Quei cinque ragazzi per Giulia
di
Metrox
genere
prime esperienze
I°
La serata si era spenta definitivamente dopo lo spinello di Paolo che, dopo un tiro, l’aveva passato a Marino, che l’aveva passato a Geppo, che lo aveva passato a Giò, che lo aveva passato a Massimo.
Giulia non l’aveva voluto. Qualunque intruglio che la mandasse, anche poco, fuori di testa, non l’attraeva.
In compenso le piacevano mojito, spritz e anche vodka, gin ecc. Ma non è che si ubriacasse, tutt’altro, però, in certe serate, con qualche shottino i sensi diventavano più reattivi e lei aveva una percezione diversa agli stimoli, da qualsiasi parte le arrivassero.
L’occasione per la rimpatriata era stato il nuovo appartamento di Paolo, che aveva invitato tutti gli ex compagni del liceo. Si erano presentati in una decina e lei non avrebbe voluto mancare per niente al mondo. Lo avrebbe rivisto, dopo cinque anni.
E fu delusa. Era peggiorato, più gradasso e anche più volgare. Si domandò come avesse fatto ad uscire con Paolo per più d’un anno. Era innamorata quando lo lasciò, ma non poteva continuare, lui era troppo sopra le righe.
Aveva bevuto abbastanza, quella sera. Geppo si era offerto di accompagnarla a casa, aveva saputo che abitavano nello stesso quartiere. Quindi salutò le amiche che stavano uscendo e si accomodò di nuovo in soggiorno, con gli amici rimasti, a chiacchierare, a fare battute o discorsi un po’ scemi su argomenti più scemi ancora. Insomma, quelle cose che si fanno per tirar mattina.
Verso le due Giulia lasciò il divano e si recò in cucina, illuminata solo da un taglio di luce che veniva dalla porta semiaperta del living.
Aveva la gola secca e, preparandosi un bicchierone d’acqua, realizzò che qualcuno - uno dei ragazzi, e chi se no? - aveva posato le mani sulle sue spalle ed aveva iniziato un massaggio delicato ma allo stesso tempo forte, con i pollici a premere le vertebre della nuca, sotto i capelli.
Non sapeva chi fosse. Poteva ribellarsi, poteva voltarsi per scoprirlo, ma lui era così bravo, e il massaggio così piacevole. E in fondo trovava quella situazione molto divertente.
Si appoggiò al tavolo e chiuse gli occhi, emettendo qualche piccolo gemito di soddisfazione.
Dopo qualche minuto le mani sconosciute scivolarono in basso intrufolandosi sotto le sue braccia. Passando sotto le ascelle raggiunsero lentamente il suo seno e lei trattenne il respiro, stupita dall’evolversi di quel contatto così inaspettato.
In realtà Giulia non si aspettava niente, era piuttosto vigile, quindi senza pensarci troppo decise di non opporsi. Forse perché si sentiva così languida a causa del sapiente massaggio appena ricevuto. O dei troppi shottini bevuti in serata.
Lo sconosciuto quindi si sentì autorizzato a continuare. Le mani si posarono dapprima leggere sulle sue tette, poi le dita affondarono con decisione nella loro morbidezza, muovendosi come tentacoli in nuovo massaggio di stampo, questa volta, chiaramente erotico.
Baci discreti sulla schiena altezza scapole e più su, lungo le vertebre, fino alla nuca. Questa cosa regalò a Giulia un brivido di piacere. Sospirò a fondo e pensò che poteva essere chiunque di loro. Ma non era importante, erano mesi che qualcuno non s’impadroniva così sfacciatamente delle sue tette.
E le piaceva davvero molto.
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Paolo entrò in cucina e si arrestò un istante prima di accendere la luce.
La penombra fu sufficiente per fargli scoprire Geppo alle spalle di Giulia. Avanzò di quel poco che gli permise di scorgerlo palpeggiare con impegno le sue poppe.
Passò davanti a Giulia e riuscì a vedere gli occhi chiusi della ragazza e la sua espressione beata, segno che la faccenda la intrigava.
Non si trattenne, prese il suo viso tra le mani e le infilò la lingua in bocca.
Certo, fu rischioso. Giulia avrebbe pure potuto mordere per lo spavento o dargli una ginocchiata nelle palle, ma non lo fece. Invece spalancò gli occhi, lo riconobbe, gli disse - Paolo sei il solito stronzo-, poi rispose al bacio.
Dopo il bacio, Paolo le sussurrò - Giulia sei sempre una gran troia -
- Andiamo di là - disse Geppo prendendole la mano.
- Ah! eri tu, Geppo. Che bravo… - gli disse Giulia ridacchiando.
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Giò e Massimo parevano addormentati e, se non dormivano, un po’ storditi lo erano.
Giulia pregò Geppo di spegnere la luce principale, poi si recò lei stessa ad accendere la piccola lampada sul mobile più lontano nella stanza.
Penombra perfetta.
Ormai i suoi sensi erano attivi oltre il limite, desiderosi di affrontare quell’esperienza mai lontanamente pensata.
- Ehi, sveglia! – esclamò Paolo a voce alta. – Guardate che troietta vi ho portato!-
- Uhh, hai raccattato una puttana? – domandò Massimo strizzando gli occhi nella semioscurità.
Poi realizzò.
- Cazzo, Giulia! Sei tu! Non ti avevo riconosciuta, scusa…- disse con molto imbarazzo alzandosi in piedi.
- Tranquillo Massimo. Sì, sono io, Giulia. Secondo Paolo dovrei essere la vostra puttana per stanotte, ma pensa te!- disse Giulia con un gran sorriso sulla faccia.
Nessuno si accorse della sua espressione ipereccitata mentre udiva se stessa pronunciare quelle parole.
Marino mise in pausa il game sul cellulare, sollevò la testa e si domandò cosa si fosse perso.
Puttana per stanotte?!?! Aveva capito bene?
Si accomodò sul divano, aspettando ulteriori sviluppi della situazione che si preannunciava molto divertente.
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Giulia guardò gli amici, e pensò che di tutti loro, più o meno, poteva fidarsi. Visto erano mesi che non scopava, stava maturando l’idea di cogliere l’occasione per fare sesso, cosa che non aveva affatto previsto per quella che avrebbe dovuto essere solo una rimpatriata tra compagni di liceo.
Però era cosciente che sarebbe stato quel sesso spinto che immaginava spesso durante le sue masturbazioni.
Amici finchè vuoi, ma loro sarebbero stati un branco di cinque maschi arrapati e lei la preda da scopare.
Ma non era una preda indifesa.
Giulia chiese a Geppo di continuare il suo massaggio.
Lui non rispose e riprese il suo posto dietro di lei, passò le mani sotto le ascelle e riprese a pastrocchiarle le tette.
Lei abbassò le spalline del top e si sganciò il reggiseno sulla schiena. Le sue magnifiche poppe sfociarono orgogliose sotto gli sguardi affamati dei ragazzi.
- Così non va meglio, Geppo? – disse.
Lui si limitò a grugnire. Appoggiò la faccia sulla schiena nuda di Giulia e la baciò di nuovo sulla schiena.
Intanto continuava a palpare le tette in modo più potente e nervoso. Ora che le toccava così nude, poteva sentire la tiepidità della pelle tra le dita; i grossi capezzoli erano gonfi e duri e Geppo volle dedicarsi a loro per una conoscenza più approfondita.
I ragazzi compresero che si stava svolgendo davanti ai loro occhi un momento di sessualità irripetibile. La serata stava prendendo una piega inaspettata e si stava chiaramente ravvivando.
Massimo e Paolo si occuparono della cerniera della minigonna che scivolò giù, sulle caviglie, seguita subito dopo dal perizoma nero.
