Due piu' una
di
Laura m
genere
trio
Due più una.
Stava lì a guardare estasiata. Non era la prima volta, ma quel che vedeva era per lei sempre nuovo, come fosse alla sua prima esperienza. Guardava e ad ogni secondo che passava si inebriava sempre di più, non riusciva a spiccicare parola né a fare un gesto qualsiasi. “Laura, ma che fai?”. La voce della sua amica Patrizia la riscosse da quella specie di sogno che l’aveva immobilizzata. “Che faccio? Ti guardo ...”. Ma che è la prima volta che mi vedi? Non mi far stare così a gambe aperte inutilmente ... Baciami!”. “Sì, ti bacio ...”. Avvicinò la sua bocca agli inguini dell’amica e subito il suo odore la eccitò. Si portò una mano sulla sua vagina e nel frattempo baciò la polposa fica dell’amica. Così, labbra della bocca contro quelle della fica. Poi socchiuse la bocca e lasciò uscire la lingua con la quale cominciò a leccare, prima tutto attorno al quel tenero turgore, poi la indirizzò verso il centro dove già si induriva il clito ... lo prese fra le labbra, lo strinse, lo succhiò. La fica di Patrizia non era solo bella, era dolce da succhiare, da mordicchiare. Si toccò la sua e la trovò già umida, ma non poteva pensare a sé stessa, adesso doveva dare piacere all’amica del cuore. Le sue mani si spostarono verso l’amica, si misero sotto i suoi glutei, belli rotondi, pieni, ancora sodi. Le piaceva toccarle il culo mentre la leccava, mentre infilava la punta della lingua nel suo buco nascosto dalle grandi labbra. La sentì gemere, il che significava che accettava e gradiva quei giochi, forse intanto si massaggiava le tette. Stette ancora qualche minuto a lavorare in quel modo, poi le infilò l’indice nel culo. Patrizia ebbe un sussulto, strinse le cosce, bloccando i movimenti di Laura, alla quale non restò che muovere più velocemente la lingua e tenere fermo il dito medio dentro l’ano dell’amica. Sentiva l’ansimare di Patrizia, sentiva le sue cosce stringere la sua testa come in una morsa, le mancava il respiro ma doveva resistere fino alla conclusione. Furono momenti spasmodici, fino a quando giunse l’esplosione, con un urlo Patrizia salutò il suo potente orgasmo. A poco a poco la stretta delle sue cosce si allentò, Laura cominciò a respirare regolarmente e quando le cosce dell’amica si allargarono i suoi occhi rividero la luce. E con la luce rivide la bella fica dell’amica, tutta irrorata dei suoi umori. Laura la guardò ancora meravigliata di tanta bellezza, vide ancora un leggero tremolio che percorreva il clitoride, si avvicinò e lo succhiò teneramente, poi leccò tutto intorno. Piano piano si alzò, Patrizia giaceva sfinita, ma un sorriso di sazietà aleggiava sulla sua bocca, le sue mani stringevano i seni dai capezzoli eretti. Era bellissima, Laura se la mangiò con gli occhi, poi sentì la sua natura di donna che voleva anch’essa la sua parte di piacere. Se la toccò, se l’accarezzò, vi infilò dentro due dita, mentre guardava la dolce oscenità dell’amica. Appoggiò un ginocchio sul letto, alzò l’altra gamba per scavalcare il corpo di Patrizia e si fermò su di lei, si accovacciò un po’ e mise i suoi inguini sui seni morbidi di Patrizia. Vi si strofinò per qualche minuto, godendo della carezza che quelle tette provocavano alla sua vogliosa intimità. Ma il contatto con il corpo di Patrizia la eccitò ancora di più, sentiva che la sua vagina richiedeva azioni più passionali, oltre a quelle che lei stessa si dava. Guardò in viso la sua amica, ancora mezza inebetita per l’orgasmo, la chiamò: “Patrizia! ...”. Questa aprì gli occhi e vide Laura su di lei, con i seni nudi, con la bocca dischiusa, mentre con la lingua si leccava le labbra, Patrizia, capì: “Sì, vieni ...”, sussurrò. Laura si mosse in avanti, poi, accovacciandosi lentamente, adagiò la sua fica sulla bocca dell’amica. Si lasciò baciare, leccare, mordicchiare, sentì che qualcosa si inseriva nella sua vagina: era la lingua dell’amica, ma lei immaginò che fosse il cazzo di Giovanni, il compagno di Patrizia, Quante volte avevano scopato in quel modo, con lui che la penetrava e lei che le succhiava il clitoride; anzi, a volte Giovanni preferiva infilarglielo nell’ano, mentre Patrizia la faceva godere con la lingua. Era bello farsi leccare da Patrizia; prima di conoscerla aveva avuto qualche esperienza con donne, ma nessuna aveva una lingua passionale come quella dell’attuale amante. La sentiva rigirare per tutto il suo apparato genitale, ed ogni stilettata era un grado di piacere più alto. Voleva qualcosa in più Laura, non le bastava ciò che l’amica le stava dando. “Patrizia” sussurrò; questa a malapena uscì da sotto il corpo di Laura. “sì?”. “Patrizia, inculami ...”. Sentì la mano di Patrizia che si spostava dalla rotondità delle chiappe alla fessura che le divideva. Trovò il buco e lo riempì con un dito, poi ne aggiunse un altro, perché sapeva che l’amica quando era eccitata era incontentabile. Con la bocca cercò la fica di Laura, succhiò le grandi labbra, poi il clito, mentre le sue dita turbinavano in quel tenero nido d’amore. Con un grido di piacere Laura si bloccò e cadde col viso sulle tette di Patrizia.
