Arte e Psicologia dello Spanking

di
genere
prime esperienze

ovvero Guendalina + Ricky scoprono mondi sconosciuti


- Mettiti questo! - mi dice Ricky, indicandomi la scatolina che ha posato sul tavolo della cucina.
Da ieri il mio cuginetto approfitta della mia pazienza, mi ha fatto cambiare vestito parecchie volte, pare che non sia mai soddisfatto.
Naturalmente non gliene frega nulla di apprezzare o meno ciò che indosso, io so che lui vuole che io mi vesta e mi svesta davanti a lui.
Non fa nulla di male, intendiamoci, ormai lo conosco, sotto il punto di vista...come dire?...sessuale. Rimane lì seduto, fermo. Sicuramente si eccita, lo capisco perchè si massaggia la patta e mi fissa con quegli occhi pieni di voglie.
Un giorno o l’altro non si contiene, chissà cosa vuol fare!

Qualche settimana fa m’imbarazzava molto questa cosa, ora però ci sto facendo l’abitudine. E’ una specie di esibizione.
Prima capitava qui all’improvviso e mi diceva -oppure mi pregava oppure comandava- di indossare questo o quell’altro vestito. Guardava nell’armadio e sceglieva lui.
Mi divertiva, questo gioco, ma era fastidioso, oltre che pericoloso, che capitasse qui senza preavviso. Una volta è successo che ero qui con Anita, una mia amica, ed ho dovuto mandarlo via in malo modo. Mi ha preso in disparte e mi ha chiesto di spogliarci entrambe, al che l’ho messo subito alla porta dicendogli vergognati!
Dopo un successivo notevole cazziatone, ora mi manda un whatsapp per vedere se sono disponibile. Una specie di appuntamento.
Mi prenota, ecco.
Ahahha...sì, mi diverte molto questo gioco.
Quando Ricky se ne va io ripenso ai suoi sguardi così vogliosi, l’eccitazione non passa allora mi masturbo, e credo che anche lui lo faccia, appena è a casa.
Qui non succede altro, non riusciamo a concretizzare, e forse, tra cugini, è meglio così.

Di sculacciate non abbiamo più parlato.
Però è una cosa che ho sempre in testa, latente, quasi nascosta. Certe sere si affaccia prepotente il desiderio di capire, di condividere, non so...di fare qualcosa di quel tipo.
Allora mi spoglio completamente e guardo altri video di sculacciate. Adoro guardare nuda il porno.

Una sera ho anche trovato tutto un trattato su wikipedia sull’argomento (*).
Inoltre ho scovato un saggio interessantissimo in cui si sviluppa un copioso paragrafo, quasi un capitolo dedicato, sulla pratica dello spanking. (**)
Beh, sono contenta di non essere sola ad apprezzare questo giochino erotico.
Comunque per adesso è una faccenda che rimane nel mio privato, guardo qualche spanking-movie e mi sditalino, e per qualche giorno sono a posto.

Oggi ho scelto io cosa indossare.
E’ piena estate, in casa ho una maglietta blu di cotone di tre taglie più grande che mi arriva a metà coscia. E’ bella fresca e ci sto bene. Normalmente sotto non metto mai niente, ma oggi so che viene Ricky e quindi mi tocca mettere l’intimo.
Penso di propormi con gli shorts di jeans cortissimi e sfilacciati. Che ho acquistato e non uso mai perché si vede addirittura la pieghetta dell’attaccatura cosce-natiche e indossarli mi mette a disagio. Un’amica mi ha detto che gli uomini vanno pazzi per quella pieghetta e l’ultima cosa di cui sento il bisogno è quella di eccitare un uomo pazzo della pieghetta. Figuriamoci.
Sopra metto una camicetta, so che poi Ricky me la fa sbottonare. Però così posso aprirla solo un poco e gli faccio vedere la fetta di tetta che voglio io. Fin quando possibile, tengo sempre mutandine e reggiseno. Non ricordo che mi abbia mai vista nuda.

