Colleghe, cap. I, Fare conoscenza
di
Laura m
genere
saffico
Colleghe
Cap. I, Fare conoscenza
Settembre, prima riunione di collegio dei docenti: buona parte degli insegnanti è abbronzata, una piccola parte, come si vede dalla pelle, ha trascorso le vacanze lontano dal mare. Giorgia fa parte di questo gruppo, perché preferisce visitare luoghi sconosciuti insieme col marito che ha il pallino della fotografia e torna sempre con centinaia di foto che poi guarda insieme con gli amici. Giorgia è una bella donna di 45 anni, dagli occhi e dalle movenze sensuali; a scuola è corteggiata dai colleghi e in classe gli studenti fanno di tutto per guardarla nei particolari. A lei piace essere guardata, ovvio, come tutte le donne, ma anche lei guarda: le piace veder crescere i suoi alunni, maschi e femmine, le piace vederli trasformare mese dopo mese in uomini e donne. Non è che sia pedofila, anzi, ma i suoi alunni le ricordano di quando era lei stessa ragazza e faceva le prime esperienze sessuali. Ricordava nitidamente i primi approcci con i maschietti che glielo facevano vedere e a volte anche toccare. Rideva ancora quando pensava a Giovannino che le era venuto sulle mani e si era spaventato per quello che era successo; e ricordava con tenerezza le domande ingenue che lei e Luisa si facevano reciprocamente, e le prime esplorazioni dei loro corpi ancora fanciulli, quando si misuravano la grandezza dei seni, controllavano la crescita dei peli sul pube, si toccavano per vedere com’era fatta la loro natura. Un giorno scoprirono che toccandosi provavano piacere fino ad avere l’orgasmo, ma ancora non sapevano che si chiamasse così. Una volta scoperto questo fenomeno, ogni volta che si incontravano non mancavano mai di riprovarlo. E si ricordava anche molto bene il giorno in cui Luisa era venuta con una strana novità: era stata con il fidanzatino e questi, in un momento di passione l’aveva leccata proprio lì, sulla patata; ed era stato bello, più bello di quando si masturbava o la masturbava Giorgia. Ed aveva voluto provare l’esperienza proprio con Giorgia. La quale all’idea disse subito di no; ma poi le insistenze di Luisa la convinsero e togliersi le mutandine e a farsi leccare. In effetti era bello, bellissimo … La ricambiò.
Poi la fanciullezza era passata, erano arrivati i fidanzati, le scopate al chiaro di luna in macchina e poi il matrimonio. Le esperienze con Luisa appartenevano ai sogni di ragazza, ma qualcosa era rimasto, perché quando vedeva una bella donna o una ragazza fresca di gioventù cercava sempre di immaginare come era fatta sotto. Ma col matrimonio certe cose non le faceva più, suo marito era un uomo prestante, eroticamente soddisfacente, faceva l’amore con passione e liberamente e in tutte le ore: non avendo figli avevano tutto il tempo a disposizione per godersi reciprocamente. Tra l’altro lui, con la mania della fotografia non faceva che farle prendere pose erotiche, a volte anche triviali, e fotografarla, e si eccitava e anche lei si eccitava e dalla foto passavano all’azione erotica, specie se lui gliele faceva vedere subito: le piaceva vedersi in foto mentre lo prendeva in bocca, quell’immagine la eccitava moltissimo e finiva per farsi scopare da dietro mentre lei si guardava nella foto e pensava ai momenti in cui l’aveva ingoiato. Insomma, erano entrambi soddisfatti di come andavano le cose.
Quella mattina a scuola c’era qualche novità perché erano arrivati un paio di insegnanti giovani. Tra questi una brunetta, piccola ma ben fatta, angelica nel viso ma demoniaca nel corpo: aveva infatti un bel culo rotondo e sporgente come quello di certe ragazze africane. Anche il seno era molto invitante, come pure la bocca. Aveva al dito della mano sinistra una fede, era dunque sposata. Chissà, pensò Giorgia, come ha la fica. La nuova arrivata, infatti, le ricordò Luisa e le loro esperienze. Si presentarono: Giorgia, Matilde. Poi cominciò la riunione. Durante la quale si scambiarono parecchie occhiate.