Stettero un po’ a prendere fiato, poi si alzarono e si rassettarono. “Sono contenta che tu sia venuta a trovarci dopo tanto tempo” disse Patrizia; “Sarei venuta prima, ma sai il lavoro a volte non ti lascia spazio. Anche stavolta avevo difficoltà, ma il desiderio di te è stato più forte”: “Sì, l’ho capito da come mi succhiavi”, osservò Patrizia, “ma anch’io avevo voglia di te ed anche Giovanni, vedrai, sarà contento di vederti ... e tu? Sarai contenta di vedere lui?”. “Ma certo! Voi siete le persone che amo di più al mondo ... da quando vi ho conosciuto la prima volta, ricordi? Io non lo dimenticherò mai, una donna che mi invita a prendere in bocca il cazzo del suo uomo e ad incitarmi a succhiare ... chi oltre te è capace di fare certe cose?”. “Ma mi hai ricompensata ampiamente, mi hai leccata e ti sei fatta leccare ... Ora siamo un bel trio ... peccato che abiti lontana...”. Si abbracciarono, si baciarono, si succhiarono le lingue e si palparono un po’... “Ora basta, abbiamo da fare”, disse Patrizia. “Quando arriva Giovanni?”, chiese Laura. “Perché? Desideri il suo cazzo?”. “Scema! Te lo chiedevo per sapere se occorre preparare la cena”. “Come se non ti conoscessi ... Ti piace tenerlo in bocca?”. “Certo che sì, ed anche altrove, però la tua fica è paradisiaca” E nel dir così abbracciò di nuovo l’amica e le palpò il culo. “Non sei ancora sazia? Dai, risparmiamoci, perché Giovanni trovando con sorpresa che sei qui, avrà voglia di vederci giocare e di scoparci. Sai? Di te non sono gelosa ...” . “Perché hai avuto modo di esserlo?”. “Sì, una volta sì ... si era preso una voglia di una ragazza ... era bella, tenera ... la voleva solo per sé; quindi mi ingelosii e lo costrinsi a lasciarla”. “E perché di me non sei gelosa?” “Perché quando mi lecchi sento che in te c’è trasporto, passione .... e poi hai anche belle tette, bel culo e bella fica e a me piacciono le donne belle e sensuali. Ma ora smetti di palparmi il culo altrimenti fai venire voglia anche a me e abbiamo poco tempo”.
Si misero al lavoro e quando tutto fu pronto, si sedettero sul divano a guardare la tv. Era una tv privata, di quelle che trasmettevano anche film erotici, spesso un po’ stupidi, come quello che davano in quel momento: la storia era sciocca, ma attori e attrici erano molto ben dotati. Carina una che interpretava una giovane ben fatta, calda come una cagna: appena vedeva un maschio, faceva in modo di succhiarglielo subito. In una scena ne succhiava due contemporaneamente. “L’hai mai fatto con due?” chiese Patrizia a Laura? Questa non rispose subito. “Ti vergogni a dirlo?”. “Sì, un po’ sì ... comunque l’ho fatto una volta, appena dopo il divorzio; mi volevo vendicare ed ho fatto una cosa un po‘ stupida”. “Ma no, dai ... ti va di raccontarmelo? Guarda il film: la ragazza accontenta due uomini, uno con la bocca, l’altro con la fica. Anche tu hai fatto così?”. “Come sei curiosa ... sì, l’ho fatto”. “Bello?”. “Sì, prima con uno e poi con l’altro, hanno fatto il turno. Il secondo mi ha sodomizzata”. “Siete venuti insieme?”. “Sì, io ho avuto un orgasmo lunghissimo, mentre uno mi sborrava in bocca e l’altro nell’ano”. “Meraviglioso!” esclamò Patrizia; “Vi avrei guardato volentieri ... A volte quando sono sola ho di queste visioni: una donna e due uomini che la riempiono ... bello ... a volte fantasticando queste cose mi masturbo”: “Fallo anche adesso.”. “Cosa?” “Masturbati!”. “Ma no, dai ...”. “Invece sì, sfilati le mutandine, fai uno streeptease per me ...”. Patrizia si alzò la gonna, mostrando due belle cosce tornite, poi si sfilò gli slip. Aprì le gambe, per la delizia di Laura. Si accarezzò la peluria, poi la mano coprì tutta la fica e cominciò a muoversi. “Fammi vedere la tua”. A sua volta Laura si alzò la gonna ma non ebbe modo di sfilarsi le mutandine perché non le aveva indossate. “Che puttanella che sei”, le disse Patrizia; “Girati e mettiti carponi, ti voglio vedere da dietro ...”. Laura ubbidì e per maggiore provocazione si prese le chiappe con le due mani in modo da allargare i due buchi. “Sììììì, così!” esclamò Patrizia; “come vorrei essere maschio per poterti inculare ... o dio o dio mi hai eccitata, stai così, fammi venire ...”. Laura stette immobile, ma si portò una mano dietro che faceva scorrere dalla fica al culo e viceversa. Smise solo dopo l’urlo di godimento dell’amica. Le si avvicinò e si abbracciarono, toccandosi ovunque. Nel frattempo il film era finito e ne era cominciato un altro, ma quello che avevano realizzato loro due era stato molto più eccitante. Si alzarono e prepararono la tavola.
