Luca ed Elisa 36° Capitolo
di
Nandostar
genere
incesti
Maria era andata a dormire presto perché era stanca, il figlio era ad una riunione, ma non voleva attenderlo sveglia.
Il sonno pur essendo profondo non era sereno.
Il sesso anale che aveva vissuto con il figlio l'aveva scossa di brutto.
Suo marito, padre di Francesca e Marco, l’aveva amata molto, ma mai posseduta con lo stesso desiderio con cui la possedeva il figlio.
Nel sogno aveva aperto gli occhi in mezzo al bosco, lo stesso dove era stata con il figlio.
Era sola e vestita con un vestito intero elasticizzato, con minigonna fino alle ginocchia e senza spalline.
Il seno bello pieno, pur l’età, sosteneva il vestito perfettamente, senza il reggiseno.
Indossava degli slip.
All’improvviso si accorse che un grosso lupo, con il pelo corto color marrone, cominciò a puntarla.
Cominciò a correre per scappare, ma il lupo la stava seguendo.
Maria: “Lasciami stare, non farmi del male! ……….. Lasciami stare.“, grido Maria più volte, spaventata sempre di più.
Il lupo la seguiva, lei correva ma il lupo sembrava che cercasse di farla stancare.
Ad un certo punto, lei, cadde rovinosamente per terra, si girò verso il lupo e lo vide arrivare di corsa.
Dalla paura non riusciva a rialzarsi, ma indietreggiava, strisciando per terra.
Ad un tratto dal prato che la circondava uscirono delle liane da terra che le bloccarono le braccia e le gambe.
Era sdraiata a terra con le mani aperte sopra la testa bloccate e le gambe leggermente aperte.
Il lupo arrivò, era grosso e maestoso, all’incirca il doppio di lei, ma potremmo dire anche più grosso come volume e peso di Marco.
Lei gridava aiuto.
Si sentiva un odore forte.
Il lupo, la sovrastò e cominciò ad annusarla.
Lei in silenzio ansimava e si muoveva, inarcandosi e sollevando il seno e il pube in maniera alternata.
Sembra che fosse attratto da lei.
Era attratto da lei.
Le diede alcune leccate sul seno pur essendo vestita, e visto che la lingua era forte, i capezzoli se ne accorsero e da sotto il vestito si vedevano turgidi.
Il lupo diede altre leccate, al collo, al viso, e di nuovo al seno annusandola tutta.
Maria si dimenava, gridando.
Il Lupo, si spostò e fece un giro attorno a lei e cominciò ad annusarla dalle gambe, fino a salire ed entrare dentro la minigonna, con il muso.
Lei cercava di chiudere le gambe ma il lupo spingeva con il muso fino ad arrivare agli slip.
La leccò con gli slip, poi prese gli slip e glieli strappò, con i denti.
A questo punto, mentre lei si muoveva per liberarsi, con il muso
le andò tra le gambe e cominciò a leccarle la figa, facendo sì che il vestito salisse è rimase con il perineo scoperto.
Maria sentiva la grossa lingua del lupo passarle tutta la figa ripetutamente, lei continuava a muovere il pube come per scacciarlo, ma lui era li ben piantato che leccava.
Poi, ad un tratto ebbe un orgasmo e gridò, mentre il lupo continuava a leccarla.
Maria: “Basta, basta, va via.”
Il lupo, a questo punto, fece due passi avanti e con i denti le strappò il vestito, lasciandola completamente nuda.
Maria cercava di tenere le gambe chiuse, ma non ci riusciva, perchè il lupo si strusciava sulle grandi labbra.
Cominciò a leccarle i seni e i capezzoli, nonchè il collo ed il viso, ritornando sui capezzoli poi.
Un grosso serpente, le si presentò, sulla destra a dalla spalla, cominciò a passare su tutto il corpo.
Strisciò sul suo addome, poi sulla coscia sinistra, fino al piede.
Poi dal piede destro risalì tramite la gamba, passando dalla coscia fino a che con il muso non si puntò sulla vagina di Maria e spinse.
