Un pomeriggio d'autunno
di
Laura m
genere
trio
Un tiepido pomeriggio d’autunno. Cinzia e Stefania leggono sdraiate sul letto, una accanto all’altra. Cinzia ha il seno scoperto, sente caldo, ma in effetti le piace essere guardata dall’amica che con i suoi seni le piace giocare all’infinito, senza stancarsi. In effetti Cinzia ha due bei globuli rotondi, molto sodi e coronati da capezzoli grossi come lamponi; va in visibilio quando Stefania gliele succhia. E poi provoca, starebbe sempre a farseli succhiare e leccare. A Cinzia invece piace il culo di Stefania, glielo palpa spesso, tenero e burroso, ma le piace di più guardarglielo quando Enrico la incula: lei si mette a pecorina sul letto e gli offre spudoratamente i due buchi, piccolo e rotondo quello dell’ano e in verticale la fica, col buco in alto e il clito che si affaccia sopra. Uno spettacolo vederla in quel modo, pronta a ricevere il maschio in tutte e due le entrate. Quando lo fanno davanti a lei, si eccita moltissimo, quasi quasi vorrebbe essere lei il maschio che la penetra, così finisce col masturbarsi venendo contemporaneamente a loro.
«Se mi mostri le tette in questo modo mi fai venire voglia di strizzartele», dice Stefania. «E tu perché stai a gambe aperte? Vuoi che te la lecchi? Non guardarle e tu chiudi le cosce e non toccarti». «Tanto fra poco ci tocca metterci all’opera, si sveglia sempre col cazzo duro e ci chiede di ammansirglielo … ». «Bello il concetto di ammansirglielo, ha una bestia indomabile fra le gambe … A volte rischio si soffocarmi quando mi scopa la bocca … tu come fai a tollerarlo quando ti sodomizza?»- «Beh, ormai i miei sfinteri si sono abituati, come la tua bocca … Ne prenderesti due insieme?». «In bocca, dici? Forse sì, mai provato e sperimentare mi piace». «Mi fai baciare e toccare le tette?»- «Uhm … se tu mi fai toccare la fica …». Misero da parte i libri che stavano leggendo e si disposero in modo da esaudire le loro voglie. Non avevano fretta, il pomeriggio era dolce e più dolci erano le loro carezze. Così non si accorsero che Enrico si era svegliato, era entrato nella stanza ed ora si godeva la vista di quelle due femmine che dolcemente pomiciavano. Stava dietro Stefania intenta a succhiare e a leccare quelle tette bianche della Cinzia che intanto giocava con la sua fica polposa. Stefania sollecitata dall’altra muoveva il sedere, in parte scoperto: non aveva le mutandine, quindi Cinzia si riempiva le mani della sua fica nuda. Lo spettacolo per Enrico non era nuovo, ma ogni volta che vedeva le due donne in azione si meravigliava delle loro capacità di godere dei loro corpi. Si sbottonò i pantaloni e lo tirò fuori, lo accarezzò e quando fu pieno, lo scappellò. Cominciò a masturbarsi lentamente soffermandosi sulle chiappe di Stefania, ma poi fu lo sguardo di Cinzia che attirò il suo: lei guardava quello strumento che diventava sempre più duro, si era dimenticata di solleticare le intimità di Stefania, quel cazzo era bello, lo voleva: le sarebbe piaciuto sentirselo strofinare sulle natiche, tra le cosce, ma soprattutto lo voleva in bocca, sentirsi riempire la cavità orale. Si leccò le labbra, socchiuse la bocca e con lo sguardo lo invocò a darglielo. Stefania aveva visto i loro movimenti e si spostò al margine del letto. Anche lei lo avrebbe voluto, ma Cinzia era la moglie ed aveva la precedenza, lei era solo l’amica di tutte due.
