Il migliore dei mondi - Capitolo quarto
di
Castello
genere
comici
Capitolo quarto
Il giorno dopo arrivò la risposta che creò una disperazione così assoluta da sembrare mortale. L'Ing. Alberto rispose con una nota ufficiale; questi alcuni stralci della risposta scritta:
“...il sottoscritto ing. Alberto non è interessato a nessun tipo di accordo con i clan di Sabrina e Cristina. L'intelligenza artificiale implementata con le mie invenzioni ha stabilito che nel mondo vi sono 2.268.784 donne più troie di Sabrina e Cristina. Il 98,68% di loro è disponibile, seduta stante, a trasferirsi presso la mia tenuta come ospite mettendomi a disposizione culo, figa, bocca e persino i buchi delle orecchie e del naso, senza chiedere accordi o benefici economici. Quindi è ovvio che non stipulerò alcun accordo. Altro discorso è quello di corrispondere, senza obbligo alcuno, da parte mia e a favore dei cittadini della cittadina una elemosina di importo variabile a seconda di come voi vi comporterete nei miei confronti....”.
Ci fu un'altra drammatica assemblea spontanea presso il palazzetto dello sport. Tutti si disperavano ma molti sottolineavano la parte finale della risposta, quella dove egli paventava una elemosina ai cittadini della cittadina. Un tizio disse: “cazzo, se io, che guadagno mille euro al mese faccio l'elemosina di 1 euro, lui che guadagna mille miliardi di euro farà una elemosina di un miliardo di euro ….che divisa per noi che siamo 20.000 abitanti fanno 50 mila euro per uno al mese...guardate ragazzi che ci si può stare …....”. L'osservazione convinse molti. Uno aggiunse “...bisogna comportarsi bene nei confronti dell'ing. Alberto....io propongo in segno di amicizia di raddoppiargli il numero delle troie a disposizione....non più due ma quattro....”; ormai l'assemblea stava degenerando perché ognuno che interveniva aumentava il numero delle troie da mettere a disposizione dell'ingegnere sperando che ciò aumentasse l'elemosina.
Ma ad un certo punto dell'assemblea chiese la parola un vecchio che non aveva mai parlato prima “....occorre fare sciopero...questa è la strategia giusta!!”. Un mormorio di compatimento avvolse l'assemblea; il tizio era stato riconosciuto come un vecchio rincoglionito rivoluzionario che non si era mai adeguato ai nuovi tempi e come un disco incantato ripeteva sempre le stesse cose: “rivoluzione...rivolta...sciopero...conflitto...”. Tuttavia il vecchio rivoluzionario aggiunse: “...se può avere gratis più di due milioni di troie più troie di Sabrina e Cristina perchè continua a chiamare le nostre due puttane?”. Alla parola “puttane” i genitori delle due troie insorsero: “...ehi vecchio bacucco vacci piano con le offese...le nostre figlie sono troie non puttane...”. Poi uno zio aggiunse: “....se fossero puttane darebbero il culo solo per proprio tornaconto economico, ma loro lo fanno per tutti noi oltre che naturalmente perché gli piace veramente il cazzo....quindi vecchio rincoglionito chiedi subito scusa o ti gonfio la faccia come una mongolfiera...”. Il vecchio allora “...ma che cazzo me ne frega se sono troie o puttane o tutte e due le cose insieme...io faccio un ragionamento politico..quel maledetto sfruttatore di puttane o di troie, fate voi, ha un punto debole.....e cioè che non può fare a meno delle nostre due troie.....e ora rispondete nel merito alla mia osservazione, cazzo!”.
In effetti l'osservazione del cosiddetto rincoglionito non era sbagliata. Un arguto filosofo del clan di Sabrina disse: “il vecchio – sia pur rivoluzionario fuori tempo – è possibile che dica una cosa giusta. Propongo una audizione delle troie per capire se è vero che l'ing. Alberto ha una dipendenza verso le nostre troie oppure ha una dipendenza verso le troie in generale...”.
Allora intervenne il padre di Sabrina che rivolgendosi alla figlia disse. “amorino mio, ora dovresti, con parole tue, senza provare vergogna che tanto siamo fra noi (anche se nell'assemblea c'era tutta la cittadina), dire come è andata l'ultima volta con l'ing Alberto”.
