La dolce umiliazione di Valentina – atto quarto

di
genere
dominazione

“Il pieno, grazie”.
“certo, signorina. Dove è diretta?”
“Ah, saperlo.....” pensa Valentina.
La ragazza è con la propria auto al distributore di benzina dell'area di servizio dell'autostrada Giove Est. Nel primo pomeriggio finalmente ha ricevuto il whatsapp con l'indicazione della prima tappa della nuova avventura: “uscita A1 di Fabro”. Poi una volta arrivata lì sa che riceverà ulteriori indicazioni.

Dopo l'ultimo pazzesco episodio del parcheggio notturno erano passati altri due mesi senza che succedesse nulla. Il suo amico sembrava sparito. E lei era in piena malinconia. Poi una sera, d'improvviso, l'amico si palesò nuovamente e nella chat le chiese se era pronta per una nuova avventura. Le parole dell'uomo le generarono un tuffo al cuore e, a dire la verità, anche al basso ventre poiché sapeva benissimo cosa potessero significare.

Ora l'auto sfreccia via veloce e la frenesia di Valentina cresce all'avvicinarsi della prima meta. Ormai ha smesso di ingannarsi come faceva le prime volte: lei è perfettamente consapevole che ha desiderio di sesso e il pensiero che qualcosa di molto eccitante succederà fra poco le tiene bagnata la figa e i capezzoli belli sull'attenti.

L'amico di chat quella sera le chiese come stava a livello cardiologico. Lei era rimasta molto stupita della domanda, ma molto più lo fu dalla risposta che seguì la sua richiesta di chiarimenti. Egli le disse che per la nuova avventura era necessario avere il cuore in piena salute poiché le emozioni che avrebbe avuto sarebbero state ai limiti della resistenza umana. Lei, lì per lì, rimase interdetta e confusa riuscendo solo a dire che dalla visita che aveva fatto qualche giorno prima per la palestra risultava sana come un pesce. Poi però l'idea che avrebbe potuto vivere emozioni più che fortissime le procurò uno stato di eccitazione che teneva con estrema difficoltà sotto controllo.

Ora l'auto di Valentina è all'uscita dell'autostrada A1 – Fabro. Pagato il pedaggio Valentina si accosta e immediatamente dopo ecco un nuovo messaggio di whatsapp con la nuova posizione di destinazione. Essa appare in aperta campagna collinare a circa 40 minuti da dove è ora. Poi un ulteriore messaggio le indica che circa un km prima dell'arrivo si sarebbe dovuta fermare per ricevere l'ultimo messaggio. Lei sa che tutta questa scenografia è fatta per farle crescere l'emozione che infatti, puntualmente, le cresce facendole fare grandi sospiri.

Il suo amico di chat le disse che stavolta si sarebbero fatte le cose sul serio poiché lui ormai la riteneva pronta. In primo luogo la informò che sarebbe passata una settimana esatta dall'effettiva realizzazione e nel frattempo lei non si sarebbe dovuta toccare per nessuna ragione al mondo. Insomma il prezzo da pagare per avere emozioni al limite della resistenza umana era quello di convivere con il desiderio e una voglia pazzesca di sesso senza tuttavia potersi nemmeno sfogare con i soliti e frenetici ditalini per i quali si considerava una vera e proprio campionessa.

L'auto comincia ad inerpicarsi per le strade sempre più strette delle campagne collinari umbre. Ad un certo punto la carreggiata diventa bianca e con molte buche. I centri abitati ormai sono alle spalle. Ma anche le abitazioni diventano sempre più rade fino a sparire. Il finestrino abbassato e la bassa andatura le fanno apprezzare il fruscio delle frasche degli alberi movimentati da un moderato venticello e i rumori degli animali.