Invece oggi Ricky se ne arriva e mi dice con quel tono che non usa spesso ma che è come sentire un brzzz attutito che mi palpita tra le gambe:
- Mettiti questo! -
Apro la scatolina che ha posato sul tavolo e ci trovo una manciata di cordini, fili e piccolissimi pezzi di stoffa. Tutto di colore verde acceso.
Guardo Ricky con aria interrogativa. Lui ride e mi rivela che è un costume.
Io non ci vedo nessun costume, ma può darsi che lo sia e, se lo è, vuol dire che per metterlo devo essere totalmente nuda. Normalmente è così, un costume si indossa da nudi.
Mi mette un po’ in ansia, sarebbe la prima volta che Ricky mi vede nuda. Da quando siamo grandi, naturalmente, non parlo di quando facevamo i castelli di sabbia.
Però mi eccita tanto il pensiero di denudarmi davanti a lui. Certo, posso anche rifiutarmi, ma sento di nuovo tra le cosce quella vibrazione.
Brzzz brzzz brzzz.

Sono confusa, oltretutto non ho capito il costume, come si indossa, da che parte è l’alto e il basso.
- Spogliati Guenda, poi ti aiuto ad indossarlo - mi dice, come indovinando le mie perplessità.
Di bene in meglio, penso, tutta nuda con le sue mani addosso. Allora sì che sto fresca.
Ansia.
Ma voglia terribile di farlo. Curiosità e tanta voglia.
E allora dai, cuginetto, togliamoci sto dente.

Con le braccia incrociate, afferro l’orlo in basso della maxi-maglietta e la srotolo fin sopra la testa.
Ricky sta seduto sulla poltrona e mi osserva con speranza, ma sulla faccia appare la solita delusione di vedere le mie parti erogene ben coperte.
Però di sicuro fra un minuto si massaggia lo stesso la montagnola tra le gambe.

Non sto facendo uno sbaglio?
Guenda, non è che poi ti penti?
Ricky è ancora un ragazzo, ci saranno problemi?

Mentre la mia mente è turbata da questi pensieri il mio corpo mi sussurra, subdolo: Guenda, slacciati il reggiseno, ed io mi slaccio il reggiseno, adesso togliti le mutandine, ed io faccio scivolare le mutandine.
Ormai è tardi per i ripensamenti, sono già arrotolate sulle caviglie. Alzo i piedi e le recupero, poi me ne sto lì, nuda e immobile, con le braccia distese e con in una mano le mutande, senza sapere qual è la prossima mossa.

Non ho tempo per qualunque decisione. Ricky ha appena liberato l’uccello dalla costrizione dei pantaloni e me lo sta presentando con orgoglio malcelato.
Io rimango a bocca aperta, sono assolutamente stupita dell’azione in sé, non del cazzo. Ma in fondo me l’aspettavo, doveva succedere prima o poi.
E’ una bella verga in piena erezione, di dimensioni importanti, tenendo conto dell’età, e con un grosso glande di colore rosso scuro, già lucido di umori.

Ciao, cazzo di Ricky, sono felice di conoscerti. Finalmente.

Un flashback di due secondi: Ricky nudo con il suo pistolino, parecchi anni fa, e io nuda con la mia farfallina, su una spiaggia mai dimenticata a riempire secchielli di sabbia.
Siamo cresciuti, cuginetto, io adesso ho due belle tette e una fica che mi da soddisfazioni, ed un culo che piace.
Tu hai uno splendido corpo che voglio conoscere meglio, ma per ora mi accontento del tuo bel cazzo duro.

Mi avvicino. Eccoti qui, cazzo di Ricky, ti sfioro, ti prendo con le due mani. Tiro in giù pantaloni e boxer ed estraggo i testicoli, li accolgo nel palmo di una mano, ci gioco, massaggio con delicatezza le due grosse olive e poi...

...e poi fanculo a tutto, ragazzi, afferro con decisione quel bastone rovente e me lo metto in bocca!

Non ci vuole molto, con tutti gli stimoli che ha avuto, il ragazzo.
Non ce la faccio a staccarmi perché mi tiene bloccata la testa con una mano e mi sborra litri di sperma in gola dopo nemmeno un minuto di pompino.
Mi viene da vomitare, Ricky ansima e sussurra scusa scusa scusa ed io sputo la sborra tra i suoi peli, mi pulisco la lingua e le labbra sulla sua pancia e gli dico vai a lavarti, maialone. Gli do un grosso bacio a schiocco sulle palle, e mentre si alza guardo il suo culo per un attimo, un bellissimo culo di giovane maschio ricoperto da una leggerissima peluria.

