“Lussuria Senza Confini: La Notte del Triplo Piacere”
di
Angelo B
genere
trio
La luce del primo mattino filtrava appena tra le tende della cabina, morbida e dorata, mentre l’aria si faceva pesante di sudore, sesso e pelle vissuta. Il letto disfatto e umido raccontava la notte appena trascorsa: Nicole dormiva nuda di fianco a me, distesa a pancia in giù, con la schiena segnata dalle mie dita, il culo leggermente arrossato e la figa ancora aperta e lucida di piacere.
Mi svegliai con il cazzo duro come una mazza da baseball. Il desiderio era feroce, immediato, una bestia che mi divorava dentro. Scostai piano le gambe di Nicole e infilai una mano tra le sue cosce. Era calda, bagnata, pronta a farmi impazzire. Le sue labbra umide mi accolsero senza resistenza, un invito al peccato.
Lei gemette sommessamente, sorridendo nel sonno.
— Ancora voglia? — sussurrò con voce roca, gli occhi ancora chiusi.
— La tua figa mi chiama anche quando dormi.
— Allora svegliami bene. Fammi sentire che sei ancora tutto mio.
Mi posizionai sopra di lei, guidando la punta del cazzo dentro di lei piano, centimetro dopo centimetro, baciandole la schiena, mentre sentivo il suo respiro farsi profondo e le sue labbra socchiudersi. I fianchi cominciarono a muoversi da soli, un ritmo lento e ipnotico.
— Così… lento… voglio godere prima di svegliarmi del tutto…
La sua voce un lamento di piacere e dipendenza, la sua pelle scivolava sotto la mia come seta impazzita.
Poi Nicole si voltò a cavalcioni sopra di me, padrona della scena, una puttana esperta che conosceva ogni mio punto debole. I suoi seni saltavano davanti ai miei occhi, il culo schiaffeggiava forte il mio bacino. Ogni colpo era una scarica di potere e desiderio.
— Ti sto mungendo il cazzo, amore… voglio tutto.
Scese in ginocchio e iniziò a succhiarmelo con una foga indecente, la bocca calda che mi risucchiava tutta la notte. La sua lingua giocava sul glande, mentre gli occhi si facevano lucidi, quasi drogati dal mio sapore.
— Brava… succhialo come se fossi drogata dal mio cazzo.
Poi Gis entrò, silenziosa, come un predatore. Shorts cortissimi, niente reggiseno sotto la canotta, piedi nudi, sguardo acceso di lussuria. La vidi chiudere la porta senza un rumore.
— Davvero? Mi lasciate fuori?
Nicole, ancora impalata sul mio cazzo, le sorrise.
— Ti stavamo aspettando.
Gis si avvicinò, si sfilò la canotta e gli shorts con movimenti lenti, sensuali, rivelando la sua pelle calda e sudata. Nuda, bellissima, affamata. Salì sul letto, si inginocchiò accanto a Nicole e la baciò lungo, caldo, umido. La sua lingua esplorava le labbra di Nicole, il sapore ancora fresco di me.
— Sa ancora di lui — disse, leccandole le labbra, poi si rivolse a me — Fammi sentire come è il tuo cazzo dopo tutto questo.
Sfilò Nicole piano da sopra di me. Il cazzo era ancora duro, incollato di piacere. Gis si chinò e iniziò a leccarlo con lenti baci profondi, ogni leccata un atto di lussuria pura e decadente. Poi si alzò, si posò sopra il mio viso e mi offrì la sua figa spalancata.
— Leccami. Voglio la tua lingua dentro. Poi il tuo cazzo.
Le sue labbra si spalancavano sul mio volto come un fiore maledetto, caldo e umido, inondando la mia faccia del suo sapore. Nicole era accanto a me, mi baciava, si toccava, mordendosi le labbra con avidità.
Gis gemette forte, abbassandosi e cavalcandomi con fame animalesca, calandosi sul mio cazzo fino a prenderlo tutto, mentre i suoi movimenti si facevano furiosi e selvaggi. I nostri corpi sbattevano l’uno contro l’altro, sudati, ansimanti, intrisi di piacere e dominio.