La settimana che trascorse prima di arrivare al fatidico giorno fu pazzesca ed interminabile. L'attesa e le parole dell'amico le procuravano una crescente eccitazione che nascondeva sempre con maggiore difficoltà e che alla fine, quando si rese conto di non poter più camuffare, la risolsero nel chiedere le ferie al lavoro e nel rinchiudersi nella sua camera dedicando tutto il tempo a tenere il conto del tempo che restava all'avvenimento. A dire la verità ogni tanto in camera, in piedi, apriva le gambe e strusciava la parte intima anteriore in qualcosa di solido che si trovava a disposizione: un tavolo, una spalliera di una sedia, un radiatore....Lei, si diceva, che facendo ciò rispettava comunque l'ordine del suo amico di chat in quanto le mani le teneva ben lontane dalla figa. E forse dobbiamo dire che poteva persino avere delle ragioni in ciò, poiché effettivamente ebbe l'accortezza di non arrivare mai ad avere l'orgasmo.

Il percorso ormai si avvicina alla fine. Dall'avvistamento dell'ultima abitazione sono passati circa 2 km e ormai Valentina è giunta ad un km dalla destinazione. Sa che deve fermarsi ed aspettare. E preciso in quel momento le arriva un messaggio: “Ti ho fatta fermare qui perché oltre questo luogo il segnale del telefono sparisce. Avanti per questa strada, fra 1 km, troverai un casale con un cancello. Sulla destra in basso c'è una piccola cassetta con le chiavi del cancello e del casale. Con esse puoi entrare e posteggiare l'auto nel retro del casale dove c'è un box. Poi il casale è tutto tuo: ci sono cibarie e altre prelibatezze, tutte per te. Goditi pure tutto e poi passa una splendida nottata. Domani mattina alle 10:00 torna in questo punto che avrai altre informazioni.”.

Valentina rimane interdetta. E' un posto isolatissimo, ma in questo momento la sua menta è tutta presa da altro. Le sembra chiaro ed ovvio che l'emozione ci sarà solo l'indomani mattina, dopo le 10:00. Ma allora perché lui l'ha fatta arrivare il pomeriggio precedente? E nel pensare questo prova una specie di delusione: l'attesa si dovrà prolungare.......peccato!!

In effetti il casale è proprio isolato e non c'è campo per il telefono. Una lieve inquietudine pervade Valentina ma la bellezza del posto e il tepore del tramonto di un settembre luminoso riescono a scacciare il pensiero. Entra: la casa è bellissima, arredata con gusto e con una dispensa in cui non manca nulla. Valentina sorride: è vero che dovrò aspettare ma nel frattempo il trattamento è da principessa.

Le ore lentamente scorrono. Ora è sera. Fuori è buio. L'inquietudine torna, prepotente. Valentina si rende perfettamente conto che è sola, con l'abitazione più prossima a non meno di 3 km e senza campo per il telefono. “Riuscirò ad addormentarmi?” pensa fra sé e sé, lei che di suo è sempre stata paurosa. Poi ragiona: per prima cosa chiuderò perfettamente tutte le porte e finestre e poi andrò in camera al piano superiore dove a sua volta potrò chiudere a chiave la stanza.

Ora sono le 23:00. Valentina è a letto sotto alle lenzuola e ad una soffice copertina. La luce della abat jour la tiene accesa per rendere la notte meno stressante. La mente vaga senza sosta fra l'eccitazione che l'aspetta l'indomani e che le fa bagnare abbondantemente la figa e l'ansia di stare in questo posto da sola senza nemmeno la possibilità di poter chiedere aiuto, che le procura una sorta di sudore freddo; la sola idea di percorrere di notte il km che la separa dal campo la terrorizza.

I sensi di Valentina ora sono tutti tesi: sente i rumori che provengono da fuori. Ma si dice che è solo il vento e poi ci sono i pure i versi di alcuni animali. Pensa che nemmeno per un miliardo avrebbe la forza di uscire fuori da sola. Infine, finalmente, si addormenta ma è un dormire lievissimo, una sorta di dormi-veglia.

All'improvviso si sveglia. Un rumore. Ha sentito un rumore. Ma non un rumore che viene da fuori. Un rumore che viene da dentro. Ma forse si sbaglia. Perché ora non sente nulla. Forse lo stava solo sognando. Però tutto questo la rende praticamente paralizzata. Le orecchie ora sono tesissime.

