Il sogno proibito di Caterina
di
Angelo B
genere
confessioni
Prefazione
Ci sono desideri che si nascondono dietro il velo sottile della realtà, sogni proibiti che si agitano nell’ombra della mente, pronti a esplodere quando meno te lo aspetti.
È un gioco sottile tra fantasia e verità, un invito irresistibile a lasciarsi andare, a sfiorare i confini del piacere con la dolcezza della trasgressione.
In questo racconto, il confine tra il sogno e il desiderio si dissolve, lasciandoci intrappolati in un vortice di sguardi, carezze e sensazioni che sembrano reali, anche se nati solo dalla mente.
Lì, in quella notte senza tempo, la figura di una donna elegante e inarrivabile diventa il centro di un universo pulsante di passione.
Preparatevi a immergervi nel sogno proibito, dove ogni tocco è una promessa, ogni respiro un incanto, e il piacere diventa un gioco di luce e ombra, di dolcezza e fuoco.
⸻
Non era una notte qualunque. C’era qualcosa nell’aria — forse la luna piena, forse il vino, forse solo lei.
Caterina. Sì, proprio lei. Quella che in TV sembrava irraggiungibile, composta, perfetta. Quella sera, invece, era davanti a me, reale, sorridente, e con uno sguardo che non avevo mai visto.
Il suo vestito nero sembrava fatto apposta per far impazzire chiunque. Le gambe accavallate, i capelli raccolti con cura, e quella voce calda che mi penetrava dentro.
Parlava… ma io sentivo solo il battito accelerato del mio cazzo.
Quando si alzò e si avvicinò, poggiandomi le mani sulle cosce, il tempo si fermò.
— «Posso?»
Lo disse senza aspettare risposta.
Mi sbottonò i pantaloni con calma. Il mio cazzo era già duro, pulsante, e lei lo guardò come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
Lo prese tra le dita, accarezzandolo con sicurezza, poi si abbassò lentamente sulle ginocchia.
Il calore della sua bocca mi travolse in un istante. Era dolce, lenta, ma decisa.
Mi prese in bocca come se fosse un dono proibito.
Mi guardava dal basso, con quegli occhi pieni di malizia e controllo. La sua lingua scivolava intorno al glande, poi giù, fino a inghiottirmi quasi tutto.
Non sapevo più se respiravo.
Ero in estasi.
Ero nel mio sogno proibito.
Ogni gesto era perfetto.
Ogni movimento delle sue labbra, ogni succhiata profonda, era un regalo.
Il piacere cresceva, incontrollabile, e io non volevo svegliarmi. Non ancora.
Lei aumentò il ritmo, lo sentiva. Mi voleva portare al limite, tenermi lì, in bilico tra cielo e follia.
Quando venni, lo fece senza smettere.
Ingoiò tutto.
Poi si leccò le labbra con quel sorriso da regina.
— «Sogna meglio la prossima volta…»
Mi sussurrò all’orecchio.
E sparì.
Ma il sogno non finì lì.
Improvvisamente la scena cambiò, la stanza si riempì di un’intensità nuova. Lei era di nuovo lì, più vicina che mai, con quegli occhi incandescenti che promettevano fuoco.
Mi prese per mano e mi condusse sul letto, le lenzuola fresche e profumate di muschio.
Il suo corpo si appoggiò al mio, caldo, morbido, irresistibile.
Le sue mani esploravano, sfioravano, accendevano ogni centimetro della mia pelle.
Sentii le sue labbra scendere sul collo, mordicchiare piano, mentre le sue dita si intrecciavano ai miei capelli.
Poi la sua bocca trovò la mia, calda, avvolgente, e il bacio si fece urgente, quasi disperato.
Lei mi sfidava, mi desiderava, e io ero pronto a seguirla ovunque.
Le nostre pelle si cercavano, si fondevano in un ritmo antico e perfetto.
La sentii spostarsi sopra di me, lenta, regina del mio desiderio.
Il suo corpo si muoveva con grazia e potenza insieme, in un gioco di controllo e abbandono.
Sentii la sua figa calda, stretta intorno a me, mentre ci muovevamo in perfetta sintonia.
Il piacere saliva, esplodeva, vibrava dentro di noi come un’onda inarrestabile.
Era tutto immaginario, eppure così vero.
Ogni tocco, ogni respiro, ogni gemito era così intenso da bruciare.
Non volevo svegliarmi da quel sogno.
Non volevo perdere quel momento in cui tutto era possibile, e lei era mia, completamente.
Quando il culmine arrivò, fu un’esplosione di piacere puro, un fuoco che ci consumava entrambi, lasciandoci senza fiato, abbracciati, ancora uniti da quella magia.
Poi, finalmente, la luce del mattino mi svegliò.
Il sogno proibito si concluse, ma la sua traccia restò nella pelle e nella mente, un ricordo che avrei custodito per sempre.