Giovanni arrivò alle 19.30. Si meravigliò nel trovare la tavola imbandita per tre persone. “O chi hai invitato?” chiese. “Nessuno, l’invitato è venuto da sé ... Guarda chi ci è venuta a trovare”. “Lauraaaaa!” gridò e corse ad abbracciarla, la strinse, la baciò in bocca. “Che bella sorpresa, dopo tanto tempo ... Vieni anche tu Patrizia ad abbracciarla, anche se sono convinto che avete già recuperato .... abbracciamoci tutti e tre.,. le mie due donne, fatevi toccare le natiche ecco così, che bei culi che ho fra le mani ... ma anch’io ho qualcosa per voi ... sentite”. Le due donne misero le mani sulla patta di lui e sentirono che qualcosa s’era già mosso. “Laura, disse Patrizia, ci stai per un aperitivo?”. “Sì”. Patrizia si inginocchiò davanti al marito e gli sbottonò i pantaloni. “Vieni, Laura, mettiti accanto a me.”. Dai pantaloni tirò fuori il membro di Giovanni, ancora a metà tra il molle e il duro. “Da quanto tempo non fai pompini, Laura?”. Chiese Patrizia. “Dall’ultima volta che sono stata qui”. “Allora è tutto per te, io l’ho fatto ieri sera, cerca di rifarti, eh eh”. Lo teneva in mano e lo masturbava lentamente... “Apri la bocca, Laura”. L’amica ubbidì. Patrizia glielo posò proprio sulle labbra socchiuse. “Leccalo ... così ... ora prendilo in bocca ... io ti guardo”. Laura cominciò a lavorare di bocca, Patrizia alzò il capo e guardò il marito: aveva gli occhi chiusi ma l’espressione del viso era quella di chi stava provando un dolce piacere. Poi guardò l’amica, il suo gioco di labbra, la sua lingua saettante. “Sei brava”, le disse, “non solo a leccare la fica ma anche a spompinare... Ora, però lascia che succhi anch’io”. Si dettero il cambio: succhiavano un po’ per una e nel cambio ne approfittavano per baciarsi. “Ora, per favore, smettete”, disse dopo qualche minuto Giovanni. “Ho fame!”. Scoppiarono a ridere.
Si misero a tavola. “Certo che fate passare la voglia di cibo e ne fate venire un’altra”, osservò Giovanni. “Tu, Patrizia, ti presenti con quel babydoll come se avessi sedici anni: ogni volta che ti chini in avanti fai vedere le tue generose natiche; e tu, Laura, con quella camicetta traforata da cui escono i capezzoli ... però nascondi la parte più bella di te, a lei l’hai già mostrata e te la sei fatta toccare, falla vedere anche a me che quasi quasi non ricordo più com’è fatta ... Patrizia, dalle una mano”. Questa si avvicinò a Laura, le si mise dietro, con le mani che poggiavano sui seni dell’amica. Le massaggiò, le tirò fuori da quella camicetta traforata, mentre all’orecchio di Laura sussurrava: “Come sono sode, dopo te le succhio tutte ... Ora ti alzo la gonna, fai vedere il tuo tesoro a Giovanni” e nel dir così cominciò a sollevare lentamente la gonna dell’amica. Quando la veste arrivò all’ombelico, portò le mani sugli inguini di Laura: “Ecco il tesoro, guardalo, riempiti gli occhi ... ti piace la fica della mia amica? E le tette? Che dici di queste belle tette?... Dai, avvicinati, ti regalo tutto... bacia queste tette, leccale .... succhia i capezzoli ... ti faresti fare una spagnola? E poi sborrarle tutte? Laura, lo vuoi tenere fra le tette? Sì, così ... il tenero delle tette e la durezza del pene ... Sì, ce l’hai duro, Giovanni... Laura sa come sedurre...mentre io le palpo i seni, tu leccagliela ... Baciami, Laura, fatti succhiare la lingua ... che fa? Ti lecca? Ti piace?”. “Sì, mi piace, mi palpa anche il culo”. “Lo vuoi dentro? Vuoi essere penetrata?” “sì Sì”. “E mentre ti chiava, io che faccio?”. “Non so”. “Facciamo così, io ti do il cazzo di mio marito, tu mi dai la tua bocca”. “Sì, bello ... dove vuoi la mia bocca?”