Introducing Carlotta
di
Metrox
genere
etero
Il dehor del caffè d’angolo di piazza Garibaldi è pieno di gente, si sente un vocìo diffuso. Io ho scelto un tavolino all’aperto e nell’attesa di Carlotta ho ordinato un macchiato.
E’ una bellissima giornata estiva, calda e luminosa.
La deve pensare così anche Carlotta perché ha deciso di indossare un vestitino leggero, corto a mezza coscia e svolazzante. Sono certo che sarà uno spettacolo, per chi avrà la fortuna di essere in posizione favorevole, quando accavallerà le gambe.
- Sei un splendore, Carlotta! – esclamo, alzandomi in piedi e baciandola sulle guance.
- Anche tu Alex! con gli shorts a quadretti e la giacchetta di lino spiegazzato fai un figurone! -
-Ahahaha... puoi dirlo forte! – rispondo, convinto e contento delle mie scelte.
- Bello trovarci in questo bar come quando lavoravamo entrambi qui vicino, alla Paccini - esordisce Carlotta dopo aver chiesto un bicchiere d’acqua. Intanto io ho approfittato per ordinare gli aperitivi.
- Uhhh, parli di mille anni fa! -
- Mica così tanti. Sono stata assunta che avevo diciannove anni, dopo la maturità. Ed ora vorrai mica dire che sono vecchia, ne ho solo trenta! -
- Ehhh, beata te, sei giovanissima! -
- Mmm, grazie! – cinguetta sorseggiando l’acqua.
- Quando hai lasciato l’ufficio, piangevamo tutti. Avevamo perso il più bel culo della Paccini! -
- Ahahah... che scemo! E’ per quello che te ne sei andato anche tu? - domanda maliziosa.
- Eh no, la mia era una battaglia molto più terra terra, soldi e carriera negata. Allora ho tolto il disturbo. -
- Sì sì, l’ho saputo,avevo incontrato qualcuno che me l’aveva detto,ma non ricordo più chi.-
Stiamo qualche istante in silenzio, a mangiare stuzzichini e a bere spritz. Nel frattempo osservo con piacere quei pochi centimetri di tette che si vedono dalla generosa scollatura. Lo so, è una cosa che non si dovrebbe fare ma non mi trattengo.
- Alex, ma sai chi mi viene spesso in mente? ti ricordi di Corvaglia? – mi dice Carlotta richiamando la mia attenzione.
- Certo, chi se lo dimentica? -
- Che ridere... mi chiamava Charlotte e non perdeva l’occasione per darmi una toccatina. -
- Ma dai! Poteva essere tuo padre! Anzi, tuo nonno! -
- Già... però era una brava persona, tutto sommato. Quando dovevo dare un esame all’uni mi mandava nell’archivio a studiare e mi copriva in ufficio. Era sempre molto discreto ed io lo lasciavo toccare volentieri. Non ha mai chiesto di più, era così tenero... Piuttosto, c’erano altri porci in quella ditta, che approfittavano di una ragazzina al suo primo impiego – rivela cambiando espressione.
- Davvero? Non l’avrei detto... posso sapere chi? - domando.
- Certo, erano due. Anzi tre!...Uno sei tu! -
- Dai, non offendermi, in ufficio io ti ho sempre rispettata. -
- In ufficio sì, ma in bagno mi facevi i ditalini! Tu con quarant’anni ed io ragazzetta. -
- A parte che non li avevo ancora, quarant’anni, però ti piacevano come te li facevo, non negare! -
- Eh sì, tu mi facevi proprio impazzire! Ma io ero solo giovane e curiosa, mi sembrava impossibile che un uomo come te perdesse il suo tempo con me. -
- Ok ok... e gli altri nomi? -
- Un altro era il boss, il dottor Boselli. Sai quanti straordinari ho fatto in quegli anni? Tutti i giovedì fino alle 20 e spesso anche oltre. E mia mamma che mi aspettava con la cena nel microonde. -
- Cazzo, il Megaboss! Ecco una cosa che non sapevo...che furbona, miravi alla carriera, eh? -
- Seee... infatti mi sono licenziata tre anni dopo, ho preso la laurea e ho iniziato la MIA carriera, quella vera! - dice rimarcando molto la parola “mia”.
- Con molto successo, devo dire... -
- Dici? Ho solamente messo in pratica tutte le cose ho imparato in quelle serate in ufficio - farfuglia ridendo e masticando con voracità patatine e olive.
- Sui report per il budget? – domando molto ironicamente.
- Seee, figurati... su cosa preferiscono gli uomini, specialmente quelli anziani... - poi continua abbassando la voce - ...come fare le seghe, i pompini, dove e come leccare... cose del genere, ecco. Mi è servito molto, quando mi sono messa in proprio. -
- A questo punto devi dirmelo... chi era il terzo porco? – domando con curiosità malcelata.