Ci sono desideri che si nascondono dietro il velo sottile della realtà, sogni proibiti che si agitano nell’ombra della mente, pronti a esplodere quando meno te lo aspetti.
È un gioco sottile tra fantasia e verità, un invito irresistibile a lasciarsi andare, a sfiorare i confini del piacere con la dolcezza della trasgressione.
In questo racconto, il confine tra il sogno e il desiderio si dissolve, lasciandoci intrappolati in un vortice di sguardi, carezze e sensazioni che sembrano reali, anche se nati solo dalla mente.
Lì, in quella notte senza tempo, la figura di una donna elegante e inarrivabile diventa il centro di un universo pulsante di passione.
Preparatevi a immergervi nel sogno proibito, dove ogni tocco è una promessa, ogni respiro un incanto, e il piacere diventa un gioco di luce e ombra, di dolcezza e fuoco.
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Non era una notte qualunque. C’era qualcosa nell’aria — forse la luna piena, forse il vino, forse solo lei.
Caterina. Sì, proprio lei. Quella che in TV sembrava irraggiungibile, composta, perfetta. Quella sera, invece, era davanti a me, reale, sorridente, e con uno sguardo che non avevo mai visto.
Il suo vestito nero sembrava fatto apposta per far impazzire chiunque. Le gambe accavallate, i capelli raccolti con cura, e quella voce calda che mi penetrava dentro.
Parlava… ma io sentivo solo il battito accelerato del mio cazzo.
Quando si alzò e si avvicinò, poggiandomi le mani sulle cosce, il tempo si fermò.
— «Posso?»
Lo disse senza aspettare risposta.
Mi sbottonò i pantaloni con calma. Il mio cazzo era già duro, pulsante, e lei lo guardò come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
Lo prese tra le dita, accarezzandolo con sicurezza, poi si abbassò lentamente sulle ginocchia.
Il calore della sua bocca mi travolse in un istante. Era dolce, lenta, ma decisa.
Mi prese in bocca come se fosse un dono proibito.
Mi guardava dal basso, con quegli occhi pieni di malizia e controllo. La sua lingua scivolava intorno al glande, poi giù, fino a inghiottirmi quasi tutto.
Non sapevo più se respiravo.
Ero in estasi.
Ero nel mio sogno proibito.
Ogni gesto era perfetto.
Ogni movimento delle sue labbra, ogni succhiata profonda, era un regalo.
Il piacere cresceva, incontrollabile, e io non volevo svegliarmi. Non ancora.
Lei aumentò il ritmo, lo sentiva. Mi voleva portare al limite, tenermi lì, in bilico tra cielo e follia.
Quando venni, lo fece senza smettere.
Ingoiò tutto.
Poi si leccò le labbra con quel sorriso da regina.
— «Sogna meglio la prossima volta…»
Mi sussurrò all’orecchio.
E sparì.
Ma il sogno non finì lì.
Improvvisamente la scena cambiò, la stanza si riempì di un’intensità nuova. Lei era di nuovo lì, più vicina che mai, con quegli occhi incandescenti che promettevano fuoco.
Mi prese per mano e mi condusse sul letto, le lenzuola fresche e profumate di muschio.
Il suo corpo si appoggiò al mio, caldo, morbido, irresistibile.
Le sue mani esploravano, sfioravano, accendevano ogni centimetro della mia pelle.
Sentii le sue labbra scendere sul collo, mordicchiare piano, mentre le sue dita si intrecciavano ai miei capelli.
Poi la sua bocca trovò la mia, calda, avvolgente, e il bacio si fece urgente, quasi disperato.
Lei mi sfidava, mi desiderava, e io ero pronto a seguirla ovunque.
Le nostre pelle si cercavano, si fondevano in un ritmo antico e perfetto.
La sentii spostarsi sopra di me, lenta, regina del mio desiderio.
Il suo corpo si muoveva con grazia e potenza insieme, in un gioco di controllo e abbandono.
Sentii la sua figa calda, stretta intorno a me, mentre ci muovevamo in perfetta sintonia.
Il piacere saliva, esplodeva, vibrava dentro di noi come un’onda inarrestabile.
Era tutto immaginario, eppure così vero.
Ogni tocco, ogni respiro, ogni gemito era così intenso da bruciare.
Non volevo svegliarmi da quel sogno.
Non volevo perdere quel momento in cui tutto era possibile, e lei era mia, completamente.
Quando il culmine arrivò, fu un’esplosione di piacere puro, un fuoco che ci consumava entrambi, lasciandoci senza fiato, abbracciati, ancora uniti da quella magia.
Poi, finalmente, la luce del mattino mi svegliò.
Il sogno proibito si concluse, ma la sua traccia restò nella pelle e nella mente, un ricordo che avrei custodito per sempre.
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