Passarono un paio di mesi durante i quali le due donne fecero amicizia, si scambiarono i numeri di telefono e gli indirizzi, fino a quando Giorgia le disse: «Perché qualche volta non mi vieni a trovare a prendere un tè?» E così, dopo qualche settimana, in un pomeriggio piovoso Matilde andò a casa di Giorgia. Si confidarono: Giorgia parlò dei suoi interessi, di suo marito amante della fotografia e così via. Anche Matilde fece un po’ della sua storia: aveva 29 anni, suo marito era avvocato, non avevano figli neppure loro. Mentre parlavano si scrutavano, si studiavano. Matilde era affascinata dal corpo regale di Giorgia, dalla procacità dei suoi fianchi e del suo petto, dalla sua bocca carnosa e la immaginava a letto mentre faceva l’amore col marito; da parte sua Giorgia, al contrario, guardava con invidia le gambe snelle della collega sormontate da due semisfere perfette e il seno non grande ma con due capezzoli che sembrava volessero bucare la camicetta. Era curiosa di sapere come fosse sotto: fica piccola o grossa? Labbra sporgenti o piatta ...Le sarebbe piaciuto vederla nuda.
«Perché non mi fai vedere qualche foto scattata da tuo marito?». Gorgia fu sorpresa della richiesta, ma andò a prendere un album dei tanti che suo marito aveva riempito. Le foto erano belle, alcune anche eccezionali. Matilde guardava interessata e Georgia pensava invece a cosa la collega nascondesse dentro le mutandine. «E questa»? Chiese Matilde. Chissà come, tra quelle di città e monumenti, era finita una foto di Georgia in topless. Una bella foto scattata in campagna in mezzo al verde, con le tette al vento e la bocca sorridente. «Che bel seno!» In effetti nella foto di qualche anno prima i seni erano ancora sodi e i capezzoli ritti e superbi. Giorgia cercò di prendere la foto e di metterla a posto. «Scusami, disse, non sapevo che questa foto fosse qui». «Ma che ti scusi a fare, è una bella foto e hai un bel seno, io te lo invidio … Ma tuo marito ti fotografa spesso in queste pose?» - «Beh, ogni tanto» le scappò di dire. Mentalmente si chiese perché l’aveva detto? Non ne aveva parlato mai con nessuno e ora la brunetta gliel’aveva fatto confessare. «Ma dai, che c’è di male tra marito e moglie; qualche volta è successo anche a noi, ma mio marito non è bravo come il tuo … Dai, fammi vedere qualche foto osé … » - «No no …, poi ripensandoci .. come ti ha fotografata tuo marito?» - «Beh, sai, a lui piace il mio sedere… ma mi vergogno a dirlo … Se mi fai vedere qualche altra foto te lo racconto … Me la fai vedere? Sì? … ecco mi fece mettere con la testa appoggiata alla sponda del letto, ero nuda, ovviamente … mi fotografò in quel modo, col sedere verso l’alto … poi quando vidi la foto mi accorsi che oltre al sedere si vedevano sporgere le grandi labbra ...». «Molto eccitante … eh ... scusa la domanda intima ...dopo ti scopò?» - «Sì … si era eccitato e la situazione aveva eccitato anche me: scopammo e devo dire, con molta passione, tanto che poi abbiamo usato la fotografia altre volte, ma mio marito non sa fare foto artistiche, a volte sono anche volgari. Tuo marito invece è bravo, questa foto è molto bella, a prescindere dal soggetto. Ora mi devi far vedere un’altra tua foto», disse sorridendo … «Sei tremenda, eh ...». Andò di là e tornò con un altro album. «Mamma mia! – esclamò Matilde non appena cominciò a sfogliare l’album – Sei sempre tu e in queste pose! Magnifica! Sei proprio sensuale … e che bravo tuo marito … e questa poi mmm...». Si era fermata a guardare la foto, nella quale Giorgia, con gli occhi socchiusi e rivolti in alto, teneva tra le labbra il cazzo di suo marito. La successiva aveva lo stesso soggetto, ma qui Giorgia aveva gli occhi aperti e guardava in su, verso il viso del marito, il suo viso mostrava compiacimento per quello che faceva. Matilde guardò meglio e vide che il cazzo era dentro la bocca solo per qualche centimetro, il