- In realtà era una porca, Alex. La responsabile dei copisti, Marianna. Quando mi mandavate a fare quelle copie grandi come lenzuola, giù nel reparto, lei mi portava dietro i plotter con la scusa di controllare insieme la qualità della stampa e poi mi toccava sotto le mutande. -
- Cazzo... Marianna! anche lei non era giovanissima. Oltretutto non ho mai pensato che fosse lesbica - osservai.
- Era una bella signora... non era proprio porca come intendi tu, con me era sempre molto gentile. Con lei ho capito che piacevo molto anche alle donne. E soprattutto che le donne piacevano un sacco anche a me. -
- Bello tutto questo gossip aziendale! ma con Marianna c’è stato solo quello? -
- No no, mi ha invitata anche a casa sua diverse volte. Avevo una voglia matta di scoprire tutto quello che c’era da scoprire, e lei mi attirava da morire. -
- Noto che sei sempre stata incuriosita, se così vogliamo dire, da persone molto più vecchie di te... in fondo in quel periodo tu avevi 21, forse 22 anni, giusto? Non ti ho mai sentita parlare di ragazzi...non ce l’avevi un fidanzato? -
- Uhm...sì e no. Mi parevano tutti molto ragazzini…quei due con cui ho avuto rapporti per periodi più o meno lunghi scopavano come coniglietti, e spesso io rimanevo a bocca asciutta. Diciamo molti amici ma poco sesso, ecco. -
- Beh Carlotta, devo ammettere che non sapevo un sacco di cose su di te – confesso con molta sincerità.
- Magari non c’è mai stata l’occasione di chiacchierare come oggi. Mi piacerebbe raccontarti anche tutte le porcherie che faccio, tu sei un tipo che ascolta, è eccitante raccontare le porcherie a uno a cui piace ascoltarle. Per questo non le dico mai a nessuno, non ho ancora trovato quello adatto. Tu invece mi dai fiducia. -
- Ti do fiducia forse è perché sono anziano anch’io, ahahah...- Rido, ma penso che forse un po’ di verità c’è, in questa mia constatazione.
- Ahahha...sei sempre il solito stronzo! Hai appena passato gli anta, sei un gran figo, anche con quegli orribili bermuda a quadretti e la giacchetta...ahahah...-
- Vabbè, allora dobbiamo trovarci un’altra volta così mi puoi confessare le porcate che combini quando fai l’accompagnatrice -
- Volentieri. A proposito, è stata proprio Marianna a suggerirmi che potevo fare questo lavoro, nella vita. -
- Ci ha visto lungo, allora... ha scoperto le tue potenzialità... come dire... sessuali. -
- Infatti. Ed è stata proprio lei che mi ha presentato il mio primo cliente. Due giorni a Stoccarda per una fiera di cui non ricordo il nome. Due notti in un hotel cinque stelle, perfino il letto col baldacchino. Mi sembrava di essere in paradiso. E tutto per una scopata. -
- Potenza della fica... ma tu ti fai pagare dai clienti? Hai una tariffa, che so, un tot per notte, o per weekend? -
- Assolutamente no! Io non chiedo mai soldi a nessuno. Io ricevo un invito, che posso accettare o meno, per due o più giorni, accompagno il cliente, lo seguo nei suoi incontri, anche di lavoro, e quasi sempre alla sera si scopa. Naturalmente è tutto pagato, soggiorno e tutto il resto.-
- Certo, fai dei viaggi curiosi e interessanti, e soggiorni in posti anche prestigiosi. Ma il guadagno dov’è? il cash, voglio dire...-
- Oh, non ho mai avuto problemi. Alla fine del viaggio mi trovo sempre dei regali pazzeschi...la mia piccola smart da dove credi che venga? – mi confessa con un risolino ambiguo.
Carlotta, mentre chiacchiera, si sta scofanando tutti gli stuzzichini che hanno portato con gli aperitivi, io spilucco solo qualcosa mentre la sto ascoltando. Mi è sempre piaciuto come racconta qualunque cosa, anche la più nascosta, nel suo modo così naturale.
- Vero che mi stai guardando le tette da un po’? – mi chiede ad un tratto.
- Ops... sì, ma lo faccio con discrezione. Son cose belle da vedere... tanto lo so che non ti dispiace -
- E’ vero. Anzi, mi piace che sbirci così...- dice ridendo.
- Purtroppo non ci sono molte occasioni, qui in pubblico, di guardare qualcosa di più di te. E soprattutto di fare qualcosa di più! -
- Accidenti Alex! Vorresti scoparmi qui, tra tutta questa gente? Nonostante la mia onorata carriera, è una cosa che non ho mai fatto! -
- Ahahhaa... no no, tranquilla...però, se potessi toglierti quel vestitino, lo farei subito…-
- Ehhh, ci credo, lo so! – mi dice, sorniona. – Vuoi che andiamo in bagno e mi fai un ditalino? – mi domanda a bassa voce.
- Cazzo che invito, ma oggi mi sembra eccessivo. Ti guardo la bocca mentre stai mangiando e posso sempre immaginarti che tu stia facendo un pompino. -
- Mmmm...questo stuzzichino è con formaggio e acciughina...mmm...buono -
- Un pompino con l’acciughina...- sussurro con gli occhi fissi sulla sua bocca.
