Guendalina + Ricky

di
genere
prime esperienze

E’ sabato pomeriggio, Ricky, mio cugino, sta girovagando in casa mia, curiosa nella mia camera e rovista nel mio studio.
Io odio quando qualcuno ficca il naso tra le mie cose.
Sua mamma, che sarebbe mia zia, gli ha detto di riportarmi il mio vestitino che era da stringere un po’ in vita.
Lei fa la sarta, è molto brava. Appena Ricky se ne va lo provo, ma senz’altro andrà bene.
Ricky voleva che lo provassi subito, ma io preferisco essere da sola per controllarmi bene allo specchio.

Credo che lui volesse guardare mentre mi cambio, delle volte gli piace fare il maialino! Fa sempre lo sborone, ma a me fa anche tenerezza, per me è sempre il cuginetto più giovane.
Però adesso sta facendo casino sulla mia scrivania! Lo sgrido e gli dico di tornare subito qui che ho tirato fuori dal freezer il gelato.
Se ne arriva dicendo che ha notato il megaspecchio.
- Ti piace? bello eh?– domando.
- Cazzo, è una figata! – dice mentre affonda il cucchiaino nella crema al pistacchio. – Chissà quante cose vede, quando sei sola, eheheh…-
Ecco, come volevasi dimostrare. Non resiste, deve dire sempre certe battute.

Finiamo il gelato. Mentre sciacquo le due coppette nel lavandino della cucina gli chiedo notizie sulla sua ultima conquista, ma lui dice che per il momento non c’è nessuna conquista. Sta bene così, con il suo gruppo di amici.
Insomma, chiacchieriamo un po’ intanto che io mi metto lo smalto alle unghie.
Ricky mi dice che non vede l’ora di prendere la patente.
Che suo papà – mio zio Gianni – vuole che faccia Ingegneria ma a lui non interessa.
Che invece lui vorrebbe fare l’attore.
Gli dico che deve trasferirsi a Roma, se vuole fare l’attore.
Lui dice boh e alza le spalle.

Mi dice anche che qualche giorno fa ha visto le mutande di zia Caterina.
E’ la sorella più giovane di mia e sua mamma. Seno abbondante, come tutte le femmine della nostra famiglia. E aggiungo che ha anche un gran bel sedere. Io devo aver preso da lei.
Gli chiedo come ha fatto a vederle le mutande. Mi racconta che un giorno che è venuta a casa indossava una gonna corta. Si è seduta sul divano e, muovendosi, ha aperto un po’ le gambe e lui le ha viste.
Mutande nere, ha specificato.
Ed ha continuato dicendomi che da quel giorno si fa le seghe pensando alle mutande di zia Caterina.
Però dice che non è molto soddisfatto.

- Fatti una ragazza, Ricky – gli suggerisco.
- Che c’entra? tu ce l’hai un ragazzo? -
- Non più, quello che avevo l’ho mollato. -
- Non ti sculacciava? – mi domanda, e ride.
- Ma la smetti? Era solo una curiosità! -
- Però qualche giorno dopo mi hai chiesto il link del video, ahahah…-
- Ti ripeto, era solo curiosità – dico, un po’ infastidita.
- Sì sì, dillo che ti è piaciuto! -
Per chiudere il discorso vado in bagno a posare lo smalto.

- Dai Guenda, perché non ti provi il vestito? – mi dice quando torno.
- Ma no – rispondo – non c’è fretta, tanto so che sarà venuto bene. -
- Ma mia mamma mi ha detto espressamente di vedere quando lo indossi, devo vedere come ti sta, che poi glielo devo dire. -
- Sei un bugiardo, Ricky! Dì la verità, chissà cosa credi di vedere sotto il mio vestito! -
- Ma figurati, Guenda! Ti ho già vista un sacco di volte in costume! -
- Che scemo che sei, eravamo ragazzini.-
- Mica tanto. L’ultima volta è stata due estati fa a Sperlonga e... -
- Sì, hai ragione. Quell’anno Maturità e poi bellissima vacanza in Irlanda con le amiche. Ma poi metà agosto a Sperlonga con i miei e la tua famiglia. E tu eri ancora un ragazzino rompiballe. -
- Un giorno tu hai fatto il bagno con addosso un costume bianco. Quando sei uscita dall’acqua era diventato trasparente! -
- Ahahaha… non farmici pensare! Acquisto sbagliato. Mamma mi guardava come fossi una donnaccia. -
- Quel giorno ho scoperto il tuo culo sotto un altro punto di vista. Ed ho scoperto anche che hai i capezzoli grossi! -
- Ma dai, te li sei sognati, in fondo mica ero nuda! -
- Chissà quanti cazzi duri, Guenda...la spiaggia era piena di gente!-
- Ma fatti furbo...-
- Ahahah, sei arrossita! -
- E tu? – gli domando.
- E io cosa? -
- A te, è venuto duro? – Non mi sembra vero di averglielo chiesto.
- Certo Guenda! Mi sono chiuso in cabina e non ho resistito, mi sono fatto una sega per te, la prima di una lunga serie, ahahah…-
- La smetti di ridere? Allora non ti fai solo le seghe pensando alla zia Caterina...sei proprio un maiale! -
- Se vogliamo dirla tutta, tu sei molto meglio di zia Caterina -
- Oh, grazie! Forse è solo perché sono più giovane – dico con una stupida punta di orgoglio.