La ragazza prese subito la parola: “l'ultima volta, cioè ieri, quel porco ha chiamato me e anche Cristina; ha voluto che leccassi la figa e il buco del culo a Cristina e contemporaneamente guardassi negli occhi lui, slinguando ad intervalli regolari, senza togliere lo sguardo nemmeno per un istante dal suo volto e con con due dita della mano destra mi dovevo penetrare il culo, mentre con quella destra gli dovevo massaggiare le palle del suo cazzo che era nella bocca di Cristina. Poi con un dito del piede destro gli dovevo pure massaggiare il suo buchetto del culo mentre con il piede sinistro dovevo massaggiare il seno di Cristina. E non sto a dire quello che faceva Cristina altrimenti facciamo mattina. Dopo pochi minuti ha urlato che stava per venire e quindi io e Cristina ci siamo messe in posizione e dei cinque spruzzi di sperma le nostre bocche aperte ne hanno intercettati totalmente quattro, due io e due Cristina. Il quinto spruzzo ha avuto una balistica strana e nell'estremo tentativo di intercettarlo con le nostre bocche aperte allo spasimo la mia capoccia e quella di Cristina si sono scontrate e questo è il motivo del mio bernoccolo. Alla fine Alberto ha detto: troie come voi non ne esistono in tutto il mondo”.
Il padre commosso dalla perfomance della figlia con voce orgogliosa: “e tu, amorino mio, sei riuscita a fare tutto questo?”. E lei: “certo papà, con tutti gli allenamenti che facciamo ormai siamo pratiche del mestiere”.
La madre di Sabrina volle prendersi la sua parte di palcoscenico: “è tutta sua mamma!”. Ma il marito e padre di Sabrina rovinò questa condivisione di trionfo: “ma stai zitta che per sfondarti il culo t'ho dovuto sculacciare a sangue e anche dare tre o quattro manrovesci”.
Nella sala il rumore dei parlottii divenne assordante. Si poteva udire un po' in tutti la soddisfazione per le decisioni prese nel passato. Per esempio un tizio diceva: “abbiamo speso un botto con tutta quella pletora di professionisti però sono stati spesi bene …. che troie che sono Sabrina e Cristina!”. Un altro: “sono preparate anche dal punto di vista atletico; sono delle vere e proprie contorsioniste … c'è da essere orgogliosi di aver contribuito a creare delle troie del genere”.
Un commercialista che aveva in testa solo gli affari di piccolo cabotaggio provò a dire: “io propongo di creare una scuola cittadina privata per troie: oggi abbiamo avuto la prova provata che possediamo il know how necessario che nessuno ha; verranno donne da tutto il mondo e faremo quattrini a milioni di euro, senza contare che il nome della nostra cittadina avrà il giusto riconoscimento di prestigio.”
Ma dal fondo della sala un tizio fece un'ovvia considerazione: “senti ma proprio tu che lavori con i numeri tutto il giorno fai considerazioni così sceme. Noi possiamo ricavare centinaia di miliardi dal miliardario e tu ti aggrappi a pochi spiccioli ...”
La presidenza richiamò tutti all'ordine e a stare al tema della riunione.
L'arguto filosofo provò a tirare le fila: “dal racconto direi che ci sono fondati motivi per ritenere che il plurimiliardario ha un debole per le nostre due troie; di solito questi personaggi impazziscono se non riescono ad ottenere tutto quello che vogliono....io propongo di provare a fare lo sciopero!”
Il consenso fu unanime; addirittura qualcuno propose di fare un corteo con tanto di striscioni rivolti al plurimiliardario “se vuoi le troie caccia i quattrini”. Tuttavia il vecchio rivoluzionario, unico in quell'assemblea ad avere esperienza di lotta e di conflitto, fece notare che “non dobbiamo sparare tutte le cartucce subito... intanto le troie stanno a casa e senza preavvertimento … tipo sciopero selvaggio...e poi vediamo che succede”.
Infine per dotarsi anche di una adeguata organizzazione fu creato un unico direttivo fra i due clan che fu denominato “direttivo strategico cittadino a supporto delle stra-fighe campionesse” che risultò da subito un nome troppo lungo e fu abbreviato in un più semplice e intuitivo “direttivo delle troie”. Il direttivo aveva la caratteristica di essere totalmente maschile; una particolarità su cui la parte femminile protestò animatamente ma fu ripetutamente zittita dalla ovvia considerazione che tale componente nella vicenda era rappresentata dalle troie, Sabrina e Cristina, che peraltro avevano un ruolo di primissimo piano. Quindi se anche nel direttivo ci fosse stata una parte femminile ciò avrebbe dato una complessiva inaccettabile sovra-rappresentazione delle donne. Per dovere di cronaca, nelle confabulazioni fra soli uomini si potevano sentire dire sovente discorsi misogeni: “se nel direttivo ci mettiamo anche una sola donna va tutto a puttane....loro sono capaci solo a fare le troie e, purtroppo, nemmeno tutte”.