- Ahahaha...Alex, scommetto che ti è venuto duro!-
Ormai questo dialogo sta virando in zone vibranti e conturbanti e sta procedendo a cenni e sussurri. Noi siamo entrambi appoggiati al tavolino come due persone che si raccontano segreti inconfessabili. Come in effetti è.
- Ti eccita saperlo? – mi va di provocarla. So che oltre un certo limite ridiventa una ragazzetta curiosa.
- Sì, sono già un po’ umidiccia – confessa.
- Facciamo una cosa da ragazzini? O da vecchi erotomani, che è lo stesso? – le domando.
- Cioè? -
- Vai a toglierti le mutande. -
Subito dopo però penso che mi sembra un’idea abbastanza stronza. Roba del secolo scorso.
Però Carlotta non batte ciglio, si pulisce la bocca con un tovagliolino, si alza e mi ordina di non muovermi, che torna subito. Poi si avvicina al mio orecchio e sussurra: - Dopo me lo fai sentire quanto è duro, trova tu il modo. -
E si allontana sculettando. Dio mio, quel vestitino è una favola…
Dopo qualche minuto è di ritorno con le mutandine racchiuse in un pugno. E nell’altra mano tiene stretto un fagottino chiaro, forse un fazzoletto. Si siede e accavalla le gambe.
- Ho tolto anche il reggiseno, vedi le tette come ballano? – si dimena un attimo e in effetti il seno lo vedo più morbido.
- Adesso vuoi che ti faccia vedere mutande e reggiseno? Le sistemo sul tavolino? – mi chiede con il sorriso malizioso che conosco bene.
- Ma non scherzare...piuttosto vai vicino quel pannello, quello con la pubblicità - le dico con noncuranza. - Cammina piano e non sculettare troppo. -
Carlotta si alza e si muove a passi lenti fino al pannello che le ho indicato, a bordo strada. Solo io so che sotto quel vestitino lei è nuda, si intravedono bene le forme dei fianchi, i glutei che si distendono, e non oso pensare a come danzano le sue tette ad ogni passo.
Do un’occhiata alle tante persone sedute ai tavolini, e mi sembra che tutto il mondo abbia capito che Carlotta è nuda. Voglio pensare che tutti i maschi abbiano il cazzo duro e le femmine abbiano la fica gocciolante mentre la guardano camminare.
Lei sosta qualche minuto sotto il cartello, durante i quali io alimento dei pensieri molto perversi. Poi si volta verso di me ed io le faccio cenno che può bastare.
- Oufff...sentivo il tuoi occhi sulle chiappe - mi fa mentre si siede. Poi beve e ride.
- Qui eravamo tutti a guardarti il culo, bellezza... uomini e donne - dico.
Carlotta si guarda intorno, ride e beve ancora.
- Pensa se ti vede Romina, così arrapato e col cazzo duro - mi dice.
- A proposito, so che è venuta a casa tua, la scorsa settimana -
- Sì, vedo che ti racconta tutto. Sai anche che non è la prima volta, allora. -
- Sì, lo so. Non mi addentro nei particolari, ogni tanto mi dice qualcosa e mi basta. Però è cambiata. Nel sesso, intendo, ora è molto...come dire?...molto...-
- Molto più porcellona? -
- Sì, molto più disinibita. Stai facendo un ottimo lavoro - le dico – dovrei ringraziarti -
- Ma no, mi piace scopare con lei, è amorevole, gentile. Anche se mi tira sempre le tette, smette solo quando si accorge che mi fa male. Allora mi sbaciucchia dappertutto. -
- Anche a me piace molto scopare con te. Non ho ansia da prestazione, mi rilassi, mi fai stare bene. -
- Ma pensa te... sta a vedere che adesso faccio pure la puttana di famiglia. Scopo con te e poi con la tua compagna, in sedute separate. Prima o poi faremo una seduta a tre... ma non come quella volta che l’hai maltrattata come una schiavetta eh? dovresti vergognarti.-
- In fondo è lei che mi chiede quel tipo di sesso, e a me non dispiace farlo.-
- Devo scriverlo sul mio biglietto da visita: Carlotta Bertile, puttana di famiglia. Che te ne pare? -
- Non male, puoi incrementare la clientela. -
- Magari accetto anche i figli. Maggiorenni, of course. Tua figlia quanti anni ha? -
- Uhh, lei è ragazzina, manca ancora qualche anno prima di diventare maggiorenne.-
- Peccato. Mi piacerebbe davvero fare l’amore con un’adolescente.-
- Maschio o femmina? -
- Uhm...fammi pensare...forse femmina. I maschietti giovani sono come ti ho già detto, non vedono l’ora di scopare e poi ciao. Invece ad una ragazzina posso insegnare un sacco di cose. Sì, decisamente una femmina! Dai, chiamami quando tua figlia compie diciotto anni. Non ti faccio pagare niente, giuro! ahahhaa... E da te non voglio regali!-
- Ehhhh... puoi stai certa che non regalo auto, io...e quanto a mia figlia, dopo i diciotto anni farà lei cosa le aggrada, e magari tu non le piaci! -
- Impossibile! Piaccio a tutti e a tutte – dice strizzandomi l’occhio.