resto era bello lungo, normalmente grosso ma vigoroso a prima vista. «Ti piace così tanto in bocca?» - «Sì, mi piace … a te no?» - «Piace anche a me – rispose Matilde che continuava a guardare la foto quasi estasiata -. Bello anche tuo marito, però … bel bastoncino» e rise … «E tu come ce l’hai la fica?» chiese improvvisamente Giorgia. Matilde si bloccò, non si aspettava una domanda del genere. «Che vuoi sapere? Sei per caso lesbica?» - «Niente affatto, è che tu mi ricordi un’amichetta con cui giocavo quando eravamo ragazzette … Mi piacerebbe sapere se l’hai uguale a quella ...» - «L’hai vista nuda? Gliela toccavi?» - «Sì, gliela toccavo, ci masturbavamo reciprocamente; gliel’ho anche leccata … Tu un po’ le somigli, mi sei simpatica, potrei leccarla anche a te». Matilde si bloccò, attonita. Mai si sarebbe aspettata una proposta del genere: una cosa è parlare di sesso, un’altra è farlo .. e poi con una donna. Restarono in silenzio per qualche minuto. Matilde aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e si teneva la testa fra le mani, mentre Giorgia in piedi la guardava in attesa di una reazione: si sarà offesa? Mi ha preso per una debosciata? Alla fine Matilde si tolse le mani dal viso, guardò Giorgia negli occhi, poi disse: «Ci sto, mi piace essere leccata e poi non sono mai stata con una donna. Voglio provare».
«Andiamo di là in camera da letto … ti guido». C’era un corridoio lungo, Giorgia andò avanti e dietro Matilde. La quale si accorse che la collega aveva un bel culo che faceva ondeggiare provocatoriamente, quasi quasi voleva toccarglielo, ma si contenne. Arrivarono alla camera. Giorgia si fermò e lasciò che l’amica si avvicinasse al letto. «Siediti sulla sponda, così … allarga le gambe … di più .. sfilate le mutandine e ti rimetti a gambe aperte … sì così». Si avvicinò, mise le mani sulle ginocchia di Matilde e la guardò tra le gambe. Che bella fica … era tutta depilata, sembrava quella di una bambina, ma una bambina matura che non aveva niente a che fare con la Luisa di quando erano ragazze. Questa era una fica di donna matura che aveva fatto le sue esperienze, con quelle labbra sporgenti scure, con quel taglio che invece mostrava il rosa dell’interno. La guardò fissamente per ancora poco poi vi si tuffò sopra, con la lingua tutta protesa a leccare. Prima le grandi labbra esterne, poi con la lingua cercò il bottoncino del clitoride, lo trovò, lo succhiò facendolo diventare duro e più lungo tanto da poterlo prendere fra le labbra. Sentiva Matilde che ansimava e che ripeteva “sì, sì, sì”. Il gradimento dell’amica infuocò ancora di più la passione di Giorgia: leccava, succhiava, mordicchiava; la sua lingua si muoveva ovunque, perlustrava tra le pieghe, raggiunse la buchetta. Con Luisa non l’aveva mai fatto, ora si trovava davanti al luogo del massimo piacere, vi infilò la lingua, ve la rigirò in modo da perlustrarla tutta, le dava dei colpi di punta come volesse penetrala. Sentì le mani di Matilde sulla sua testa, dentro i suoi capelli, la tirava a sé, gridava. Giorgia non capì cosa dicesse perché intenta a mangiargliela; Matilde urlava: «Sììììììììììì, bello, chiavami, sììììì, infilami la lingua nella fica, sììììììììììììììììììì … vengo vengo vengoooooooooo ...». Ebbe un sussulto che fece allontanare la bocca dell’amica dalla sua fessura, poi giacque esausta. Georgia aspettò che le acque si calmassero, poi lentamente si staccò dall’amplesso, ansimava anche lei, aveva tutto il viso bagnato, se lo asciugò con il lembo del lenzuolo; poi si alzò, prese i piedi dell’amica e le allargò le gambe che teneva socchiuse, per guardarla meglio. Matilde aprì gli occhi, le sorrise. «Voglio baciarti sulla bocca», disse. Giorgia allora si adagiò su di lei, seno contro seno, avvicinò la bocca a quella di Matilde, che l’aspettava con le labbra semiaperte che facevano intravedere la punta della lingua. Si