Il giorno dopo, l'ordine dell'ing. Alberto di avere le troie operative da li a 5 minuti (tale era ormai la sua arroganza e delirio di onnipotenza) rimase inevaso. Come passarono 60 secondi dopo la scadenza dell'ordine operativo l'ing. Alberto, non vedendo le troie convocate, dette di matto. Ormai abituato ad avere tutto subito non contemplava neppure più la possibilità che qualcuno potesse disubbidire. Chiamò gli inservienti della sua corte, cioè avvocati, guardie del corpo, commercialisti, etc. e chiese quale cataclisma avesse potuto determinare una così clamorosa disubbidienza. Gli inservienti che avevano una propria rete di spie collocata nella cittadina gli dissero la verità. Allora l'ingegnere disse di rivolgersi ai carabinieri e di farle portare da lui. Già si pregustava la punizione che le avrebbe inflitto; era in dubbio se frustarle a sangue oppure farle sodomizzare da un cavallo che aveva nella sua scuderia. Ma i carabinieri, pur se pressati anche con le minacce, risposero che non ci potevano fare nulla perché un prelievo forzoso delle troie era contro legge; certo, aggiunsero, se ci fosse stato un contrattino firmato le cose sarebbero state diverse.
Per essere onesti il rispetto della legge era solo una scusa dei carabinieri che nel passato e anche nel presente e sicuramente anche nel futuro avevano fatto, facevano e faranno i più stomachevoli servigi ai potenti di turno a discapito dei pezzenti di sempre, in barba a qualsiasi norma. Ma in questo caso i carabinieri stessi facevano parte dei clan di Sabrina e Cristina e quindi, come è ovvio che sia, non potevano avvallare pretese dell'ingegnere che sarebbero state direttamente controproducenti verso loro stessi.
In breve il plurimiliardario si ritrovò contro tutta la cittadina compatta.
A quel punto il vecchio rivoluzionario che aveva preso la guida della rivolta per manifesta capacità formulò la richiesta all'ing. Alberto, gonfiando la pretesa con la tecnica del chiedere 100 per ottenere 50 e avendo cura di alludere, più o meno velatamente, di essere pronti a resistere a eventuali forzature della controparte anche con le armi in pugno: “le troie saranno nuovamente disponibili solo dopo la firma di un contratto che preveda la corresponsione del 10% degli utili della tua società e il 10% degli incrementi ottenuti giornalmente in borsa, da corrispondere entro le 22:00 di ogni giorno. Fino alla firma del contratto le troie rimarranno nelle loro porcilaie difese da forze armate cittadine”. Il direttivo delle troie aveva indicato come percentuale giusta il 5% che però l'esperienza del vecchio rivoluzionario, che ora tornava proprio utile e nessuno più ironizzava su di lui, aveva consigliato di portare al 10% per poter scendere poi nella trattativa al 5%.
Tanto per dare un'idea tutte le agenzie di rating e le istituzioni finanziarie mondiali stimavano che la società del plurimiliardario avrebbe avuto un utile di 1.000 miliardi di euro e un incremento del valore di circa 5.000 miliardi di euro in base annua. Il 5% di tutto ciò sarebbe stato circa 30 miliardi di euro che suddivisi per i circa 20.000 abitanti della cittadina faceva circa 1,5 milioni di euro per abitante per anno, corrisposti in rate giornaliere di circa 5 mila euro per ogni abitante, neonati compresi.
Dopo circa un'ora, l'ing. Alberto, in preda ad una crisi di astinenza da troie diramò l'ordine operativo ai suoi inservienti di trattare con i ricattatori, visto che anche le forze dell'ordine che “dovrebbero garantire il rispetto delle regole scritte e sopratutto di quelle non scritte le quali fanno andare avanti l'economia a beneficio di tutti” scandalosamente non lo tutelavano. E qui gli balenò l'idea di entrare in politica per sistemare il funzionamento della cosa pubblica ai fini del benessere collettivo. Ma questo – si disse – più avanti; ora c'è da risolvere il problema delle troie.
Quindi ci fu il primo incontro fra le rispettive delegazioni: gli inservienti del plurimiliardario da una parte e il direttivo delle troie con il vecchio rivoluzionario membro aggiunto dall'altra parte. L'incontro fu violento con scambi di accusa e minacce e spesso si fu sul punto di venire alle mani.
