Il viaggio dell’eccesso

di
genere
trio

Nicole & Gis – Treno, Business, Bagno)

Il treno ad alta velocità correva verso sud, fischiando tra le gallerie e i viadotti. La carrozza era quasi vuota, solo qualche viaggiatore distratto e, nel mio scompartimento riservato, loro due: Nicole e Gis.

La prima con una minigonna assassina che lasciava intravedere le sue cosce dorate e lisce, la seconda con una camicia sbottonata quel tanto che bastava per far scivolare lo sguardo giù, fino al reggiseno in pizzo nero.

Le porte scorrevoli si erano appena chiuse. Silenzio. Nessun controllore. Nessun annuncio. Solo il ronzio del treno e i loro occhi addosso a me.

«Hai voglia di giocare?» sussurrò Nicole, sedendosi sulle mie gambe, le sue mutandine sottili già bagnate, il calore del suo sesso che premeva deciso.

«Non resisto più» disse Gis, inginocchiandosi tra i sedili, aprendo la mia zip con una fame che conoscevo bene.
Il mio cazzo era già duro, gonfio, pronto. Le sue labbra lo accolsero subito, senza esitazioni, mentre Nicole iniziava a muoversi a ritmo lento, sfregandosi sopra di me.

«Guardami negli occhi mentre ti scopo così…» mi disse Nicole, senza smettere di muoversi.
La lingua di Gis non dava tregua, alternando leccate lente a succhiate profonde, come se ogni centimetro del mio piacere le appartenesse.

Le mani di Nicole si aggrappavano alle spalle, il suo respiro diventava un rantolo di piacere. Era fradicia. Aprii la camicetta, le slacciai il reggiseno e afferrai i suoi seni, sodi, perfetti, con i capezzoli duri che cercavano la mia bocca.

Intanto Gis si alzò, si mise di schiena sopra il sedile e abbassò i pantaloni.
«Voglio sentirlo nel culo» disse.
Nicole si alzò un attimo, mi liberò completamente, e poi toccò Gis mentre io la prendevo, piano all’inizio, poi sempre più forte.

Le urla erano soffocate, trattenute tra i morsi e i gemiti.
«Sporcami tutta dentro, voglio sentire ogni tua goccia» ansimava Gis.
Nicole si stava masturbando guardandoci, impazzita, con due dita dentro e una sul clitoride, le cosce tremanti, la bocca aperta in un’estasi totale.

Il treno correva, e noi con lui. Un viaggio di carne, gemiti e voglia.



Il secondo round fu ancora più audace. Nicole mi prese per mano e mi sussurrò all’orecchio:
«Vieni con noi… in Business.»

Attraversammo le carrozze come se nulla fosse. Pochi passeggeri, uno steward in fondo che fingeva di non vedere. Ma i loro occhi lo avevano già catturato. Sapeva che non avrebbe dimenticato quella scena.

Arrivati in Business, Nicole prese posto accanto al finestrino e si mise a cavalcioni.
Non aspettò. Si sollevò la gonna e si infilò il mio cazzo con un unico affondo, bagnata e pronta.

«Adesso fammi tua davanti a tutti, anche se c’è chi guarda…» sibilò.
Le sue chiappe sbattevano contro il mio bacino, il suono umido di carne contro carne si mescolava al ronzio del treno.

Gis, seduta accanto, le gambe spalancate e due dita a scavare il suo piacere.
«Scopala forte… fammi godere guardandovi.»

Nicole si strinse più forte, il suo respiro rovente sul mio collo, mentre Gis si inginocchiava di nuovo tra i sedili larghi, e iniziava a leccare tutto, sopra e sotto, leccava i nostri liquidi, il mio piacere che scivolava e colava.

«Vieni dentro. Voglio sentirti spararmi tutto» ansimava Nicole.
E così fu. Esplosi ancora dentro di lei, mentre Gis raccoglieva tutto con la bocca e la lingua.

Nicole tremava, si lasciò cadere sul mio petto, esausta. Gis si sedette tra le nostre gambe, sporca, lucida, sorridente.