- A proposito, mi viene in mente il motivo per cui l'altro giorno ti ho chiamata per vederci. Oltre al piacere che provo sempre a parlare un po'con te, naturalmente. -
- Ehi, non fare il galante con me, mi hai già sedotta anni fa... – dice con il sorriso dolcissimo che esibisce solo qualche volta.
- Voglio farti conoscere una mia cara amica d’infanzia, si chiama Lory. Ti va di organizzare un incontro? -
- Naturalmente ci sei anche tu, vero? - mi domanda, pur sapendo già la risposta.
- Certo che ci sono, sono anni che non faccio sesso con due donne. -
- Dio mio, Alex, non cambi mai!- esclama con espressione divertita - Comunque ok, devo solo dare un’occhiata all’agenda. Ti mando un whasapp nei prossimi giorni. -
- D’accordo, poi ne parliamo -
Finiamo gli spritz, raccolgo tutte le noccioline e le divido con Carlotta. Lei accetta volentieri però si è già pappata gran parte degli stuzzichini e delle patatine. Poi si lamenta che le viene il culo grosso!
Mi sta venendo un’idea di quelle giuste. Una botta e via, una cosa da non raccontare, un revival...
- Lo facciamo? – mi domanda Carlotta interrompendo i miei pensieri torbidi.
- Cazzo...mi hai preceduto, volevo chiederti la stessa cosa. – le dico.
- Come facevamo alla Paccini - mi dice arricciando il naso.
- Ok, prima tu, poi io, bagno delle femmine -
- E non si parla! – mi ricorda Carlotta con un dito sulla bocca. Si alza e si allontana.
Mentre io inevitabilmente penso a Carlotta ragazzetta che, dopo sega e ditalino silenziosi nel bagno della Paccini, mormorava: “...è terribile godere senza poter nemmeno mugolare un po’...”
[In un afoso pomeriggio di luglio, una donna con un vestitino svolazzante attraversa il dehor di un bar e si reca direttamente alla toilette.
L’uomo la segue dopo un minuto, bussa alla porta della toilette femminile. La donna lo fa entrare poi richiude subito la porta a chiave.
Non parlano.
Lei si china, afferra l’orlo del vestito e lo arrotola in un attimo su su fino a scoprire le tette.
Non indossa mutandine né reggiseno.
Appoggia natiche e schiena alla parete di piastrelle bianche. Sono piacevolmente gelide e al primo contatto la donna ha un brivido. E’ in piedi, le gambe leggermente divaricate, aspetta ciò che sa.
L’uomo posa un dito sul clitoride già esposto e rigido. Il fremito della donna, seguito da un profondo respiro, è l’inizio di pochissimi minuti di sfregamento, dopo i quali la donna si lascia andare al violento tremore di un orgasmo silenzioso.
Dopo aver sorretto la donna fino al termine del suo godimento, l’uomo libera dalle improbabili bermuda a quadretti il suo cazzo duro, il glande già nudo e paonazzo.
La donna con gesto veloce lo afferra, lo masturba con una sega da femmina esperta che non lascia scampo all’uomo. Lui, quando avverte i primi sintomi posa le mani con fermezza sulle spalle della donna e la spinge in basso.
Lei si accovaccia badando di non toccare il pavimento con le ginocchia, schiude le labbra appena in tempo per accogliere lo schizzo violento dell’uomo.
La donna lecca la sborra sulle labbra ma poi sciacqua subito la bocca al lavandino. Per ingoiare tutto bisogna che ci sia un dopo, a lei servono abbracci e parole dolci, dopo, per giustificare l’ingoio.
A meno che non sia un ricco weekend di lavoro con un cliente, beninteso.
L’uomo si rimette gli shorts ed esce dalla toilette per primo.
La donna prende dalla borsa delle salviette inumidite, si deterge tra le gambe poi indossa mutandine e reggiseno. Spazzola il vestito sbattendoci su le mani.
Si guarda allo specchio. Dice a se stessa che le servirebbe un bidè, ma è inutile, non c’è.
La donna esce dalla toilette, una ragazza sta aspettando il suo turno. Meno male che prima non è arrivata nessuna .
L’uomo ha già pagato le consumazioni ed è laggiù che l’aspetta sul marciapiede.
Lei lo raggiunge e si allontanano insieme.]
- E’ terribile godere senza poter nemmeno mugolare un po’... - mormora Carlotta camminando a passo svelto verso il parcheggio.
- Ahahahah... - Non riesco a trattenere una risata.
- Cos’hai da ridere? che stronzo che sei...-
- E’ terribile non poter mugolare un po’...ahahaha... mi fa troppo ridere questo deja vu! -
- Cazzo...l’ho detto di nuovo! Non ci posso credere!!! Ahahahah….- esclama Carlotta con aria stupita.
metr0pol@libero.it
E’ una bellissima giornata estiva, calda e luminosa.