Il lupo si sollevò bene sulle quattro gambe come per stirarsi, indietreggiò un pò, come per staccarsi da lei, per alcuni secondi, lasciando spazio al serpente per indurirsi e spingere roteando a destra e a sinistra per entrare dentro Maria.
Maria: “No no! E’ troppo grosso no, per piacere no. È più grosso di Marco.”
Il serpente spingeva e la vagina di Maria lo lasciò entrare, lentamente, affolgendolo stretto.
Sentiva entrare centimetri di quel serpente, finchè non lo sentì pulsare ritmicamente.
Maria rumoreggiava si lamentava, ma la figa si divertiva, il serpente era ben piantato dentro lo senti pulsare aumentando e diminuendo la larghezza.
Si sentiva smontare dal piacere.
Il lupo le leccava le tette in continuazione.
Finchè non sentì il seme del serpente riversarsi dentro.
Era tanto liquido caldo.
Lei cercava di muovere il bacino come per sfilarlo, ma il serpente le era piantato bene dentro.
Il lupo continuava a leccarla mentre aumentava il ritmo della pompa.
Maria aprì gli occhi spaventata dall’incubo e subito trovò il figlio li accanto ad abbracciarla e consolarla.
Marco: “Mamma, mamma cosa hai?”
Maria: “Ho fatto un brutto sogno, abbracciami.”
Marco: “Sono qui mamma, sono qui, sei la mia vita.”
Maria: “Sono spaventata ho paura, tienimi stretta.”
Marco: “Sono qui mamma sono qui.”
Marco la prese, e la fece sedere sopra le sue ginocchia, abbracciandola calorosamente come se fosse una bambina.
Marco: “Ti amo mamma. E’ per colpa mia?”
Maria: “Ho paura, ho sbagliato ho desiderato ciò che non dovevo desiderare.”
Marco: “Non preoccuparti sono qui, risolveremo tutto. Resta tra le mie braccia.”
Maria rimase abbracciata al figlio per molto tempo, ricominciando a dormire.
Lui non la lasciò, si sistemò in modo da essere in una posizione confortevole, ma rimase li immobile accarezzando sua mamma.
GRAZIE PER AVERMI LETTO.
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Il sonno pur essendo profondo non era sereno.
Il sesso anale che aveva vissuto con il figlio l'aveva scossa di brutto.
Suo marito, padre di Francesca e Marco, l’aveva amata molto, ma mai posseduta con lo stesso desiderio con cui la possedeva il figlio.
Nel sogno aveva aperto gli occhi in mezzo al bosco, lo stesso dove era stata con il figlio.
Era sola e vestita con un vestito intero elasticizzato, con minigonna fino alle ginocchia e senza spalline.
Il seno bello pieno, pur l’età, sosteneva il vestito perfettamente, senza il reggiseno.
Indossava degli slip.
All’improvviso si accorse che un grosso lupo, con il pelo corto color marrone, cominciò a puntarla.
Cominciò a correre per scappare, ma il lupo la stava seguendo.
Maria: “Lasciami stare, non farmi del male! ……….. Lasciami stare.“, grido Maria più volte, spaventata sempre di più.
Il lupo la seguiva, lei correva ma il lupo sembrava che cercasse di farla stancare.
Ad un certo punto, lei, cadde rovinosamente per terra, si girò verso il lupo e lo vide arrivare di corsa.
Dalla paura non riusciva a rialzarsi, ma indietreggiava, strisciando per terra.
Ad un tratto dal prato che la circondava uscirono delle liane da terra che le bloccarono le braccia e le gambe.
Era sdraiata a terra con le mani aperte sopra la testa bloccate e le gambe leggermente aperte.
Il lupo arrivò, era grosso e maestoso, all’incirca il doppio di lei, ma potremmo dire anche più grosso come volume e peso di Marco.
Lei gridava aiuto.
Si sentiva un odore forte.
Il lupo, la sovrastò e cominciò ad annusarla.
Lei in silenzio ansimava e si muoveva, inarcandosi e sollevando il seno e il pube in maniera alternata.
Sembra che fosse attratto da lei.
Era attratto da lei.
