La dolce umiliazione di Valentina - Atto secondo

di
genere
dominazione

La dolce umiliazione di Valentina – atto secondo

“Il treno per Bologna 777 è in partenza dal binario n. 8”. Valentina, già seduta in treno da 10 minuti, capisce che ormai la nuova avventura è avviata e pur essendo ancora possibile invertire il corso delle cose, sa che le emozioni che già la invadono la obbligheranno ad andare fino in fondo. Non può fare a meno di sospirare forte.

Nel mese che era passato dalla follia sessuale vissuta sul pianerottolo del suo amico di chat si era più volte messaggiata con lui, sia via whatsapp che via chat. Curiosamente nessuno dei due era tornato sull'episodio, anche se durante tutte le conversazioni esso in qualche modo aleggiava. Valentina aveva capito bene il suo ruolo: quello di aspettare le decisioni del suo amico/amore e seguirle. Alfredo invece ormai sapeva che aveva in mano Valentina e giocava con le aspettative e i desideri di lei usando l'attesa come forma di dominazione, sia pur dominazione dolce che per Valentina era addirittura dolcissima come un frutto prelibatissimo, che aveva capito che si poteva gustare però solo sapendo attendere.

“Mi scusi, signorina, è libero questo posto?” Un uomo sulla cinquantina, cortese e affascinante si siede vicino a Valentina, in treno. Ella non può fare a meno di pensare che egli è un tipo simile al sig. Alfredo, il suo amico di chat del quale – assurdamente – lei si ritiene innamorata. Non ha mai sentito la sua voce e non lo ha mai nemmeno visto; ha avuto solo una foto di lui. Valentina per questo lo guarda incuriosita con attenzione distogliendo lo sguardo tutte le volte che lui, sentendosi osservato, contraccambia l'occhiata.

Due giorni prima in chat Alfredo le chiese se era libera da venerdì pomeriggio a sabato sera. Lei ebbe un tuffo al cuore e pur avendo impegni di lavoro poiché era di turno al supermercato ove lavorava disse subito che era liberissima. Contava infatti che avrebbe facilmente trovato una sostituzione. Alla sua domanda del perché lui le chiedesse ciò, egli le rispose dicendo che era giunto il momento di farle provare emozioni ancora più forti di quelle avute un mese prima. Valentina andò in tilt e provò a chiedere che tipo di emozioni sarebbero state. La risposta di Alfredo fu sibillina: “percorso conosciuto godimento prevedibile e monotono; percorso sconosciuto godimento imprevedibile ed esaltante”.

“Dove è diretta signorina?” domanda l'uomo che siede vicino a Valentina in treno. “Vado a Bologna” risponde lei. “E cosa farà di bello a Bologna?” continua lui.
Eh saperlo....e ora come rispondo … pensa Valentina. E allora, quasi senza nemmeno pensarci, inizia il gioco. “Vado a fare un percorso sconosciuto per provare emozioni imprevedibili ed esaltanti”.
“Risposta affascinante e misteriosa. Lei signorina dimostra di essere una persona molto interessante....penso che trascorreremo ore piacevoli durante il viaggio conversando...”

Poi Alfredo le aveva detto cosa doveva preparare: un trolley con dentro tutto l'occorrente per passare una notte fuori casa, in albergo; poi una tuta da ginnastica con la felpa larga con cappuccio e delle scarpe da ginnastica. E poi alle 16:11 doveva essere alla stazione per prendere il treno per Bologna. Valentina immaginò che l'emozione sarebbe capitata in albergo durante la notte, non poteva essere altrimenti. Ma l'indicazione della tuta da ginnastica e delle scarpette le creò tanti dubbi ed incertezze. Provò a domandare ma l'unica risposta che ricevette fu quella di attendere i messaggi whatsapp e in ogni caso di non toccarsi per nessuna ragione al mondo.

“E dove inizia il suo percorso sconosciuto?” continua il suo vicino di posto.
E Valentina: “alla stazione di Bologna”.
“E chi è che le indicherà il percorso?” ribatte l'uomo.
“Beh è evidente, uno tipo sconosciuto mi indicherà il percorso sconosciuto” risponde lei.
“E lei si fa guidare da un tipo sconosciuto?” domanda un po' meravigliato, o finto meravigliato, il suo vicino di posto.
“E' sconosciuto perché non so chi sia ma è conosciuto perché so che tipo è e come ragiona”. E nel rispondere Valentina in modo un po' malizioso apre lievemente le gambe.