baciarono a lungo; poi Matilde disse: «Credo che mi tocchi ricambiare, ma non so se sarò brava come te ...». Si alzò, indicò all’amica che toccava a lei stendersi sul letto, mentre lei si apprestava a guardare. Giorgia sta per sdraiarsi quando l’altra la fermò: «Prima di stenderti, faresti uno spogliarello per me?» - Giorgia accettò e cominciò a togliersi la camicetta, da sotto della quale spuntò il seno pieno di una donna matura, due belle sfere che promettevano dolci giochi. La camicetta scivolò a terra, poi fu la volta del reggiseno che ad essere tirato su per mostrare quelle delizie nude. Matilde sentì un brivido per la schiena; si toccò il suo seno e istintivamente tirò fuori la lingua, mentre l’altra si palpava le tette, se le strizzava, si prendeva fra indice e pollice i capezzoli, nell’atto di offrirli all’amica. «Sei bella, mi piaci … ora per favore sfilati la gonna, lentamente … sì, così … Abbassa le mutandine … piano … voglio scoprire a poco a poco quello che mi offrirai …. Ecco così … quanto pelo … Ora toccati un po’ … sì … mi tocco anch’io … dimmi cosa vuoi ...». «Accarezzami la fica … con la mano aperta … ». Matilde guardava quel ben di dio … era una fica grande, non come la sua; le cosce erano due colonne bianche, con tutto il bacino spalancato si veda anche l’ano. E tutto il bacino era giunonico, una vera femmina da letto … Matilde quasi quasi si rammaricò di non essere maschio e di piantare il membro in quella fessura immensa, così invitante; poi pensò che era femmina e l’unica cosa che poteva fare era quella di leccargliela. Si inginocchiò e avvicinò la bocca a quelle lunghe labbra che coprivano la fessura. Cercò di fare come poco prima era stato fatto a lei: accarezzò, palpò, leccò, succhiò. Le aveva messo anche le mani sotto il sedere in modo da farle aprire di più le gambe: quella fica era immensa! Imperterrita continuò nella sua opera appassionata, ad ogni momento sentiva che il corpo di Giorgia si eccita sempre di pù; le sue mani avvertivano dal tremolio dei glutei che il godimento aumentava da un istante all’altro. Da quella fica si sprigionava, insieme ad un flusso di umori, un odore di donna accalorata che eccitavano anche Matilde.
Occorsero un paio di minuti prima che la tempesta dell’orgasmo si placasse in una gradevole onda. A poco a poco Matilde si sollevò un poco, la sua testa emerse dalle bianche e tornite cosce di Giorgia, la sua bocca si posò sul pube peloso. Alzò gli occhi e vide il ventre dell’amica, poi le due sfere dei seni turgidi. La visione fece rinascere il suo desiderio, avanzò lentamente, raggiunse i capezzoli e li mise in bocca, prima l’uno poi l’altro. Nel suo subconscio rinacque il piacere che aveva provato da piccola quando sua madre l’allattava. Adesso succhiava per un altro piacere, rimasto latente fino ad allora. Era bello tenere in bocca quella specie di lamponi e il piacere cresceva nel sentire che Giorgia ne era partecipe, alla quale piaceva che lei le succhiasse i seni. A Matilde però quel piacere non bastava, fare sesso con una donna suscitava in lei pensieri e sensazioni che mai aveva pensato potessero risiedere in lei. Lentamente si mosse, avanzò in avanti strofinandosi sul corpo della compagna, poi si raddrizzò e si accovacciò sul suo petto. Le piacque la morbidezza di quei seni su cui poggiavano i suoi inguini, le piacque anche strofinare la sua fica su quei capezzoli. Giorgia era sorpresa e attonita per quello che stava subendo, non avrebbe mai creduto che in quella brunetta ci fosse tanta passione e tanto erotismo, ma le piaceva e si abbandonò volentieri a tutto ciò che l’amica poteva fare di lei. Questa dopo un poco, avanzò di nuovo: ora la sua fica era proprio sopra la bocca di Giorgia. Tacitamente le chiese se poteva farlo, Giorgia fece cenno di sì e si dispose a succhiare quella fica indiavolata e nel frattempo si portò la mano a massaggiare la sua.