Anche Cinzia si spostò. Si tolse la gonna e gli slip mostrando la sua fica polposa e il cespuglio di peli che la sovrastava; supina, mise la testa penzoloni e socchiuse la bocca. Enrico le si pose sopra, e tenendolo sempre, cominciò a strofinarle il cazzo sulle guance, sugli occhi, sulle labbra … Lei tirò fuori la lingua e quando poteva lo leccava. Appena lei aprì la bocca, lui glielo infilò dentro e lei serrò le labbra. Adesso la bocca di Cinzia, pensò Stefania, è come una fica, e un brivido le percorse la schiena. Vedeva il cazzo di Enrico entrare ed uscire ritmicamente, vedeva le gote di Cinzia stringersi quando lo succhiava ed allentarsi quando il cazzo si scontrava con le pareti interne della bocca. Enrico se ne stava ad occhi chiusi,il suo unico pensiero era quello di non sbagliare il movimento dell’ingresso. Cinzia era una campionessa nel muovere le labbra e la lingua. Essere scopata in bocca la eccitava moltissimo e si vedeva, perché non stava ferma con le mani, si stringeva le tette, se le portava ai fianchi, si contorceva col corpo, si rigirava nel letto ma senza lasciare Il cazzo che aveva in bocca. Stefania ammirava sia la tenacia di Enrico di resistere a quella bocca più calda dell’inferno, sia la maestria di Cinzia nel succhiarlo, mordicchiarlo, leccarlo. Sembrava quasi soffocare quando la cappella le toccava l’ugola, ma i suoi gemiti erano tutti scatenati dal piacere immenso che le procurava quel cazzo duro in bocca. Il suo corpo si divincolava sul letto, ogni tanto apriva e cosce e mostrava la fica bagnata, col clito ingrossato come un piccolo pene. Stefania cominciò a stropicciarsi la sua, quella scopata in bocca era più bella di una penetrazione nella fica. Appena Cinzia aprì le cosce, Stefania fu lesta a infilarci la testa. Subito l’odore di Cinzia le riempì le nari, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Aprì la bocca e cominciò a succhiare a leccare a baciare. Era quasi al massimo dell’eccitazione, sperò che i due venissero subito perché anche lei doveva scaricare quell’enorme tensione. Fu fortunata: dopo qualche attimo sentì l’urlo di Enrico che si stava scaricando nella bocca di Cinzia e sentì il lamento di questa mentre le sue cosce si stringevano attorno al capo di Stefania. Questa prese un po’ di respiro, uscì dalla stertta di Cinzia e piano piano si dette piacere, senza urlare, con un orgasmo fluido e sereno.
Un tiepido pomeriggio d’autunno. Cinzia e Stefania leggono sdraiate sul letto, una accanto all’altra. Cinzia ha il seno scoperto, sente caldo, ma in effetti le piace essere guardata dall’amica che con i suoi seni le piace giocare all’infinito, senza stancarsi. In effetti Cinzia ha due bei globuli rotondi, molto sodi e coronati da capezzoli grossi come lamponi; va in visibilio quando Stefania gliele succhia. E poi provoca, starebbe sempre a farseli succhiare e leccare. A Cinzia invece piace il culo di Stefania, glielo palpa spesso, tenero e burroso, ma le piace di più guardarglielo quando Enrico la incula: lei si mette a pecorina sul letto e gli offre spudoratamente i due buchi, piccolo e rotondo quello dell’ano e in verticale la fica, col buco in alto e il clito che si affaccia sopra. Uno spettacolo vederla in quel modo, pronta a ricevere il maschio in tutte e due le entrate. Quando lo fanno davanti a lei, si eccita moltissimo, quasi quasi vorrebbe essere lei il maschio che la penetra, così finisce col masturbarsi venendo contemporaneamente a loro.
«Se mi mostri le tette in questo modo mi fai venire voglia di strizzartele», dice Stefania. «E tu perché stai a gambe aperte? Vuoi che te la lecchi? Non guardarle e tu chiudi le cosce e non toccarti». «Tanto fra poco ci tocca metterci all’opera, si sveglia sempre col cazzo duro e ci chiede di ammansirglielo … ». «Bello il concetto di ammansirglielo, ha una bestia indomabile fra le gambe … A volte rischio si soffocarmi quando mi scopa la bocca … tu come fai a tollerarlo quando ti sodomizza?»- «Beh, ormai i miei sfinteri si sono abituati, come la tua bocca … Ne prenderesti due insieme?». «In bocca, dici? Forse sì, mai provato e sperimentare mi piace». «Mi fai baciare e toccare le tette?»- «Uhm … se tu mi fai toccare la fica …». Misero da parte i libri che stavano leggendo e si disposero in modo da esaudire le loro voglie. Non avevano fretta, il pomeriggio era dolce e più dolci erano le loro carezze. Così non si accorsero che Enrico si era svegliato, era entrato nella stanza ed ora si godeva la vista di quelle due femmine che dolcemente pomiciavano. Stava dietro Stefania intenta a succhiare e a leccare quelle tette bianche della Cinzia che intanto giocava con la sua fica polposa. Stefania sollecitata dall’altra muoveva il sedere, in parte scoperto: non aveva le mutandine, quindi Cinzia si riempiva le mani della sua fica nuda. Lo spettacolo per Enrico non era nuovo, ma ogni volta che vedeva le due donne in azione si meravigliava delle loro capacità di godere dei loro corpi. Si sbottonò i pantaloni e lo tirò fuori, lo accarezzò e quando fu pieno, lo scappellò. Cominciò a masturbarsi lentamente soffermandosi sulle chiappe di Stefania, ma poi fu lo sguardo di Cinzia che attirò il suo: lei guardava quello strumento che diventava sempre più duro, si era dimenticata di solleticare le intimità di Stefania, quel cazzo era bello, lo voleva: le sarebbe piaciuto sentirselo strofinare sulle natiche, tra le cosce, ma soprattutto lo voleva in bocca, sentirsi riempire la cavità orale. Si leccò le labbra, socchiuse la bocca e con lo sguardo lo invocò a darglielo. Stefania aveva visto i loro movimenti e si spostò al margine del letto. Anche lei lo avrebbe voluto, ma Cinzia era la moglie ed aveva la precedenza, lei era solo l’amica di tutte due.
