Sotto gli occhi di tutti – Nicole e Gis alla festa

di
genere
trio

La musica pulsava come un cuore in piena corsa. Il salone era un turbine di luci rosse e corpi che ondeggiavano, ma tutto spariva ogni volta che loro due entravano nella mia visuale. Gis e Nicole. Le mie due droghe. Il mio vizio più indecente.

Nicole indossava un vestitino trasparente, il seno nudo sotto il velo nero, capezzoli duri e puntati verso il mondo. Nessun reggiseno. La minigonna così corta che bastava un respiro per far intravedere la figa rasata e gonfia sotto. Tacco a spillo, sguardo da puttanella consapevole.
Gis, più elegante ma non meno letale: pantaloni di pelle aderenti, camicetta lasciata aperta fino all’ombelico, senza nulla sotto. Il suo profumo mi arrivava addosso come uno schiaffo. Le curve, le labbra, il modo in cui guardava Nicole… era un invito alla perdizione.

Mi si avvicinarono insieme, spinte dalla voglia. Nicole mi sussurrò all’orecchio, la voce roca:
«Mi sento una troia stanotte. E ho bisogno di fartelo vedere. Di farmelo sentire.»
Le sue mani scivolarono direttamente sul mio cazzo sotto i pantaloni, in mezzo a tutta quella gente. Gis sorrideva, maliziosa, intanto che leccava lentamente l’orecchio della sua piccola amante.
«Faglielo vedere cosa sei diventata, amore mio.»

Nicole si mise davanti a me e lentamente si abbassò. Il vestitino si alzò appena, scoprendo la figa bagnata e pronta, senza mutandine.
«Guarda quanto sono bagnata solo per averti visto…»
Mi slacciò la cintura e tirò fuori il cazzo. A bocca aperta, con gli occhi fissi nei miei, iniziò a succhiarlo con una fame disperata. Sbavava, lo prendeva tutto, fino in fondo, mentre si masturbava sotto gli occhi di tutti.
«È la tua puttana, amore,» disse Gis accarezzandole i capelli. «Ma è anche la mia. E stasera… ce la prendiamo insieme. Davanti a tutti.»

La presi per le anche e la girai. Le alzai la minigonna e glielo infilai dentro con uno spinto secco.
«AH! Sì! Così! Dio, sì! Spaccami!»
Nicole si piegava in avanti mentre io la scopavo forte, dentro e fuori, senza pietà. Gis la baciava, le metteva le dita in bocca e le diceva:
«Prenditelo tutto, puttanella mia. Ti voglio sentire urlare mentre ti vieni con lui dentro.»

La figa era stretta, bagnata, viva. Il suo culo sbatteva contro il mio bacino con violenza, la gonna su, il cazzo affondato dentro come un martello.
Gis si tolse i pantaloni e si sedette su un divano con le gambe aperte.
«Quando ti svuota dentro, vieni a leccarmi. Voglio la sua sborra sulla tua lingua mentre mi lecchi la fica.»

Nicole urlò. Si venne. Forte. Con un tremito in tutto il corpo.
Io mi venni dentro di lei con un grugnito selvaggio. Ma la notte era solo all’inizio.



Nicole si inginocchiò, col respiro corto. Gis la afferrò per i capelli e la tirò verso sé.
«Ora vieni. Lecca. Sii la nostra troia fino in fondo.»
Nicole obbedì, leccando con furia tra le cosce della sua regina. Gis gemette, si aprì tutta, offrendo la figa come un premio.
Io, ancora duro, mi inginocchiai dietro Nicole. Le allargai le chiappe.
«Ora ti apro il culo.»
«Sì… sì cazzo… fammi tua anche lì…»

Le sputai sopra, infilai due dita, poi entrai. Lento, deciso. Il suo culo mi accolse con calore, stretto e umido di sborra e sudore.
«La mia troia… la mia bocca… il mio culo… tutto tuo…»
Gis godeva sulla lingua di Nicole. Io le sfondavo il culo con colpi profondi. Nicole gemeva come un animale.

La feci girare. Le presi la testa e iniziai a scoparle la gola.
Lei piangeva, soffocava, ma non si fermava. Gis le si montò sopra, la figa sulle labbra.
«Sto venendo sulla tua lingua… vieni anche tu, sborrale in gola… voglio vedertelo fare!»

Sborrai. Dentro la sua bocca. Lei lo prese tutto. Gis si venne in faccia a Nicole, con un gemito straziante.
Nicole era un disastro bellissimo: occhi lucidi, viso sporco, figa aperta, culo devastato. Inginocchiata come un dono agli dèi del vizio.



EPILOGO – Il trono del culo

Pensavo fosse il culmine. Ma mi sbagliavo.
Gis si chinò e disse:
«Ora leccala. Venerala. Il suo culo è diventato il centro del mondo.»
Nicole sollevò le anche, e io lo feci. Lo adorai. Lo baciai. Lo leccai a lungo.

Lo riscopai. Con lentezza. Con furia. Con gratitudine.

E lì, in quella stanza dove il mondo si era fermato, il culo di Nicole divenne il mio Paradiso.



ULTIMO ATTO – La notte più oscena che un uomo può desiderare

Pensavo fosse finita. Ma Nicole e Gis si guardarono.
«Stanotte non finisce,» disse Nicole. «Adesso si fa tutto quello che un uomo sogna… e che nemmeno osa chiedere.»

Mi portarono sopra, in una stanza rotonda, con specchi, toys, luci calde.
Mi legarono. Mi usarono. Mi presero. Fino all’estremo.

Nicole mi montò di culo. Gis mi cavalcò in faccia. Poi si scambiarono.
Le scopai una dentro l’altra. Culo, figa, bocca. Una sopra l’altra. Un solo corpo.

Mi vennero addosso. Ovunque. Con urla, lacrime e orgasmi.

Nicole si addormentò sopra Gis, con il mio seme che le colava dalle cosce.
Gis mi baciò sul petto e sussurrò:
«Da stanotte, non sei più solo nostro. Sei nostro schiavo. Del nostro piacere. Dei nostri corpi.»

E io, ancora duro, capii la verità.

Quella notte non era sesso.

Era l’inferno e il paradiso insieme.

E io…
…non volevo più andarmene.
scritto il
2025-06-23
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