. “Sulla fica, sei bravissima, mi farai godere come questo pomeriggio? ...” Le parole di Patrizia, la sola a proferire qualche parola, erano incitamenti erotici per i due, ma anche per sé stessa: eccitava gli altri ma eccitava soprattutto se stessa. Giovanni pure traeva vantaggio dalle parole della moglie, mentre si accarezzava il membro e soprattutto guardava la nudità di Laura e già ne pregustava il piacere che ne avrebbe tratto. Sì, Laura era bella nella sua maturità di donna, doveva essere grato a sua moglie per sempre perché era stata lei a fargliela conoscere. Eseguì tutto quanto Patrizia gli suggeriva: palpò i seni di Laura, glieli baciò e leccò, vi mise in mezzo il suo membro duro e voglioso, poi si accovacciò per godersi la fica. Aveva ragione sua moglie nel dirgli che la patata della loro amante era tra le più belle che avessero visto. Gliela mordicchiò, le prese il clito fra le labbra e lo succhiò, leccò le grandi e le piccole labbra, sentiva crescere il lui il desiderio di penetrarla, di possederla. Anche Laura era eccitata per la situazione e per le parole che sentiva. Patrizia continuava a strofinarsi sul suo sedere e a massaggiarle le tette; vedeva Giovanni sempre più arrapato che si masturbava: aveva il membro duro e ritto, un membro con cui le piaceva riempirsi la bocca e poi metterselo dentro nella vagina e nel culo, come aveva fatto le volte precedenti. Ma nello stesso tempo voleva bearsi della fica di Patrizia. Glielo disse. Allora decisero di andare sul letto. Sul bordo del quale si sedette Patrizia, che si stese sulla schiena lasciando le cosce aperte. Laura la vide e subito si esaltò: quel cespuglietto di peli neri sul monte di venere, quelle labbra tumide e semi aperte, quel clito che appena fuoriusciva dal nido e che lei desiderava succhiare. Sentiva intanto le mani di Giovanni che percorrevano le sue natiche, che infilava le dita alternativamente nelle due fessure. Si chinò e si avvicino alle cosce di Patrizia offrendo il suo posteriore a Giovanni. La sua lingua cominciò a saettare sulla fica dell’amante, a intrufolarsi fra le grandi labbra; ora sentiva il cazzo di Giovanni che si infilava tra lo spacco del culo, che si strofinava sulla sua fica. Lo sentì entrare, si sentì riempita e con maggior lena allora leccò e mangiò la fica di Patrizia, le infilò un dito nell’ano. Anche Giovanni, dopo aver per bene umidificato il cazzo nella fica di Laura, lo spostò sul buco del culo, lo spinse lentamente fino a quando non lo sentì adagiarsi totalmente dentro il corpo della donna. A quel punto Patrizia disse che voleva qualcosa di più per lei, richiese un sessantanove con Laura. Il gruppo si sciolse per accontentare i legittimi desideri di Patrizia; si spostarono nel salotto, dove un tavolo era più adatto alla bisogna più del letto e che avevano già usato negli incontri precedenti. Laura si stese per prima, su di lei si adagiò Patrizia, entrambe con le gambe divaricate. Cominciarono a leccarsi e a gemere. Giovanni le guardava, spostandosi da un capo all’altro del tavolo; gli piaceva guardarle, con quei culi scoperti mentre restava misterioso il giuoco delle lingue sulle fiche. Ogni tanto però avevano bisogno di respirare meglio e allora in quel caso Giovanni poteva vedere la bocca dell’una e dell’altra aperta e ansimante. Teneva in mano il cazzo duro, se lo massaggiava cercando di non farlo ammosciare e soprattutto cercando di non venire davanti a quello spettacolo meravigliosamente osceno. Ora era davanti al culo della moglie, lo vedeva sussultare alle slinguate di Laura; si avvicinò fino a farle sentire il cazzo tra le due chiappe; lei capì e sollevò un po’ il bacino, il cazzo la penetrò per alcuni centimetri. Anche Laura si accorse dell’accaduto, lasciò la fica e si mise a leccare le palle di Giovanni; poi lui si spostò un poco e il suo cazzo libero poté entrare nella bocca di Laura. La posizione era scomoda ma piacevole, così che per un poco il gioco continuò occupando ora la vagina dell’una ora la bocca dell’altra. Poi Giovanni si spostò all’altro capo del tavolo; in questo modo ripeté le azioni di prima, ma scopando il culo di Laura e la bocca di sua moglie.
La prima ad urlare fu Laura che, chiudendo le gambe, quasi fece asfissiare Patrizia, che urlò a sua volta mentre il marito gli riempiva il culo di sborra.