Cap. I, Fare conoscenza
Settembre, prima riunione di collegio dei docenti: buona parte degli insegnanti è abbronzata, una piccola parte, come si vede dalla pelle, ha trascorso le vacanze lontano dal mare. Giorgia fa parte di questo gruppo, perché preferisce visitare luoghi sconosciuti insieme col marito che ha il pallino della fotografia e torna sempre con centinaia di foto che poi guarda insieme con gli amici. Giorgia è una bella donna di 45 anni, dagli occhi e dalle movenze sensuali; a scuola è corteggiata dai colleghi e in classe gli studenti fanno di tutto per guardarla nei particolari. A lei piace essere guardata, ovvio, come tutte le donne, ma anche lei guarda: le piace veder crescere i suoi alunni, maschi e femmine, le piace vederli trasformare mese dopo mese in uomini e donne. Non è che sia pedofila, anzi, ma i suoi alunni le ricordano di quando era lei stessa ragazza e faceva le prime esperienze sessuali. Ricordava nitidamente i primi approcci con i maschietti che glielo facevano vedere e a volte anche toccare. Rideva ancora quando pensava a Giovannino che le era venuto sulle mani e si era spaventato per quello che era successo; e ricordava con tenerezza le domande ingenue che lei e Luisa si facevano reciprocamente, e le prime esplorazioni dei loro corpi ancora fanciulli, quando si misuravano la grandezza dei seni, controllavano la crescita dei peli sul pube, si toccavano per vedere com’era fatta la loro natura. Un giorno scoprirono che toccandosi provavano piacere fino ad avere l’orgasmo, ma ancora non sapevano che si chiamasse così. Una volta scoperto questo fenomeno, ogni volta che si incontravano non mancavano mai di riprovarlo. E si ricordava anche molto bene il giorno in cui Luisa era venuta con una strana novità: era stata con il fidanzatino e questi, in un momento di passione l’aveva leccata proprio lì, sulla patata; ed era stato bello, più bello di quando si masturbava o la masturbava Giorgia. Ed aveva voluto provare l’esperienza proprio con Giorgia. La quale all’idea disse subito di no; ma poi le insistenze di Luisa la convinsero e togliersi le mutandine e a farsi leccare. In effetti era bello, bellissimo … La ricambiò.
Poi la fanciullezza era passata, erano arrivati i fidanzati, le scopate al chiaro di luna in macchina e poi il matrimonio. Le esperienze con Luisa appartenevano ai sogni di ragazza, ma qualcosa era rimasto, perché quando vedeva una bella donna o una ragazza fresca di gioventù cercava sempre di immaginare come era fatta sotto. Ma col matrimonio certe cose non le faceva più, suo marito era un uomo prestante, eroticamente soddisfacente, faceva l’amore con passione e liberamente e in tutte le ore: non avendo figli avevano tutto il tempo a disposizione per godersi reciprocamente. Tra l’altro lui, con la mania della fotografia non faceva che farle prendere pose erotiche, a volte anche triviali, e fotografarla, e si eccitava e anche lei si eccitava e dalla foto passavano all’azione erotica, specie se lui gliele faceva vedere subito: le piaceva vedersi in foto mentre lo prendeva in bocca, quell’immagine la eccitava moltissimo e finiva per farsi scopare da dietro mentre lei si guardava nella foto e pensava ai momenti in cui l’aveva ingoiato. Insomma, erano entrambi soddisfatti di come andavano le cose.
Quella mattina a scuola c’era qualche novità perché erano arrivati un paio di insegnanti giovani. Tra questi una brunetta, piccola ma ben fatta, angelica nel viso ma demoniaca nel corpo: aveva infatti un bel culo rotondo e sporgente come quello di certe ragazze africane. Anche il seno era molto invitante, come pure la bocca. Aveva al dito della mano sinistra una fede, era dunque sposata. Chissà, pensò Giorgia, come ha la fica. La nuova arrivata, infatti, le ricordò Luisa e le loro esperienze. Si presentarono: Giorgia, Matilde. Poi cominciò la riunione. Durante la quale si scambiarono parecchie occhiate.