Anche Cinzia si spostò. Si tolse la gonna e gli slip mostrando la sua fica polposa e il cespuglio di peli che la sovrastava; supina, mise la testa penzoloni e socchiuse la bocca. Enrico le si pose sopra, e tenendolo sempre, cominciò a strofinarle il cazzo sulle guance, sugli occhi, sulle labbra … Lei tirò fuori la lingua e quando poteva lo leccava. Appena lei aprì la bocca, lui glielo infilò dentro e lei serrò le labbra. Adesso la bocca di Cinzia, pensò Stefania, è come una fica, e un brivido le percorse la schiena. Vedeva il cazzo di Enrico entrare ed uscire ritmicamente, vedeva le gote di Cinzia stringersi quando lo succhiava ed allentarsi quando il cazzo si scontrava con le pareti interne della bocca. Enrico se ne stava ad occhi chiusi,il suo unico pensiero era quello di non sbagliare il movimento dell’ingresso. Cinzia era una campionessa nel muovere le labbra e la lingua. Essere scopata in bocca la eccitava moltissimo e si vedeva, perché non stava ferma con le mani, si stringeva le tette, se le portava ai fianchi, si contorceva col corpo, si rigirava nel letto ma senza lasciare Il cazzo che aveva in bocca. Stefania ammirava sia la tenacia di Enrico di resistere a quella bocca più calda dell’inferno, sia la maestria di Cinzia nel succhiarlo, mordicchiarlo, leccarlo. Sembrava quasi soffocare quando la cappella le toccava l’ugola, ma i suoi gemiti erano tutti scatenati dal piacere immenso che le procurava quel cazzo duro in bocca. Il suo corpo si divincolava sul letto, ogni tanto apriva e cosce e mostrava la fica bagnata, col clito ingrossato come un piccolo pene. Stefania cominciò a stropicciarsi la sua, quella scopata in bocca era più bella di una penetrazione nella fica. Appena Cinzia aprì le cosce, Stefania fu lesta a infilarci la testa. Subito l’odore di Cinzia le riempì le nari, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Aprì la bocca e cominciò a succhiare a leccare a baciare. Era quasi al massimo dell’eccitazione, sperò che i due venissero subito perché anche lei doveva scaricare quell’enorme tensione. Fu fortunata: dopo qualche attimo sentì l’urlo di Enrico che si stava scaricando nella bocca di Cinzia e sentì il lamento di questa mentre le sue cosce si stringevano attorno al capo di Stefania. Questa prese un po’ di respiro, uscì dalla stertta di Cinzia e piano piano si dette piacere, senza urlare, con un orgasmo fluido e sereno.