E quando sta per chiudere nuovamente gli occhi ecco un altro rumore. Netto. Chiaro. Indiscutibile. E proviene dal piano di sotto. Ora il terrore la pervade. Ed ecco un nuovo rumore, ancora più forte. E poi altri rumori, anche di passi. E' chiaro: in casa sono entrati dei ladri. Si sente morire di terrore; le membra se le sente immobilizzate; non riesce nemmeno a muovere le braccia e le gambe. Una parte della testa però riesce ancora a connettere e a farle dedurre che i ladri o chiunque essi siano danno per certo che in casa non c'è nessuno, visto che non fanno nulla per nascondere la loro presenza. E lei ha la porta della camera chiusa a chiave con la chiave inserita: ultima barriera per la sua salvezza.

I rumori si stanno avvicinando. I ladri stanno salendo al piano dove è lei. Capisce che per prima cosa deve spegnere la luce dell'abat jour e stare in assoluto silenzio, sperando che la stanza venga risparmiata dalla perlustrazione che in tutta evidenza stanno facendo. Con uno sforzo immenso, visto che è paralizzata dalla paura, riesce nell'operazione. Ma gli occhi nel buio li tiene aperti, letteralmente sbarrati. Il cuore le batte all'impazzata. Il terrore che l'ha pervasa rischia di farla addirittura svenire. Trattiene il fiato.

Sente che qualcuno sta cercando di entrare nella sua camera, provando con qualche ferro del mestiere ad aprire la chiusura della porta. Lei trattiene il fiato. Ora nemmeno respira per paura di fare rumore. Suda ma allo stesso tempo sente freddo, tanto da tremare. Il motivo per cui è ora in questa situazione e cioè avere un'avventura di sesso sfrenato è cancellato dalla sua mente. I capezzoli sono turgidi fino ad essere violacei, non dall'eccitazione ma bensì dal terrore. La figa invece, dopo una settimana di impaziente e continuo stato di umidità è ora asciutta come non mai.

Infine sente e vede la porta aprirsi. Il cuore di Valentina pare smettere di battere per un momento. Le tempie le scoppiano. Una vampata di calore invade la sua faccia. Le sembra di essere sul punto di morire. L'uomo accende la luce. Lei ora lo vede: è alto, imponente, vestito con pantaloni corti, una canottiera che mette in evidenza la notevole muscolatura e con un passamontagna in faccia. In una mano tiene una pistola che dopo poco viene puntata sulla figura di Valentina.

Valentina vorrebbe dire: “pietà”, ma dalla bocca non esce nulla. Riesce però ad estrarre le braccia da sotto le coperte e ad alzarle in segno di resa incondizionata.

L'uomo ride: “ragazzi venite qua a vedere cosa c'è”. In un attimo altri due uomini vestiti nello stesso modo del primo si presentano ai piedi del letto ove è posta Valentina. Entrambi, a differenza di colui che ha aperto la porta per primo, sono di colore.

Uno di loro dice: “questo si che è un oggetto di valore. Al mercato delle schiave verrà pagato bene”.
Un altro dice: “vediamo meglio l'oggetto che poi faccio una valutazione su quanto possiamo ricavare”. Nel mentre i due profferiscono queste parole la mente di Valentina ha un vero e proprio flash: si ricorda infatti di notizie di cronaca di qualche settimana prima secondo le quali gli investigatori di casi di giovani donne scomparse e poi ritrovate uccise in modo barbaro, ritenevano che ci fosse un un vero e proprio racket di tratta di bianche, vendute come schiave sessuali a padroni facoltosi e poi eliminate dopo essere state seviziate in modo perverso.

La consapevolezza di ritrovarsi in un vortice da cui non potrà più uscire viva inebetisce completamente Valentina, la cui disperazione è ormai ad un livello tale da farla impazzire. Gli uomini, ridendo, tolgono le coperte e sollevano facilmente il corpo di Valentina la quale, totalmente rassegnata e atterrita, non oppone alcuna resistenza. Essi la denudano e la mettono in piedi davanti a loro. Uno le schiaffeggia il culo con una certa violenza facendo arrossire i glutei; un altro le palpa il seno indugiando a lungo sui capezzoli.