E’ più forte di me, mi scappa una forte manata su una chiappa, e poi ancora un’altra più forte ancora, mentre lui ride ed esclama ma sei scema? e si allontana di corsa verso il bagno.

Le vibrazioni risuonano, in profondità, proprio dentro la fica, brzzz brzzz brzzz.


*********************

Sculacciami

Ora posso pretenderlo.

Ricky è tornato, è tutto nudo. E’ davvero un bel ragazzo, mio cugino. Tipo bronzo di Riace ma ancora adolescente. D’altra parte, in famiglia, di proprio brutti non ce n’è.
Ha un bel sedere, l’ho visto da vicino, anche se non ho potuto soffermarmici più di tanto. Anche il pene è interessante, bello dritto e proporzionato. Non si è ammosciato del tutto, credo che con un minimo di sollecitazione può di nuovo fare la sua porca figura.
Si avvicina, io mi alzo in piedi - ero ancora in ginocchio in pieno postpompino - e lui mi abbraccia stretta. Sento tra la mia e la sua pancia il cazzo nuovamente in tiro.
Per la prima volta ci baciamo, un grande limonata, con la mia lingua ancora sporca di sborra. Lui non ha battuto ciglio, mi ha slinguata lo stesso dente per dente e a me è piaciuto da morire.

Come siamo arrivati fin qui?

*******************

- Adesso mettiti il costume – mi dice Ricky cercando di districare fili e cordini.

Ci divertiamo mentre cerco di indossare questa cosa che pian piano si rivela per quella che è: uno pseudo-costume che non copre niente ma il cui unico scopo è di eccitare chi guarda.

In pratica si tratta di due grossi anelli di cordino elasticizzato che mi passano in mezzo alle gambe e s’infilano dentro la fessura e riappaiono dopo l’ano. Sono cuciti insieme per una decina ci centimetri nella parte che bisogna sistemare sotto il perineo. Un anello viene trattenuto ben dentro la fica passando sopra la spalla destra, e lo stesso vale per il secondo anello che passa sopra la spalla sinistra.
Nella zona dei capezzoli, sui cordini c’è un piccolo ritaglio di stoffa che li copre appena, ma è come se non ci fosse.
Vado a specchiarmi e mentre cammino scopro un altro piccolo dettaglio molto piacevole. Proprio sopra il clitoride, i cordini hanno dei nodini pronunciati che lo sfregano ad ogni passo, e anche sopra l’ano sento dei nodini impertinenti.

Lo specchio riflette una Guendalina diversa. Forse un po’ troppo puttanella.
Muovo le cosce e rido per il solletico dei nodini sulla fica e sul buchetto dietro. Osservo i capezzoli semicoperti, i fili che spariscono tra le labbra, poi mi giro e vedo la continuazione dei due cordini che spuntano dal solco di pesca e vanno su fino alle rispettive spalle.

Mi piaccio.
Potrei far morire di desiderio qualunque uomo.

Sculacciami.

*******************

- Sembri una vera troia con questa cosa addosso, Guenda – mi sussurra Ricky.
Brzzz brzzz brzzz. Vibrazione di pancia.
Dimmi ancora che sono troia. Lo penso anch’io, magari lo dico. Sono una troia.
No, non lo dico. Non ancora.

Ricky appare dietro di me, lo vedo nello specchio. Mi bacia sulla nuca e sul collo e passa le unghie sui miei fianchi molto lentamente. Mi viene un brivido che mi indurisce i capezzoli e che mi fa chiudere gli occhi per il sottile piacere che mi regala quel contatto. Mi piace sentirmi troia. Brzzz brzzz brzzz.

All’improvviso uno schiaffo fenomenale su una chiappa mi fa sobbalzare in avanti. Non riesco a trattenere un urlo, ma è più per la sorpresa per quella manata inaspettata che il dolore, anche se sento bruciare la pelle.
E il rumore...dio mio, il rumore dello schiaffo sulla natica, un rumore particolare che annienta perchè sai di cosa si tratta anche se non puoi vedere: non è niente altro che la smanacciata di un uomo arrapato che si abbatte sul tuo culo.