Giulia si tolse le scarpe e sollevò un piede alla volta per agevolare Massimo che raccoglieva da terra minigonna e perizoma per buttare tutto quanto su una sedia. Poi rimase in ginocchio ad accarezzare le cosce di Giulia, o meglio, solo una, perché l’altra coscia ormai era territorio di Paolo.
Giulia scoprì che c’era da impazzire ad essere desiderata in quel modo, così adorata da due maschi in ginocchio, toccata, palpata in modo anche un po’ troppo vigoroso, senza gentilezze.
Ma l’adorazione durò poco.
I due amici presto si separarono. Massimo, mordicchiando l’interno delle cosce raggiunse la fica e si perdette nel suo profumo e nei suoi umori. Paolo invece scelse immediatamente la rotondità del culo, divaricò brutalmente le chiappe e affondò la lingua nel gioiello nascosto di Giulia. Al contatto della rugosità del buco non poté fare a meno di pensare con orgoglio che lui era stato il primo a forzare quella porta.
Giulia stava ancora in piedi con i tre ragazzi impegnati contemporaneamente sul suo corpo, tesa ad assaporare quelle nuove, multiple, sensazioni. Non pensava a nulla, ogni cosa che provava in quel momento era puro piacere fisico.
Si guardò intorno, notò Marino e Giò sdraiati sul divano che osservavano la scena.
Incrociò le braccia sopra il capo, sollevò i capelli sopra la nuca, guardandoli e facendosi guardare.
Non sapeva esattamente come comportarsi, ma era contenta di se stessa, non l’avrebbe mai detto che avrebbe vissuto una notte da perfetta troia con cinque maschi in calore ed era eccitata e felice di come stavano andando le cose.
Giò non resistette oltre e si spogliò completamente. Fu il primo di loro che Giulia vide nudo, e soprattutto vide il suo cazzo duro. Anche Marino si sbarazzò velocemente dei vestiti e anche lui, inutile dirlo, presentava un cazzo rigido e pulsante.
- Dai ragazzi, vi voglio tutti nudi! – esclamò Giulia con tono allegro, dando voce al suo impellente desiderio.
Paolo disse cose tipo questa:- Uhhh, la puttana ha voglia di farsi scopare dai nostri cazzi! -, ma Giulia sapeva benissimo che l’esortazione non era rivolta agli amici bensì a lei, che capisse bene cosa aspettarsi.
Poi si svestì in un attimo, e lo stesso fecero Geppo e Massimo.
Intanto Giulia raggiunse il divano e si inginocchiò davanti a Giò e Marino. Racchiuse nelle mani i testicoli di entrambi, giocando con le loro olive. L’occhio delle due cappelle rosse e lucide la fissavano e a Giulia venne un gran voglia di spompinarli tutt’e due, ma Paolo la prese per un braccio e la trascinò al centro della stanza.
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Giulia distesa sul tappeto osservava i cinque ragazzi che si erano disposti in cerchio intorno a lei. Tutti esibivano i loro uccelli in tiro e tutti si stavano masturbando.
Giulia temette che le sborrassero addosso già da subito ma grazie a Dio non successe.
Lei, mentre si accarezzava lentamente la fica, ebbe il tempo di considerare che Geppo aveva il cazzo più grosso di tutti e quello di Massimo era curvo all’ingiù e la faceva molto ridere. Ma non rise, le pareva brutto ridere del cazzo di un amico.
Era la prima volta che vedeva l’uccello dei ragazzi, a parte quello di Paolo, che conosceva bene. Non era affatto scontato che nella vita avrebbe visto i loro uccelli, e perdipiù, tutti in erezione, e il fatto che stesse capitando aveva davvero dell’incredibile.
Questa esperienza che stava vivendo la eccitava molto, si sentiva addosso una tremore inconsueto e pensò che fosse meglio chiudere gli occhi e starsene immobile, in attesa spasmodica che succedesse ciò che immaginava sarebbe successo.
Non ebbe il tempo di elaborare altri pensieri. Si sentì toccare nello stesso momento in tutto il corpo, fiati caldi le sfiorarono la pelle, avvertì mani che le strizzavano le tette, altre mani impazienti la frugavano nella fica, qualcuno le strinse i polsi bloccandole le braccia sulla testa.
Due ragazzi le leccarono le ascelle e questo le regalò un brivido piacevolissimo che andava oltre il solletico. Dopo scesero a leccarle i fianchi e i brividi aumentarono e poi si spostarono sulle poppe. Uno ciucciava forte un capezzolo, facendole male, invece l’altro mordicchiava la punta dell’altro capezzolo, e le faceva male pure lui.
Giulia si lamentò un poco e si dimenò per farli staccare e allora altre mani le presero le caviglie e le bloccarono in su le gambe, tenendole sollevate e divaricate. Immediatamente alcune bocche affamate le morsicarono le natiche, poi per fortuna qualcuno trasformò i morsi in baci e leccate.
Quando un dito la penetrò nel culo con violenza senza un minimo di lubrificazione lanciò un grido e strinse d’istinto le chiappe.
Capì subito che era il dito medio di Paolo.
A lui era sempre piaciuto violentarla in quel modo e quello era uno dei motivi per cui Giulia l’aveva lasciato.
Geppo andava matto per tutte le poppe del mondo, era la cosa che lo faceva sbiellare di più. Non per niente era stato lui ad iniziare i giochi con il massaggio delle tette di Giulia.
Quindi, senza indugiare troppo, prese a succhiarle i capezzoli, a torcerli, ad allungarli con i denti fino a quando Giulia non gli diede manate in testa.
Quando qualcuno dei ragazzi la scopava a pecora, Geppo si sedeva davanti a lei a gambe incrociate e le mungeva le grosse tette danzanti.
Giulia era molto attratta dalle dimensioni del cazzo di Geppo. Si ha un bel dire che le dimensioni non contano, ma a vederlo ad una spanna dal naso lei si dimenticava perfino che qualcun’altro la stava montando e cercava di prenderlo in bocca. Quando ci riusciva – dipendeva dalla potenza dei colpi che riceveva da dietro – era proprio una “grossa” esperienza, in senso letterale.
A sorpresa Giò si mise a cavalcioni sulla faccia di Giulia, e lei gli leccò volentieri culo e palle lasciandoci su un bel po’ di saliva.
Mentre Giò si sfregava sulla bocca di Giulia sussurrava cose che lei non sempre capiva, qualche volta una parola dolce, altre volte un insulto. Le sconcezze lei le comprendeva bene perchè Giò alzava la voce – dai leccami il culo, troia – cose di questo genere, invece le paroline dolci le pronunciava piano, come se si vergognasse di farsi sentire dagli amici.
Ogni tanto Giò si sollevava un poco e le riempiva la bocca con il cazzo. Lo spingeva in gola con foga, rallentando solo quando Giulia diventava tutta rossa e le veniva da vomitare.
Poi scese da cavallo e finalmente Giulia respirò a fondo. Ma Giò non aveva finito, la baciò sulla bocca, ci mise la lingua e continuò per un po’, poi le sussurrò all’orecchio - Giulia, a saperlo prima che eri così troia...-
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Giulia avrebbe voluto smettere di essere così passiva, ma era inchiodata a terra. Stava facendo due seghe con le mani libere ma nella penombra non sapeva a chi, e trovava che fosse una cosa pazzesca segare due cazzi senza nome.
Intanto si divertiva a scoprire le tendenze sessuali degli amici.
Di Paolo sapeva già, era stato il suo ragazzo anni prima, lui andava matto per il culo di tutte le ragazze. In quel momento il suo dito la stava perforando tra le chiappe ed era lui di sicuro. Non era certa se fosse anche Paolo a leccarle la fica, ma pensò di sì, era fradicia di saliva da metà coscia alla pancia, lui lo faceva già quando erano insieme.
