Luca ed Elisa 30° Capitolo
di
Nandostar
genere
incesti
Marco con sua mamma Maria erano andati al mare per un week end.
Maria aveva fatto promettere al figlio che non avrebbe più scopato la sorella, ma l'avrebbe convinta a cercare l'amore e l’appagamento sessuale fuori casa.
Cosa che doveva valere anche per Marco.
La mamma, sentiva e capiva che aver scopato con il figlio non era giusto e questa cosa doveva assolutamente finire.
Ma il problema era che lei stessa ne era attratta.
Era nato tutto per gioco si era lasciata andare, ma poi, quei muscoli giovani, la forza che ci metteva, il desiderio che provava, sentire il cazzo di Marco scontrarsi dentro la sua vagina quasi sessantenne, sentire l'onda calda invaderla. Quando avrebbe provato una cosa così con un altro.
Poi ce l'aveva in casa, bastava proprio la lingerie giusta, bastava farsi prendere in mano un seno dal figlio, che lui faceva tutto.
I minuti che passava a leccarle la gattina sopra al tavolo della cucina, prima di andare al lavoro. Vedere quel maschio che la trasformava nel dolce di fine pasto,
Quando la lasciava lì con una voglia di cazzo incredibile, dicendole: “Ora vado al lavoro, stasera non voglio trovarti stanca, non me ne frega niente, ho voglia di scoparti.”
Quando faceva il geloso, quando doveva uscire con i colleghi a cena, e arrivata a casa se la scopava come per punirla per aver guardato altri uomini tutta sera.
Ma chi lo trova un figlio così, chi ha un uomo così a casa.
Chi ha un uomo che ti fa tutto a casa, ti tratta come una principessa, una regina solo per avere la tua vagina e magari il culo, la tua bocca.
Quella sera erano usciti a cena fuori, una volta rientrato Marco e la mamma si andarono a sistemare in bagno.
Tornarono in salotto vestiti, Marco prese la mamma tra le braccia e la baciò intensamente, con la lingua.
Maria: “Cavoli come mi baci, è troppo bello.”
Marco cominciò ad alzare la gonna del vestito, piano, fin sopra al sedere.
Poi, continuando a baciarla, le fece scendere gli slip fino a farli cadere.
Mamma rimase con il vestito, le autoreggenti e tutta la zona perianale nuda.
Maria voleva parlare, ma lui continuava a baciarla.
Con una mano, si intrufolò tra le gambe ed inserì 2 dita in vagina muovendole molto delicatamente.
Maria: “Così in piedi mi fai questo…………… Dai le gambe non mi reggono ho i tacchi.”
Marco proseguì la stimolazione e Maria si aggrappava per reggersi in piedi.
Ad un certo punto si staccò da lei, ma le teneva la mano ferma tra le gambe, lei si era attaccata all’avambraccio di lui, come per toglierlo ma lui era forte.
Lei cadde a terra a gambe aperte.
Lui si spoglio completamente e si mise a quattro zampe, davanti a lei, si chinò e andò a leccarle la figa.
Maria: “Sto morendo Marco, sto morendo amore mio, mi sento bagnatissima. “
Marco si fermò e con uno spintone la fece sdraiare.
Marco: “Mamma sei distesa sul prato, mezza nuda, sei una fantina. Il tuo stallone viene sopra di te.”
Marco si mise a quattro zampe sopra la mamma con il pene sopra il viso.
Marco: “Ti viene voglia di ciucciare il cazzo del tuo cavallo?”
Maria: “Si si ho proprio voglia di far godere il mio stallone. “
Maria prese il pene del figlio in mano che era già duro e se lo infilo in bocca, ovviamente stirando la testa indietro per essere ergonomica.
Marco sentiva proprio la mamma succhiarlo e leccarlo.
Era calda e bravissima.
Con il bacino si muoveva per stantuffarla.
Marco: “Dai bella puledra, mettiti a pecorina. “
Maria: “Cavoli cosa dici a tua mamma. “
Marco si alzò e lei si mise a pecorina.