Gli inservienti del plurimiliardario giocarono la carta che a breve tutto il mondo sarebbe stato contro la cittadina; infatti se le fenomenali continue scoperte scientifiche dell'ingegnere avessero avuto un rallentamento causato dalla destabilizzazione dell'inventore per astinenza da troie e con ciò messa a repentaglio la crescita economica mondiale, tutto il mondo e persino tutto l'universo si sarebbe scagliato contro quell'insignificante cittadina. Quindi proponevano, o meglio, imponevano la firma di un contrattino con la percentuale dell'1% e – seduta stante – l'invio delle troie.
Il vecchio rivoluzionario che era stato indicato come unico che avesse titolo a parlare per conto del direttivo delle troie schiacciò la palla alzata stupidamente dagli inesperti inservienti dell'ingegnere e disse: “dunque voi stessi riconoscete un ruolo fondamentale, anzi indispensabile, anzi decisivo delle nostre troie nella crescita mondiale dell'economia e per questo basilare ruolo proponete solo l'1%?; ah ah ah …...io penso che quando il mondo verrà a conoscenza della verità si schiererà tutto compatto con la nostra ragionevole richiesta del 10%”.
In conclusione il primo incontro terminò con un nulla di fatto.
Poi però, nelle successive valutazioni sullo stato della trattativa, il vecchio rivoluzionario, in preda all'ebrezza della battaglia che gli faceva rivivere la giovinezza, incautamente rivelò al direttivo delle troie il suo vero obiettivo. Che non era quello di ottenere insignificanti (per lui) vantaggi economici personali o per gli abitanti della cittadina, ma bensì quello di sovvertire l'ordine mondiale della società. Al che tutti i membri del direttivo si guardarono sbigottiti negli occhi e dissero all'unisono: “questo è matto!”. Poi presero da parte il vecchio, lo ringraziarono tanto e con educazione gli dissero “di levarsi dal cazzo”, perché la società così messa era assolutamente perfetta e non andava cambiato proprio nulla di nulla, sopratutto se in questo modo loro potevano trarne beneficio. Da quel momento il vecchio rivoluzionario uscì di scena dalla trattativa e ritenuto palesemente e irrimediabilmente pazzo.
Al secondo incontro gli inservienti del plurimiliardario cominciarono gradualmente a cedere aumentando le percentuali ma chiedendo piccole rettifiche del testo del contratto la cui bozza era stata concordata persino prima del primo incontro.
La prima rettifica riguardò il fatto che le troie dovevano essere a disposizione non solo dell'ingegnere ma anche di altri soggetti dall'ingegnere stesso discrezionalmente individuati. La richiesta fu accolta in quanto il direttivo delle troie sapeva benissimo del potenziale di troiaggine non utilizzato dalle troie e quindi stimavano che esse avrebbero potuto tranquillamente assolvere il maggior carico di cazzi in culo e in bocca. Anzi all'interno del direttivo uno disse “ora sono i preti che sfruttano gratis questo potenziale con le frottole dei libri sacri....quindi per noi e per le nostre troie non cambierà nulla...”.
Tuttavia la distanza fra la richiesta e l'offerta in termini di percentuali era ancora notevole. Gli inservienti chiesero allora una ulteriore rettifica al testo del contratto per aumentare la percentuale; chiesero che – potenzialmente – fossero a disposizione dell'ingegnere non solo le due troie campionesse ma tutte le donne della cittadina. Il direttivo delle troie si interrogò molto su questa richiesta e concluse ritenendo che l'ingegnere a forza di invenzioni e di spremersi le meningi era diventato un porco vizioso. Uno del direttivo sintetizzò quello che tutti pensavano: “ma che cazzo se ne farà dei culi flaccidi delle nostre mogli quando può avere quelli più spettacolari dell'intero mondo.....è evidente che lo sforzo intellettivo lo ha reso un pervertito....”. Comunque il direttivo fu unanime nel ritenere che le donne della cittadina – tutte troie o aspiranti troie – sarebbero state assolutamente contente se fossero state scelte almeno una volta nella loro vita dall'ingegnere. Anzi se ne sarebbero vantate anche con i nipotini durante i racconti nelle veglie notturne invernali vicino al caldo fuoco del focolare domestico. E comunque la scelta non sarebbe stata più di una volta nella vita visto che una troia diversa al giorno avrebbe significato che all'ingegnere gli ci sarebbero voluti 28 anni per fare un giro completo delle circa 10 mila donne della cittadina.
Ma anche con questa rettifica il target del 5% posto come obiettivo dal direttivo delle troie non era stato raggiunto.