«Se mi mostri le tette in questo modo mi fai venire voglia di strizzartele», dice Stefania. «E tu perché stai a gambe aperte? Vuoi che te la lecchi? Non guardarle e tu chiudi le cosce e non toccarti». «Tanto fra poco ci tocca metterci all’opera, si sveglia sempre col cazzo duro e ci chiede di ammansirglielo … ». «Bello il concetto di ammansirglielo, ha una bestia indomabile fra le gambe … A volte rischio si soffocarmi quando mi scopa la bocca … tu come fai a tollerarlo quando ti sodomizza?»- «Beh, ormai i miei sfinteri si sono abituati, come la tua bocca … Ne prenderesti due insieme?». «In bocca, dici? Forse sì, mai provato e sperimentare mi piace». «Mi fai baciare e toccare le tette?»- «Uhm … se tu mi fai toccare la fica …». Misero da parte i libri che stavano leggendo e si disposero in modo da esaudire le loro voglie. Non avevano fretta, il pomeriggio era dolce e più dolci erano le loro carezze. Così non si accorsero che Enrico si era svegliato, era entrato nella stanza ed ora si godeva la vista di quelle due femmine che dolcemente pomiciavano. Stava dietro Stefania intenta a succhiare e a leccare quelle tette bianche della Cinzia che intanto giocava con la sua fica polposa. Stefania sollecitata dall’altra muoveva il sedere, in parte scoperto: non aveva le mutandine, quindi Cinzia si riempiva le mani della sua fica nuda. Lo spettacolo per Enrico non era nuovo, ma ogni volta che vedeva le due donne in azione si meravigliava delle loro capacità di godere dei loro corpi. Si sbottonò i pantaloni e lo tirò fuori, lo accarezzò e quando fu pieno, lo scappellò. Cominciò a masturbarsi lentamente soffermandosi sulle chiappe di Stefania, ma poi fu lo sguardo di Cinzia che attirò il suo: lei guardava quello strumento che diventava sempre più duro, si era dimenticata di solleticare le intimità di Stefania, quel cazzo era bello, lo voleva: le sarebbe piaciuto sentirselo strofinare sulle natiche, tra le cosce, ma soprattutto lo voleva in bocca, sentirsi riempire la cavità orale. Si leccò le labbra, socchiuse la bocca e con lo sguardo lo invocò a darglielo. Stefania aveva visto i loro movimenti e si spostò al margine del letto. Anche lei lo avrebbe voluto, ma Cinzia era la moglie ed aveva la precedenza, lei era solo l’amica di tutte due.
Anche Cinzia si spostò. Si tolse la gonna e gli slip mostrando la sua fica polposa e il cespuglio di peli che la sovrastava; supina, mise la testa penzoloni e socchiuse la bocca. Enrico le si pose sopra, e tenendolo sempre, cominciò a strofinarle il cazzo sulle guance, sugli occhi, sulle labbra … Lei tirò fuori la lingua e quando poteva lo leccava. Appena lei aprì la bocca, lui glielo infilò dentro e lei serrò le labbra. Adesso la bocca di Cinzia, pensò Stefania, è come una fica, e un brivido le percorse la schiena. Vedeva il cazzo di Enrico entrare ed uscire ritmicamente, vedeva le gote di Cinzia stringersi quando lo succhiava ed allentarsi quando il cazzo si scontrava con le pareti interne della bocca. Enrico se ne stava ad occhi chiusi,il suo unico pensiero era quello di non sbagliare il movimento dell’ingresso. Cinzia era una campionessa nel muovere le labbra e la lingua. Essere scopata in bocca la eccitava moltissimo e si vedeva, perché non stava ferma con le mani, si stringeva le tette, se le portava ai fianchi, si contorceva col corpo, si rigirava nel letto ma senza lasciare Il cazzo che aveva in bocca. Stefania ammirava sia la tenacia di Enrico di resistere a quella bocca più calda dell’inferno, sia la maestria di Cinzia nel succhiarlo, mordicchiarlo, leccarlo. Sembrava quasi soffocare quando la cappella le toccava l’ugola, ma i suoi gemiti erano tutti scatenati dal piacere immenso che le procurava quel cazzo duro in bocca. Il suo corpo si divincolava sul letto, ogni tanto apriva e cosce e mostrava la fica bagnata, col clito ingrossato come un piccolo pene. Stefania cominciò a stropicciarsi la sua, quella scopata in bocca era più bella di una penetrazione nella fica. Appena Cinzia aprì le cosce, Stefania fu lesta a infilarci la testa. Subito l’odore di Cinzia le riempì le nari, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Aprì la bocca e cominciò a succhiare a leccare a baciare. Era quasi al massimo dell’eccitazione, sperò che i due venissero subito perché anche lei doveva scaricare quell’enorme tensione. Fu fortunata: dopo qualche attimo sentì l’urlo di Enrico che si stava scaricando nella bocca di Cinzia e sentì il lamento di questa mentre le sue cosce si stringevano attorno al capo di Stefania. Questa prese un po’ di respiro, uscì dalla stertta di Cinzia e piano piano si dette piacere, senza urlare, con un orgasmo fluido e sereno.