Lui si inginocchiò dietro di lei e con le dita le accarezzò le grandi labbra molto delicatamente.
Marco: “Questo è un tabernacolo dell'amore, un posto dove rimanere in contemplazione. “
Maria: “Amore mio.”
Lei si stirò in avanti, per le carezze.
Marco: “Dove vuoi scappare mia puledra, sei in calore.”
Lui prese la cappella e le accarezzò la vulva, spingendolo piano piano per farlo entrare, le divarico le grandi labbra e l’accarezzava con la punta.
Marco: “Senti che cazzo vuole entrare mamma. “
Strofinava la mamma, ma non entrava.
Marco: “Toc toc!”
Maria: “Chi è? “
Marco: “È un bel stallone che vuole entrare.“
Maria: "Cazzo che bene che ti ho fatto. Cazzo cazzo cazzo."
Marco cominciò ad entrare lentamente, le pareti si allargavano e avvolgevano il paletto.
Uno, due, tre e via via i centimetri si insinuavano dentro quel corpo ben tenuto, lentamente senza fermarsi.
La mamma lo sentiva entrare e mai fermarsi.
Maria: "È grosso, fai piano per piacere. ................. Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ............"
La mamma si stirava, ma Marco era troppo vicino, e glielo teneva tutto dentro.
Maria:” Marco è grosso non rimanere fermo così mi sento sfondare.”
Marco: “Sono un cavallo, mi sono infilato, sei tu la fatnina, muoviti tu.”
Maria:” Ma non ce la faccio è tutto dentro.”
Marco: “Dai bella puledra fammi vedere quello che sai fare.”
La mamma cominciò a muovere il bacino per pomparsi da sola.
Maria: "Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........", era stravolta, voleva sfilarselo un po' ma lui si muoveva con lei e quindi le era sempre tutto piantato dentro.
Lei si teneva su il busto tenendo le mani alle coscie e cacciò un urlo quando si senti innondare di caldo l’addome.
Maria: “Sfilamelo un po’. “
Marco: "Non vedo l’ora di entrare nel culo.......................Dai Trotta trotta mamma,. ………………….. Trotta bella mammina dai trotta. Vai, dai dai, fammi vedere le tue tette ballare."
Maria: "Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm .............................. mi fai svenire cazzo, mi fai svenire. Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Ahi ...... Ahi ....... Ahi ...... Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ............ Cazzo che montata che mi sto dando. ...............Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ..........."
Marco: "Trotta bella cavalla dai."
Il vestito non aveva spalline, lo fece scendere verso la vita e libero le tette sbottonando il reggiseno.
Le tette ballavano impazzite.
Con la mano libera Marco la palpava vigorosamente le tette, mentre la montava.
A un punto le venne dentro, si fermò così in questa posizione.
Marco: “AAAAAAAAAAAAAAAA che figata, che montata che ti ho dato anche questa volta.”
Le uscì dalla vagina lei si allontanò un pò a quattro zampe, ma lui la prese e la fece girare, le aprì le gambe e si infilò in mezzo.
Puntò il pene alla vagina e vi rientrò.
Maria: “Marco basta dai, non venirmi ancora dentro, non devi esagerare, non è detto che la pillola faccia il suo effetto.”
Marco: “Ma chi ti ha detto che la pillola deve fare effetto io ho proprio voglia di divertirmi con te. Sei giovane e bella e io sono in calore.”
Marco si teneva dritto sulle braccia, con un pò il bacino sollevato, visto la lunghezza del pene e ricominciò a pomparsi la mamma.
lei ansimava, lui la baciava con la lingua delicatamente e le mordeva il collo come fosse un vampiro, come se fosse la sua preda.
Poi si fermò con il pene mezzo dentro e mezzo fuori, guardò la mamma ansimare, e con la mano destra la accarezzò, dal viso al collo, poi scese, fino ai seni che prima palpò per bene e poi ne prese uno e lo succhiò.
Marco: “Cazzo che figa che sei mamma! Sei una vera dea, sei una regina, muoio davanti ai tuoi seni, muoio tra le tue gambe.”