Il giorno dopo arrivò la risposta che creò una disperazione così assoluta da sembrare mortale. L'Ing. Alberto rispose con una nota ufficiale; questi alcuni stralci della risposta scritta:
“...il sottoscritto ing. Alberto non è interessato a nessun tipo di accordo con i clan di Sabrina e Cristina. L'intelligenza artificiale implementata con le mie invenzioni ha stabilito che nel mondo vi sono 2.268.784 donne più troie di Sabrina e Cristina. Il 98,68% di loro è disponibile, seduta stante, a trasferirsi presso la mia tenuta come ospite mettendomi a disposizione culo, figa, bocca e persino i buchi delle orecchie e del naso, senza chiedere accordi o benefici economici. Quindi è ovvio che non stipulerò alcun accordo. Altro discorso è quello di corrispondere, senza obbligo alcuno, da parte mia e a favore dei cittadini della cittadina una elemosina di importo variabile a seconda di come voi vi comporterete nei miei confronti....”.
Ci fu un'altra drammatica assemblea spontanea presso il palazzetto dello sport. Tutti si disperavano ma molti sottolineavano la parte finale della risposta, quella dove egli paventava una elemosina ai cittadini della cittadina. Un tizio disse: “cazzo, se io, che guadagno mille euro al mese faccio l'elemosina di 1 euro, lui che guadagna mille miliardi di euro farà una elemosina di un miliardo di euro ….che divisa per noi che siamo 20.000 abitanti fanno 50 mila euro per uno al mese...guardate ragazzi che ci si può stare …....”. L'osservazione convinse molti. Uno aggiunse “...bisogna comportarsi bene nei confronti dell'ing. Alberto....io propongo in segno di amicizia di raddoppiargli il numero delle troie a disposizione....non più due ma quattro....”; ormai l'assemblea stava degenerando perché ognuno che interveniva aumentava il numero delle troie da mettere a disposizione dell'ingegnere sperando che ciò aumentasse l'elemosina.
Ma ad un certo punto dell'assemblea chiese la parola un vecchio che non aveva mai parlato prima “....occorre fare sciopero...questa è la strategia giusta!!”. Un mormorio di compatimento avvolse l'assemblea; il tizio era stato riconosciuto come un vecchio rincoglionito rivoluzionario che non si era mai adeguato ai nuovi tempi e come un disco incantato ripeteva sempre le stesse cose: “rivoluzione...rivolta...sciopero...conflitto...”. Tuttavia il vecchio rivoluzionario aggiunse: “...se può avere gratis più di due milioni di troie più troie di Sabrina e Cristina perchè continua a chiamare le nostre due puttane?”. Alla parola “puttane” i genitori delle due troie insorsero: “...ehi vecchio bacucco vacci piano con le offese...le nostre figlie sono troie non puttane...”. Poi uno zio aggiunse: “....se fossero puttane darebbero il culo solo per proprio tornaconto economico, ma loro lo fanno per tutti noi oltre che naturalmente perché gli piace veramente il cazzo....quindi vecchio rincoglionito chiedi subito scusa o ti gonfio la faccia come una mongolfiera...”. Il vecchio allora “...ma che cazzo me ne frega se sono troie o puttane o tutte e due le cose insieme...io faccio un ragionamento politico..quel maledetto sfruttatore di puttane o di troie, fate voi, ha un punto debole.....e cioè che non può fare a meno delle nostre due troie.....e ora rispondete nel merito alla mia osservazione, cazzo!”.
In effetti l'osservazione del cosiddetto rincoglionito non era sbagliata. Un arguto filosofo del clan di Sabrina disse: “il vecchio – sia pur rivoluzionario fuori tempo – è possibile che dica una cosa giusta. Propongo una audizione delle troie per capire se è vero che l'ing. Alberto ha una dipendenza verso le nostre troie oppure ha una dipendenza verso le troie in generale...”.
Allora intervenne il padre di Sabrina che rivolgendosi alla figlia disse. “amorino mio, ora dovresti, con parole tue, senza provare vergogna che tanto siamo fra noi (anche se nell'assemblea c'era tutta la cittadina), dire come è andata l'ultima volta con l'ing Alberto”.
