culo.
Lo allargò.
Ci passò la lingua.
Mi sciolsi.
Mi voltai e sussurrai:

— Se vuoi… prendimi anche lì. Sono tutta tua.

E lui lo fece.



3. Dentro tutto

Angelo

La portai in camera.
Nuda.
Sudata.
Già devastata da quel primo giro.

Si mise a quattro zampe.
Offerta. Aperta. Pronta.

Le baciai la schiena. Poi il culo.
Poi lo leccai.
Tutto.
Aurora gemeva, ansimava, sussurrava parole che sembravano preghiere sporche.

E io le entrai nel buco.
Lentamente.
Con rispetto e furia insieme.

Lei urlò.
Ma non per dolore.
Perché lo voleva lì.
Lo voleva tutto.

Le accarezzavo la fica mentre la possedevo da dietro.
Un dito dentro. Poi due.
Il mio cazzo nel culo.
Il mio respiro sul suo collo.

— Sei mia — le dissi.
— Per sempre. Oggi. Qui.



4. Una bocca, una fame

Aurora

Quando l’ho sentito venire, tremare, vibrare… me lo ha messo in bocca.
L’ho preso.
Tutto.
Lungo. Gonfio. Caldo.

Gli occhi negli occhi.
Lo volevo sentire esplodere sulla lingua.
E così fu.

Me lo sono bevuto.
Con fame.
Con amore.
Con malizia.

Mi sentivo viva.
Piena.
Sporca e felice.

Poi crollammo sul letto.
Nudi.
Sudati.
Consumati.



5. All’alba

Angelo

All’alba mi svegliò la sua bocca.

Mi stava succhiando piano, lentamente, con la delicatezza di chi conosce ogni centimetro della mia anima.
Le accarezzai i capelli.
Non dissi niente.
Era lei.
La mia Aurora.

Poi salì su di me.
Mi cavalcò.
Lo sguardo fisso nei miei occhi.
La sua fica mi stringeva come se volesse trattenermi dentro per sempre.

Ogni movimento era un colpo d’arte.
Ogni gemito, una poesia.

Venne tremando.
E io dietro.



6. Ma non era finita

Aurora

Avevo ancora fame.
Il corpo pieno.
L’anima a pezzi.
Ma il bisogno… era ancora lì.

Mi inginocchiai.
Lo presi in bocca di nuovo.
Poi mi girai.
A quattro zampe.
Il culo in alto.

— Prendimi. Ancora. Ma stavolta… distruggimi.

E lì… è successo.



7. La scopata epocale

Angelo

Mi ci sono infilato come un toro impazzito.
Le mani sui fianchi.
Il cazzo dentro.
Fino in fondo.
Nessuna pietà.

Aurora gridava, si contorceva, gemeva il mio nome come una preghiera.

Poi la sollevai in piedi.
Contro il muro.
Il suo culo sbatteva contro l’intonaco.
Le sue gambe intorno ai miei fianchi.
La sua fica mi divorava.

— Vienimi dentro. Fammi tua. Fammi male. Fammi restare.

E io venni.
Con tutta la mia anima.

Dentro.
Profondo.
Totale.

Una scopata epocale.
Una fine.
Un inizio.



Fine.

Una storia così non finisce.
Brucia.
Resta.
Si incide sulla pelle.
E sul cuore.
Senza filtro.
scritto il
2025-07-09
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