In quei due giorni – cioè da quando Alfredo le avanzò quella proposta – Valentina non stava nella pelle; il ricordo di quello che era successo il mese prima aggiunto all'indicazione che le emozioni sarebbero state più forti la teneva in uno stato di eccitazione permanente senza, peraltro, nemmeno la possibilità di attenuare questa tensione attraverso la masturbazione che, come già detto, Alfredo le aveva proibito. Quindi era un continuo di mettersi a sedere, alzarsi, rimettersi a sedere, sospirare, stringere le gambe, aprire le gambe e impegnarsi, a dire la verità con poco successo, nel pensare ad altro.

L'uomo del treno oltre che affascinante è anche intelligente, sofisticato e sembra anche terribilmente attratto da questo gioco di Valentina, misterioso e malizioso.
“Però immagino che sappia già quando finirà il suo percorso?” dice l'uomo.
“Ho già il biglietto del treno delle 18:15 di domani” risponde Valentina.
“Che coincidenza, anche io dovrò riprendere proprio quel treno per tornare a Roma....nella sua prenotazione che posto è indicato?” chiede incuriosito l'uomo.
“carrozza 12 posto 83” dice Valentina controllando il biglietto di prenotazione.
“incredibile! Anche io ho la carrozza 12 e come posto ho il nr. 84 …. evidentemente abbiamo fatto la prenotazione uno di seguito all'altra....”
“Bene, così le saprò dire se effettivamente avrò avuto emozioni imprevedibili ed esaltanti” e nel dire queste parole Valentina sospira profondamente.

Il giorno della partenza in treno Valentina dedicò tutto il tempo alla preparazione, dalle 06:00 di mattina, ora della sua alzata da letto dopo una notte passata, in realtà, a rigirarsi. Ai genitori, poiché ancora viveva con i genitori, disse che si sarebbe assentata una notte per andare a trovare un'amica. La madre la guardò con un mezzo sorriso pensando – e sperando anche – che l'amica in realtà fosse un uomo innamorato; aveva infatti percepito qualcosa con il suo fiuto infallibile. Durante la preparazione la tensione dentro Valentina cresceva, di ora in ora, fino a diventare quasi insopportabile. Fortunatamente allorché si mise in movimento verso la stazione Termini la possibilità di fare qualcosa dette in pasto alla mente un'altra cosa rispetto al pensiero martellante di quale tipo di emozioni avrebbe avuto.


“Bene siamo arrivati alla stazione di Bologna; allora signorina buon godimento” disse l'uomo.
Valentina ebbe un fremito. L'uomo aveva usato la parola “godimento” che era lo stesso termine utilizzato dal suo amico di chat. Una coincidenza? Oppure quello che aveva davanti a sé era proprio il suo amico di chat? Lei lo guardò e sorrise. Lui chiuse la conversazione salutandola non senza prima dirle:
“sono certo che nel suo percorso sconosciuto per provare emozioni imprevedibili ed esaltanti avrà un angelo custode che la proteggerà dall'alto”.

Plin....messaggio w.: “ora vai in via Emilia n. 12 dove c'è l'albergo Excelsior e una camera prenotata a tuo nome con cena. Trascorri la serata serena in albergo e dormi bene, mia bellissima. Domattina ci sentiamo alle 08:00”.

Valentina è ora sola nella sua camera d'albergo. Ora è tutto chiaro: l'emozione ci sarà domani mattina. Respira profondamente e pensa “riuscirò ad arrivare a domani mattina con questa frenesia?” Cerca di distrarsi; si gode i comfort dell'albergo. C'è una bella spa. Poi sembra anche un ottimo ristorante. Il suo amico non ha badato a spese e ciò le dà felicità; non tanto per le piacevolezze materiali quanto per il riguardo e la considerazione che egli ha avuto nei suoi confronti. Riesce un po' a distrarsi ma ogni qual volta le si ripresenta davanti il motivo per cui è li (cioè continuamente) sente un vuoto alla pancia e sente fremere il suo sesso.

Quando si attende con tanta trepidazione un avvenimento che avverrà in un momento successivo più o meno preciso c'è una cosa che conforta sempre: il tempo non si ferma mai. E prima o poi quanto tanto atteso arriverà. Ed è così che Valentina riesce a gestire l'attesa spasmodica. Ed è così che arrivano le 08:00 di mattina.