Le diede alcune leccate sul seno pur essendo vestita, e visto che la lingua era forte, i capezzoli se ne accorsero e da sotto il vestito si vedevano turgidi.
Il lupo diede altre leccate, al collo, al viso, e di nuovo al seno annusandola tutta.
Maria si dimenava, gridando.
Il Lupo, si spostò e fece un giro attorno a lei e cominciò ad annusarla dalle gambe, fino a salire ed entrare dentro la minigonna, con il muso.
Lei cercava di chiudere le gambe ma il lupo spingeva con il muso fino ad arrivare agli slip.
La leccò con gli slip, poi prese gli slip e glieli strappò, con i denti.
A questo punto, mentre lei si muoveva per liberarsi, con il muso
le andò tra le gambe e cominciò a leccarle la figa, facendo sì che il vestito salisse è rimase con il perineo scoperto.
Maria sentiva la grossa lingua del lupo passarle tutta la figa ripetutamente, lei continuava a muovere il pube come per scacciarlo, ma lui era li ben piantato che leccava.
Poi, ad un tratto ebbe un orgasmo e gridò, mentre il lupo continuava a leccarla.
Maria: “Basta, basta, va via.”
Il lupo, a questo punto, fece due passi avanti e con i denti le strappò il vestito, lasciandola completamente nuda.
Maria cercava di tenere le gambe chiuse, ma non ci riusciva, perchè il lupo si strusciava sulle grandi labbra.
Cominciò a leccarle i seni e i capezzoli, nonchè il collo ed il viso, ritornando sui capezzoli poi.
Un grosso serpente, le si presentò, sulla destra a dalla spalla, cominciò a passare su tutto il corpo.
Strisciò sul suo addome, poi sulla coscia sinistra, fino al piede.
Poi dal piede destro risalì tramite la gamba, passando dalla coscia fino a che con il muso non si puntò sulla vagina di Maria e spinse.
Il lupo si sollevò bene sulle quattro gambe come per stirarsi, indietreggiò un pò, come per staccarsi da lei, per alcuni secondi, lasciando spazio al serpente per indurirsi e spingere roteando a destra e a sinistra per entrare dentro Maria.
Maria: “No no! E’ troppo grosso no, per piacere no. È più grosso di Marco.”
Il serpente spingeva e la vagina di Maria lo lasciò entrare, lentamente, affolgendolo stretto.
Sentiva entrare centimetri di quel serpente, finchè non lo sentì pulsare ritmicamente.
Maria rumoreggiava si lamentava, ma la figa si divertiva, il serpente era ben piantato dentro lo senti pulsare aumentando e diminuendo la larghezza.
Si sentiva smontare dal piacere.
Il lupo le leccava le tette in continuazione.
Finchè non sentì il seme del serpente riversarsi dentro.
Era tanto liquido caldo.
Lei cercava di muovere il bacino come per sfilarlo, ma il serpente le era piantato bene dentro.
Il lupo continuava a leccarla mentre aumentava il ritmo della pompa.
Maria aprì gli occhi spaventata dall’incubo e subito trovò il figlio li accanto ad abbracciarla e consolarla.
Marco: “Mamma, mamma cosa hai?”
Maria: “Ho fatto un brutto sogno, abbracciami.”
Marco: “Sono qui mamma, sono qui, sei la mia vita.”
Maria: “Sono spaventata ho paura, tienimi stretta.”
Marco: “Sono qui mamma sono qui.”
Marco la prese, e la fece sedere sopra le sue ginocchia, abbracciandola calorosamente come se fosse una bambina.
Marco: “Ti amo mamma. E’ per colpa mia?”
Maria: “Ho paura, ho sbagliato ho desiderato ciò che non dovevo desiderare.”
Marco: “Non preoccuparti sono qui, risolveremo tutto. Resta tra le mie braccia.”
Maria rimase abbracciata al figlio per molto tempo, ricominciando a dormire.
Lui non la lasciò, si sistemò in modo da essere in una posizione confortevole, ma rimase li immobile accarezzando sua mamma.
GRAZIE PER AVERMI LETTO.
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