«Il prossimo round… in bagno. Lì non ci sarà pietà.»



Terzo round – Il bagno

Il bagno della carrozza era minuscolo, sporco, metallico. Ma perfetto per quello che avevano in mente. Entrammo in tre. Il chiavistello scattò. Il treno sobbalzò. E tutto divenne carne e respiro.

Gis mi spogliò di colpo, si mise in ginocchio, si tolse le mutandine e le strinse in mano come un feticcio bagnato.

Nicole, già nuda, saliva sul lavandino e spalancava le gambe.

«Voglio il tuo cazzo in bocca mentre lei ti cavalca. Adesso.»

Gis lo prese in bocca, profonda, affamata. Nicole si sedette sopra, si calò su di me e iniziò a cavalcare con furore, sbattendo forte, senza freni.

«Fottimi finché grido, fammi svenire di goduria!»
Il bagno oscillava, i gemiti rimbombavano contro le pareti sottili.

Poi fu il turno di Gis. Mi voltò con forza, si piegò sul lavandino e si aprì dietro.
«Ora nel culo, senza dolcezza. Fammi male.»

Il mio cazzo, già madido, scivolò dentro di lei con un gemito selvaggio. Nicole guardava, toccandosi, urlando per l’eccitazione.

Colpi secchi, sordi, profondi.
Gis gemeva, sudava, tremava.
«Più forte… voglio uscire da qui con le gambe che non reggono.»

Quando esplosi di nuovo, urlai. Lei si girò di scatto e si fece finire in bocca, strofinandosi il viso col mio piacere. Nicole venne nel frattempo, toccandosi con rabbia, schizzando contro lo specchio appannato.



Silenzio.
Solo il rumore del treno che correva.

Tre corpi appoggiati, nudi, sfiniti.
Tre bocche sporche, sazie.
Tre anime perse nel delirio.

E il viaggio… non era ancora finito.
Epilogo – Soddisfatte, viziate, devastate

Scendemmo dal treno come se nulla fosse. Ma i nostri corpi… erano un campo di battaglia.
Nicole aveva i segni rossi delle mie mani sui fianchi. Gis camminava con lentezza, il suo culo devastato dal mio ultimo affondo nel bagno.
Ridevano. Leccandosi le labbra, guardandomi con quello sguardo da puttane felici.

«Hotel? No. Prima un garage. Vogliamo continuare. Voglio sentirtelo ancora dentro mentre Nicole mi lecca» sussurrò Gis.

Arrivammo in un parcheggio sotterraneo.
Nessuno. Solo silenzio e cemento.
Nicole si spogliò davanti al cofano della mia auto, e si sdraiò sopra.
«Scopami mentre le vengo in bocca. Fai di noi due la tua droga.»

Gis si inginocchiò. Infilò la lingua dentro Nicole con violenza, con fame. Io le presi da dietro, senza dirle nulla. Il suo culo era già pronto, gonfio, ancora aperto dal bagno.

Affondai. Fortissimo. Gis urlò in Nicole. Nicole tremava.
Il mio cazzo martellava.
Le mie mani stringevano le anche di Gis.
Il viso di Nicole era coperto dai fluidi di entrambe. Un’orgia a tre che sapeva di proibito, di animale, di puro godimento.

«Così, così… non smettere, dentro…» gemeva Nicole.

Gis non parlava. Le sue mani si erano strette al cofano, la bocca aperta in un orgasmo muto, mentre la riempivo. Un colpo. Poi un altro.
E quando venni, fu esplosivo: dentro Gis, che tremava, che rideva e piangeva insieme.

Nicole si fece sopraffare, si tolse tutto, aprì le gambe e si rotolò tra noi.
«Voglio essere tutta sporca. Voglio che mi veniate addosso insieme la prossima volta.»

Restammo così. Sudati. Sazi. Animali appagati.

Tre anime in un solo corpo. Un solo respiro. Una sola, sporca, infinita voglia.

Il viaggio era finito.
Ma la perversione… no.
Buona sega a chi legge.
scritto il
2025-06-23
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