Maria: “Non parlare così, per piacere, non è giusto.”
Marco: “Non è giusto mai, quando io ho voglia di farlo e ti piace, non è giusto quando ti sbatto per bene, come se fossi la mia donna, come se fossi una puledrina giovane che entra nel mio letto la prima volta. Non è giusto mai quando te lo trovi tutto dentro ………………….”, e piano piano glielo reinfilò dentro, “ma cazzo quanto sei calda, quando sei bella, sei una fata.”
Marco si mise a baciare la mamma, con la lingua a volte, poi mordendole un labbro, poi ancora con la lingua e lei si mise a stringere le lenzuola, perchè quel bel toro la stava sbattendo per bene.
Finchè non fu Maria a sentire un’altra onda calda pervaderle l’addome e si mise a piangere: “Basta venirmi dentro per piacere, non mettermi incinta per piacere, sono tua mamma, per piacere, è anche troppo quello che facciamo.”
Marco: “Ma ti piace o non ti piace?”
Maria: “Mi piace, mi piace essere scopata da te, ma non voglio rimanere incinta.”
Marco si tolse dalla mamma e la lasciò in pace.
CARISSIMI AMICI, GRAZIE PER AVER LETTO IL MIO RACCONTO.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO.
IO SCRIVO PER PASSIONE PER ALLIETARE LE PERSONE CON MOMENTI DI SANO RELAX, SCRIVO RACCONTI DI TUTTI I GENERI.
A ME PIACE FAR DIVERTIRE LE PERSONE CHE HO ATTORNO.
Potete leggere altri racconti miei nel mio Profilo Facebook: “Fernando Zorzella”
Se volete interagire con me scrivetemi una mail all'indirizzo: raccontitop@gmail.com vi risponderò, blocco e cancello commenti su Facebook.
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1° LIBRO:
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2° LIBRO:
“IMAGE: IO NON HO PAURA.”
Un super eroe ambientato nella città di Verona.
Maria aveva fatto promettere al figlio che non avrebbe più scopato la sorella, ma l'avrebbe convinta a cercare l'amore e l’appagamento sessuale fuori casa.
Cosa che doveva valere anche per Marco.
La mamma, sentiva e capiva che aver scopato con il figlio non era giusto e questa cosa doveva assolutamente finire.
Ma il problema era che lei stessa ne era attratta.
Era nato tutto per gioco si era lasciata andare, ma poi, quei muscoli giovani, la forza che ci metteva, il desiderio che provava, sentire il cazzo di Marco scontrarsi dentro la sua vagina quasi sessantenne, sentire l'onda calda invaderla. Quando avrebbe provato una cosa così con un altro.
Poi ce l'aveva in casa, bastava proprio la lingerie giusta, bastava farsi prendere in mano un seno dal figlio, che lui faceva tutto.
I minuti che passava a leccarle la gattina sopra al tavolo della cucina, prima di andare al lavoro. Vedere quel maschio che la trasformava nel dolce di fine pasto,
Quando la lasciava lì con una voglia di cazzo incredibile, dicendole: “Ora vado al lavoro, stasera non voglio trovarti stanca, non me ne frega niente, ho voglia di scoparti.”
Quando faceva il geloso, quando doveva uscire con i colleghi a cena, e arrivata a casa se la scopava come per punirla per aver guardato altri uomini tutta sera.
Ma chi lo trova un figlio così, chi ha un uomo così a casa.
Chi ha un uomo che ti fa tutto a casa, ti tratta come una principessa, una regina solo per avere la tua vagina e magari il culo, la tua bocca.
Quella sera erano usciti a cena fuori, una volta rientrato Marco e la mamma si andarono a sistemare in bagno.
Tornarono in salotto vestiti, Marco prese la mamma tra le braccia e la baciò intensamente, con la lingua.
Maria: “Cavoli come mi baci, è troppo bello.”
Marco cominciò ad alzare la gonna del vestito, piano, fin sopra al sedere.
Poi, continuando a baciarla, le fece scendere gli slip fino a farli cadere.