Massimo si stava masturbando, si avvicinò a Giulia e le mise l’uccello in bocca. Lo stesso fece Marino, cercò di infilarci anche lui il suo cazzo e Giulia tentò di accontentare entrambi ma invano. Cazzi grossi o bocca piccola?
Non ebbe tempo di scoprirlo perché dovette rallentare, sentiva un orgasmo montare senza che lei se lo aspettasse, era troppo presa dall’esperienza totale di essere a disposizione sessuale di tutti loro e la sua mente era tutta lì. Ma il suo fisico stava accumulando eccitazione, ogni parte del suo corpo era palpata, aperta, violata, aveva bisogno di esplodere.
Quando venne, tutti si fermarono a guardarla, ma non Paolo, che continuava a spingerle il dito nel culo dicendo cose sozze e banali tipo - godi troia!-
Giulia subì le contrazioni ansimando e con il cuore a mille. Appena apparve più calma subito gli amici ripresero i loro giochi. Geppo fu veloce a baciarla prima che qualcuno le schiaffasse di nuovo in bocca il cazzo.
Una limonata vera e propria, fu l’unico a domandarle, a bassa voce – stai bene?-
Giulia l’abbracciò e lo baciò di nuovo. A lungo, con la lingua.
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Marino l’aveva fatta godere una seconda volta, anche se l’aveva sbattuta davvero forte. Era metodico, tirava fuori l’uccello dalla fica fino a scoprire il glande, poi lo spingeva come un forsennato fino alla radice e le dava delle botte incredibili sul pube.
Era capace di proseguire per minuti interi senza mai fermarsi.
Le venne sulla pancia quando Giulia era già stata in paradiso da un po’. A lei piaceva qualche minuto di silenzio, dopo un orgasmo, quando era il momento delle coccole, e pensava di averne diritto che anche in quanto puttana.
Invece no, Marino aveva continuato ad infilzarla anche mentre godeva, figuriamoci se dopo le faceva le coccole.
Oltretutto, mentre stava godendo, aveva pure la bocca piena del cazzo di Giò, ed aveva difficoltà anche ad ansimare.
Orgasmo da dimenticare.
Poi Massimo la volle sopra, le disse - datti da fare troia -, lei s’infilò il suo cazzo curvo nella fica ed iniziò a far ballare le tette su e giù e tutti le guardavano.
Ma lei guardava solo Geppo, che pareva apprezzare più degli altri il movimento delle poppe. Sollevò le braccia in alto e gli sorrise. Lui alzò il pollice ridendo.
Giò non aveva pace, provò a metterglielo anche nel culo, ma Giulia si agitò al pensiero di prendere due cazzi insieme e si staccò velocemente. Si spostò per fare un pompino a Massimo che si stava lamentando perché l’aveva mollato proprio nel momento in cui stava per venire. Non aveva ancora la sua cappella in bocca che Massimo le inondò la faccia di sperma.
Gli ripulì il glande raccogliendo le ultime gocce di sborra con la lingua.
Giò gli disse – adesso torna qui Giulia, succhiami l’uccello... fammi godere che ho la sborra in canna, apri la bocca! – e si avvicinò al suo viso muovendosi con il furore terminale di una sega. Giulia preferì evitare lo schizzo in gola quindi si limitò a leccargli le palle mentre lui stava venendo. Ma Giò la prese per i capelli e le sollevò la faccia rossa e sudata.
Giulia tenne chiusi gli occhi e rise con la bocca serrata. Giò le sborrò sul naso, sul mento e sul collo.
Paolo forzò con la lingua il buco del culo di Giulia, lo inumidì per bene e subito dopo fu pronto per incularla. Lei invece non era pronta per niente, gli sibilò – Non ci provare!- con un’espressione feroce.
Giò esclamò – Paolo, sono già passato io, stanotte il culo di Giulia è chiuso!-
Lui a malincuore lasciò perdere, smise di spingere su quella porta serrata e ripiegò con molto nervosismo sulla fica, quella notte già abbondantemente aperta.
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Alla fine l’avevano scopata in quattro.
Paolo fu l’unico a sborrale dentro.
- La prendi sempre la pillola, vero? – domandò.
- Fanculo Paolo, potevi chiedermelo prima – rispose Giulia.
Poi disse che andava a farsi un bidè e a lavarsi la faccia.
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II°
Verso le cinque del mattino Geppo accompagnò Giulia a casa.
I primi minuti non parlarono. Geppo rispettava il silenzio di Giulia intanto sperava che non ci fosse in giro qualche pattuglia della polizia che gli facesse il test antialcol.
Solo dopo diversi chilometri di tangenziale Geppo sentì una risatina di Giulia.
- Cazzo, Geppo, che serata – disse Giulia scuotendo la testa.
- Sì, hai ragione, anche per me è stata particolare – disse Geppo. – Sei pentita? -
- Ma no, in fondo mi sono divertita molto, grande eccitazione -
- Però?-
- Però sono stanca, voglio farmi una doccia ed ho sonno.-
- Dieci minuti e sei a casa.-
- Bene, ti ringrazio già adesso per il passaggio -
Silenzio
- Posso chiederti una cosa? Puoi anche non rispondermi eh? – disse Geppo.
-Certo, dimmi.-
- Era la prima volta che... insomma, come questa sera?-
- Ma Geppo, ma che cazzo di domanda! Certo che era la prima volta, e penso proprio che non ce ne saranno altre – rispose Giulia. - Perlomeno, non con cinque uomini - disse dopo una pausa.
- Ops, scusa, era giusto così... per sapere... -
Silenzio
- Adesso ti faccio io una domanda – disse Giulia.
- Ok, spara. -
- Mi piacerebbe sapere se… beh, come ti sono sembrata? Non voglio complimenti, ma non essere troppo cattivo, mi raccomando -
- Questa sì che è una domanda! Dunque, vediamo… secondo me non somigli troppo ad una puttana, però hai fatto lo stesso la tua porca figura – disse Geppo.
-Beh, porca lo sono stata senz’altro. Riguardo ad essere puttana, non so, io non sono molto pratica di come si dovrebbe comportare una puttana, quindi ho agito d’istinto. Non è che passo le notti a scopare in gruppo! - esclamò Giulia. Poi riprese fiato e disse: – Forse ho proprio l’istinto di una puttana, chi lo sa? Ma io ho solo colto l’occasione per togliermi un po’ di voglie, visto che è quasi un anno che non scopo.-
- Comunque, se posso essere sincero, a me sei piaciuta un sacco. Specialmente le tette, ahahah... -
- Ehhh, ricordo come me le tiravi, maialone! -
- Ahahah...sì, devo farti i complimenti, sono davvero delle tette grandiose. -
- Uhhh... non immaginavo che tu ne fossi così attratto. – disse Giulia senza nascondere l’orgoglio per il successo delle sue poppe.
- Le tue le ho trovate particolari, te lo confesso. Grosse ma, allo stesso tempo, snelle. Dure, belle piene, ma anche polpose, morbide. I capezzoli da soli valgono una serata: si possono facilmente strizzare tra due dita e torcerli, e anche morderli. A succhiarli ti riempiono la bocca! -
- Mamma mia, che recensione! Grazie Geppo! – esclamò Giulia ridendo. - Ma adesso mi viene un dubbio: ti attirano tutte le tette del mondo oppure solo le mie? -
- Beh, diciano che è un mio feticcio erotico da quando ho iniziato a toccarmi - disse Geppo.