Passarono un paio di mesi durante i quali le due donne fecero amicizia, si scambiarono i numeri di telefono e gli indirizzi, fino a quando Giorgia le disse: «Perché qualche volta non mi vieni a trovare a prendere un tè?» E così, dopo qualche settimana, in un pomeriggio piovoso Matilde andò a casa di Giorgia. Si confidarono: Giorgia parlò dei suoi interessi, di suo marito amante della fotografia e così via. Anche Matilde fece un po’ della sua storia: aveva 29 anni, suo marito era avvocato, non avevano figli neppure loro. Mentre parlavano si scrutavano, si studiavano. Matilde era affascinata dal corpo regale di Giorgia, dalla procacità dei suoi fianchi e del suo petto, dalla sua bocca carnosa e la immaginava a letto mentre faceva l’amore col marito; da parte sua Giorgia, al contrario, guardava con invidia le gambe snelle della collega sormontate da due semisfere perfette e il seno non grande ma con due capezzoli che sembrava volessero bucare la camicetta. Era curiosa di sapere come fosse sotto: fica piccola o grossa? Labbra sporgenti o piatta ...Le sarebbe piaciuto vederla nuda.
«Perché non mi fai vedere qualche foto scattata da tuo marito?». Gorgia fu sorpresa della richiesta, ma andò a prendere un album dei tanti che suo marito aveva riempito. Le foto erano belle, alcune anche eccezionali. Matilde guardava interessata e Georgia pensava invece a cosa la collega nascondesse dentro le mutandine. «E questa»? Chiese Matilde. Chissà come, tra quelle di città e monumenti, era finita una foto di Georgia in topless. Una bella foto scattata in campagna in mezzo al verde, con le tette al vento e la bocca sorridente. «Che bel seno!» In effetti nella foto di qualche anno prima i seni erano ancora sodi e i capezzoli ritti e superbi. Giorgia cercò di prendere la foto e di metterla a posto. «Scusami, disse, non sapevo che questa foto fosse qui». «Ma che ti scusi a fare, è una bella foto e hai un bel seno, io te lo invidio … Ma tuo marito ti fotografa spesso in queste pose?» - «Beh, ogni tanto» le scappò di dire. Mentalmente si chiese perché l’aveva detto? Non ne aveva parlato mai con nessuno e ora la brunetta gliel’aveva fatto confessare. «Ma dai, che c’è di male tra marito e moglie; qualche volta è successo anche a noi, ma mio marito non è bravo come il tuo … Dai, fammi vedere qualche foto osé … » - «No no …, poi ripensandoci .. come ti ha fotografata tuo marito?» - «Beh, sai, a lui piace il mio sedere… ma mi vergogno a dirlo … Se mi fai vedere qualche altra foto te lo racconto … Me la fai vedere? Sì? … ecco mi fece mettere con la testa appoggiata alla sponda del letto, ero nuda, ovviamente … mi fotografò in quel modo, col sedere verso l’alto … poi quando vidi la foto mi accorsi che oltre al sedere si vedevano sporgere le grandi labbra ...». «Molto eccitante … eh ... scusa la domanda intima ...dopo ti scopò?» - «Sì … si era eccitato e la situazione aveva eccitato anche me: scopammo e devo dire, con molta passione, tanto che poi abbiamo usato la fotografia altre volte, ma mio marito non sa fare foto artistiche, a volte sono anche volgari. Tuo marito invece è bravo, questa foto è molto bella, a prescindere dal soggetto. Ora mi devi far vedere un’altra tua foto», disse sorridendo … «Sei tremenda, eh ...». Andò di là e tornò con un altro album. «Mamma mia! – esclamò Matilde non appena cominciò a sfogliare l’album – Sei sempre tu e in queste pose! Magnifica! Sei proprio sensuale … e che bravo tuo marito … e questa poi mmm...». Si era fermata a guardare la foto, nella quale Giorgia, con gli occhi socchiusi e rivolti in alto, teneva tra le labbra il cazzo di suo marito. La successiva aveva lo stesso soggetto, ma qui Giorgia aveva gli occhi aperti e guardava in su, verso il viso del marito, il suo viso mostrava compiacimento per quello che faceva. Matilde guardò meglio e vide che il cazzo era dentro la bocca solo per qualche centimetro, il resto era