Ma è il terzo, quello che poco prima aveva detto che avrebbe fatto una “valutazione” che procede con una esplorazione sistematica. Per prima cosa ficca le due mani sulla bocca di Valentina insalivandole a dovere; per seconda cosa con le dita penetra i buchi della ragazza valutando la consistenza della figa e del culo.

Valentina sta per piangere e vorrebbe anche farlo come sfogo per la completa disperazione che sta vivendo. Ma i movimenti delle dita dell'uomo ficcate in figa e in culo sono incredibilmente sapienti. Ella, con incredibile stupore, deve ammettere a sé stessa che sta provando piacere. Le dita che le rovistano il culo indugiano con professionalità sui punti più remoti, dove i terminali nervosi anali producono piacere, un forte piacere che le dà alla testa. E che si somma a quello che prova causato dalle dita dell'altra mano il cui esperto movimento dentro la vagina le producono contrazioni involontarie che le piegano le ginocchia; e poi il pollice della mano dell'uomo preme circolarmente sul clitoride facendole provare una crescente e potente sensazione di piacere.

In sintesi: nonostante la consapevolezza della propria drammatica situazione la ragazza non può fare a meno di gemere come una troia vogliosa, assecondando i movimenti delle mani e delle dita che le rovistano le sue intimità. Apre le gambe, piega il tronco, inarca il culo e orienta il bacino in modo da agevolare il compito dell'uomo, il quale divertito dalla reazione della ragazza commenta: “amici, questa troia è in grado di godere anche in punto di morte... faremo di sicuro un sacco di soldi”.

Nel frattempo uno dei due uomini di colore si abbassa i pantaloni corti e Valentina non può fare a meno di vedere un membro enorme, in parte già eretto. L'uomo sentenzia: “ora vediamo se questa schiava è brava con la bocca” e così dicendo poggia la mano destra sulla testa della ragazza costringendola ad inginocchiarsi e stare con la faccia ad un centimetro dall'enorme cazzo. La tremenda angoscia di Valentina si confonde, suo malgrado, ad una crescente eccitazione che la ragazza percepisce come vergognosa vista la situazione nella quale si trova.

Una piccola parte della mente di Valentina si interroga come sia possibile provare allo stesso tempo una disperazione assoluta e una crescente eccitazione. E nel mentre è in balia degli uomini e il cervello e il corpo le restituiscono sensazioni opposte ecco che uno dei dominatori dice: “Tranquilla Valentina, sarà una splendida nottata”.

Ed è come si accendesse una luce abbagliante in un luogo tutto buio. Ora è tutto chiaro. Loro sanno il mio nome e sanno dell'augurio del mio amico di chat. Ed è lui che ha organizzato tutto per il mio piacere. Solo per il mio godimento, il più intenso immaginabile.

L'euforia, pazzesca, travolgente ed esaltante si impadronisce della ragazza. L'angoscia cancellata in ogni sua forma viene all'istante sostituita dal desiderio sessuale, precedentemente già in crescita e ora libero di veleggiare ai livelli altissimi e sconosciuti, fin sopra la stratosfera.

Ora la ragazza si avventa sul cazzo enorme del nero. Se lo infila tutto in gola e pompa come una ossessa fermandosi nel su è giù forsennato giusto per succhiarlo, leccarlo, baciarlo. Il tutto fatto con foga da invasata. Intanto lo sfintere le si apre naturalmente implorando di essere occupato. Mentre la figa sbrodola abbondantemente pronta a ricevere qualsiasi dimensione di membro maschile.

Travolta dalla sua bramosia sessuale Valentina non si rende quasi conto di essere sollevata da terra da braccia robuste. Ma asseconda e aiuta con tutta sé stessa ogni volontà dei tre uomini intuendo velocemente le loro intenzioni, con il fiuto dell'animale sessuale quale è ormai ridotta. In un attimo si ritrova sul letto e sente dapprima un'asta di carne bollente penetrare sempre più in profondità nelle sue intimità anali; poi subito dopo sente che un cazzo enorme si fa strada prepotentemente fra le umide pareti vaginali che si dilatano in modo naturale accogliendo e avvolgendo il graditissimo ospite. E poi è il turno della bocca, che si impegna a spalancare più che può per poter assaporare il terzo membro.