Stava lì a guardare estasiata. Non era la prima volta, ma quel che vedeva era per lei sempre nuovo, come fosse alla sua prima esperienza. Guardava e ad ogni secondo che passava si inebriava sempre di più, non riusciva a spiccicare parola né a fare un gesto qualsiasi. “Laura, ma che fai?”. La voce della sua amica Patrizia la riscosse da quella specie di sogno che l’aveva immobilizzata. “Che faccio? Ti guardo ...”. Ma che è la prima volta che mi vedi? Non mi far stare così a gambe aperte inutilmente ... Baciami!”. “Sì, ti bacio ...”. Avvicinò la sua bocca agli inguini dell’amica e subito il suo odore la eccitò. Si portò una mano sulla sua vagina e nel frattempo baciò la polposa fica dell’amica. Così, labbra della bocca contro quelle della fica. Poi socchiuse la bocca e lasciò uscire la lingua con la quale cominciò a leccare, prima tutto attorno al quel tenero turgore, poi la indirizzò verso il centro dove già si induriva il clito ... lo prese fra le labbra, lo strinse, lo succhiò. La fica di Patrizia non era solo bella, era dolce da succhiare, da mordicchiare. Si toccò la sua e la trovò già umida, ma non poteva pensare a sé stessa, adesso doveva dare piacere all’amica del cuore. Le sue mani si spostarono verso l’amica, si misero sotto i suoi glutei, belli rotondi, pieni, ancora sodi. Le piaceva toccarle il culo mentre la leccava, mentre infilava la punta della lingua nel suo buco nascosto dalle grandi labbra. La sentì gemere, il che significava che accettava e gradiva quei giochi, forse intanto si massaggiava le tette. Stette ancora qualche minuto a lavorare in quel modo, poi le infilò l’indice nel culo. Patrizia ebbe un sussulto, strinse le cosce, bloccando i movimenti di Laura, alla quale non restò che muovere più velocemente la lingua e tenere fermo il dito medio dentro l’ano dell’amica. Sentiva l’ansimare di Patrizia, sentiva le sue cosce stringere la sua testa come in una morsa, le mancava il respiro ma doveva resistere fino alla conclusione. Furono momenti spasmodici, fino a quando giunse l’esplosione, con un urlo Patrizia salutò il suo potente orgasmo. A poco a poco la stretta delle sue cosce si allentò, Laura cominciò a respirare regolarmente e quando le cosce dell’amica si allargarono i suoi occhi rividero la luce. E con la luce rivide la bella fica dell’amica, tutta irrorata dei suoi umori. Laura la guardò ancora meravigliata di tanta bellezza, vide ancora un leggero tremolio che percorreva il clitoride, si avvicinò e lo succhiò teneramente, poi leccò tutto intorno. Piano piano si alzò, Patrizia giaceva sfinita, ma un sorriso di sazietà aleggiava sulla sua bocca, le sue mani stringevano i seni dai capezzoli eretti. Era bellissima, Laura se la mangiò con gli occhi, poi sentì la sua natura di donna che voleva anch’essa la sua parte di piacere. Se la toccò, se l’accarezzò, vi infilò dentro due dita, mentre guardava la dolce oscenità dell’amica. Appoggiò un ginocchio sul letto, alzò l’altra gamba per scavalcare il corpo di Patrizia e si fermò su di lei, si accovacciò un po’ e mise i suoi inguini sui seni morbidi di Patrizia. Vi si strofinò per qualche minuto, godendo della carezza che quelle tette provocavano alla sua vogliosa intimità. Ma il contatto con il corpo di Patrizia la eccitò ancora di più, sentiva che la sua vagina richiedeva azioni più passionali, oltre a quelle che lei stessa si dava. Guardò in viso la sua amica, ancora mezza inebetita per l’orgasmo, la chiamò: “Patrizia! ...”. Questa aprì gli occhi e vide Laura su di lei, con i seni nudi, con la bocca dischiusa, mentre con la lingua si leccava le labbra, Patrizia, capì: “Sì, vieni ...”, sussurrò. Laura si mosse in avanti, poi, accovacciandosi lentamente, adagiò la sua fica sulla bocca dell’amica. Si lasciò baciare, leccare, mordicchiare, sentì che qualcosa si inseriva nella sua vagina: era la lingua dell’amica, ma lei immaginò che fosse il cazzo di Giovanni, il compagno di Patrizia, Quante volte avevano scopato in quel modo, con lui che la penetrava e lei che le succhiava il clitoride; anzi, a volte Giovanni preferiva infilarglielo nell’ano, mentre Patrizia la faceva godere con la lingua. Era bello farsi leccare da Patrizia; prima di conoscerla aveva avuto qualche esperienza con donne, ma nessuna aveva una lingua passionale come quella dell’attuale amante. La sentiva rigirare per tutto il suo apparato genitale, ed ogni stilettata era un grado di piacere più alto. Voleva qualcosa in più Laura, non le bastava ciò che l’amica le stava dando. “Patrizia” sussurrò; questa a malapena uscì da sotto il corpo di Laura. “sì?”. “Patrizia, inculami ...”. Sentì la mano di Patrizia che si spostava dalla rotondità delle chiappe alla fessura che le divideva. Trovò il buco e lo riempì con un dito, poi ne aggiunse un altro, perché sapeva che l’amica quando era eccitata era incontentabile. Con la bocca cercò la fica di Laura, succhiò le grandi labbra, poi il clito, mentre le sue dita turbinavano in quel tenero nido d’amore. Con un grido di piacere Laura si bloccò e cadde col viso sulle tette di Patrizia.