Plin....messaggio w.: “buongiorno mia cara....sei pronta?”.
Valentina risponde in w.: “mi sta ribollendo tutto dentro... sono in uno stato di aspettativa spasmodica....”
Plin.......messaggio w.: “bene, indossa tuta e scarpette che ti sei portata, poi prendi autobus linea 23 e scendi fermata parco XXV Aprile”.
Valentina pensa: “ecco il perché della tuta e delle scarpette.... dovrò fare una passeggiata al parco....sarà lì che avrò l'emozione?” Respirone profondissimo e cuore che batte all'impazzata.

Valentina arriva al parco e …..plin...messaggio w: “prendi il vialetto che hai sulla destra e vai a sempre a diritto fino a che non ricevi altro mio messaggio”.

Valentina inizia a camminare e gradualmente si addentra in parti del parco meno frequentate e dove la vegetazione è più rigogliosa. Ad un certo punto ha la sensazione di essere osservata; si gira di scatto e ha la sensazione di vedere il vicino di posto del viaggio in treno, colui che le aveva detto che avrebbe avuto un “angelo custode che la proteggerà”...allora capisce tutto. Il suo amico / amore di chat è la stessa persona del vicino di posto del treno. E allora alla frenesia per l'emozione che fra poco – sicuramente – proverà si aggiunge la tranquillità di avere anche una protezione. Sorride. Possiamo dire che è felice, come mai si era sentita nella sua vita.
Continua a camminare ma ormai saranno venti minuti che non incrocia anima viva. Poi sente delle voci; sembrano dei ragazzi.

Plin....messaggio w.: “davanti a te fra poco avrai una panchina: fermati e siediti”. L'emozione va a mille. Qualcosa fra poco succederà. Le gambe tremano un po. Sta un po sudando anche se non fa molto caldo. Che siamo vicini all'emozione tanto bramata lo capiscono benissimo anche i suoi terminali sessuali: i capezzoli si irrigidiscono, la figa si infradicia. Si siede e vede davanti a se a pochi metri 4 giovani. Avranno forse 18 anni. Parlano fra loro a voce alta. Sente che sono studenti e oggi essendo sabato e non essendoci scuola sono andati lì per stare tranquilli a giocare a calcio nello spazio verde che è davanti a loro. Loro praticamente non la notano. Parlano tranquillamente; un po' scherzando; un po' seri quando affrontano i prossimi impegni scolastici. Intuisce che tutti e 4 sono molto presi dalla scuola. Parlano con proprietà di linguaggio, forse frequentano un liceo, pensa. E poi, strano per ragazzi della loro età, non parlano di ragazze.

Valentina non sa se l'emozione coinvolgerà loro. Ma le viene istintivo ascoltare attentamente cosa dicono e riflettere, sentendoli parlare, che probabilmente non hanno mai avuto esperienze sessuali. Ora si allontanano di qualche decina di metri per giocare fra loro a calcio.

Plin …. messaggio w.: “togliti le scarpe e poi lentamente togliti i pantaloni della tuta e le mutandine; mettiti alla pecorina sulla panchina dando il culo verso i ragazzi; apriti la figa e il culo con le mani e copriti la faccia con il cappuccio della felpa. E aspetta. Non parlare. Rispondi solo con cenni. E godi...godi...godi...”

Appena Valentina legge il messaggio inizia a tremare. E' una cosa troppo grossa quella scritta nel messaggio. Non la farà mai e poi mai. E' una cosa che la farebbe vergognare per tutta la vita e poi è anche pericolosa; ora ha deciso definitivamente: non farà quello che è scritto nel messaggio.

Poi però le mani vanno sulle scarpe e le slacciano. Dentro sé inganna la propria mente: mi tolgo le scarpe e poi mi fermo. Le scarpe sono tolte. Ora ha i piedi nudi sull'erba. Non si rende conto ma ora è in piedi. E' un attimo. Il cervello va in stand by. Le orecchie diventano rosso fuoco come anche la faccia. Le mani vanno sui pantaloni della tuta e la fanno scendere ai piedi. Si rimette seduta. Non ha il coraggio di guardare i ragazzi. Sarebbe troppo. Da seduta si toglie la tuta. Ora è in mutandine che peraltro sono tutte bagnate. Guarda in terra. Si alza nuovamente in piedi e si abbassa le mutandine; nell'abbassarle nota che sono veramente zuppe di umori. E' in trance. Ora è nuda sotto. Si mette a pecorina e finalmente si mette il cappuccio in testa: lei non vede e nessuno può vedere la sua faccia. Così stranamente si sente più tranquilla e ora ha il coraggio di aprirsi la figa e il culo con due mani, con forza, più che può.