La deve pensare così anche Carlotta perché ha deciso di indossare un vestitino leggero, corto a mezza coscia e svolazzante. Sono certo che sarà uno spettacolo, per chi avrà la fortuna di essere in posizione favorevole, quando accavallerà le gambe.
- Sei un splendore, Carlotta! – esclamo, alzandomi in piedi e baciandola sulle guance.
- Anche tu Alex! con gli shorts a quadretti e la giacchetta di lino spiegazzato fai un figurone! -
-Ahahaha... puoi dirlo forte! – rispondo, convinto e contento delle mie scelte.
- Bello trovarci in questo bar come quando lavoravamo entrambi qui vicino, alla Paccini - esordisce Carlotta dopo aver chiesto un bicchiere d’acqua. Intanto io ho approfittato per ordinare gli aperitivi.
- Uhhh, parli di mille anni fa! -
- Mica così tanti. Sono stata assunta che avevo diciannove anni, dopo la maturità. Ed ora vorrai mica dire che sono vecchia, ne ho solo trenta! -
- Ehhh, beata te, sei giovanissima! -
- Mmm, grazie! – cinguetta sorseggiando l’acqua.
- Quando hai lasciato l’ufficio, piangevamo tutti. Avevamo perso il più bel culo della Paccini! -
- Ahahah... che scemo! E’ per quello che te ne sei andato anche tu? - domanda maliziosa.
- Eh no, la mia era una battaglia molto più terra terra, soldi e carriera negata. Allora ho tolto il disturbo. -
- Sì sì, l’ho saputo,avevo incontrato qualcuno che me l’aveva detto,ma non ricordo più chi.-
Stiamo qualche istante in silenzio, a mangiare stuzzichini e a bere spritz. Nel frattempo osservo con piacere quei pochi centimetri di tette che si vedono dalla generosa scollatura. Lo so, è una cosa che non si dovrebbe fare ma non mi trattengo.
- Alex, ma sai chi mi viene spesso in mente? ti ricordi di Corvaglia? – mi dice Carlotta richiamando la mia attenzione.
- Certo, chi se lo dimentica? -
- Che ridere... mi chiamava Charlotte e non perdeva l’occasione per darmi una toccatina. -
- Ma dai! Poteva essere tuo padre! Anzi, tuo nonno! -
- Già... però era una brava persona, tutto sommato. Quando dovevo dare un esame all’uni mi mandava nell’archivio a studiare e mi copriva in ufficio. Era sempre molto discreto ed io lo lasciavo toccare volentieri. Non ha mai chiesto di più, era così tenero... Piuttosto, c’erano altri porci in quella ditta, che approfittavano di una ragazzina al suo primo impiego – rivela cambiando espressione.
- Davvero? Non l’avrei detto... posso sapere chi? - domando.
- Certo, erano due. Anzi tre!...Uno sei tu! -
- Dai, non offendermi, in ufficio io ti ho sempre rispettata. -
- In ufficio sì, ma in bagno mi facevi i ditalini! Tu con quarant’anni ed io ragazzetta. -
- A parte che non li avevo ancora, quarant’anni, però ti piacevano come te li facevo, non negare! -
- Eh sì, tu mi facevi proprio impazzire! Ma io ero solo giovane e curiosa, mi sembrava impossibile che un uomo come te perdesse il suo tempo con me. -
- Ok ok... e gli altri nomi? -
- Un altro era il boss, il dottor Boselli. Sai quanti straordinari ho fatto in quegli anni? Tutti i giovedì fino alle 20 e spesso anche oltre. E mia mamma che mi aspettava con la cena nel microonde. -
- Cazzo, il Megaboss! Ecco una cosa che non sapevo...che furbona, miravi alla carriera, eh? -
- Seee... infatti mi sono licenziata tre anni dopo, ho preso la laurea e ho iniziato la MIA carriera, quella vera! - dice rimarcando molto la parola “mia”.
- Con molto successo, devo dire... -
- Dici? Ho solamente messo in pratica tutte le cose ho imparato in quelle serate in ufficio - farfuglia ridendo e masticando con voracità patatine e olive.
- Sui report per il budget? – domando molto ironicamente.
- Seee, figurati... su cosa preferiscono gli uomini, specialmente quelli anziani... - poi continua abbassando la voce - ...come fare le seghe, i pompini, dove e come leccare... cose del genere, ecco. Mi è servito molto, quando mi sono messa in proprio. -
- A questo punto devi dirmelo... chi era il terzo porco? – domando con curiosità malcelata.
- In realtà era una porca, Alex. La responsabile dei copisti, Marianna. Quando mi mandavate a fare quelle copie grandi come lenzuola, giù nel reparto, lei mi portava dietro i plotter con la scusa di controllare insieme la qualità della stampa e poi mi toccava sotto le mutande. -
- Cazzo... Marianna! anche lei non era giovanissima. Oltretutto non ho mai pensato che fosse lesbica - osservai.