Un secondo schiaffo, una mano che mi picchia forte l’altra chiappa, ma questa volta accompagnata dalla voce stravolta di Ricky che pronuncia parole che mai avrei voluto sentire da lui fino a qualche ora fa.
- Adesso apri gli occhi, troia... bello picchiarti sul culo Guenda... ti piace prenderti le sberle eh? però non urlare così, sei una troia, devi abituarti a prendere ceffoni sulle chiappe. Spingi il culo in fuori, ora ti picchio e tu non devi fiatare...stai zitta!-

Apro gli occhi, guardo la mia faccia in fiamme, mi vedo nuda, con quel costume da puttana addosso, con le mani con cui copro inutilmente il seno, le gambe chiuse, ben strette. Ricky ha ragione, tutto quello che ha detto è vero.
La mano di Ricky, forte e brutale, si accanisce per la terza volta sulla carne morbida delle mie natiche. Non credevo che Ricky potesse arrivare a tanto, che usasse tutta la sua forza per battermi cosi forte. E’ difficile non urlare, non ci riesco
- Guardati Guenda, sei diventata la bagascia che ho visto mille volte nei porno, hai la stessa faccia, guardati!-

E ancora un altro schiaffone, e poi un altro ancora. Non urlo Ricky, non urlo.
Vibrazioni inarrestabili nella fica, nella pancia, voglia di fare delle cose sconce, di toccarmi, di succhiargli l’uccello, desiderio incredibile di sentire dita che frugano nel mio corpo, nella fica e nel culo, cosa, questa, mai fatta né pensata.

Ogni battuta mi fa più male e mi sento bagnata, ma non ho tempo per pensare, per realizzare che mi viene da godere, troia che sono, godere sotto i colpi di Ricky.
Ad ogni schiaffone ora riesco a stringere i denti e mi limito a grugnire come un animale legato e battuto.
Ma io non sono legata, è la mia mente che mi fa stare ferma con il culo sporgente in attesa del prossimo schiaffo, questo è il mio legame. Mi rendo conto di essere sua e questo mi da un insolito piacere.

Ogni colpo mi obbliga a fare un saltino in avanti, finchè arrivo ad appoggiare le mani aperte sullo specchio. Guardo da vicino la faccia di Guenda la troia e, mentre Ricky continua ad sculacciarmi io perdo ogni inibizione e mi masturbo, tribolando non poco a districarmi tra i cordini.
In piedi, con le tette schiacciate sullo specchio e con le chiappe dure e strette per le manate di Ricky. Ho un forte tremore sulle cosce, faccio fatica a reggermi su, riesco a lubrificare le dita dentro la vagina e sfrego con violenza il clitoride.

Mi è arrivato un orgasmo strano, misto ad un piacere assoluto proveniente, credo, direttamente dal cervello.
Consapevolezza di essere dominata, di essere sotto scacco, di non avere vie d’uscita se non quella di subire quell’assalto.
L’ultima botta sul culo mi fa cedere le gambe e cado in ginocchio proprio mentre sto provando quel piacere prolungato che mi fa dimenticare il dolore.

Basta Ricky, basta...

*********************

Ricky mi solleva con le mani caldissime sotto le mie ascelle, mi sorregge in piedi come una bambolona davanti allo specchio. Mi volta di peso e guardiamo insieme le mie natiche rosse, quasi viola.
- Ohh...il mio culetto...- dico guardandolo con tenerezza.
- Si vedono anche le mie manate... forse erano troppo forti -
- Ricky, che troia che sono. Mi avevi anche chiamata bagascia. Non l’avevo mai sentito. Cos’è, come una troia? - domando senza staccare gli occhi dalla mia immagine riflessa.
- Più o meno. L’ho letto giorni fa sul web. Ti piace? -
- Non so. Quando mi sculacci, chiamami come ti viene, sono tua. Ma solo in quei momenti eh?-
- Certo, tranquilla, cuginetta. Ho capito che ci sono momenti e momenti. In un’altra occasione credo che non ti avrei picchiata così - mi sussurra. – Però tu me lo hai chiesto. Sculacciami!, hai detto. -
- Credevo di averlo solo pensato – dico un po’ stupita.
- No no, l’hai detto, e non solo una volta -
- Sono una depravata, Ricky. Depravata e troia. E bagascia.-
- Non so che dire. Posso fare qualcosa per il tuo culo rosso? -
- Ora che ci penso non ho trovato nessun consiglio su cosa mettere sulle natiche dopo lo spanking. L’autrice di quel saggio poteva anche inserire due righe sull’argomento! -
- Ci metto un fazzoletto bagnato? – domanda Ricky.
- No, penso sia meglio una crema doposole o roba del genere. Ma prima toglimi questa tortura che mi hai portato, non mi è piaciuto per niente!-