Le emozioni sono a mille e le sensazioni di lussuria la inondano. E tutto ciò è troppo per poter resistere a lungo. Già al terzo colpo in culo, in figa e in bocca sente in tutto il corpo l'avvisaglia della nascita di un violento orgasmo. Esso cresce sempre più, salendo su vette mai esplorate dalla ragazza; sembra che la sua esplosione sia continuamente rimandata da una crescita di libidine all'infinito.

E' alla fine giunge l'esplosione dell'orgasmo. Anale, vaginale e clitorideo allo stesso tempo. Le membra della ragazza sembrano effettivamente scosse da una esplosione tale è il fremito incontrollabile che la pervade tutta. Il corpo sbatte ovunque e il non avere più controllo delle sue azioni le fa perdere per un momento il contatto con il cazzo che fino ad un attimo prima pompava con voluttà. Dalla gola, ora libera, fuoriesce un rantolo, poi un gemito e infine delle urla, addirittura animalesche, che accompagnano il violentissimo orgasmo che sembra non finire mai.

Gli uomini nel frattempo si gustano lo spettacolo; lo spettacolo di una femmina umana in preda ad un incontrollabile delirio sessuale. Le pareti anali e quelle vaginali si contraggono con violenza, avvolgendo, massaggiando e ungendo con le loro abbondanti secrezioni i membri maschili. Quando Valentina sfinita dal pazzesco orgasmo giace stremata fino a risultare praticamente inanimata, i membri degli uomini sono ancora dentro le viscere della ragazza. E la vista del devastante orgasmo di Valentina non ha fatto che accrescere il loro desiderio.

Essi quindi riprendono a martellare i buchi della ragazza incuranti del corpo sposato della giovane. Ma incredibilmente bastano pochi colpi e Valentina si rianima. L'orgasmo di poco prima con la conseguente produzione industriale di umori offre ai rigidi cazzi degli uomini la possibilità di penetrare con facilità fino a giungere nei più reconditi punti e ciò stimola nervature finora risparmiate, riaccendendo un folle desiderio di orgasmare della ragazza.

Quindi seguono dieci minuti di colpi sempre più profondi e violenti che fanno nuovamente perdere il controllo alla ragazza la quale è ormai in balia della braccia degli uomini e sopratutto dei loro tre cazzoni. A Valentina le si annebbia la vista, i timpani si chiudono e da ogni suo buco escono umori e bavette varie e poi sente nitidamente che tutti e tre i membri, assieme, si irrigidiscono ancora di più, segno evidente per l'esperta animale sessuale quale è diventata, che stanno per esplodere la loro virilità nelle sue cavità interne. Ed è proprio questa consapevolezza che dà il via ad un nuovo devastante orgasmo raggiunto nel mentre accoglie ovunque la calda liquidità dello sperma degli uomini.

Dopo l'orgasmo il pazzesco sforzo le procura uno stato di profondo torpore che si trasforma in breve in un sonno ristoratore. Al risveglio gli uomini non ci sono più. Rimane lei nuda sul letto con sperma ed umori sparsi ovunque sul corpo e con la consapevolezza di aver toccato vette di godimento nemmeno immaginabili. Guarda l'orologio: sono le 11:00.

Lasciato il casale alle spalle, alle 12:00 con due ore di ritardo, scrive al suo amico di chat: “ora ho capito perché mi chiedevi se avevo problemi cardiologici”. Lui risponde: “già, non tutti si possono permettere le emozioni che hai provato tu”. E lei: “sono dunque privilegiata?”. E lui chiude: “è un privilegio che ti meriti: sai stare al tuo posto ad aspettare e poi sei proprio ubbidiente...brava!”.

broberto_75@libero.it
scritto il
2025-12-21
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