- A farti le seghe, dillo pure -
- Sì, ok... però mi piace anche un bel culo, non ti credere. Avrei voluto essere più presente sul tuo culo, ma era sempre occupato! –
- Ahahha... sì, c’era la coda a cercare di scoparmelo, ma non mi andava. Prima di tutto non mi andava che lo facesse Paolo. E poi pensavo che se l’avessi permesso a uno, poi avrei dovuto darlo a tutti. Temevo anche che mi sarei trovata pizzicata tra due maschiacci, con un cazzo davanti e uno dietro. Avevo anche un po’ paura, non l’ho mai fatto. -
- La serata avrebbe preso un piega un po’ troppo porno, forse. -
- Cavolo, è stata porno anche così, cazzo, non credi? -
- Beh, in effetti...-
Silenzio
- Anche tu l’avresti fatto, Geppo, lo so, siete tutti uguali – riprese Giulia.
- Non lo so, io non l’ho mai messo nel culo a nessuna donna. In senso letterale.-
- Davvero? -
- Sì... sei stupita? Lo farei volentieri ma non ho mai avuto l’occasione -
- Io l’ho fatto solo con Paolo. Quello sporcaccione mi ha sempre fatto fare un sacco di cose, meno male che l’ho piantato. Roba vecchia, comunque. Sono passati cinque anni, più o meno. Quarta liceo ed un pezzo della quinta.-
- Ricordo, vi vedevo sempre insieme. Tu eri una bellissima ragazza, e lo sei ancora, invece Paolo era il solito bullo. E lo è ancora.-
- Ahahah... sì, è proprio vero – confermò Giulia.
- Basta sapere come prenderlo, io lo conosco da ragazzino.-
- Sai, io ho un po’ di nostalgia di quella Giulia ragazzina, ero così tonta.-
- Quindi, se ho capito bene...sono cinque anni che non... che nessuno approfitta del tuo sederino -
- Ahahha…che scemo, non è un sederino, è diventato un bel culone! -
- Ho visto, ho visto.-
Silenzio
- Sai che sono senza mutande? – disse Giulia all’improvviso.
- Cazzo, che rivelazione! Dai, sto guidando, ahahaha...-
- Massì, non le ho trovate! Non vedevo l’ora di andarmene, Paolo mi aveva fatto incazzare, quindi sono andata a lavarmi, poi le ho cercate ma nisba. Allora mi sono infilata il top e la gonna, ho addirittura buttato il reggiseno in borsa e siamo andati via. -
- Quindi adesso sotto quella mini e quella canottierina sei nuda! – disse Geppo con un tono volutamente esagerato.
- Ihihihi... sì sì sì... ti turba sta cosa? – domandò Giulia sogghignando.
- No no, anzi! Peccato che stia guidando, non posso guardarti bene. -
- Uhhh... Geppo! Ti piacerebbe? -
- Molto, ma ci tengo troppo a portarti a casa sana e salva. -
- Bravo Geppo!-
Silenzio
- Sai che stanotte io non ti ho scopato? – disse Geppo.
- Geppo! Non scherzare, non me ne sono accorta! Mi dispiace… non so, non ti piacevo? In quel modo, voglio dire..-
- No no, mi piacevi eccome! Comunque ero già venuto prima, sulle tue tette. -
- Ah, volevo ben dire! Però, che casino fare sesso così, in tanti. Non riesco a capacitarmi di non ricordare un sacco di cose. Non ricordo affatto che tu sia venuto sulle mie tette, giuro! Perdonami Geppo...- disse Giulia con tono sincero.
- Ma non preoccuparti, ti dico solo che è stata una delle mie più belle seghe, pensa che onore!-
Silenzio
- Scusa, stavo pensando… se mi dici la verità, sto realizzando che tutti gli altri mi hanno scopata.-
- Sì, tutti gli altri meno io. Però gli altri hanno sborrato fuori, sulla faccia, sulle tette, ecc., invece Paolo ti è venuto dentro, tu ti sei incazzata, hai tirato giù la serranda e hai chiuso il negozio. -
- Quello stronzo... e così tu sei rimasto fuori, a bocca asciutta. Mi dispiace da morire, giuro!-
- Tranquilla, non ci pensare, magari capiterà un’altra volta , eheheh....-
- Ahahah…ok, ok. Ti devo una scopata, Geppo! -
- D’accordo, ci conto! -
- A pensarci adesso, mi dispiace anche perché... sai, ho notato il tuo uccellone, appena ti sei spogliato. -
- E quindi? -
- E quindi avrei dovuto approfittare, scema che sono! Sicuramente hai molto successo con le ragazze, con quelle dimensioni -
-Beh, diciamo che non ho mai avuto reclami, ecco... -
- Uhm...se penso che mi sarebbe bastato allungare una mano.-
- Beh, una mano l’hai allungata e anche la bocca, forse non ti ricordi nemmeno questo, c’era troppa gente lì intorno! -
Silenzio
- Siamo arrivati, Geppo. Fermati qui nel vicolo, mi è più comodo.-
- Ok. -
- Sei stato gentilissimo -
- Posso chiederti di fare una cosa? – domandò Geppo.
- Ma certo.-
- Esci dalla macchina e vai lì davanti, alla luce dei fari. -
- Ok, ci salutiamo qui? -
- Dopo, ora vai. Quando sei in piena luce tira fuori le tette, ti va? -
- Ma Geppo! E se qualcuno mi vede? Daiiii...-
- Sono le cinque e mezza del mattino, è domenica, la gente dorme... nessuno ti vede, vai…-
Silenzio.
Giulia scese dalla macchina e si spostò alla luce dei fari. Fece uscire dall’ampia scollatura del top una tetta e poi anche l’altra.
Accompagnando i movimenti con una risata silenziosa si piegò in avanti scuotendo un po’ le spalle in modo che le poppe ballonzolassero a destra e a sinistra.
Poi Giulia decise di chiudere in bellezza.
Si sollevò la minigonna davanti ad un fanale e si allargò la fica, poi si spostò davanti all’altro fanale, si voltò e sollevò la gonna. Si allargò le chiappe e dimenò un paio di volte il culo, ridendo come una pazza.
Geppo lampeggiò un paio di volte con gli abbaglianti.
Giulia si ricompose e si appoggiò sul bordo del finestrino aperto.
- Ti basta? Devo usare questo metodo anche quando prendo un taxi, ahahah... - disse Giulia, ancora agitata e rossa in viso.
- Sì, hai fatto fin troppo! Sei sexyssima, nonostante l’ora e tutti i cazzi che ti sei presa stanotte! -
- Ma Geppo, mi parli come se fossi una puttana! Si vede che alla fine sono entrata bene nel personaggio, ahahaha! -
- Ehehhe… ma dai, stavo scherzando - disse Geppo.
- Lo so, anch’io stavo scherzando - disse Giulia.
Silenzio.
- Mi spiace ma devo andare, Geppo - sussurrò Giulia accarezzandogli il viso - sono stanchissima, mi sento sporca e devo fare una doccia. Domani, anzi, oggi, dormirò tutto il giorno -
- Sì, non ti auguro buona notte perché fra un po’ spunta il sole, quindi… buona dormita!-
- Grazie mille, buona dormita anche a te! -
- Vedo che non abiti più coi tuoi, vivi qui?- domandò Geppo, rimettendo in moto il motore.
- Sì, vivo per conto mio adesso. Vado!! – rispose Giulia, allontanandosi in fretta.
Attraversò il vicolo e quando passò davanti alla luce dei fari accesi, sculettò vistosamente.
Poi fece una corsetta raggiungendo di nuovo la macchina.
- Geppo, perché un giorno o l’altro non vieni a trovarmi, se ti va? Mi farebbe molto piacere - disse.