bello lungo, normalmente grosso ma vigoroso a prima vista. «Ti piace così tanto in bocca?» - «Sì, mi piace … a te no?» - «Piace anche a me – rispose Matilde che continuava a guardare la foto quasi estasiata -. Bello anche tuo marito, però … bel bastoncino» e rise … «E tu come ce l’hai la fica?» chiese improvvisamente Giorgia. Matilde si bloccò, non si aspettava una domanda del genere. «Che vuoi sapere? Sei per caso lesbica?» - «Niente affatto, è che tu mi ricordi un’amichetta con cui giocavo quando eravamo ragazzette … Mi piacerebbe sapere se l’hai uguale a quella ...» - «L’hai vista nuda? Gliela toccavi?» - «Sì, gliela toccavo, ci masturbavamo reciprocamente; gliel’ho anche leccata … Tu un po’ le somigli, mi sei simpatica, potrei leccarla anche a te». Matilde si bloccò, attonita. Mai si sarebbe aspettata una proposta del genere: una cosa è parlare di sesso, un’altra è farlo .. e poi con una donna. Restarono in silenzio per qualche minuto. Matilde aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e si teneva la testa fra le mani, mentre Giorgia in piedi la guardava in attesa di una reazione: si sarà offesa? Mi ha preso per una debosciata? Alla fine Matilde si tolse le mani dal viso, guardò Giorgia negli occhi, poi disse: «Ci sto, mi piace essere leccata e poi non sono mai stata con una donna. Voglio provare».
«Andiamo di là in camera da letto … ti guido». C’era un corridoio lungo, Giorgia andò avanti e dietro Matilde. La quale si accorse che la collega aveva un bel culo che faceva ondeggiare provocatoriamente, quasi quasi voleva toccarglielo, ma si contenne. Arrivarono alla camera. Giorgia si fermò e lasciò che l’amica si avvicinasse al letto. «Siediti sulla sponda, così … allarga le gambe … di più .. sfilate le mutandine e ti rimetti a gambe aperte … sì così». Si avvicinò, mise le mani sulle ginocchia di Matilde e la guardò tra le gambe. Che bella fica … era tutta depilata, sembrava quella di una bambina, ma una bambina matura che non aveva niente a che fare con la Luisa di quando erano ragazze. Questa era una fica di donna matura che aveva fatto le sue esperienze, con quelle labbra sporgenti scure, con quel taglio che invece mostrava il rosa dell’interno. La guardò fissamente per ancora poco poi vi si tuffò sopra, con la lingua tutta protesa a leccare. Prima le grandi labbra esterne, poi con la lingua cercò il bottoncino del clitoride, lo trovò, lo succhiò facendolo diventare duro e più lungo tanto da poterlo prendere fra le labbra. Sentiva Matilde che ansimava e che ripeteva “sì, sì, sì”. Il gradimento dell’amica infuocò ancora di più la passione di Giorgia: leccava, succhiava, mordicchiava; la sua lingua si muoveva ovunque, perlustrava tra le pieghe, raggiunse la buchetta. Con Luisa non l’aveva mai fatto, ora si trovava davanti al luogo del massimo piacere, vi infilò la lingua, ve la rigirò in modo da perlustrarla tutta, le dava dei colpi di punta come volesse penetrala. Sentì le mani di Matilde sulla sua testa, dentro i suoi capelli, la tirava a sé, gridava. Giorgia non capì cosa dicesse perché intenta a mangiargliela; Matilde urlava: «Sììììììììììì, bello, chiavami, sììììì, infilami la lingua nella fica, sììììììììììììììììììì … vengo vengo vengoooooooooo ...». Ebbe un sussulto che fece allontanare la bocca dell’amica dalla sua fessura, poi giacque esausta. Georgia aspettò che le acque si calmassero, poi lentamente si staccò dall’amplesso, ansimava anche lei, aveva tutto il viso bagnato, se lo asciugò con il lembo del lenzuolo; poi si alzò, prese i piedi dell’amica e le allargò le gambe che teneva socchiuse, per guardarla meglio. Matilde aprì gli occhi, le sorrise. «Voglio baciarti sulla bocca», disse. Giorgia allora si adagiò su di lei, seno contro seno, avvicinò la bocca a quella di Matilde, che l’aspettava con le labbra semiaperte che facevano intravedere la punta della lingua. Si baciarono a lungo; poi Matilde disse: «Credo che mi tocchi ricambiare, ma non so se sarò brava come te ...». Si alzò, indicò all’amica che toccava a lei stendersi sul letto, mentre lei si apprestava a guardare. Giorgia sta per sdraiarsi quando l’altra la fermò: «Prima di stenderti, faresti uno spogliarello per me?» - Giorgia accettò e cominciò a togliersi la camicetta, da sotto della quale spuntò il seno pieno di una donna matura, due belle sfere che promettevano dolci giochi. La camicetta scivolò a terra, poi fu la volta del reggiseno che ad essere tirato su per mostrare quelle delizie nude. Matilde sentì un brivido per la schiena; si toccò il suo seno e istintivamente tirò fuori la lingua, mentre l’altra si palpava le tette, se le strizzava, si prendeva fra indice e pollice i capezzoli, nell’atto di offrirli all’amica. «Sei bella, mi piaci … ora per favore sfilati la gonna, lentamente … sì, così … Abbassa le mutandine … piano … voglio scoprire a poco a poco quello che mi offrirai …. Ecco così … quanto pelo … Ora toccati un po’ … sì … mi tocco anch’io … dimmi cosa vuoi ...». «Accarezzami la fica … con la mano aperta … ». Matilde guardava quel ben di dio … era una fica grande, non come la sua; le cosce erano due colonne bianche, con tutto il bacino spalancato si veda anche l’ano. E tutto il bacino era giunonico, una vera femmina da letto … Matilde quasi quasi si rammaricò di non essere maschio e di piantare il membro in quella fessura immensa, così invitante; poi pensò che era femmina e l’unica cosa che poteva fare era quella di leccargliela. Si inginocchiò e avvicinò la bocca a quelle lunghe labbra che coprivano la fessura. Cercò di fare come poco prima era stato fatto a lei: accarezzò, palpò, leccò, succhiò. Le aveva messo anche le mani sotto il sedere in modo da farle aprire di più le gambe: quella fica era immensa! Imperterrita continuò nella sua opera appassionata, ad ogni momento sentiva che il corpo di Giorgia si eccita sempre di pù; le sue mani avvertivano dal tremolio dei glutei che il godimento aumentava da un istante all’altro. Da quella fica si sprigionava, insieme ad un flusso di umori, un odore di donna accalorata che eccitavano anche Matilde.
Occorsero un paio di minuti prima che la tempesta dell’orgasmo si placasse in una gradevole onda. A poco a poco Matilde si sollevò un poco, la sua testa emerse dalle bianche e tornite cosce di Giorgia, la sua bocca si posò sul pube peloso. Alzò gli occhi e vide il ventre dell’amica, poi le due sfere dei seni turgidi. La visione fece rinascere il suo desiderio, avanzò lentamente, raggiunse i capezzoli e li mise in bocca, prima l’uno poi l’altro. Nel suo subconscio rinacque il piacere che aveva provato da piccola quando sua madre l’allattava. Adesso succhiava per un altro piacere, rimasto latente fino ad allora. Era bello tenere in bocca quella specie di lamponi e il piacere cresceva nel sentire che Giorgia ne era partecipe, alla quale piaceva che lei le succhiasse i seni. A Matilde però quel piacere non bastava, fare sesso con una donna suscitava in lei pensieri e sensazioni che mai aveva pensato potessero risiedere in lei. Lentamente si mosse, avanzò in avanti strofinandosi sul corpo della compagna, poi si raddrizzò e si accovacciò sul suo petto. Le piacque la morbidezza di quei seni su cui poggiavano i suoi inguini, le piacque anche strofinare la sua fica su quei capezzoli. Giorgia era sorpresa e attonita per quello che stava subendo, non avrebbe mai creduto che in quella brunetta ci fosse tanta passione e tanto erotismo, ma le piaceva e si abbandonò volentieri a tutto ciò che l’amica poteva fare di lei. Questa dopo un poco, avanzò di nuovo: ora la sua fica era proprio sopra la bocca di Giorgia. Tacitamente le chiese se poteva farlo, Giorgia fece cenno di sì e si dispose a succhiare quella fica indiavolata e nel frattempo si portò la mano a massaggiare la sua.
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