La ragazza prese subito la parola: “l'ultima volta, cioè ieri, quel porco ha chiamato me e anche Cristina; ha voluto che leccassi la figa e il buco del culo a Cristina e contemporaneamente guardassi negli occhi lui, slinguando ad intervalli regolari, senza togliere lo sguardo nemmeno per un istante dal suo volto e con con due dita della mano destra mi dovevo penetrare il culo, mentre con quella destra gli dovevo massaggiare le palle del suo cazzo che era nella bocca di Cristina. Poi con un dito del piede destro gli dovevo pure massaggiare il suo buchetto del culo mentre con il piede sinistro dovevo massaggiare il seno di Cristina. E non sto a dire quello che faceva Cristina altrimenti facciamo mattina. Dopo pochi minuti ha urlato che stava per venire e quindi io e Cristina ci siamo messe in posizione e dei cinque spruzzi di sperma le nostre bocche aperte ne hanno intercettati totalmente quattro, due io e due Cristina. Il quinto spruzzo ha avuto una balistica strana e nell'estremo tentativo di intercettarlo con le nostre bocche aperte allo spasimo la mia capoccia e quella di Cristina si sono scontrate e questo è il motivo del mio bernoccolo. Alla fine Alberto ha detto: troie come voi non ne esistono in tutto il mondo”.
Il padre commosso dalla perfomance della figlia con voce orgogliosa: “e tu, amorino mio, sei riuscita a fare tutto questo?”. E lei: “certo papà, con tutti gli allenamenti che facciamo ormai siamo pratiche del mestiere”.
La madre di Sabrina volle prendersi la sua parte di palcoscenico: “è tutta sua mamma!”. Ma il marito e padre di Sabrina rovinò questa condivisione di trionfo: “ma stai zitta che per sfondarti il culo t'ho dovuto sculacciare a sangue e anche dare tre o quattro manrovesci”.
Nella sala il rumore dei parlottii divenne assordante. Si poteva udire un po' in tutti la soddisfazione per le decisioni prese nel passato. Per esempio un tizio diceva: “abbiamo speso un botto con tutta quella pletora di professionisti però sono stati spesi bene …. che troie che sono Sabrina e Cristina!”. Un altro: “sono preparate anche dal punto di vista atletico; sono delle vere e proprie contorsioniste … c'è da essere orgogliosi di aver contribuito a creare delle troie del genere”.
Un commercialista che aveva in testa solo gli affari di piccolo cabotaggio provò a dire: “io propongo di creare una scuola cittadina privata per troie: oggi abbiamo avuto la prova provata che possediamo il know how necessario che nessuno ha; verranno donne da tutto il mondo e faremo quattrini a milioni di euro, senza contare che il nome della nostra cittadina avrà il giusto riconoscimento di prestigio.”
Ma dal fondo della sala un tizio fece un'ovvia considerazione: “senti ma proprio tu che lavori con i numeri tutto il giorno fai considerazioni così sceme. Noi possiamo ricavare centinaia di miliardi dal miliardario e tu ti aggrappi a pochi spiccioli ...”
La presidenza richiamò tutti all'ordine e a stare al tema della riunione.
L'arguto filosofo provò a tirare le fila: “dal racconto direi che ci sono fondati motivi per ritenere che il plurimiliardario ha un debole per le nostre due troie; di solito questi personaggi impazziscono se non riescono ad ottenere tutto quello che vogliono....io propongo di provare a fare lo sciopero!”
Il consenso fu unanime; addirittura qualcuno propose di fare un corteo con tanto di striscioni rivolti al plurimiliardario “se vuoi le troie caccia i quattrini”. Tuttavia il vecchio rivoluzionario, unico in quell'assemblea ad avere esperienza di lotta e di conflitto, fece notare che “non dobbiamo sparare tutte le cartucce subito... intanto le troie stanno a casa e senza preavvertimento … tipo sciopero selvaggio...e poi vediamo che succede”.
Infine per dotarsi anche di una adeguata organizzazione fu creato un unico direttivo fra i due clan che fu denominato “direttivo strategico cittadino a supporto delle stra-fighe campionesse” che risultò da subito un nome troppo lungo e fu abbreviato in un più semplice e intuitivo “direttivo delle troie”. Il direttivo aveva la caratteristica di essere totalmente maschile; una particolarità su cui la parte femminile protestò animatamente ma fu ripetutamente zittita dalla ovvia considerazione che tale componente nella vicenda era rappresentata dalle troie, Sabrina e Cristina, che peraltro avevano un ruolo di primissimo piano. Quindi se anche nel direttivo ci fosse stata una parte femminile ciò avrebbe dato una complessiva inaccettabile sovra-rappresentazione delle donne. Per dovere di cronaca, nelle confabulazioni fra soli uomini si potevano sentire dire sovente discorsi misogeni: “se nel direttivo ci mettiamo anche una sola donna va tutto a puttane....loro sono capaci solo a fare le troie e, purtroppo, nemmeno tutte”.