Non attese la risposta, si volse e scappò via.
metr0pol@libero.it
La serata si era spenta definitivamente dopo lo spinello di Paolo che, dopo un tiro, l’aveva passato a Marino, che l’aveva passato a Geppo, che lo aveva passato a Giò, che lo aveva passato a Massimo.
Giulia non l’aveva voluto. Qualunque intruglio che la mandasse, anche poco, fuori di testa, non l’attraeva.
In compenso le piacevano mojito, spritz e anche vodka, gin ecc. Ma non è che si ubriacasse, tutt’altro, però, in certe serate, con qualche shottino i sensi diventavano più reattivi e lei aveva una percezione diversa agli stimoli, da qualsiasi parte le arrivassero.
L’occasione per la rimpatriata era stato il nuovo appartamento di Paolo, che aveva invitato tutti gli ex compagni del liceo. Si erano presentati in una decina e lei non avrebbe voluto mancare per niente al mondo. Lo avrebbe rivisto, dopo cinque anni.
E fu delusa. Era peggiorato, più gradasso e anche più volgare. Si domandò come avesse fatto ad uscire con Paolo per più d’un anno. Era innamorata quando lo lasciò, ma non poteva continuare, lui era troppo sopra le righe.
Aveva bevuto abbastanza, quella sera. Geppo si era offerto di accompagnarla a casa, aveva saputo che abitavano nello stesso quartiere. Quindi salutò le amiche che stavano uscendo e si accomodò di nuovo in soggiorno, con gli amici rimasti, a chiacchierare, a fare battute o discorsi un po’ scemi su argomenti più scemi ancora. Insomma, quelle cose che si fanno per tirar mattina.
Verso le due Giulia lasciò il divano e si recò in cucina, illuminata solo da un taglio di luce che veniva dalla porta semiaperta del living.
Aveva la gola secca e, preparandosi un bicchierone d’acqua, realizzò che qualcuno - uno dei ragazzi, e chi se no? - aveva posato le mani sulle sue spalle ed aveva iniziato un massaggio delicato ma allo stesso tempo forte, con i pollici a premere le vertebre della nuca, sotto i capelli.
Non sapeva chi fosse. Poteva ribellarsi, poteva voltarsi per scoprirlo, ma lui era così bravo, e il massaggio così piacevole. E in fondo trovava quella situazione molto divertente.
Si appoggiò al tavolo e chiuse gli occhi, emettendo qualche piccolo gemito di soddisfazione.
Dopo qualche minuto le mani sconosciute scivolarono in basso intrufolandosi sotto le sue braccia. Passando sotto le ascelle raggiunsero lentamente il suo seno e lei trattenne il respiro, stupita dall’evolversi di quel contatto così inaspettato.
In realtà Giulia non si aspettava niente, era piuttosto vigile, quindi senza pensarci troppo decise di non opporsi. Forse perché si sentiva così languida a causa del sapiente massaggio appena ricevuto. O dei troppi shottini bevuti in serata.
Lo sconosciuto quindi si sentì autorizzato a continuare. Le mani si posarono dapprima leggere sulle sue tette, poi le dita affondarono con decisione nella loro morbidezza, muovendosi come tentacoli in nuovo massaggio di stampo, questa volta, chiaramente erotico.
Baci discreti sulla schiena altezza scapole e più su, lungo le vertebre, fino alla nuca. Questa cosa regalò a Giulia un brivido di piacere. Sospirò a fondo e pensò che poteva essere chiunque di loro. Ma non era importante, erano mesi che qualcuno non s’impadroniva così sfacciatamente delle sue tette.
E le piaceva davvero molto.
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Paolo entrò in cucina e si arrestò un istante prima di accendere la luce.
La penombra fu sufficiente per fargli scoprire Geppo alle spalle di Giulia. Avanzò di quel poco che gli permise di scorgerlo palpeggiare con impegno le sue poppe.
Passò davanti a Giulia e riuscì a vedere gli occhi chiusi della ragazza e la sua espressione beata, segno che la faccenda la intrigava.
Non si trattenne, prese il suo viso tra le mani e le infilò la lingua in bocca.
Certo, fu rischioso. Giulia avrebbe pure potuto mordere per lo spavento o dargli una ginocchiata nelle palle, ma non lo fece. Invece spalancò gli occhi, lo riconobbe, gli disse - Paolo sei il solito stronzo-, poi rispose al bacio.
Dopo il bacio, Paolo le sussurrò - Giulia sei sempre una gran troia -
- Andiamo di là - disse Geppo prendendole la mano.
- Ah! eri tu, Geppo. Che bravo… - gli disse Giulia ridacchiando.
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Giò e Massimo parevano addormentati e, se non dormivano, un po’ storditi lo erano.
Giulia pregò Geppo di spegnere la luce principale, poi si recò lei stessa ad accendere la piccola lampada sul mobile più lontano nella stanza.
Penombra perfetta.
Ormai i suoi sensi erano attivi oltre il limite, desiderosi di affrontare quell’esperienza mai lontanamente pensata.
- Ehi, sveglia! – esclamò Paolo a voce alta. – Guardate che troietta vi ho portato!-
- Uhh, hai raccattato una puttana? – domandò Massimo strizzando gli occhi nella semioscurità.
Poi realizzò.
- Cazzo, Giulia! Sei tu! Non ti avevo riconosciuta, scusa…- disse con molto imbarazzo alzandosi in piedi.
- Tranquillo Massimo. Sì, sono io, Giulia. Secondo Paolo dovrei essere la vostra puttana per stanotte, ma pensa te!- disse Giulia con un gran sorriso sulla faccia.
Nessuno si accorse della sua espressione ipereccitata mentre udiva se stessa pronunciare quelle parole.
Marino mise in pausa il game sul cellulare, sollevò la testa e si domandò cosa si fosse perso.
Puttana per stanotte?!?! Aveva capito bene?
Si accomodò sul divano, aspettando ulteriori sviluppi della situazione che si preannunciava molto divertente.
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Giulia guardò gli amici, e pensò che di tutti loro, più o meno, poteva fidarsi. Visto erano mesi che non scopava, stava maturando l’idea di cogliere l’occasione per fare sesso, cosa che non aveva affatto previsto per quella che avrebbe dovuto essere solo una rimpatriata tra compagni di liceo.
Però era cosciente che sarebbe stato quel sesso spinto che immaginava spesso durante le sue masturbazioni.
Amici finchè vuoi, ma loro sarebbero stati un branco di cinque maschi arrapati e lei la preda da scopare.
Ma non era una preda indifesa.
Giulia chiese a Geppo di continuare il suo massaggio.
Lui non rispose e riprese il suo posto dietro di lei, passò le mani sotto le ascelle e riprese a pastrocchiarle le tette.
Lei abbassò le spalline del top e si sganciò il reggiseno sulla schiena. Le sue magnifiche poppe sfociarono orgogliose sotto gli sguardi affamati dei ragazzi.
- Così non va meglio, Geppo? – disse.
Lui si limitò a grugnire. Appoggiò la faccia sulla schiena nuda di Giulia e la baciò di nuovo sulla schiena.
Intanto continuava a palpare le tette in modo più potente e nervoso. Ora che le toccava così nude, poteva sentire la tiepidità della pelle tra le dita; i grossi capezzoli erano gonfi e duri e Geppo volle dedicarsi a loro per una conoscenza più approfondita.
I ragazzi compresero che si stava svolgendo davanti ai loro occhi un momento di sessualità irripetibile. La serata stava prendendo una piega inaspettata e si stava chiaramente ravvivando.
Massimo e Paolo si occuparono della cerniera della minigonna che scivolò giù, sulle caviglie, seguita subito dopo dal perizoma nero.