Mamma rimase con il vestito, le autoreggenti e tutta la zona perianale nuda.
Maria voleva parlare, ma lui continuava a baciarla.
Con una mano, si intrufolò tra le gambe ed inserì 2 dita in vagina muovendole molto delicatamente.
Maria: “Così in piedi mi fai questo…………… Dai le gambe non mi reggono ho i tacchi.”
Marco proseguì la stimolazione e Maria si aggrappava per reggersi in piedi.
Ad un certo punto si staccò da lei, ma le teneva la mano ferma tra le gambe, lei si era attaccata all’avambraccio di lui, come per toglierlo ma lui era forte.
Lei cadde a terra a gambe aperte.
Lui si spoglio completamente e si mise a quattro zampe, davanti a lei, si chinò e andò a leccarle la figa.
Maria: “Sto morendo Marco, sto morendo amore mio, mi sento bagnatissima. “
Marco si fermò e con uno spintone la fece sdraiare.
Marco: “Mamma sei distesa sul prato, mezza nuda, sei una fantina. Il tuo stallone viene sopra di te.”
Marco si mise a quattro zampe sopra la mamma con il pene sopra il viso.
Marco: “Ti viene voglia di ciucciare il cazzo del tuo cavallo?”
Maria: “Si si ho proprio voglia di far godere il mio stallone. “
Maria prese il pene del figlio in mano che era già duro e se lo infilo in bocca, ovviamente stirando la testa indietro per essere ergonomica.
Marco sentiva proprio la mamma succhiarlo e leccarlo.
Era calda e bravissima.
Con il bacino si muoveva per stantuffarla.
Marco: “Dai bella puledra, mettiti a pecorina. “
Maria: “Cavoli cosa dici a tua mamma. “
Marco si alzò e lei si mise a pecorina.
Lui si inginocchiò dietro di lei e con le dita le accarezzò le grandi labbra molto delicatamente.
Marco: “Questo è un tabernacolo dell'amore, un posto dove rimanere in contemplazione. “
Maria: “Amore mio.”
Lei si stirò in avanti, per le carezze.
Marco: “Dove vuoi scappare mia puledra, sei in calore.”
Lui prese la cappella e le accarezzò la vulva, spingendolo piano piano per farlo entrare, le divarico le grandi labbra e l’accarezzava con la punta.
Marco: “Senti che cazzo vuole entrare mamma. “
Strofinava la mamma, ma non entrava.
Marco: “Toc toc!”
Maria: “Chi è? “
Marco: “È un bel stallone che vuole entrare.“
Maria: "Cazzo che bene che ti ho fatto. Cazzo cazzo cazzo."
Marco cominciò ad entrare lentamente, le pareti si allargavano e avvolgevano il paletto.
Uno, due, tre e via via i centimetri si insinuavano dentro quel corpo ben tenuto, lentamente senza fermarsi.
La mamma lo sentiva entrare e mai fermarsi.
Maria: "È grosso, fai piano per piacere. ................. Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ............"
La mamma si stirava, ma Marco era troppo vicino, e glielo teneva tutto dentro.
Maria:” Marco è grosso non rimanere fermo così mi sento sfondare.”
Marco: “Sono un cavallo, mi sono infilato, sei tu la fatnina, muoviti tu.”
Maria:” Ma non ce la faccio è tutto dentro.”
Marco: “Dai bella puledra fammi vedere quello che sai fare.”
La mamma cominciò a muovere il bacino per pomparsi da sola.
Maria: "Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........", era stravolta, voleva sfilarselo un po' ma lui si muoveva con lei e quindi le era sempre tutto piantato dentro.
Lei si teneva su il busto tenendo le mani alle coscie e cacciò un urlo quando si senti innondare di caldo l’addome.
Maria: “Sfilamelo un po’. “
Marco: "Non vedo l’ora di entrare nel culo.......................Dai Trotta trotta mamma,. ………………….. Trotta bella mammina dai trotta. Vai, dai dai, fammi vedere le tue tette ballare."