Il giorno dopo, l'ordine dell'ing. Alberto di avere le troie operative da li a 5 minuti (tale era ormai la sua arroganza e delirio di onnipotenza) rimase inevaso. Come passarono 60 secondi dopo la scadenza dell'ordine operativo l'ing. Alberto, non vedendo le troie convocate, dette di matto. Ormai abituato ad avere tutto subito non contemplava neppure più la possibilità che qualcuno potesse disubbidire. Chiamò gli inservienti della sua corte, cioè avvocati, guardie del corpo, commercialisti, etc. e chiese quale cataclisma avesse potuto determinare una così clamorosa disubbidienza. Gli inservienti che avevano una propria rete di spie collocata nella cittadina gli dissero la verità. Allora l'ingegnere disse di rivolgersi ai carabinieri e di farle portare da lui. Già si pregustava la punizione che le avrebbe inflitto; era in dubbio se frustarle a sangue oppure farle sodomizzare da un cavallo che aveva nella sua scuderia. Ma i carabinieri, pur se pressati anche con le minacce, risposero che non ci potevano fare nulla perché un prelievo forzoso delle troie era contro legge; certo, aggiunsero, se ci fosse stato un contrattino firmato le cose sarebbero state diverse.
Per essere onesti il rispetto della legge era solo una scusa dei carabinieri che nel passato e anche nel presente e sicuramente anche nel futuro avevano fatto, facevano e faranno i più stomachevoli servigi ai potenti di turno a discapito dei pezzenti di sempre, in barba a qualsiasi norma. Ma in questo caso i carabinieri stessi facevano parte dei clan di Sabrina e Cristina e quindi, come è ovvio che sia, non potevano avvallare pretese dell'ingegnere che sarebbero state direttamente controproducenti verso loro stessi.
In breve il plurimiliardario si ritrovò contro tutta la cittadina compatta.
A quel punto il vecchio rivoluzionario che aveva preso la guida della rivolta per manifesta capacità formulò la richiesta all'ing. Alberto, gonfiando la pretesa con la tecnica del chiedere 100 per ottenere 50 e avendo cura di alludere, più o meno velatamente, di essere pronti a resistere a eventuali forzature della controparte anche con le armi in pugno: “le troie saranno nuovamente disponibili solo dopo la firma di un contratto che preveda la corresponsione del 10% degli utili della tua società e il 10% degli incrementi ottenuti giornalmente in borsa, da corrispondere entro le 22:00 di ogni giorno. Fino alla firma del contratto le troie rimarranno nelle loro porcilaie difese da forze armate cittadine”. Il direttivo delle troie aveva indicato come percentuale giusta il 5% che però l'esperienza del vecchio rivoluzionario, che ora tornava proprio utile e nessuno più ironizzava su di lui, aveva consigliato di portare al 10% per poter scendere poi nella trattativa al 5%.
Tanto per dare un'idea tutte le agenzie di rating e le istituzioni finanziarie mondiali stimavano che la società del plurimiliardario avrebbe avuto un utile di 1.000 miliardi di euro e un incremento del valore di circa 5.000 miliardi di euro in base annua. Il 5% di tutto ciò sarebbe stato circa 30 miliardi di euro che suddivisi per i circa 20.000 abitanti della cittadina faceva circa 1,5 milioni di euro per abitante per anno, corrisposti in rate giornaliere di circa 5 mila euro per ogni abitante, neonati compresi.
Dopo circa un'ora, l'ing. Alberto, in preda ad una crisi di astinenza da troie diramò l'ordine operativo ai suoi inservienti di trattare con i ricattatori, visto che anche le forze dell'ordine che “dovrebbero garantire il rispetto delle regole scritte e sopratutto di quelle non scritte le quali fanno andare avanti l'economia a beneficio di tutti” scandalosamente non lo tutelavano. E qui gli balenò l'idea di entrare in politica per sistemare il funzionamento della cosa pubblica ai fini del benessere collettivo. Ma questo – si disse – più avanti; ora c'è da risolvere il problema delle troie.
Quindi ci fu il primo incontro fra le rispettive delegazioni: gli inservienti del plurimiliardario da una parte e il direttivo delle troie con il vecchio rivoluzionario membro aggiunto dall'altra parte. L'incontro fu violento con scambi di accusa e minacce e spesso si fu sul punto di venire alle mani.