Poi Gis si alzò, tremante, e Nicole la sostituì, affondando il mio cazzo dentro di sé, ora intriso del sapore di entrambe. Gis si inginocchiò dietro Nicole, succhiandole i seni con voracità e parlando sporco all’orecchio.
— Senti? Sei piena di lui… e anche di me… goditelo, troia mia.
Nicole gemeva, si toccava il culo mentre mi cavalcava forte, selvaggia, senza freni.
— Voglio venire ancora… ma stavolta tutti e tre insieme.
Ci stringemmo in un groviglio di carne, Nicole sopra di me, Gis dietro a leccarle la schiena, baciandole il culo. Le mani ovunque, il fiato rotto, la pelle incendiata.
Poi arrivò la scossa. L’ultima, la più potente.
Venimmo insieme.
Nicole urlò strozzata.
Gis morse il collo di Nicole.
Io sprofondai dentro di loro con tutta la forza rimasta.
I corpi rimasero immobili per lunghi secondi, il cazzo ancora dentro, le dita intrecciate, le cosce tremanti, il letto distrutto, le lenzuola fradicie di sudore e liquidi.
Nicole rise a occhi chiusi.
— Il mondo può aspettare. Oggi non usciamo.
Gis sorrise, accarezzandole i capelli.
— No. Oggi ci si scopa. Ancora. Fino a non respirare più.
Non finì lì.
Nicole abbassò la testa e riprese a succhiarmi con voracità, mordicchiando il glande, mentre Gis infilava un dito dentro di me e uno dentro Nicole, spingendo e tirando con ferocia. La sua bocca si avventò su Nicole, risucchiandole il collo, mordendolo come un animale in preda al desiderio.
— Voglio sentirvi urlare, voglio che le vostre urla di piacere siano il mio inno.
Le nostre mani affondarono nella carne, graffiando, tirando, schiaffeggiando. Gis mi prese per i capelli, tirandomi su a baciare Nicole con ferocia mentre con l’altra mano infilava la lingua nella sua bocca aperta, affamata.
I movimenti divennero selvaggi, disperati, sporchi.
Nicole cavalcava forte, le sue grida si confondevano con le mie, mentre Gis ci dominava entrambi, un demone assetato di piacere.
Quando venimmo di nuovo, fu come se il mondo esplodesse intorno a noi, una catarsi carnale e brutale che ci lasciò svuotati e appiccicosi, ma più vivi che mai.
Mi svegliai con il cazzo duro come una mazza da baseball. Il desiderio era feroce, immediato, una bestia che mi divorava dentro. Scostai piano le gambe di Nicole e infilai una mano tra le sue cosce. Era calda, bagnata, pronta a farmi impazzire. Le sue labbra umide mi accolsero senza resistenza, un invito al peccato.
Lei gemette sommessamente, sorridendo nel sonno.
— Ancora voglia? — sussurrò con voce roca, gli occhi ancora chiusi.
— La tua figa mi chiama anche quando dormi.
— Allora svegliami bene. Fammi sentire che sei ancora tutto mio.
Mi posizionai sopra di lei, guidando la punta del cazzo dentro di lei piano, centimetro dopo centimetro, baciandole la schiena, mentre sentivo il suo respiro farsi profondo e le sue labbra socchiudersi. I fianchi cominciarono a muoversi da soli, un ritmo lento e ipnotico.
— Così… lento… voglio godere prima di svegliarmi del tutto…
La sua voce un lamento di piacere e dipendenza, la sua pelle scivolava sotto la mia come seta impazzita.
Poi Nicole si voltò a cavalcioni sopra di me, padrona della scena, una puttana esperta che conosceva ogni mio punto debole. I suoi seni saltavano davanti ai miei occhi, il culo schiaffeggiava forte il mio bacino. Ogni colpo era una scarica di potere e desiderio.
— Ti sto mungendo il cazzo, amore… voglio tutto.
Scese in ginocchio e iniziò a succhiarmelo con una foga indecente, la bocca calda che mi risucchiava tutta la notte. La sua lingua giocava sul glande, mentre gli occhi si facevano lucidi, quasi drogati dal mio sapore.
— Brava… succhialo come se fossi drogata dal mio cazzo.