Maria: "Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm .............................. mi fai svenire cazzo, mi fai svenire. Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Ahi ...... Ahi ....... Ahi ...... Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ............ Cazzo che montata che mi sto dando. ...............Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ...........Mmmm ..........."
Marco: "Trotta bella cavalla dai."
Il vestito non aveva spalline, lo fece scendere verso la vita e libero le tette sbottonando il reggiseno.
Le tette ballavano impazzite.
Con la mano libera Marco la palpava vigorosamente le tette, mentre la montava.
A un punto le venne dentro, si fermò così in questa posizione.
Marco: “AAAAAAAAAAAAAAAA che figata, che montata che ti ho dato anche questa volta.”
Le uscì dalla vagina lei si allontanò un pò a quattro zampe, ma lui la prese e la fece girare, le aprì le gambe e si infilò in mezzo.
Puntò il pene alla vagina e vi rientrò.
Maria: “Marco basta dai, non venirmi ancora dentro, non devi esagerare, non è detto che la pillola faccia il suo effetto.”
Marco: “Ma chi ti ha detto che la pillola deve fare effetto io ho proprio voglia di divertirmi con te. Sei giovane e bella e io sono in calore.”
Marco si teneva dritto sulle braccia, con un pò il bacino sollevato, visto la lunghezza del pene e ricominciò a pomparsi la mamma.
lei ansimava, lui la baciava con la lingua delicatamente e le mordeva il collo come fosse un vampiro, come se fosse la sua preda.
Poi si fermò con il pene mezzo dentro e mezzo fuori, guardò la mamma ansimare, e con la mano destra la accarezzò, dal viso al collo, poi scese, fino ai seni che prima palpò per bene e poi ne prese uno e lo succhiò.
Marco: “Cazzo che figa che sei mamma! Sei una vera dea, sei una regina, muoio davanti ai tuoi seni, muoio tra le tue gambe.”
Maria: “Non parlare così, per piacere, non è giusto.”
Marco: “Non è giusto mai, quando io ho voglia di farlo e ti piace, non è giusto quando ti sbatto per bene, come se fossi la mia donna, come se fossi una puledrina giovane che entra nel mio letto la prima volta. Non è giusto mai quando te lo trovi tutto dentro ………………….”, e piano piano glielo reinfilò dentro, “ma cazzo quanto sei calda, quando sei bella, sei una fata.”
Marco si mise a baciare la mamma, con la lingua a volte, poi mordendole un labbro, poi ancora con la lingua e lei si mise a stringere le lenzuola, perchè quel bel toro la stava sbattendo per bene.
Finchè non fu Maria a sentire un’altra onda calda pervaderle l’addome e si mise a piangere: “Basta venirmi dentro per piacere, non mettermi incinta per piacere, sono tua mamma, per piacere, è anche troppo quello che facciamo.”
Marco: “Ma ti piace o non ti piace?”
Maria: “Mi piace, mi piace essere scopata da te, ma non voglio rimanere incinta.”
Marco si tolse dalla mamma e la lasciò in pace.
CARISSIMI AMICI, GRAZIE PER AVER LETTO IL MIO RACCONTO.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO.
IO SCRIVO PER PASSIONE PER ALLIETARE LE PERSONE CON MOMENTI DI SANO RELAX, SCRIVO RACCONTI DI TUTTI I GENERI.
A ME PIACE FAR DIVERTIRE LE PERSONE CHE HO ATTORNO.
Potete leggere altri racconti miei nel mio Profilo Facebook: “Fernando Zorzella”
Se volete interagire con me scrivetemi una mail all'indirizzo: raccontitop@gmail.com vi risponderò, blocco e cancello commenti su Facebook.
HO PUBBLICATO DUE LIBRI DISPONIBILE SU AMAZON, CHE POSSONO ESSERE UN ‘OTTIMA IDEA REGALO!
1° LIBRO:
“300 MILIONI: SOCIETA’ PASSIONE INTRIGHI”.
Una storia di soldi, intrighi, passione, volontà di rinascere, che vi rapirà e non vi mollerà fino all’ultima pagina.
2° LIBRO:
“IMAGE: IO NON HO PAURA.”
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