Il Pompino Vero
di
Angelo B
genere
prime esperienze
La stanza era immersa in un silenzio caldo, ancora intriso dell’odore intenso e avvolgente della notte precedente. Sudore, pelle, desiderio che sembrava essersi depositato sulle pareti, sui lenzuoli arruffati, sui corpi stanchi ma ancora bramosi. L’aria era densa, carica di promesse appena sfiorate e di attese che ora si riaccendevano con prepotenza.
Thaise era inginocchiata davanti a te, i suoi occhi neri e profondi bruciavano di fame e dolcezza insieme. I capelli legati in una coda disordinata lasciavano scoperte le curve perfette del collo e delle spalle, mentre le labbra, lucide di saliva, si muovevano in un sorriso complice e malizioso. Non c’era bisogno di parole: ogni suo gesto era un invito chiaro, una chiamata al piacere.
Con un movimento lento e misurato, abbassò la canotta, liberando il seno turgido e i capezzoli scuri che si tendevano nell’aria calda. Il suo sguardo si fece più intenso, una sfida mista a una promessa.
«Tira fuori quel cazzo… voglio vedere quanto sei duro stamattina,» disse, la voce bassa e roca, piena di desiderio.
Tu obbedisti, lentamente, scivolando via gli slip e lasciando il membro a metà erezione, pulsante di attesa e bisogno. Lei si leccò le labbra, un sorriso malizioso che parlava più di mille parole.
«Nossa… este pau está com saudade da minha boca, né?» mormorò in portoghese, la lingua che accarezzava le labbra con dolcezza.
Le sue mani delicate ma decise presero il tuo cazzo e lo portarono alle sue labbra calde. La punta della lingua sfiorò il glande con una lentezza provocante, come se stesse assaggiando un frutto proibito. Poi iniziarono piccoli colpi rapidi, veloci, umidi e avvolgenti.
Il suo sguardo non si staccava dal tuo, profondo, intenso, carico di voglia. In ginocchio davanti a te, sembrava voler risucchiare ogni tensione, ogni desiderio, ogni piacere trattenuto.
Le sue labbra ti avvolgevano come seta, la bocca calda e umida era una carezza vibrante, mentre la lingua danzava con grazia e passione. Il respiro di Thaise si fece più affannoso, gli occhi si socchiusero mentre ti assaporava.
«Ti piace così?» chiese, la voce roca e piena di un languore irresistibile.
«Sì… continua… porca,» rispondesti, incapace di staccare gli occhi dai suoi.
Lei sorrise, un sorriso birichino e malizioso, poi abbassò ancora di più la testa, ingoiandoti con dolcezza.
«Uhm… ma che troia vuoi che sia? Vuoi che me lo ingoi tutto, fino in gola?»
Lo disse come una promessa, mentre la sua bocca ti stringeva più forte, iniziando a muoversi lentamente avanti e indietro. Sentivi la gola calda e umida accoglierti, un guanto perfetto che ti stringeva senza lasciare spazio.
Le sue mani scorrevano sulle tue cosce, afferrandole con decisione, mentre le unghie lasciavano lievi tracce di fuoco sulla pelle.
Il ritmo si fece più incalzante, la lingua pizzicava il frenulo, la bocca si chiudeva e si apriva in un gioco perfetto di calore e pressione.
I suoni che emetteva erano un misto di gemiti bassi, schiocchi bagnati e sospiri affannosi, una sinfonia di piacere che ti trascinava sempre più in profondità.
Ogni volta che si spingeva fino in fondo alla gola, sentivi la contrazione dei muscoli intorno a te, una sensazione che ti faceva tremare.
Lei annuiva, come se anche lei fosse travolta dal piacere.
«Che troia sei… vuoi che me lo ingoi tutto, vero?» chiese con tono basso, sfidandoti con quegli occhi neri.
«Sì, porca,» rispondesti, la voce rotta dall’emozione.
Lei rise piano, poi infilò due dita umide nella sua figa, emettendo un gemito che ti fece impazzire.
Le sue mani si muovevano sulle tue palle, accarezzandole dolcemente mentre la bocca non ti lasciava un attimo di tregua.
Il ritmo si fece frenetico, le labbra ti stringevano forte, la gola si apriva e si chiudeva in un gioco di dominio e abbandono.
Il respiro di Thaise diventava sempre più affannoso, il corpo tremava, le dita si muovevano veloci, bagnate e decise.
Quando sentì che stavi per esplodere, si fermò un istante, alzando la testa per guardarti negli occhi.