Poi Gis entrò, silenziosa, come un predatore. Shorts cortissimi, niente reggiseno sotto la canotta, piedi nudi, sguardo acceso di lussuria. La vidi chiudere la porta senza un rumore.
— Davvero? Mi lasciate fuori?
Nicole, ancora impalata sul mio cazzo, le sorrise.
— Ti stavamo aspettando.
Gis si avvicinò, si sfilò la canotta e gli shorts con movimenti lenti, sensuali, rivelando la sua pelle calda e sudata. Nuda, bellissima, affamata. Salì sul letto, si inginocchiò accanto a Nicole e la baciò lungo, caldo, umido. La sua lingua esplorava le labbra di Nicole, il sapore ancora fresco di me.
— Sa ancora di lui — disse, leccandole le labbra, poi si rivolse a me — Fammi sentire come è il tuo cazzo dopo tutto questo.
Sfilò Nicole piano da sopra di me. Il cazzo era ancora duro, incollato di piacere. Gis si chinò e iniziò a leccarlo con lenti baci profondi, ogni leccata un atto di lussuria pura e decadente. Poi si alzò, si posò sopra il mio viso e mi offrì la sua figa spalancata.
— Leccami. Voglio la tua lingua dentro. Poi il tuo cazzo.
Le sue labbra si spalancavano sul mio volto come un fiore maledetto, caldo e umido, inondando la mia faccia del suo sapore. Nicole era accanto a me, mi baciava, si toccava, mordendosi le labbra con avidità.
Gis gemette forte, abbassandosi e cavalcandomi con fame animalesca, calandosi sul mio cazzo fino a prenderlo tutto, mentre i suoi movimenti si facevano furiosi e selvaggi. I nostri corpi sbattevano l’uno contro l’altro, sudati, ansimanti, intrisi di piacere e dominio.
Poi Gis si alzò, tremante, e Nicole la sostituì, affondando il mio cazzo dentro di sé, ora intriso del sapore di entrambe. Gis si inginocchiò dietro Nicole, succhiandole i seni con voracità e parlando sporco all’orecchio.
— Senti? Sei piena di lui… e anche di me… goditelo, troia mia.
Nicole gemeva, si toccava il culo mentre mi cavalcava forte, selvaggia, senza freni.
— Voglio venire ancora… ma stavolta tutti e tre insieme.
Ci stringemmo in un groviglio di carne, Nicole sopra di me, Gis dietro a leccarle la schiena, baciandole il culo. Le mani ovunque, il fiato rotto, la pelle incendiata.
Poi arrivò la scossa. L’ultima, la più potente.
Venimmo insieme.
Nicole urlò strozzata.
Gis morse il collo di Nicole.
Io sprofondai dentro di loro con tutta la forza rimasta.
I corpi rimasero immobili per lunghi secondi, il cazzo ancora dentro, le dita intrecciate, le cosce tremanti, il letto distrutto, le lenzuola fradicie di sudore e liquidi.
Nicole rise a occhi chiusi.
— Il mondo può aspettare. Oggi non usciamo.
Gis sorrise, accarezzandole i capelli.
— No. Oggi ci si scopa. Ancora. Fino a non respirare più.
Non finì lì.
Nicole abbassò la testa e riprese a succhiarmi con voracità, mordicchiando il glande, mentre Gis infilava un dito dentro di me e uno dentro Nicole, spingendo e tirando con ferocia. La sua bocca si avventò su Nicole, risucchiandole il collo, mordendolo come un animale in preda al desiderio.
— Voglio sentirvi urlare, voglio che le vostre urla di piacere siano il mio inno.
Le nostre mani affondarono nella carne, graffiando, tirando, schiaffeggiando. Gis mi prese per i capelli, tirandomi su a baciare Nicole con ferocia mentre con l’altra mano infilava la lingua nella sua bocca aperta, affamata.
I movimenti divennero selvaggi, disperati, sporchi.
Nicole cavalcava forte, le sue grida si confondevano con le mie, mentre Gis ci dominava entrambi, un demone assetato di piacere.
Quando venimmo di nuovo, fu come se il mondo esplodesse intorno a noi, una catarsi carnale e brutale che ci lasciò svuotati e appiccicosi, ma più vivi che mai.
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