Giulia si tolse le scarpe e sollevò un piede alla volta per agevolare Massimo che raccoglieva da terra minigonna e perizoma per buttare tutto quanto su una sedia. Poi rimase in ginocchio ad accarezzare le cosce di Giulia, o meglio, solo una, perché l’altra coscia ormai era territorio di Paolo.
Giulia scoprì che c’era da impazzire ad essere desiderata in quel modo, così adorata da due maschi in ginocchio, toccata, palpata in modo anche un po’ troppo vigoroso, senza gentilezze.
Ma l’adorazione durò poco.
I due amici presto si separarono. Massimo, mordicchiando l’interno delle cosce raggiunse la fica e si perdette nel suo profumo e nei suoi umori. Paolo invece scelse immediatamente la rotondità del culo, divaricò brutalmente le chiappe e affondò la lingua nel gioiello nascosto di Giulia. Al contatto della rugosità del buco non poté fare a meno di pensare con orgoglio che lui era stato il primo a forzare quella porta.
Giulia stava ancora in piedi con i tre ragazzi impegnati contemporaneamente sul suo corpo, tesa ad assaporare quelle nuove, multiple, sensazioni. Non pensava a nulla, ogni cosa che provava in quel momento era puro piacere fisico.
Si guardò intorno, notò Marino e Giò sdraiati sul divano che osservavano la scena.
Incrociò le braccia sopra il capo, sollevò i capelli sopra la nuca, guardandoli e facendosi guardare.
Non sapeva esattamente come comportarsi, ma era contenta di se stessa, non l’avrebbe mai detto che avrebbe vissuto una notte da perfetta troia con cinque maschi in calore ed era eccitata e felice di come stavano andando le cose.
Giò non resistette oltre e si spogliò completamente. Fu il primo di loro che Giulia vide nudo, e soprattutto vide il suo cazzo duro. Anche Marino si sbarazzò velocemente dei vestiti e anche lui, inutile dirlo, presentava un cazzo rigido e pulsante.
- Dai ragazzi, vi voglio tutti nudi! – esclamò Giulia con tono allegro, dando voce al suo impellente desiderio.
Paolo disse cose tipo questa:- Uhhh, la puttana ha voglia di farsi scopare dai nostri cazzi! -, ma Giulia sapeva benissimo che l’esortazione non era rivolta agli amici bensì a lei, che capisse bene cosa aspettarsi.
Poi si svestì in un attimo, e lo stesso fecero Geppo e Massimo.
Intanto Giulia raggiunse il divano e si inginocchiò davanti a Giò e Marino. Racchiuse nelle mani i testicoli di entrambi, giocando con le loro olive. L’occhio delle due cappelle rosse e lucide la fissavano e a Giulia venne un gran voglia di spompinarli tutt’e due, ma Paolo la prese per un braccio e la trascinò al centro della stanza.
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Giulia distesa sul tappeto osservava i cinque ragazzi che si erano disposti in cerchio intorno a lei. Tutti esibivano i loro uccelli in tiro e tutti si stavano masturbando.
Giulia temette che le sborrassero addosso già da subito ma grazie a Dio non successe.
Lei, mentre si accarezzava lentamente la fica, ebbe il tempo di considerare che Geppo aveva il cazzo più grosso di tutti e quello di Massimo era curvo all’ingiù e la faceva molto ridere. Ma non rise, le pareva brutto ridere del cazzo di un amico.
Era la prima volta che vedeva l’uccello dei ragazzi, a parte quello di Paolo, che conosceva bene. Non era affatto scontato che nella vita avrebbe visto i loro uccelli, e perdipiù, tutti in erezione, e il fatto che stesse capitando aveva davvero dell’incredibile.
Questa esperienza che stava vivendo la eccitava molto, si sentiva addosso una tremore inconsueto e pensò che fosse meglio chiudere gli occhi e starsene immobile, in attesa spasmodica che succedesse ciò che immaginava sarebbe successo.
Non ebbe il tempo di elaborare altri pensieri. Si sentì toccare nello stesso momento in tutto il corpo, fiati caldi le sfiorarono la pelle, avvertì mani che le strizzavano le tette, altre mani impazienti la frugavano nella fica, qualcuno le strinse i polsi bloccandole le braccia sulla testa.
Due ragazzi le leccarono le ascelle e questo le regalò un brivido piacevolissimo che andava oltre il solletico. Dopo scesero a leccarle i fianchi e i brividi aumentarono e poi si spostarono sulle poppe. Uno ciucciava forte un capezzolo, facendole male, invece l’altro mordicchiava la punta dell’altro capezzolo, e le faceva male pure lui.
Giulia si lamentò un poco e si dimenò per farli staccare e allora altre mani le presero le caviglie e le bloccarono in su le gambe, tenendole sollevate e divaricate. Immediatamente alcune bocche affamate le morsicarono le natiche, poi per fortuna qualcuno trasformò i morsi in baci e leccate.
Quando un dito la penetrò nel culo con violenza senza un minimo di lubrificazione lanciò un grido e strinse d’istinto le chiappe.
Capì subito che era il dito medio di Paolo.
A lui era sempre piaciuto violentarla in quel modo e quello era uno dei motivi per cui Giulia l’aveva lasciato.
Geppo andava matto per tutte le poppe del mondo, era la cosa che lo faceva sbiellare di più. Non per niente era stato lui ad iniziare i giochi con il massaggio delle tette di Giulia.
Quindi, senza indugiare troppo, prese a succhiarle i capezzoli, a torcerli, ad allungarli con i denti fino a quando Giulia non gli diede manate in testa.
Quando qualcuno dei ragazzi la scopava a pecora, Geppo si sedeva davanti a lei a gambe incrociate e le mungeva le grosse tette danzanti.
Giulia era molto attratta dalle dimensioni del cazzo di Geppo. Si ha un bel dire che le dimensioni non contano, ma a vederlo ad una spanna dal naso lei si dimenticava perfino che qualcun’altro la stava montando e cercava di prenderlo in bocca. Quando ci riusciva – dipendeva dalla potenza dei colpi che riceveva da dietro – era proprio una “grossa” esperienza, in senso letterale.
A sorpresa Giò si mise a cavalcioni sulla faccia di Giulia, e lei gli leccò volentieri culo e palle lasciandoci su un bel po’ di saliva.
Mentre Giò si sfregava sulla bocca di Giulia sussurrava cose che lei non sempre capiva, qualche volta una parola dolce, altre volte un insulto. Le sconcezze lei le comprendeva bene perchè Giò alzava la voce – dai leccami il culo, troia – cose di questo genere, invece le paroline dolci le pronunciava piano, come se si vergognasse di farsi sentire dagli amici.
Ogni tanto Giò si sollevava un poco e le riempiva la bocca con il cazzo. Lo spingeva in gola con foga, rallentando solo quando Giulia diventava tutta rossa e le veniva da vomitare.
Poi scese da cavallo e finalmente Giulia respirò a fondo. Ma Giò non aveva finito, la baciò sulla bocca, ci mise la lingua e continuò per un po’, poi le sussurrò all’orecchio - Giulia, a saperlo prima che eri così troia...-
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Giulia avrebbe voluto smettere di essere così passiva, ma era inchiodata a terra. Stava facendo due seghe con le mani libere ma nella penombra non sapeva a chi, e trovava che fosse una cosa pazzesca segare due cazzi senza nome.
Intanto si divertiva a scoprire le tendenze sessuali degli amici.
Di Paolo sapeva già, era stato il suo ragazzo anni prima, lui andava matto per il culo di tutte le ragazze. In quel momento il suo dito la stava perforando tra le chiappe ed era lui di sicuro. Non era certa se fosse anche Paolo a leccarle la fica, ma pensò di sì, era fradicia di saliva da metà coscia alla pancia, lui lo faceva già quando erano insieme.