«Voglio vedere la tua faccia mentre ti svuoti in bocca,» sussurrò, la voce carica di brama.
Il piacere esplose in te come un incendio, una marea che travolse ogni pensiero.
Lei accolse ogni goccia con la bocca aperta, ingoiando tutto senza mai distogliere gli occhi dai tuoi.
Continuò a succhiarti anche mentre tremavi, spremendo ogni stilla di piacere, mentre le dita accarezzavano freneticamente il suo sesso bagnato.
Poi, con un sorriso da vera puttana, si sollevò lentamente, mostrando la bocca ancora piena di te.
«Guarda cosa mi hai fatto,» disse, la voce dolce e rovente insieme.
Aprì le labbra ancora piene e ingoiò tutto lentamente, come se quel sapore fosse una droga.
⸻
Mezzanotte era passata da poco quando Thaise tornò in camera. La luce soffusa delle candele dipingeva ombre morbide sulle sue curve, il volto illuminato da un sorriso famelico.
Indossava solo una vestaglia nera aperta sul davanti, niente altro a nascondere la pelle liscia e calda.
Camminava scalza, ogni passo una danza, i fianchi che oscillavano con grazia ipnotica.
Si fermò davanti a te, il respiro corto, gli occhi neri fissi nei tuoi.
«Te l’ho promesso stamattina… non l’ho dimenticato… il pompino vero.»
Senza dire altro, si inginocchiò sul tappeto tra le candele accese, prese il tuo cazzo in mano e ti guardò con uno sguardo che prometteva tempesta.
Bagnò tutto il membro con la lingua piatta, dipingendolo con la saliva, poi lo prese in bocca.
Quello che seguì fu un gioco di sensualità e potenza. I suoi movimenti erano profondi, precisi, una danza ipnotica di bocca, lingua e gola.
Alternava succhiate lente e cariche a colpi più duri e rabbiosi, sbattendo il cazzo in gola come una vera schiava del piacere.
Sbavava, gemeva, ti afferrava il culo con forza, tirandoti dentro come se volesse farti suo completamente.
La sua lingua non restava mai ferma, accarezzava, massaggiava e punzecchiava ogni centimetro del tuo cazzo.
Tra un gemito e l’altro, ti sussurrava in portoghese parole che ti mandavano fuori di testa:
«Tu vai gozar tão forte, que vai perder a alma…»
Lei non si fermava mai. La sua bocca era una macchina del piacere, vorace, instancabile.
Ti guardava dal basso con quegli occhi da diavola, divorando il tuo cazzo come fosse un tesoro prezioso.
Le sue dita scorrevano veloci sulla sua figa bagnata, mentre il suono bagnato del piacere riempiva la stanza.
Quando sentì il tuo corpo tremare, si fermò un attimo e ti guardò dritto negli occhi.
«Guarda me mentre mi vieni in bocca.»
E tu esplodesti.
Una ondata di piacere caldo e profondo ti travolse, mentre lei beveva tutto con una fame che sembrava insaziabile.
Continuò a succhiarti anche durante l’orgasmo, spremendoti fino all’ultima goccia.
Quando tremasti, si sollevò lentamente, mostrando la bocca piena di te, ingoiando ogni stilla senza mai distogliere gli occhi.
«Ancora non è finita…»
Si girò, posò le mani sul letto, mostrando il culo perfetto, lucido di piacere.
«Ora vieni dentro… fammi tua… riempimi anche qui… fammi urlare come una troia vera.»
Ti slanciasti su di lei senza esitazione, penetrandola con forza e passione. Lei si arcuò sotto di te, il corpo vibrante di desiderio e abbandono totale. I suoi gemiti riempivano la stanza, mescolandosi al ritmo incalzante del tuo respiro. Ogni spinta era un fuoco che ti consumava, un’onda che vi travolgeva entrambi in un’estasi senza fine.
Le sue mani afferravano le lenzuola, le unghie scavavano nella pelle mentre il suo corpo si muoveva in perfetta sintonia col tuo, ogni movimento un urlo di piacere.
Il sudore le imperlava la pelle lucida, e tu potevi sentire il suo calore avvolgerti, farti perdere ogni senso.
Quando entrambi sentiste il culmine avvicinarsi, il respiro si fece irregolare, il cuore batteva all’impazzata.
Lei si voltò, ti fissò negli occhi con un sorriso di pura conquista.