- Era una bella signora... non era proprio porca come intendi tu, con me era sempre molto gentile. Con lei ho capito che piacevo molto anche alle donne. E soprattutto che le donne piacevano un sacco anche a me. -
- Bello tutto questo gossip aziendale! ma con Marianna c’è stato solo quello? -
- No no, mi ha invitata anche a casa sua diverse volte. Avevo una voglia matta di scoprire tutto quello che c’era da scoprire, e lei mi attirava da morire. -
- Noto che sei sempre stata incuriosita, se così vogliamo dire, da persone molto più vecchie di te... in fondo in quel periodo tu avevi 21, forse 22 anni, giusto? Non ti ho mai sentita parlare di ragazzi...non ce l’avevi un fidanzato? -
- Uhm...sì e no. Mi parevano tutti molto ragazzini…quei due con cui ho avuto rapporti per periodi più o meno lunghi scopavano come coniglietti, e spesso io rimanevo a bocca asciutta. Diciamo molti amici ma poco sesso, ecco. -
- Beh Carlotta, devo ammettere che non sapevo un sacco di cose su di te – confesso con molta sincerità.
- Magari non c’è mai stata l’occasione di chiacchierare come oggi. Mi piacerebbe raccontarti anche tutte le porcherie che faccio, tu sei un tipo che ascolta, è eccitante raccontare le porcherie a uno a cui piace ascoltarle. Per questo non le dico mai a nessuno, non ho ancora trovato quello adatto. Tu invece mi dai fiducia. -
- Ti do fiducia forse è perché sono anziano anch’io, ahahah...- Rido, ma penso che forse un po’ di verità c’è, in questa mia constatazione.
- Ahahha...sei sempre il solito stronzo! Hai appena passato gli anta, sei un gran figo, anche con quegli orribili bermuda a quadretti e la giacchetta...ahahah...-
- Vabbè, allora dobbiamo trovarci un’altra volta così mi puoi confessare le porcate che combini quando fai l’accompagnatrice -
- Volentieri. A proposito, è stata proprio Marianna a suggerirmi che potevo fare questo lavoro, nella vita. -
- Ci ha visto lungo, allora... ha scoperto le tue potenzialità... come dire... sessuali. -
- Infatti. Ed è stata proprio lei che mi ha presentato il mio primo cliente. Due giorni a Stoccarda per una fiera di cui non ricordo il nome. Due notti in un hotel cinque stelle, perfino il letto col baldacchino. Mi sembrava di essere in paradiso. E tutto per una scopata. -
- Potenza della fica... ma tu ti fai pagare dai clienti? Hai una tariffa, che so, un tot per notte, o per weekend? -
- Assolutamente no! Io non chiedo mai soldi a nessuno. Io ricevo un invito, che posso accettare o meno, per due o più giorni, accompagno il cliente, lo seguo nei suoi incontri, anche di lavoro, e quasi sempre alla sera si scopa. Naturalmente è tutto pagato, soggiorno e tutto il resto.-
- Certo, fai dei viaggi curiosi e interessanti, e soggiorni in posti anche prestigiosi. Ma il guadagno dov’è? il cash, voglio dire...-
- Oh, non ho mai avuto problemi. Alla fine del viaggio mi trovo sempre dei regali pazzeschi...la mia piccola smart da dove credi che venga? – mi confessa con un risolino ambiguo.
Carlotta, mentre chiacchiera, si sta scofanando tutti gli stuzzichini che hanno portato con gli aperitivi, io spilucco solo qualcosa mentre la sto ascoltando. Mi è sempre piaciuto come racconta qualunque cosa, anche la più nascosta, nel suo modo così naturale.
- Vero che mi stai guardando le tette da un po’? – mi chiede ad un tratto.
- Ops... sì, ma lo faccio con discrezione. Son cose belle da vedere... tanto lo so che non ti dispiace -
- E’ vero. Anzi, mi piace che sbirci così...- dice ridendo.
- Purtroppo non ci sono molte occasioni, qui in pubblico, di guardare qualcosa di più di te. E soprattutto di fare qualcosa di più! -
- Accidenti Alex! Vorresti scoparmi qui, tra tutta questa gente? Nonostante la mia onorata carriera, è una cosa che non ho mai fatto! -
- Ahahhaa... no no, tranquilla...però, se potessi toglierti quel vestitino, lo farei subito…-
- Ehhh, ci credo, lo so! – mi dice, sorniona. – Vuoi che andiamo in bagno e mi fai un ditalino? – mi domanda a bassa voce.
- Cazzo che invito, ma oggi mi sembra eccessivo. Ti guardo la bocca mentre stai mangiando e posso sempre immaginarti che tu stia facendo un pompino. -
- Mmmm...questo stuzzichino è con formaggio e acciughina...mmm...buono -
- Un pompino con l’acciughina...- sussurro con gli occhi fissi sulla sua bocca.