Stettero un po’ a prendere fiato, poi si alzarono e si rassettarono. “Sono contenta che tu sia venuta a trovarci dopo tanto tempo” disse Patrizia; “Sarei venuta prima, ma sai il lavoro a volte non ti lascia spazio. Anche stavolta avevo difficoltà, ma il desiderio di te è stato più forte”: “Sì, l’ho capito da come mi succhiavi”, osservò Patrizia, “ma anch’io avevo voglia di te ed anche Giovanni, vedrai, sarà contento di vederti ... e tu? Sarai contenta di vedere lui?”. “Ma certo! Voi siete le persone che amo di più al mondo ... da quando vi ho conosciuto la prima volta, ricordi? Io non lo dimenticherò mai, una donna che mi invita a prendere in bocca il cazzo del suo uomo e ad incitarmi a succhiare ... chi oltre te è capace di fare certe cose?”. “Ma mi hai ricompensata ampiamente, mi hai leccata e ti sei fatta leccare ... Ora siamo un bel trio ... peccato che abiti lontana...”. Si abbracciarono, si baciarono, si succhiarono le lingue e si palparono un po’... “Ora basta, abbiamo da fare”, disse Patrizia. “Quando arriva Giovanni?”, chiese Laura. “Perché? Desideri il suo cazzo?”. “Scema! Te lo chiedevo per sapere se occorre preparare la cena”. “Come se non ti conoscessi ... Ti piace tenerlo in bocca?”. “Certo che sì, ed anche altrove, però la tua fica è paradisiaca” E nel dir così abbracciò di nuovo l’amica e le palpò il culo. “Non sei ancora sazia? Dai, risparmiamoci, perché Giovanni trovando con sorpresa che sei qui, avrà voglia di vederci giocare e di scoparci. Sai? Di te non sono gelosa ...” . “Perché hai avuto modo di esserlo?”. “Sì, una volta sì ... si era preso una voglia di una ragazza ... era bella, tenera ... la voleva solo per sé; quindi mi ingelosii e lo costrinsi a lasciarla”. “E perché di me non sei gelosa?” “Perché quando mi lecchi sento che in te c’è trasporto, passione .... e poi hai anche belle tette, bel culo e bella fica e a me piacciono le donne belle e sensuali. Ma ora smetti di palparmi il culo altrimenti fai venire voglia anche a me e abbiamo poco tempo”.
Si misero al lavoro e quando tutto fu pronto, si sedettero sul divano a guardare la tv. Era una tv privata, di quelle che trasmettevano anche film erotici, spesso un po’ stupidi, come quello che davano in quel momento: la storia era sciocca, ma attori e attrici erano molto ben dotati. Carina una che interpretava una giovane ben fatta, calda come una cagna: appena vedeva un maschio, faceva in modo di succhiarglielo subito. In una scena ne succhiava due contemporaneamente. “L’hai mai fatto con due?” chiese Patrizia a Laura? Questa non rispose subito. “Ti vergogni a dirlo?”. “Sì, un po’ sì ... comunque l’ho fatto una volta, appena dopo il divorzio; mi volevo vendicare ed ho fatto una cosa un po‘ stupida”. “Ma no, dai ... ti va di raccontarmelo? Guarda il film: la ragazza accontenta due uomini, uno con la bocca, l’altro con la fica. Anche tu hai fatto così?”. “Come sei curiosa ... sì, l’ho fatto”. “Bello?”. “Sì, prima con uno e poi con l’altro, hanno fatto il turno. Il secondo mi ha sodomizzata”. “Siete venuti insieme?”. “Sì, io ho avuto un orgasmo lunghissimo, mentre uno mi sborrava in bocca e l’altro nell’ano”. “Meraviglioso!” esclamò Patrizia; “Vi avrei guardato volentieri ... A volte quando sono sola ho di queste visioni: una donna e due uomini che la riempiono ... bello ... a volte fantasticando queste cose mi masturbo”: “Fallo anche adesso.”. “Cosa?” “Masturbati!”. “Ma no, dai ...”. “Invece sì, sfilati le mutandine, fai uno streeptease per me ...”. Patrizia si alzò la gonna, mostrando due belle cosce tornite, poi si sfilò gli slip. Aprì le gambe, per la delizia di Laura. Si accarezzò la peluria, poi la mano coprì tutta la fica e cominciò a muoversi. “Fammi vedere la tua”. A sua volta Laura si alzò la gonna ma non ebbe modo di sfilarsi le mutandine perché non le aveva indossate. “Che puttanella che sei”, le disse Patrizia; “Girati e mettiti carponi, ti voglio vedere da dietro ...”. Laura ubbidì e per maggiore provocazione si prese le chiappe con le due mani in modo da allargare i due buchi. “Sììììì, così!” esclamò Patrizia; “come vorrei essere maschio per poterti inculare ... o dio o dio mi hai eccitata, stai così, fammi venire ...”. Laura stette immobile, ma si portò una mano dietro che faceva scorrere dalla fica al culo e viceversa. Smise solo dopo l’urlo di godimento dell’amica. Le si avvicinò e si abbracciarono, toccandosi ovunque. Nel frattempo il film era finito e ne era cominciato un altro, ma quello che avevano realizzato loro due era stato molto più eccitante. Si alzarono e prepararono la tavola.