«Fammi tua, fammi tua per sempre,» sussurrò, mentre il piacere esplodeva in un vortice travolgente.
Rimaneste abbracciati, tremanti e appagati, mentre il mondo fuori svaniva, lasciando solo quel momento di passione infinita, promessa di notti senza fine.
Thaise era inginocchiata davanti a te, i suoi occhi neri e profondi bruciavano di fame e dolcezza insieme. I capelli legati in una coda disordinata lasciavano scoperte le curve perfette del collo e delle spalle, mentre le labbra, lucide di saliva, si muovevano in un sorriso complice e malizioso. Non c’era bisogno di parole: ogni suo gesto era un invito chiaro, una chiamata al piacere.
Con un movimento lento e misurato, abbassò la canotta, liberando il seno turgido e i capezzoli scuri che si tendevano nell’aria calda. Il suo sguardo si fece più intenso, una sfida mista a una promessa.
«Tira fuori quel cazzo… voglio vedere quanto sei duro stamattina,» disse, la voce bassa e roca, piena di desiderio.
Tu obbedisti, lentamente, scivolando via gli slip e lasciando il membro a metà erezione, pulsante di attesa e bisogno. Lei si leccò le labbra, un sorriso malizioso che parlava più di mille parole.
«Nossa… este pau está com saudade da minha boca, né?» mormorò in portoghese, la lingua che accarezzava le labbra con dolcezza.
Le sue mani delicate ma decise presero il tuo cazzo e lo portarono alle sue labbra calde. La punta della lingua sfiorò il glande con una lentezza provocante, come se stesse assaggiando un frutto proibito. Poi iniziarono piccoli colpi rapidi, veloci, umidi e avvolgenti.
Il suo sguardo non si staccava dal tuo, profondo, intenso, carico di voglia. In ginocchio davanti a te, sembrava voler risucchiare ogni tensione, ogni desiderio, ogni piacere trattenuto.
Le sue labbra ti avvolgevano come seta, la bocca calda e umida era una carezza vibrante, mentre la lingua danzava con grazia e passione. Il respiro di Thaise si fece più affannoso, gli occhi si socchiusero mentre ti assaporava.
«Ti piace così?» chiese, la voce roca e piena di un languore irresistibile.
«Sì… continua… porca,» rispondesti, incapace di staccare gli occhi dai suoi.
Lei sorrise, un sorriso birichino e malizioso, poi abbassò ancora di più la testa, ingoiandoti con dolcezza.
«Uhm… ma che troia vuoi che sia? Vuoi che me lo ingoi tutto, fino in gola?»
Lo disse come una promessa, mentre la sua bocca ti stringeva più forte, iniziando a muoversi lentamente avanti e indietro. Sentivi la gola calda e umida accoglierti, un guanto perfetto che ti stringeva senza lasciare spazio.
Le sue mani scorrevano sulle tue cosce, afferrandole con decisione, mentre le unghie lasciavano lievi tracce di fuoco sulla pelle.
Il ritmo si fece più incalzante, la lingua pizzicava il frenulo, la bocca si chiudeva e si apriva in un gioco perfetto di calore e pressione.
I suoni che emetteva erano un misto di gemiti bassi, schiocchi bagnati e sospiri affannosi, una sinfonia di piacere che ti trascinava sempre più in profondità.
Ogni volta che si spingeva fino in fondo alla gola, sentivi la contrazione dei muscoli intorno a te, una sensazione che ti faceva tremare.
Lei annuiva, come se anche lei fosse travolta dal piacere.
«Che troia sei… vuoi che me lo ingoi tutto, vero?» chiese con tono basso, sfidandoti con quegli occhi neri.
«Sì, porca,» rispondesti, la voce rotta dall’emozione.
Lei rise piano, poi infilò due dita umide nella sua figa, emettendo un gemito che ti fece impazzire.
Le sue mani si muovevano sulle tue palle, accarezzandole dolcemente mentre la bocca non ti lasciava un attimo di tregua.
Il ritmo si fece frenetico, le labbra ti stringevano forte, la gola si apriva e si chiudeva in un gioco di dominio e abbandono.
Il respiro di Thaise diventava sempre più affannoso, il corpo tremava, le dita si muovevano veloci, bagnate e decise.
Quando sentì che stavi per esplodere, si fermò un istante, alzando la testa per guardarti negli occhi.
«Voglio vedere la tua faccia mentre ti svuoti in bocca,» sussurrò, la voce carica di brama.
Il piacere esplose in te come un incendio, una marea che travolse ogni pensiero.