- Ahahaha...Alex, scommetto che ti è venuto duro!-
Ormai questo dialogo sta virando in zone vibranti e conturbanti e sta procedendo a cenni e sussurri. Noi siamo entrambi appoggiati al tavolino come due persone che si raccontano segreti inconfessabili. Come in effetti è.
- Ti eccita saperlo? – mi va di provocarla. So che oltre un certo limite ridiventa una ragazzetta curiosa.
- Sì, sono già un po’ umidiccia – confessa.
- Facciamo una cosa da ragazzini? O da vecchi erotomani, che è lo stesso? – le domando.
- Cioè? -
- Vai a toglierti le mutande. -
Subito dopo però penso che mi sembra un’idea abbastanza stronza. Roba del secolo scorso.
Però Carlotta non batte ciglio, si pulisce la bocca con un tovagliolino, si alza e mi ordina di non muovermi, che torna subito. Poi si avvicina al mio orecchio e sussurra: - Dopo me lo fai sentire quanto è duro, trova tu il modo. -
E si allontana sculettando. Dio mio, quel vestitino è una favola…
Dopo qualche minuto è di ritorno con le mutandine racchiuse in un pugno. E nell’altra mano tiene stretto un fagottino chiaro, forse un fazzoletto. Si siede e accavalla le gambe.
- Ho tolto anche il reggiseno, vedi le tette come ballano? – si dimena un attimo e in effetti il seno lo vedo più morbido.
- Adesso vuoi che ti faccia vedere mutande e reggiseno? Le sistemo sul tavolino? – mi chiede con il sorriso malizioso che conosco bene.
- Ma non scherzare...piuttosto vai vicino quel pannello, quello con la pubblicità - le dico con noncuranza. - Cammina piano e non sculettare troppo. -
Carlotta si alza e si muove a passi lenti fino al pannello che le ho indicato, a bordo strada. Solo io so che sotto quel vestitino lei è nuda, si intravedono bene le forme dei fianchi, i glutei che si distendono, e non oso pensare a come danzano le sue tette ad ogni passo.
Do un’occhiata alle tante persone sedute ai tavolini, e mi sembra che tutto il mondo abbia capito che Carlotta è nuda. Voglio pensare che tutti i maschi abbiano il cazzo duro e le femmine abbiano la fica gocciolante mentre la guardano camminare.
Lei sosta qualche minuto sotto il cartello, durante i quali io alimento dei pensieri molto perversi. Poi si volta verso di me ed io le faccio cenno che può bastare.
- Oufff...sentivo il tuoi occhi sulle chiappe - mi fa mentre si siede. Poi beve e ride.
- Qui eravamo tutti a guardarti il culo, bellezza... uomini e donne - dico.
Carlotta si guarda intorno, ride e beve ancora.
- Pensa se ti vede Romina, così arrapato e col cazzo duro - mi dice.
- A proposito, so che è venuta a casa tua, la scorsa settimana -
- Sì, vedo che ti racconta tutto. Sai anche che non è la prima volta, allora. -
- Sì, lo so. Non mi addentro nei particolari, ogni tanto mi dice qualcosa e mi basta. Però è cambiata. Nel sesso, intendo, ora è molto...come dire?...molto...-
- Molto più porcellona? -
- Sì, molto più disinibita. Stai facendo un ottimo lavoro - le dico – dovrei ringraziarti -
- Ma no, mi piace scopare con lei, è amorevole, gentile. Anche se mi tira sempre le tette, smette solo quando si accorge che mi fa male. Allora mi sbaciucchia dappertutto. -
- Anche a me piace molto scopare con te. Non ho ansia da prestazione, mi rilassi, mi fai stare bene. -
- Ma pensa te... sta a vedere che adesso faccio pure la puttana di famiglia. Scopo con te e poi con la tua compagna, in sedute separate. Prima o poi faremo una seduta a tre... ma non come quella volta che l’hai maltrattata come una schiavetta eh? dovresti vergognarti.-
- In fondo è lei che mi chiede quel tipo di sesso, e a me non dispiace farlo.-
- Devo scriverlo sul mio biglietto da visita: Carlotta Bertile, puttana di famiglia. Che te ne pare? -
- Non male, puoi incrementare la clientela. -
- Magari accetto anche i figli. Maggiorenni, of course. Tua figlia quanti anni ha? -
- Uhh, lei è ragazzina, manca ancora qualche anno prima di diventare maggiorenne.-
- Peccato. Mi piacerebbe davvero fare l’amore con un’adolescente.-
- Maschio o femmina? -
- Uhm...fammi pensare...forse femmina. I maschietti giovani sono come ti ho già detto, non vedono l’ora di scopare e poi ciao. Invece ad una ragazzina posso insegnare un sacco di cose. Sì, decisamente una femmina! Dai, chiamami quando tua figlia compie diciotto anni. Non ti faccio pagare niente, giuro! ahahhaa... E da te non voglio regali!-
- Ehhhh... puoi stai certa che non regalo auto, io...e quanto a mia figlia, dopo i diciotto anni farà lei cosa le aggrada, e magari tu non le piaci! -
- Impossibile! Piaccio a tutti e a tutte – dice strizzandomi l’occhio.