I ragazzi pur un po' distanti hanno visto qualcosa. Ma non capiscono bene. Non credono ai propri occhi. Li sente silenziosi. Ora però sente però un lieve mormorio: probabilmente parlano sottovoce fra loro. Poi il mormorio si fa sempre più vicino. Ora sono proprio dietro lei e di sicuro, pensa, stanno guardando la mia figa e il mio culo aperti. Ora sente anche cosa dicono.

A: accidenti dobbiamo chiamare qualcuno.
B: si penso il 118.
Il terzo ragazzo si rivolge a Valentina.
C: stai bene?
Valentina risponde con un cenno della testa. Il cenno è positivo.
Il quarto ragazzo dice.
D: perché ti sei messa così?
Valentina non risponde.
B: ragazzi è pericoloso. Se ci vedono ci accusano di violenza sessuale.
D: ma ha fatto tutto lei, noi siamo solo qui a guardarla.
I ragazzi guardano la figa. Così dal vero e così aperta non l'avevano mai vista. E' invitante: spalancata e bagnatissima. Un filo di umori scivola nelle cosce della ragazza. Loro malgrado si eccitano.
C: che roba ragazzi!
Poi uno dei ragazzi finalmente capisce.
A: io penso che si è messa così perché vuole fare del sesso.
Poi si rivolge a lei.
A: Vuoi essere scopata?
Valentina è talmente fuori di sé che non capisce esattamente le conseguenze della sua risposta. Ma risponde di si con la testa.
A: ragazzi avete visto! Vuole essere scopata!
B: sei pazzo! Andremo tutti in carcere!
D: e perché mica facciamo violenza e lei che lo vuole!
Il ragazzo C aziona la telecamera dello smart e ripete nuovamente.
C: vuoi veramente essere scopata?
Valentina risponde con la testa di si.
C: vuoi essere scopata da tutti e quattro?
Valentina sente che sono eccitatissimi e lei lo è lo stesso. Ma è immensamente imbarazzata. Il cappuccio della felpa è però fondamentale. Coperta in quel modo si sente protetta. E poi pensa che ha l'angelo custode che la sta guardando da qualche parte.
Valentina allora risponde di si con la testa. Ma questa volta però in modo molto, molto convinto; come a dire “va be che siete giovanissimi....ma secondo voi cosa ci sto a fare così?”; il cenno della testa è accompagnato dalle mani che si riposizionano meglio sulle chiappe e aprono di più i suoi buchi.
Il ragazzo C chiude la ripresa con la telecamera dello smart.
C: ragazzi ho ripreso il suo consenso. Non c'è nessun pericolo. Io mi butto.
E si sbottona i pantaloni. E' eccitatissimo. Forse è la prima volta nella sua vita che lo fa. Il suo cazzo entra facile facile. E poi per lui è il paradiso. La figa di Valentina avvolge il suo cazzo; lo accoglie, lo riscalda, lo massaggia, lo bagna. Il ragazzo dopo solo 3 o 4 affondi sente che il piacere lo invade; esce e spruzza un po' ovunque: sulla panchina, sulla schiena e sui capelli di Valentina.
C: scusami. Non ho fatto apposta.
Poi guarda il disastro combinato.
C: vuoi che ti pulisca?
Valentina fa cenno di no con il capo. E' riuscita solo a sentire crescere il piacere ma non a godere; il ragazzo è stato velocissimo. La sua figa ora è proprio aperta, disponibile. Il desiderio vince la vergogna. Ora desidera godere. Non ne può più fare a meno. Si apre ancora maggiormente.
B: ragazzi vado io.
Lui dura un po' di più; Valentina ne approfitta per accompagnare i colpi, sempre più forti e che velocemente le fanno raggiungere un orgasmo, accompagnato da gemiti e contorsioni pur rimanendo in posizione. E subito dopo spruzza anche il ragazzo B. Anche lui un po' in giro.
Poi è il turno del ragazzo C; appena egli chiede se può entrare Valentina per tutta risposta con le mani si prende le grandi labbra e se le apre più che può. Valentina non parla ma i suoi gesti sono chiari: ha bisogno di cazzo. Anche il terzo ragazzo è molto eccitato e viene rapidamente.
