Nudi sotto le Stelle Gis&Nicole

di
genere
trio

Prologo – Il Silenzio Prima del Fuoco

Il lago sembrava dormire. La sua superficie immobile rifletteva le ultime sfumature del tramonto, e la villa dietro di noi taceva. Nessun rumore, solo la brezza e il respiro leggero della sera. Le luci calde filtravano dalle vetrate, ma il vero calore era altrove.

Nicole uscì per prima, scalza, avvolta solo da un telo che lasciava intravedere i fianchi nudi. Lo lasciò cadere, con una lentezza provocante, proprio davanti alla piscina. Nuda, naturale, perfetta.
Si voltò, mi lanciò uno sguardo lento, profondo.
— «Fa caldo qui fuori. Ma tu… mi stai incendiando da dentro.»

Gis la seguì poco dopo. Indossava solo una camicia bianca lunga, sbottonata fino all’ombelico. Il tessuto le sfiorava appena i capezzoli, lasciando intravedere il seno. Ogni passo era un invito. Ogni movimento, una promessa.
Quando mi fu vicina, poggiò la fronte alla mia.
— «Stanotte non dormiamo. Non voglio dormire. Voglio ricordarmi ogni secondo… sulla pelle.»

Mi presero per mano. Una a sinistra, una a destra. Senza parole.
Ci muovemmo insieme, lentamente, come attratti da un richiamo invisibile.
Fuori, la notte ci aspettava.
Dentro, il desiderio ci divorava già.

Poi le luci della piscina si accesero, la superficie dell’acqua si accese d’argento.
Eravamo pronti.
Ma non per nuotare.



Capitolo Unico – Nudi sotto le Stelle

La piscina rifletteva le stelle. Nicole camminava piano sul bordo, i capelli sciolti e gocciolanti, il culo perfetto che brillava sotto la luna.
Gis era già immersa fino alla vita, i seni nudi fuori dall’acqua, la pelle liscia e tesa. Mi guardava. Tu pure.

— «Se non entri, vengo io a prenderti,» disse Gis, con quella voce roca e sfacciata.
— «Io lo voglio già dentro, stasera,» aggiunse Nicole, immergendosi lentamente, fino a far sparire tutto il suo corpo, lasciando fuori solo la testa e quel sorriso da puttana tenera.

Mi tolsi l’ultimo indumento, il mio cazzo già mezzo duro, e mi tuffai. L’acqua era tiepida. Le loro mani subito addosso.

Nicole mi baciò il petto, poi scese e si mise in apnea. Mi prese in bocca sotto l’acqua.
Il calore della sua lingua contrastava con la freschezza dell’acqua.
Slurp. Lenta. Affamata.

— «Te lo sta succhiando in apnea…» sussurrò Gis, leccandomi l’orecchio. «Vedi quanto ti ama?»

Mi spinsi indietro verso il bordo. Mi sedetti fuori, coi piedi in acqua.
Nicole riemerse, sputando l’acqua e ridendo. Poi si appoggiò al bordo e mi prese il cazzo con entrambe le mani.
— «Adesso voglio sedermi sopra. Così. In acqua. Con la luna che mi guarda mentre mi vieni dentro.»

E lo fece. Si abbassò lentamente, la sua figa calda che mi risucchiava centimetro per centimetro.
— «Oh, Dio… Sì… così… dentro tutta…»
Cominciò a muoversi, lentamente, l’acqua che si muoveva attorno ai nostri corpi.
Io la prendevo per il culo, la sollevavo, la risbattevo giù.

Gis intanto saliva alle mie spalle. Mi accarezzava, mi graffiava il petto.
Poi sussurrò:
— «Posso sedermi anche io? Ma sul tuo viso.»

Si mise sopra la mia bocca, a cavalcioni, mentre Nicole mi scopava il cazzo.
Il mio corpo era affogato nel piacere: la lingua persa tra le labbra di Gis, il cazzo avvolto dalla figa stretta di Nicole.

— «Guarda come ce lo stiamo godendo,» gemeva Gis.
— «Ce lo meritiamo. È nostro. E ci scopa da Dio…»

La pressione saliva. Nicole venne per prima. Urlò, tremò, si piegò su di me mentre il mio cazzo era ancora duro dentro.
Poi Gis si abbassò. Si inginocchiò accanto e mi guardò dritto.
— «Adesso voglio sentirti mentre vieni nel mio culo. Qua. Dentro di me. Davanti a lei.»

Si girò. Aprì le gambe. Sollevò il culo.
Lo sputai, lo aprii con le dita, lo guidai.
E lo spinsi dentro.

— «Sì! Così! Spingilo tutto!»
— «Scopale il culo, amore,» incitò Nicole, ancora ansimante. «Falle sentire che è tua.»

Affondai con forza. L’acqua che schizzava. Il mio cazzo dentro l’ano stretto e bollente di Gis.
Le mani che le afferravano i fianchi. Il suo corpo che tremava. Nicole che si leccava davanti a noi.

Poi arrivò il momento.

— «Sto venendo!»
— «Sì! Dentro il mio culo! Fallo!»
— «Riempila tutta! Davanti a me!»

Sborrai con una forza che mi tolse il respiro.
Gis si lasciò cadere su di me. Nicole ci raggiunse. Leccò il mio cazzo mentre lo sfilavo dal culo di sua zia.
— «Guarda che bel casino…» disse, succhiando le ultime gocce.

Tre corpi. Bagnati. Sporchi. Uniti sotto le stelle.
Silenzio. Respiro. Calore.

Nicole si avvicinò a Gis. Le accarezzò il ventre, poi la prese per la mano e si inginocchiò davanti a me.
— «Facciamolo ancora. Una volta. Solo una. Tutte insieme. Sotto il cielo, senza più parole.»

Gis si sdraiò sul bordo della piscina. Le gambe aperte. I seni tesi.
Nicole si stese sopra di lei, bocca contro bocca, figa contro figa.
E io… mi misi dietro. In ginocchio.

Li guardai così. Il mio cazzo già di nuovo duro.
— «Chi la prende per prima?»
— «Tutte. Ma inizi da me,» sussurrò Nicole.
— «Poi la zia. Poi… insieme.»

Spalancò il culo, e lo infilai dentro di nuovo.
Ma stavolta fu diverso.

Lei sopra Gis. Il mio cazzo che la scopava da dietro.
E sotto… la figa di Gis che si sfregava con la sua.

Nicole gemeva.
Gis le accarezzava i capelli.
Io le tenevo per i fianchi e le spingevo contro di me.

Era un’orgia perfetta. Ma non sporca.
Era nostra. Sacra.

Il ritmo diventava più forte. Più profondo. Nicole cominciò a urlare.
— «Sto venendo! Sto venendo!»
E Gis:
— «Sì! Vieni su di me! Così! Sporcami tutta!»

Vennero insieme. E io… non potevo più resistere.

Lo tirai fuori. E venni. Sulla schiena di Nicole, sul ventre di Gis, ovunque.
Con un urlo che fece tremare la notte.

Poi ci sdraiammo. Nudi. Sulla pietra calda.
Le stelle sopra. Il lago davanti. Il profumo della pelle e del sesso nell’aria.

Gis sussurrò:
— «La prossima volta, lo facciamo sul bordo. Tutti e tre, fuori. Senza limiti.»

Nicole rise, posandosi sul mio petto.
— «O magari… con qualcuna in più.»

Io chiusi gli occhi.

E per la prima volta, sapevo di essere davvero a casa.
scritto il
2025-06-19
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