La chiacchierata si esaurisce così.
Prendo una coca dal frigo e riempio due bicchieri. Mi sento le mutandine umide e questo mi confonde.
Mi disturba sapere che Ricky si masturba pensando a me. Però non so se mi disturba davvero... chissà che cosa mi fa fare, con quella testa... potrei anche chiederglielo, mah...
Ora si sta accarezzando la patta, forse gli è venuto duro a parlare così con me. Quasi quasi glielo chiedo.
- Ricky, vuoi la coca? - E niente, non m'è venuta...
- Sì, dammene un po’, e poi me ne vado. -

- Guenda, mettiti quel cazzo di vestito, voglio vedere come ti sta - mi dice all’improvviso.
Forse me lo sto solo immaginando, ma nella sua voce c’è un tono che non ho mai sentito. Mi turba un po’.
Verso la coca nei bicchieri.
- ...non so nemmeno dove l’hai messo... - dico, e mi pare che la voce sia uscita da sola dalla mia bocca.
- L’hai posato tu sopra la poltrona. Vallo a prendere e poi torna qui. Se ti fidi, te lo dico io se ti sta bene. -

E’ un vestitino estivo di un bel colore rosso, corto, senza maniche, quattro bottoni sul davanti. Era da stringere un po’ in vita, infatti noto che la zia l’ha ripreso bene.
Lo faccio vedere a Ricky, lui dice “ok, bello, ora mettilo”. Si passa la mano sui jeans, c’è un gonfiore strano.
Io lo so cos'è...che maiale.

Non so da dove iniziare, ma ti sembra una situazione normale?

Mi sfilo i bermuda che uso in casa e mi tolgo la polo. Sto muovendomi in fretta, non vedo l’ora di aver addosso il vestito.
Ricky mi chiede perché corro così. - Fai con calma, Guenda...- e ride.

Ma ormai sono in mutande, che, lo so, sono umidicce, e speriamo che Ricky non se ne accorga!
Ho su anche un reggiseno leggero, giusto legato sulla schiena.
Insomma, che altro devo fare? Non mi va di fare altro!

Prendo il vestito rosso e me lo infilo. Me lo sento proprio bene, brava zia!
Ricky dice che è perfetto ma che devo lasciare sbottonati i quattro bottoni. Già, che furbo, così si vedono bene le tette.
Devo specchiarmi, dico, e vado allo specchio.
E’ come pensavo, sono caruccia, forse è leggermente corto, ma chi se ne frega.

Ricky mi dice che dovrei togliere il reggiseno per lasciar libere le tette. Ci risiamo, di nuovo quel tono.
- Non credo sia una buona idea, tanto non uscirei mai con questo vestito senza indossare il reggiseno -
- Ma adesso non stai uscendo – mi obietta Ricky porcello.
- Vero, allora posso provare. Vado in camera un attimo, torno subito.-

Penso una cosa e ne faccio un’altra. Non va affatto bene così...

- No, toglilo qui, adesso – mi dice.

Ricky, cazzo mi fai fare, ti prego...

- Aiutami. Metti la mano dietro il collo e vedi se riesci a slegare il laccetto - dico, sperando sia una cosa veloce.

Ricky non si alza, così io sono costretta ad abbassarmi. Ho la testa ad una spanna dal gonfiore sotto i jeans, non ci devo pensare, non ci voglio pensare!
Lui infila una mano dietro la mia nuca, la sento giù nella schiena. Cincischia un po’ e poi sento tirare il laccetto giusto. Mi trattengo il seno con una mano, in fondo davanti son tutta sbottonata, non voglio che esca qualcosa.
Molto velocemente faccio una piroetta per nascondermi, afferro il reggiseno e lo tiro fuori completamente.
Abbottono un paio di bottoni, mi volto di nuovo verso Ricky e glielo butto in faccia.
Rido per il mio gesto e per la sua faccia...ahahaha...

Non so come e perché, ma mi sembra di aver ripreso in mano la situazione.

Ricky ha gli occhi fissi sulla mia scollatura, meno male che due bottoni sono chiusi.
Mi avvicino.
Mi piego un poco davanti a lui in modo che possa vedere bene quello che si può vedere.

- Non ti muovere – mi dice guardandomi negli occhi.
Dio, vorrei morire, dai Ricky, si scherza...non esageriamo...
In un attimo sbottona i due bottoni e mi trovo le sue mani una per tetta, le soppesa, le fa sballonzolare, mi pinza i capezzoli e mi munge come una vacca da latte.

Mi sollevo immediatamente, so che in faccia sono rossa come il fuoco. Dico una cosa che più stupida e ovvia non si può.
- Sono tua cugina!-
Chiudo i quattro bottoni ma purtroppo non posso far sparire come per incanto le mie poppe che Ricky continua a fissare senza un minimo di vergogna.

Non so bene come comportarmi, quindi mi volto e mi allontano verso la mia camera a passo spedito.
- Le tue tette valgono un milione di seghe, cuginetta!- esclama Ricky a voce alta.
- Ti ho sentito, sporcaccione! – esclamo a mia volta.

Un milione di seghe...che esagerato!

- Sono molto meglio delle mutande di zia Caterina! – riesclama lo sporcaccione.

Decido di non rispondere.
Beh...tra le mie tette e le mutande di zia Caterina non c’è storia, diciamolo pure.

- Ora me ne vado. Aspetto che tu me lo chieda, Guenda, non c’è fretta. Ciao, e complimenti per il vestito –

Stronzo.
Figuriamoci se gli chiedo qualcosa, a quel maialone...



Forse...sculacciami?




metr0pol@libero.it
di
scritto il
2025-06-16
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