Infine è il turno del ragazzo A il quale è il più dotato e forse anche quello che ha già qualche esperienza. Entra lentamente ma in modo profondo. Valentina già al secondo affondo comincia ad ansimare, sente che l'orgasmo la sta per pervadere. Muove il culo per accogliere meglio il cazzo e poi viene in un orgasmo che le annebbia il cervello e le fa dimenticare dove è e cosa sta facendo. E poi sente il getto caldo di sperma sulla schiena. Valentina continua ad ansimare per un minuto ancora.
Poi il primo dice.
C: ti posso toccare il seno?
Valentina fa cenno di si.
C: ragazzi che tettone che ha questa ragazza! I capezzoli sono durissimi! E' eccezionale.
Tutti ora toccano.
C: posso di nuovo metterlo dentro?
Valentina fa cenno di si.
E si ricomincia il giro completo.
Alla fine i ragazzi vengono due volte per uno. E Valentina invece ha 4 orgasmi pazzeschi, uno più devastante dell'altro.
Ora lei è totalmente avvolta da sperma; se lo sente sul culo, sulle cosce, sui piedi, sulla schiena, sui capelli, pensa di averlo anche sul cappuccio della felpa. Ma le piace essere così. Le dà soddisfazione. Si sente appagata. Si sente apprezzata.
A: ti dobbiamo pulire?
Valentina fa cenno di no con la testa.
B: ragazzi dobbiamo andare perché lei non vuol farsi vedere in faccia.
E poi rivolto a Valentina.
B: è vero che non farti vedere la faccia?
Valentina risponde con un assenso del capo.
E i ragazzi vanno via non senza dire ognuno di loro rivolto a Valentina: “grazie”.
Quando Valentina sente che i ragazzi non ci sono più lentamente si toglie il cappuccio dalla testa e si mette a sedere sulla panchina; ovunque c'è sperma. Sulla tasca dei pantaloni della tuta ha dei fazzoletti di carta. E' una confezione, sono 10. Li usa tutti anche se non sono sufficienti. Si riveste.
Poi le sembra di sentire un rumore e poco lontano vede un uomo fra gli alberi. E' lui il suo angelo custode. Vorrebbe andare in contro ma lui non fa nessun cenno. Vorrebbe ringraziarlo ma non sa come fare. Infine vede ancora dello sperma sulla panchina e fa come ha visto in qualche filmino porno: con l'indice lo raccoglie e poi con la lingua lecca il dito avendo cura di tirare fuori la lingua più che può. E' il suo segno di ringraziamento al suo amico / amore / angelo custode, che poi sparisce alla sua vista.
Si sistema alla meglio e poi si incammina per la via del ritorno.
Plin...messaggio w.: “sei stata bravissima; hai goduto e fatto godere; sei uno splendore!”
Valentina risponde al messaggio w: “tutto merito del mio angelo custode”.

Dopo un po' arriva all'uscita del parco. Su un muretto sono seduti i 4 ragazzi con i quali ha fatto sesso. La riconoscono. Uno le corre in contro con dei fiori raccolti sul momento. Ora lui è proprio vicino.

C: “E' stato bellissimo. Sei stata fantastica. Grazie. Non dimenticheremo mai questa mattinata” e le porge i fiori.
Valentina: “Grazie a voi per l'emozione e per il rispetto. Siete bravi ragazzi”.

Anche gli altri ragazzi la salutano con le mani e lei ricambia.

E' possibile fare sesso con 4 ragazzi sconosciuti con il viso coperto dalla vergogna e percepirlo come atto d'amore? Si, è possibile. A Valentina è successo.

Nel treno del ritorno Valentina ritrova il suo amico / amore / angelo custode vicino a se.

Valentina: “io ti amo”

Il suo amico / amore / angelo custode risponde: “e tu sei la più splendida donna che esista sulla terra”.

Fine.

broberto_75@libero.it
scritto il
2025-05-21
2 . 8 K
visite
1 9
voti
valutazione
7.1
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.