*********************************

Per la cronaca, quel pomeriggio mi sono stesa a pancia sotto sul tavolo della cucina e Ricky mi ha spalmato sulle chiappe una lozione doposole, e devo dire che ha fatto effetto.
Sono passati due giorni e va decisamente meglio, sono rimaste un paio d’impronte delle mani del mio cugino aguzzino, ma spariranno anche quelle.

Ricky mi ha fatto capire che, dopo la crema, gli sarebbe piaciuto fare anche una scopata, ma io non me la sono sentita.
Per due motivi: uno, che ero così spompata che quasi non stavo più in piedi, e due, che non mi andava scopare con mio cugino senza sapere nulla della sua vita sessuale. Non so nemmeno se è ancora vergine, ma dubito, comunque voglio saperne di più, fare l’amore con Ricky non sarebbe come farlo con chiunque.
Forse dovrei fregarmene, scopare e basta, ma non è così facile. Lo vedo sempre così ragazzo... però picchia eh, accidenti se picchia.

Oltretutto quando è andato via, mi ha pure fatto arrabbiare.
Lui vestito ed io nuda, ci limoniamo ancora una volta per salutarci, poi lui mi sussurra - Che magnifica troia che sei, cuginetta.-
Al che gli ho detto in un modo proprio brutto che può parlarmi così solo durante quei momenti, quando è chiaro che sono in modalità troia, che non voglio più sentire che mi dice queste cose, e se continua così non lo voglio più vedere. Gli ho detto che si vergognasse e ho sbattuto la porta.

Certo che dire vergognati a lui, vestito, e io ancora nuda e cruda come mi ha fatto mamma, che coraggio...
Comunque questi sono cavoli miei.

Se può essere utile, contro gli schiaffi sul culo usate pure la lozione doposole, che fa miracoli.

**************************

(*)
[…] Lo Spanking è un gioco erotico che consiste nello sculacciare il partner allo scopo di provocare l'eccitazione sessuale di entrambe le parti in causa. Quando è un uomo a sculacciare una ragazza (oppure una donna con un ragazzo) e magari viene richiesta la nudità della vittima, è inevitabile che si crei una situazione di eccitazione sessuale di uno dei due o di entrambi.
La pratica della sculacciata erotica è comunemente combinata con altre forme di preliminari sessuali, quali ad esempio il sesso orale; ma può anche esser combinato col bondage, al fine d'aumentare l'eccitazione ed il senso di sottomissione.
Il tipo più comune di spanking viene somministrato sulle natiche scoperte: è eseguito principalmente usando le mani nude, ma spesso ci si può avvalere anche di una varietà di strumenti specifici quali: palette, canne di legno o cuoio, cinture, righelli scolastici, frustini[…]

Fonte: Wikipedia

(**)
[…]Si può scambiare il mio urletto per una manifestazione di dolore, tanto è acuto, ma lasciatemi dire che il dieci per cento è lamento, un altro dieci è sorpresa, il resto è piacere puro. […] l’aspetto prevalente è quello mentale: la forza di una mano maschile che si abbatte è un segno di dominio e, anche se non la vedo, l’impronta rovente sulla mia natica ne è il sigillo.[…] la sculacciata perfetta esiste - forte da farti sentire una specie di puntura ma non tanto da farti male - ma magari c’è chi è più rude o in quell’istante non riesce a controllarsi […]

Dal saggio “Perché così” di RunningRiot - ed. ER - 2024


metr0pol@libero.it
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scritto il
2025-06-25
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