Gli inservienti del plurimiliardario giocarono la carta che a breve tutto il mondo sarebbe stato contro la cittadina; infatti se le fenomenali continue scoperte scientifiche dell'ingegnere avessero avuto un rallentamento causato dalla destabilizzazione dell'inventore per astinenza da troie e con ciò messa a repentaglio la crescita economica mondiale, tutto il mondo e persino tutto l'universo si sarebbe scagliato contro quell'insignificante cittadina. Quindi proponevano, o meglio, imponevano la firma di un contrattino con la percentuale dell'1% e – seduta stante – l'invio delle troie.
Il vecchio rivoluzionario che era stato indicato come unico che avesse titolo a parlare per conto del direttivo delle troie schiacciò la palla alzata stupidamente dagli inesperti inservienti dell'ingegnere e disse: “dunque voi stessi riconoscete un ruolo fondamentale, anzi indispensabile, anzi decisivo delle nostre troie nella crescita mondiale dell'economia e per questo basilare ruolo proponete solo l'1%?; ah ah ah …...io penso che quando il mondo verrà a conoscenza della verità si schiererà tutto compatto con la nostra ragionevole richiesta del 10%”.
In conclusione il primo incontro terminò con un nulla di fatto.
Poi però, nelle successive valutazioni sullo stato della trattativa, il vecchio rivoluzionario, in preda all'ebrezza della battaglia che gli faceva rivivere la giovinezza, incautamente rivelò al direttivo delle troie il suo vero obiettivo. Che non era quello di ottenere insignificanti (per lui) vantaggi economici personali o per gli abitanti della cittadina, ma bensì quello di sovvertire l'ordine mondiale della società. Al che tutti i membri del direttivo si guardarono sbigottiti negli occhi e dissero all'unisono: “questo è matto!”. Poi presero da parte il vecchio, lo ringraziarono tanto e con educazione gli dissero “di levarsi dal cazzo”, perché la società così messa era assolutamente perfetta e non andava cambiato proprio nulla di nulla, sopratutto se in questo modo loro potevano trarne beneficio. Da quel momento il vecchio rivoluzionario uscì di scena dalla trattativa e ritenuto palesemente e irrimediabilmente pazzo.
Al secondo incontro gli inservienti del plurimiliardario cominciarono gradualmente a cedere aumentando le percentuali ma chiedendo piccole rettifiche del testo del contratto la cui bozza era stata concordata persino prima del primo incontro.
La prima rettifica riguardò il fatto che le troie dovevano essere a disposizione non solo dell'ingegnere ma anche di altri soggetti dall'ingegnere stesso discrezionalmente individuati. La richiesta fu accolta in quanto il direttivo delle troie sapeva benissimo del potenziale di troiaggine non utilizzato dalle troie e quindi stimavano che esse avrebbero potuto tranquillamente assolvere il maggior carico di cazzi in culo e in bocca. Anzi all'interno del direttivo uno disse “ora sono i preti che sfruttano gratis questo potenziale con le frottole dei libri sacri....quindi per noi e per le nostre troie non cambierà nulla...”.
Tuttavia la distanza fra la richiesta e l'offerta in termini di percentuali era ancora notevole. Gli inservienti chiesero allora una ulteriore rettifica al testo del contratto per aumentare la percentuale; chiesero che – potenzialmente – fossero a disposizione dell'ingegnere non solo le due troie campionesse ma tutte le donne della cittadina. Il direttivo delle troie si interrogò molto su questa richiesta e concluse ritenendo che l'ingegnere a forza di invenzioni e di spremersi le meningi era diventato un porco vizioso. Uno del direttivo sintetizzò quello che tutti pensavano: “ma che cazzo se ne farà dei culi flaccidi delle nostre mogli quando può avere quelli più spettacolari dell'intero mondo.....è evidente che lo sforzo intellettivo lo ha reso un pervertito....”. Comunque il direttivo fu unanime nel ritenere che le donne della cittadina – tutte troie o aspiranti troie – sarebbero state assolutamente contente se fossero state scelte almeno una volta nella loro vita dall'ingegnere. Anzi se ne sarebbero vantate anche con i nipotini durante i racconti nelle veglie notturne invernali vicino al caldo fuoco del focolare domestico. E comunque la scelta non sarebbe stata più di una volta nella vita visto che una troia diversa al giorno avrebbe significato che all'ingegnere gli ci sarebbero voluti 28 anni per fare un giro completo delle circa 10 mila donne della cittadina.
Ma anche con questa rettifica il target del 5% posto come obiettivo dal direttivo delle troie non era stato raggiunto.
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