Giovanni arrivò alle 19.30. Si meravigliò nel trovare la tavola imbandita per tre persone. “O chi hai invitato?” chiese. “Nessuno, l’invitato è venuto da sé ... Guarda chi ci è venuta a trovare”. “Lauraaaaa!” gridò e corse ad abbracciarla, la strinse, la baciò in bocca. “Che bella sorpresa, dopo tanto tempo ... Vieni anche tu Patrizia ad abbracciarla, anche se sono convinto che avete già recuperato .... abbracciamoci tutti e tre.,. le mie due donne, fatevi toccare le natiche ecco così, che bei culi che ho fra le mani ... ma anch’io ho qualcosa per voi ... sentite”. Le due donne misero le mani sulla patta di lui e sentirono che qualcosa s’era già mosso. “Laura, disse Patrizia, ci stai per un aperitivo?”. “Sì”. Patrizia si inginocchiò davanti al marito e gli sbottonò i pantaloni. “Vieni, Laura, mettiti accanto a me.”. Dai pantaloni tirò fuori il membro di Giovanni, ancora a metà tra il molle e il duro. “Da quanto tempo non fai pompini, Laura?”. Chiese Patrizia. “Dall’ultima volta che sono stata qui”. “Allora è tutto per te, io l’ho fatto ieri sera, cerca di rifarti, eh eh”. Lo teneva in mano e lo masturbava lentamente... “Apri la bocca, Laura”. L’amica ubbidì. Patrizia glielo posò proprio sulle labbra socchiuse. “Leccalo ... così ... ora prendilo in bocca ... io ti guardo”. Laura cominciò a lavorare di bocca, Patrizia alzò il capo e guardò il marito: aveva gli occhi chiusi ma l’espressione del viso era quella di chi stava provando un dolce piacere. Poi guardò l’amica, il suo gioco di labbra, la sua lingua saettante. “Sei brava”, le disse, “non solo a leccare la fica ma anche a spompinare... Ora, però lascia che succhi anch’io”. Si dettero il cambio: succhiavano un po’ per una e nel cambio ne approfittavano per baciarsi. “Ora, per favore, smettete”, disse dopo qualche minuto Giovanni. “Ho fame!”. Scoppiarono a ridere.
Si misero a tavola. “Certo che fate passare la voglia di cibo e ne fate venire un’altra”, osservò Giovanni. “Tu, Patrizia, ti presenti con quel babydoll come se avessi sedici anni: ogni volta che ti chini in avanti fai vedere le tue generose natiche; e tu, Laura, con quella camicetta traforata da cui escono i capezzoli ... però nascondi la parte più bella di te, a lei l’hai già mostrata e te la sei fatta toccare, falla vedere anche a me che quasi quasi non ricordo più com’è fatta ... Patrizia, dalle una mano”. Questa si avvicinò a Laura, le si mise dietro, con le mani che poggiavano sui seni dell’amica. Le massaggiò, le tirò fuori da quella camicetta traforata, mentre all’orecchio di Laura sussurrava: “Come sono sode, dopo te le succhio tutte ... Ora ti alzo la gonna, fai vedere il tuo tesoro a Giovanni” e nel dir così cominciò a sollevare lentamente la gonna dell’amica. Quando la veste arrivò all’ombelico, portò le mani sugli inguini di Laura: “Ecco il tesoro, guardalo, riempiti gli occhi ... ti piace la fica della mia amica? E le tette? Che dici di queste belle tette?... Dai, avvicinati, ti regalo tutto... bacia queste tette, leccale .... succhia i capezzoli ... ti faresti fare una spagnola? E poi sborrarle tutte? Laura, lo vuoi tenere fra le tette? Sì, così ... il tenero delle tette e la durezza del pene ... Sì, ce l’hai duro, Giovanni... Laura sa come sedurre...mentre io le palpo i seni, tu leccagliela ... Baciami, Laura, fatti succhiare la lingua ... che fa? Ti lecca? Ti piace?”. “Sì, mi piace, mi palpa anche il culo”. “Lo vuoi dentro? Vuoi essere penetrata?” “sì Sì”. “E mentre ti chiava, io che faccio?”. “Non so”. “Facciamo così, io ti do il cazzo di mio marito, tu mi dai la tua bocca”. “Sì, bello ... dove vuoi la mia bocca?”