Massimo si stava masturbando, si avvicinò a Giulia e le mise l’uccello in bocca. Lo stesso fece Marino, cercò di infilarci anche lui il suo cazzo e Giulia tentò di accontentare entrambi ma invano. Cazzi grossi o bocca piccola?
Non ebbe tempo di scoprirlo perché dovette rallentare, sentiva un orgasmo montare senza che lei se lo aspettasse, era troppo presa dall’esperienza totale di essere a disposizione sessuale di tutti loro e la sua mente era tutta lì. Ma il suo fisico stava accumulando eccitazione, ogni parte del suo corpo era palpata, aperta, violata, aveva bisogno di esplodere.
Quando venne, tutti si fermarono a guardarla, ma non Paolo, che continuava a spingerle il dito nel culo dicendo cose sozze e banali tipo - godi troia!-
Giulia subì le contrazioni ansimando e con il cuore a mille. Appena apparve più calma subito gli amici ripresero i loro giochi. Geppo fu veloce a baciarla prima che qualcuno le schiaffasse di nuovo in bocca il cazzo.
Una limonata vera e propria, fu l’unico a domandarle, a bassa voce – stai bene?-
Giulia l’abbracciò e lo baciò di nuovo. A lungo, con la lingua.
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Marino l’aveva fatta godere una seconda volta, anche se l’aveva sbattuta davvero forte. Era metodico, tirava fuori l’uccello dalla fica fino a scoprire il glande, poi lo spingeva come un forsennato fino alla radice e le dava delle botte incredibili sul pube.
Era capace di proseguire per minuti interi senza mai fermarsi.
Le venne sulla pancia quando Giulia era già stata in paradiso da un po’. A lei piaceva qualche minuto di silenzio, dopo un orgasmo, quando era il momento delle coccole, e pensava di averne diritto che anche in quanto puttana.
Invece no, Marino aveva continuato ad infilzarla anche mentre godeva, figuriamoci se dopo le faceva le coccole.
Oltretutto, mentre stava godendo, aveva pure la bocca piena del cazzo di Giò, ed aveva difficoltà anche ad ansimare.
Orgasmo da dimenticare.
Poi Massimo la volle sopra, le disse - datti da fare troia -, lei s’infilò il suo cazzo curvo nella fica ed iniziò a far ballare le tette su e giù e tutti le guardavano.
Ma lei guardava solo Geppo, che pareva apprezzare più degli altri il movimento delle poppe. Sollevò le braccia in alto e gli sorrise. Lui alzò il pollice ridendo.
Giò non aveva pace, provò a metterglielo anche nel culo, ma Giulia si agitò al pensiero di prendere due cazzi insieme e si staccò velocemente. Si spostò per fare un pompino a Massimo che si stava lamentando perché l’aveva mollato proprio nel momento in cui stava per venire. Non aveva ancora la sua cappella in bocca che Massimo le inondò la faccia di sperma.
Gli ripulì il glande raccogliendo le ultime gocce di sborra con la lingua.
Giò gli disse – adesso torna qui Giulia, succhiami l’uccello... fammi godere che ho la sborra in canna, apri la bocca! – e si avvicinò al suo viso muovendosi con il furore terminale di una sega. Giulia preferì evitare lo schizzo in gola quindi si limitò a leccargli le palle mentre lui stava venendo. Ma Giò la prese per i capelli e le sollevò la faccia rossa e sudata.
Giulia tenne chiusi gli occhi e rise con la bocca serrata. Giò le sborrò sul naso, sul mento e sul collo.
Paolo forzò con la lingua il buco del culo di Giulia, lo inumidì per bene e subito dopo fu pronto per incularla. Lei invece non era pronta per niente, gli sibilò – Non ci provare!- con un’espressione feroce.
Giò esclamò – Paolo, sono già passato io, stanotte il culo di Giulia è chiuso!-
Lui a malincuore lasciò perdere, smise di spingere su quella porta serrata e ripiegò con molto nervosismo sulla fica, quella notte già abbondantemente aperta.
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Alla fine l’avevano scopata in quattro.
Paolo fu l’unico a sborrale dentro.
- La prendi sempre la pillola, vero? – domandò.
- Fanculo Paolo, potevi chiedermelo prima – rispose Giulia.
Poi disse che andava a farsi un bidè e a lavarsi la faccia.
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II°
Verso le cinque del mattino Geppo accompagnò Giulia a casa.
I primi minuti non parlarono. Geppo rispettava il silenzio di Giulia intanto sperava che non ci fosse in giro qualche pattuglia della polizia che gli facesse il test antialcol.
Solo dopo diversi chilometri di tangenziale Geppo sentì una risatina di Giulia.
- Cazzo, Geppo, che serata – disse Giulia scuotendo la testa.
- Sì, hai ragione, anche per me è stata particolare – disse Geppo. – Sei pentita? -
- Ma no, in fondo mi sono divertita molto, grande eccitazione -
- Però?-
- Però sono stanca, voglio farmi una doccia ed ho sonno.-
- Dieci minuti e sei a casa.-
- Bene, ti ringrazio già adesso per il passaggio -
Silenzio
- Posso chiederti una cosa? Puoi anche non rispondermi eh? – disse Geppo.
-Certo, dimmi.-
- Era la prima volta che... insomma, come questa sera?-
- Ma Geppo, ma che cazzo di domanda! Certo che era la prima volta, e penso proprio che non ce ne saranno altre – rispose Giulia. - Perlomeno, non con cinque uomini - disse dopo una pausa.
- Ops, scusa, era giusto così... per sapere... -
Silenzio
- Adesso ti faccio io una domanda – disse Giulia.
- Ok, spara. -
- Mi piacerebbe sapere se… beh, come ti sono sembrata? Non voglio complimenti, ma non essere troppo cattivo, mi raccomando -
- Questa sì che è una domanda! Dunque, vediamo… secondo me non somigli troppo ad una puttana, però hai fatto lo stesso la tua porca figura – disse Geppo.
-Beh, porca lo sono stata senz’altro. Riguardo ad essere puttana, non so, io non sono molto pratica di come si dovrebbe comportare una puttana, quindi ho agito d’istinto. Non è che passo le notti a scopare in gruppo! - esclamò Giulia. Poi riprese fiato e disse: – Forse ho proprio l’istinto di una puttana, chi lo sa? Ma io ho solo colto l’occasione per togliermi un po’ di voglie, visto che è quasi un anno che non scopo.-
- Comunque, se posso essere sincero, a me sei piaciuta un sacco. Specialmente le tette, ahahah... -
- Ehhh, ricordo come me le tiravi, maialone! -
- Ahahah...sì, devo farti i complimenti, sono davvero delle tette grandiose. -
- Uhhh... non immaginavo che tu ne fossi così attratto. – disse Giulia senza nascondere l’orgoglio per il successo delle sue poppe.
- Le tue le ho trovate particolari, te lo confesso. Grosse ma, allo stesso tempo, snelle. Dure, belle piene, ma anche polpose, morbide. I capezzoli da soli valgono una serata: si possono facilmente strizzare tra due dita e torcerli, e anche morderli. A succhiarli ti riempiono la bocca! -
- Mamma mia, che recensione! Grazie Geppo! – esclamò Giulia ridendo. - Ma adesso mi viene un dubbio: ti attirano tutte le tette del mondo oppure solo le mie? -
- Beh, diciano che è un mio feticcio erotico da quando ho iniziato a toccarmi - disse Geppo.