- A proposito, mi viene in mente il motivo per cui l'altro giorno ti ho chiamata per vederci. Oltre al piacere che provo sempre a parlare un po'con te, naturalmente. -
- Ehi, non fare il galante con me, mi hai già sedotta anni fa... – dice con il sorriso dolcissimo che esibisce solo qualche volta.
- Voglio farti conoscere una mia cara amica d’infanzia, si chiama Lory. Ti va di organizzare un incontro? -
- Naturalmente ci sei anche tu, vero? - mi domanda, pur sapendo già la risposta.
- Certo che ci sono, sono anni che non faccio sesso con due donne. -
- Dio mio, Alex, non cambi mai!- esclama con espressione divertita - Comunque ok, devo solo dare un’occhiata all’agenda. Ti mando un whasapp nei prossimi giorni. -
- D’accordo, poi ne parliamo -
Finiamo gli spritz, raccolgo tutte le noccioline e le divido con Carlotta. Lei accetta volentieri però si è già pappata gran parte degli stuzzichini e delle patatine. Poi si lamenta che le viene il culo grosso!
Mi sta venendo un’idea di quelle giuste. Una botta e via, una cosa da non raccontare, un revival...
- Lo facciamo? – mi domanda Carlotta interrompendo i miei pensieri torbidi.
- Cazzo...mi hai preceduto, volevo chiederti la stessa cosa. – le dico.
- Come facevamo alla Paccini - mi dice arricciando il naso.
- Ok, prima tu, poi io, bagno delle femmine -
- E non si parla! – mi ricorda Carlotta con un dito sulla bocca. Si alza e si allontana.
Mentre io inevitabilmente penso a Carlotta ragazzetta che, dopo sega e ditalino silenziosi nel bagno della Paccini, mormorava: “...è terribile godere senza poter nemmeno mugolare un po’...”
[In un afoso pomeriggio di luglio, una donna con un vestitino svolazzante attraversa il dehor di un bar e si reca direttamente alla toilette.
L’uomo la segue dopo un minuto, bussa alla porta della toilette femminile. La donna lo fa entrare poi richiude subito la porta a chiave.
Non parlano.
Lei si china, afferra l’orlo del vestito e lo arrotola in un attimo su su fino a scoprire le tette.
Non indossa mutandine né reggiseno.
Appoggia natiche e schiena alla parete di piastrelle bianche. Sono piacevolmente gelide e al primo contatto la donna ha un brivido. E’ in piedi, le gambe leggermente divaricate, aspetta ciò che sa.
L’uomo posa un dito sul clitoride già esposto e rigido. Il fremito della donna, seguito da un profondo respiro, è l’inizio di pochissimi minuti di sfregamento, dopo i quali la donna si lascia andare al violento tremore di un orgasmo silenzioso.
Dopo aver sorretto la donna fino al termine del suo godimento, l’uomo libera dalle improbabili bermuda a quadretti il suo cazzo duro, il glande già nudo e paonazzo.
La donna con gesto veloce lo afferra, lo masturba con una sega da femmina esperta che non lascia scampo all’uomo. Lui, quando avverte i primi sintomi posa le mani con fermezza sulle spalle della donna e la spinge in basso.
Lei si accovaccia badando di non toccare il pavimento con le ginocchia, schiude le labbra appena in tempo per accogliere lo schizzo violento dell’uomo.
La donna lecca la sborra sulle labbra ma poi sciacqua subito la bocca al lavandino. Per ingoiare tutto bisogna che ci sia un dopo, a lei servono abbracci e parole dolci, dopo, per giustificare l’ingoio.
A meno che non sia un ricco weekend di lavoro con un cliente, beninteso.
L’uomo si rimette gli shorts ed esce dalla toilette per primo.
La donna prende dalla borsa delle salviette inumidite, si deterge tra le gambe poi indossa mutandine e reggiseno. Spazzola il vestito sbattendoci su le mani.
Si guarda allo specchio. Dice a se stessa che le servirebbe un bidè, ma è inutile, non c’è.
La donna esce dalla toilette, una ragazza sta aspettando il suo turno. Meno male che prima non è arrivata nessuna .
L’uomo ha già pagato le consumazioni ed è laggiù che l’aspetta sul marciapiede.
Lei lo raggiunge e si allontanano insieme.]
- E’ terribile godere senza poter nemmeno mugolare un po’... - mormora Carlotta camminando a passo svelto verso il parcheggio.
- Ahahahah... - Non riesco a trattenere una risata.
- Cos’hai da ridere? che stronzo che sei...-
- E’ terribile non poter mugolare un po’...ahahaha... mi fa troppo ridere questo deja vu! -
- Cazzo...l’ho detto di nuovo! Non ci posso credere!!! Ahahahah….- esclama Carlotta con aria stupita.
metr0pol@libero.it
1
1
voti
voti
valutazione
6.8
6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Commento
Commenti dei lettori al racconto erotico