. “Sulla fica, sei bravissima, mi farai godere come questo pomeriggio? ...” Le parole di Patrizia, la sola a proferire qualche parola, erano incitamenti erotici per i due, ma anche per sé stessa: eccitava gli altri ma eccitava soprattutto se stessa. Giovanni pure traeva vantaggio dalle parole della moglie, mentre si accarezzava il membro e soprattutto guardava la nudità di Laura e già ne pregustava il piacere che ne avrebbe tratto. Sì, Laura era bella nella sua maturità di donna, doveva essere grato a sua moglie per sempre perché era stata lei a fargliela conoscere. Eseguì tutto quanto Patrizia gli suggeriva: palpò i seni di Laura, glieli baciò e leccò, vi mise in mezzo il suo membro duro e voglioso, poi si accovacciò per godersi la fica. Aveva ragione sua moglie nel dirgli che la patata della loro amante era tra le più belle che avessero visto. Gliela mordicchiò, le prese il clito fra le labbra e lo succhiò, leccò le grandi e le piccole labbra, sentiva crescere il lui il desiderio di penetrarla, di possederla. Anche Laura era eccitata per la situazione e per le parole che sentiva. Patrizia continuava a strofinarsi sul suo sedere e a massaggiarle le tette; vedeva Giovanni sempre più arrapato che si masturbava: aveva il membro duro e ritto, un membro con cui le piaceva riempirsi la bocca e poi metterselo dentro nella vagina e nel culo, come aveva fatto le volte precedenti. Ma nello stesso tempo voleva bearsi della fica di Patrizia. Glielo disse. Allora decisero di andare sul letto. Sul bordo del quale si sedette Patrizia, che si stese sulla schiena lasciando le cosce aperte. Laura la vide e subito si esaltò: quel cespuglietto di peli neri sul monte di venere, quelle labbra tumide e semi aperte, quel clito che appena fuoriusciva dal nido e che lei desiderava succhiare. Sentiva intanto le mani di Giovanni che percorrevano le sue natiche, che infilava le dita alternativamente nelle due fessure. Si chinò e si avvicino alle cosce di Patrizia offrendo il suo posteriore a Giovanni. La sua lingua cominciò a saettare sulla fica dell’amante, a intrufolarsi fra le grandi labbra; ora sentiva il cazzo di Giovanni che si infilava tra lo spacco del culo, che si strofinava sulla sua fica. Lo sentì entrare, si sentì riempita e con maggior lena allora leccò e mangiò la fica di Patrizia, le infilò un dito nell’ano. Anche Giovanni, dopo aver per bene umidificato il cazzo nella fica di Laura, lo spostò sul buco del culo, lo spinse lentamente fino a quando non lo sentì adagiarsi totalmente dentro il corpo della donna. A quel punto Patrizia disse che voleva qualcosa di più per lei, richiese un sessantanove con Laura. Il gruppo si sciolse per accontentare i legittimi desideri di Patrizia; si spostarono nel salotto, dove un tavolo era più adatto alla bisogna più del letto e che avevano già usato negli incontri precedenti. Laura si stese per prima, su di lei si adagiò Patrizia, entrambe con le gambe divaricate. Cominciarono a leccarsi e a gemere. Giovanni le guardava, spostandosi da un capo all’altro del tavolo; gli piaceva guardarle, con quei culi scoperti mentre restava misterioso il giuoco delle lingue sulle fiche. Ogni tanto però avevano bisogno di respirare meglio e allora in quel caso Giovanni poteva vedere la bocca dell’una e dell’altra aperta e ansimante. Teneva in mano il cazzo duro, se lo massaggiava cercando di non farlo ammosciare e soprattutto cercando di non venire davanti a quello spettacolo meravigliosamente osceno. Ora era davanti al culo della moglie, lo vedeva sussultare alle slinguate di Laura; si avvicinò fino a farle sentire il cazzo tra le due chiappe; lei capì e sollevò un po’ il bacino, il cazzo la penetrò per alcuni centimetri. Anche Laura si accorse dell’accaduto, lasciò la fica e si mise a leccare le palle di Giovanni; poi lui si spostò un poco e il suo cazzo libero poté entrare nella bocca di Laura. La posizione era scomoda ma piacevole, così che per un poco il gioco continuò occupando ora la vagina dell’una ora la bocca dell’altra. Poi Giovanni si spostò all’altro capo del tavolo; in questo modo ripeté le azioni di prima, ma scopando il culo di Laura e la bocca di sua moglie.
La prima ad urlare fu Laura che, chiudendo le gambe, quasi fece asfissiare Patrizia, che urlò a sua volta mentre il marito gli riempiva il culo di sborra.
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