Lei accolse ogni goccia con la bocca aperta, ingoiando tutto senza mai distogliere gli occhi dai tuoi.
Continuò a succhiarti anche mentre tremavi, spremendo ogni stilla di piacere, mentre le dita accarezzavano freneticamente il suo sesso bagnato.
Poi, con un sorriso da vera puttana, si sollevò lentamente, mostrando la bocca ancora piena di te.
«Guarda cosa mi hai fatto,» disse, la voce dolce e rovente insieme.
Aprì le labbra ancora piene e ingoiò tutto lentamente, come se quel sapore fosse una droga.
⸻
Mezzanotte era passata da poco quando Thaise tornò in camera. La luce soffusa delle candele dipingeva ombre morbide sulle sue curve, il volto illuminato da un sorriso famelico.
Indossava solo una vestaglia nera aperta sul davanti, niente altro a nascondere la pelle liscia e calda.
Camminava scalza, ogni passo una danza, i fianchi che oscillavano con grazia ipnotica.
Si fermò davanti a te, il respiro corto, gli occhi neri fissi nei tuoi.
«Te l’ho promesso stamattina… non l’ho dimenticato… il pompino vero.»
Senza dire altro, si inginocchiò sul tappeto tra le candele accese, prese il tuo cazzo in mano e ti guardò con uno sguardo che prometteva tempesta.
Bagnò tutto il membro con la lingua piatta, dipingendolo con la saliva, poi lo prese in bocca.
Quello che seguì fu un gioco di sensualità e potenza. I suoi movimenti erano profondi, precisi, una danza ipnotica di bocca, lingua e gola.
Alternava succhiate lente e cariche a colpi più duri e rabbiosi, sbattendo il cazzo in gola come una vera schiava del piacere.
Sbavava, gemeva, ti afferrava il culo con forza, tirandoti dentro come se volesse farti suo completamente.
La sua lingua non restava mai ferma, accarezzava, massaggiava e punzecchiava ogni centimetro del tuo cazzo.
Tra un gemito e l’altro, ti sussurrava in portoghese parole che ti mandavano fuori di testa:
«Tu vai gozar tão forte, que vai perder a alma…»
Lei non si fermava mai. La sua bocca era una macchina del piacere, vorace, instancabile.
Ti guardava dal basso con quegli occhi da diavola, divorando il tuo cazzo come fosse un tesoro prezioso.
Le sue dita scorrevano veloci sulla sua figa bagnata, mentre il suono bagnato del piacere riempiva la stanza.
Quando sentì il tuo corpo tremare, si fermò un attimo e ti guardò dritto negli occhi.
«Guarda me mentre mi vieni in bocca.»
E tu esplodesti.
Una ondata di piacere caldo e profondo ti travolse, mentre lei beveva tutto con una fame che sembrava insaziabile.
Continuò a succhiarti anche durante l’orgasmo, spremendoti fino all’ultima goccia.
Quando tremasti, si sollevò lentamente, mostrando la bocca piena di te, ingoiando ogni stilla senza mai distogliere gli occhi.
«Ancora non è finita…»
Si girò, posò le mani sul letto, mostrando il culo perfetto, lucido di piacere.
«Ora vieni dentro… fammi tua… riempimi anche qui… fammi urlare come una troia vera.»
Ti slanciasti su di lei senza esitazione, penetrandola con forza e passione. Lei si arcuò sotto di te, il corpo vibrante di desiderio e abbandono totale. I suoi gemiti riempivano la stanza, mescolandosi al ritmo incalzante del tuo respiro. Ogni spinta era un fuoco che ti consumava, un’onda che vi travolgeva entrambi in un’estasi senza fine.
Le sue mani afferravano le lenzuola, le unghie scavavano nella pelle mentre il suo corpo si muoveva in perfetta sintonia col tuo, ogni movimento un urlo di piacere.
Il sudore le imperlava la pelle lucida, e tu potevi sentire il suo calore avvolgerti, farti perdere ogni senso.
Quando entrambi sentiste il culmine avvicinarsi, il respiro si fece irregolare, il cuore batteva all’impazzata.
Lei si voltò, ti fissò negli occhi con un sorriso di pura conquista.
«Fammi tua, fammi tua per sempre,» sussurrò, mentre il piacere esplodeva in un vortice travolgente.
Rimaneste abbracciati, tremanti e appagati, mentre il mondo fuori svaniva, lasciando solo quel momento di passione infinita, promessa di notti senza fine.
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