- A farti le seghe, dillo pure -
- Sì, ok... però mi piace anche un bel culo, non ti credere. Avrei voluto essere più presente sul tuo culo, ma era sempre occupato! –
- Ahahha... sì, c’era la coda a cercare di scoparmelo, ma non mi andava. Prima di tutto non mi andava che lo facesse Paolo. E poi pensavo che se l’avessi permesso a uno, poi avrei dovuto darlo a tutti. Temevo anche che mi sarei trovata pizzicata tra due maschiacci, con un cazzo davanti e uno dietro. Avevo anche un po’ paura, non l’ho mai fatto. -
- La serata avrebbe preso un piega un po’ troppo porno, forse. -
- Cavolo, è stata porno anche così, cazzo, non credi? -
- Beh, in effetti...-
Silenzio
- Anche tu l’avresti fatto, Geppo, lo so, siete tutti uguali – riprese Giulia.
- Non lo so, io non l’ho mai messo nel culo a nessuna donna. In senso letterale.-
- Davvero? -
- Sì... sei stupita? Lo farei volentieri ma non ho mai avuto l’occasione -
- Io l’ho fatto solo con Paolo. Quello sporcaccione mi ha sempre fatto fare un sacco di cose, meno male che l’ho piantato. Roba vecchia, comunque. Sono passati cinque anni, più o meno. Quarta liceo ed un pezzo della quinta.-
- Ricordo, vi vedevo sempre insieme. Tu eri una bellissima ragazza, e lo sei ancora, invece Paolo era il solito bullo. E lo è ancora.-
- Ahahah... sì, è proprio vero – confermò Giulia.
- Basta sapere come prenderlo, io lo conosco da ragazzino.-
- Sai, io ho un po’ di nostalgia di quella Giulia ragazzina, ero così tonta.-
- Quindi, se ho capito bene...sono cinque anni che non... che nessuno approfitta del tuo sederino -
- Ahahha…che scemo, non è un sederino, è diventato un bel culone! -
- Ho visto, ho visto.-
Silenzio
- Sai che sono senza mutande? – disse Giulia all’improvviso.
- Cazzo, che rivelazione! Dai, sto guidando, ahahaha...-
- Massì, non le ho trovate! Non vedevo l’ora di andarmene, Paolo mi aveva fatto incazzare, quindi sono andata a lavarmi, poi le ho cercate ma nisba. Allora mi sono infilata il top e la gonna, ho addirittura buttato il reggiseno in borsa e siamo andati via. -
- Quindi adesso sotto quella mini e quella canottierina sei nuda! – disse Geppo con un tono volutamente esagerato.
- Ihihihi... sì sì sì... ti turba sta cosa? – domandò Giulia sogghignando.
- No no, anzi! Peccato che stia guidando, non posso guardarti bene. -
- Uhhh... Geppo! Ti piacerebbe? -
- Molto, ma ci tengo troppo a portarti a casa sana e salva. -
- Bravo Geppo!-
Silenzio
- Sai che stanotte io non ti ho scopato? – disse Geppo.
- Geppo! Non scherzare, non me ne sono accorta! Mi dispiace… non so, non ti piacevo? In quel modo, voglio dire..-
- No no, mi piacevi eccome! Comunque ero già venuto prima, sulle tue tette. -
- Ah, volevo ben dire! Però, che casino fare sesso così, in tanti. Non riesco a capacitarmi di non ricordare un sacco di cose. Non ricordo affatto che tu sia venuto sulle mie tette, giuro! Perdonami Geppo...- disse Giulia con tono sincero.
- Ma non preoccuparti, ti dico solo che è stata una delle mie più belle seghe, pensa che onore!-
Silenzio
- Scusa, stavo pensando… se mi dici la verità, sto realizzando che tutti gli altri mi hanno scopata.-
- Sì, tutti gli altri meno io. Però gli altri hanno sborrato fuori, sulla faccia, sulle tette, ecc., invece Paolo ti è venuto dentro, tu ti sei incazzata, hai tirato giù la serranda e hai chiuso il negozio. -
- Quello stronzo... e così tu sei rimasto fuori, a bocca asciutta. Mi dispiace da morire, giuro!-
- Tranquilla, non ci pensare, magari capiterà un’altra volta , eheheh....-
- Ahahah…ok, ok. Ti devo una scopata, Geppo! -
- D’accordo, ci conto! -
- A pensarci adesso, mi dispiace anche perché... sai, ho notato il tuo uccellone, appena ti sei spogliato. -
- E quindi? -
- E quindi avrei dovuto approfittare, scema che sono! Sicuramente hai molto successo con le ragazze, con quelle dimensioni -
-Beh, diciamo che non ho mai avuto reclami, ecco... -
- Uhm...se penso che mi sarebbe bastato allungare una mano.-
- Beh, una mano l’hai allungata e anche la bocca, forse non ti ricordi nemmeno questo, c’era troppa gente lì intorno! -
Silenzio
- Siamo arrivati, Geppo. Fermati qui nel vicolo, mi è più comodo.-
- Ok. -
- Sei stato gentilissimo -
- Posso chiederti di fare una cosa? – domandò Geppo.
- Ma certo.-
- Esci dalla macchina e vai lì davanti, alla luce dei fari. -
- Ok, ci salutiamo qui? -
- Dopo, ora vai. Quando sei in piena luce tira fuori le tette, ti va? -
- Ma Geppo! E se qualcuno mi vede? Daiiii...-
- Sono le cinque e mezza del mattino, è domenica, la gente dorme... nessuno ti vede, vai…-
Silenzio.
Giulia scese dalla macchina e si spostò alla luce dei fari. Fece uscire dall’ampia scollatura del top una tetta e poi anche l’altra.
Accompagnando i movimenti con una risata silenziosa si piegò in avanti scuotendo un po’ le spalle in modo che le poppe ballonzolassero a destra e a sinistra.
Poi Giulia decise di chiudere in bellezza.
Si sollevò la minigonna davanti ad un fanale e si allargò la fica, poi si spostò davanti all’altro fanale, si voltò e sollevò la gonna. Si allargò le chiappe e dimenò un paio di volte il culo, ridendo come una pazza.
Geppo lampeggiò un paio di volte con gli abbaglianti.
Giulia si ricompose e si appoggiò sul bordo del finestrino aperto.
- Ti basta? Devo usare questo metodo anche quando prendo un taxi, ahahah... - disse Giulia, ancora agitata e rossa in viso.
- Sì, hai fatto fin troppo! Sei sexyssima, nonostante l’ora e tutti i cazzi che ti sei presa stanotte! -
- Ma Geppo, mi parli come se fossi una puttana! Si vede che alla fine sono entrata bene nel personaggio, ahahaha! -
- Ehehhe… ma dai, stavo scherzando - disse Geppo.
- Lo so, anch’io stavo scherzando - disse Giulia.
Silenzio.
- Mi spiace ma devo andare, Geppo - sussurrò Giulia accarezzandogli il viso - sono stanchissima, mi sento sporca e devo fare una doccia. Domani, anzi, oggi, dormirò tutto il giorno -
- Sì, non ti auguro buona notte perché fra un po’ spunta il sole, quindi… buona dormita!-
- Grazie mille, buona dormita anche a te! -
- Vedo che non abiti più coi tuoi, vivi qui?- domandò Geppo, rimettendo in moto il motore.
- Sì, vivo per conto mio adesso. Vado!! – rispose Giulia, allontanandosi in fretta.
Attraversò il vicolo e quando passò davanti alla luce dei fari accesi, sculettò vistosamente.
Poi fece una corsetta raggiungendo di nuovo la macchina.
- Geppo, perché un giorno o l’altro non vieni a trovarmi, se ti va? Mi farebbe molto piacere - disse.
Non attese la risposta, si volse e scappò via.
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