Un tiepido pomeriggio d’autunno. Cinzia e Stefania leggono sdraiate sul letto, una accanto all’altra. Cinzia ha il seno scoperto, sente caldo, ma in effetti le piace essere guardata dall’amica che con i suoi seni le piace giocare all’infinito, senza stancarsi. In effetti Cinzia ha due bei globuli rotondi, molto sodi e coronati da capezzoli grossi come lamponi; va in visibilio quando Stefania gliele succhia. E poi provoca, starebbe sempre a farseli succhiare e leccare. A Cinzia invece piace il culo di Stefania, glielo palpa spesso, tenero e burroso, ma le piace di più guardarglielo quando Enrico la incula: lei si mette a pecorina sul letto e gli offre spudoratamente i due buchi, piccolo e rotondo quello dell’ano e in verticale la fica, col buco in alto e il clito che si affaccia sopra. Uno spettacolo vederla in quel modo, pronta a ricevere il maschio in tutte e due le entrate. Quando lo fanno davanti a lei, si eccita moltissimo, quasi quasi vorrebbe essere lei il maschio che la penetra, così finisce col masturbarsi venendo contemporaneamente a loro.
«Se mi mostri le tette in questo modo mi fai venire voglia di strizzartele», dice Stefania. «E tu perché stai a gambe aperte? Vuoi che te la lecchi? Non guardarle e tu chiudi le cosce e non toccarti». «Tanto fra poco ci tocca metterci all’opera, si sveglia sempre col cazzo duro e ci chiede di ammansirglielo … ». «Bello il concetto di ammansirglielo, ha una bestia indomabile fra le gambe … A volte rischio si soffocarmi quando mi scopa la bocca … tu come fai a tollerarlo quando ti sodomizza?»- «Beh, ormai i miei sfinteri si sono abituati, come la tua bocca … Ne prenderesti due insieme?». «In bocca, dici? Forse sì, mai provato e sperimentare mi piace». «Mi fai baciare e toccare le tette?»- «Uhm … se tu mi fai toccare la fica …». Misero da parte i libri che stavano leggendo e si disposero in modo da esaudire le loro voglie. Non avevano fretta, il pomeriggio era dolce e più dolci erano le loro carezze. Così non si accorsero che Enrico si era svegliato, era entrato nella stanza ed ora si godeva la vista di quelle due femmine che dolcemente pomiciavano. Stava dietro Stefania intenta a succhiare e a leccare quelle tette bianche della Cinzia che intanto giocava con la sua fica polposa. Stefania sollecitata dall’altra muoveva il sedere, in parte scoperto: non aveva le mutandine, quindi Cinzia si riempiva le mani della sua fica nuda. Lo spettacolo per Enrico non era nuovo, ma ogni volta che vedeva le due donne in azione si meravigliava delle loro capacità di godere dei loro corpi. Si sbottonò i pantaloni e lo tirò fuori, lo accarezzò e quando fu pieno, lo scappellò. Cominciò a masturbarsi lentamente soffermandosi sulle chiappe di Stefania, ma poi fu lo sguardo di Cinzia che attirò il suo: lei guardava quello strumento che diventava sempre più duro, si era dimenticata di solleticare le intimità di Stefania, quel cazzo era bello, lo voleva: le sarebbe piaciuto sentirselo strofinare sulle natiche, tra le cosce, ma soprattutto lo voleva in bocca, sentirsi riempire la cavità orale. Si leccò le labbra, socchiuse la bocca e con lo sguardo lo invocò a darglielo. Stefania aveva visto i loro movimenti e si spostò al margine del letto. Anche lei lo avrebbe voluto, ma Cinzia era la moglie ed aveva la precedenza, lei era solo l’amica di tutte due.
Anche Cinzia si spostò. Si tolse la gonna e gli slip mostrando la sua fica polposa e il cespuglio di peli che la sovrastava; supina, mise la testa penzoloni e socchiuse la bocca. Enrico le si pose sopra, e tenendolo sempre, cominciò a strofinarle il cazzo sulle guance, sugli occhi, sulle labbra … Lei tirò fuori la lingua e quando poteva lo leccava. Appena lei aprì la bocca, lui glielo infilò dentro e lei serrò le labbra. Adesso la bocca di Cinzia, pensò Stefania, è come una fica, e un brivido le percorse la schiena. Vedeva il cazzo di Enrico entrare ed uscire ritmicamente, vedeva le gote di Cinzia stringersi quando lo succhiava ed allentarsi quando il cazzo si scontrava con le pareti interne della bocca. Enrico se ne stava ad occhi chiusi,il suo unico pensiero era quello di non sbagliare il movimento dell’ingresso. Cinzia era una campionessa nel muovere le labbra e la lingua. Essere scopata in bocca la eccitava moltissimo e si vedeva, perché non stava ferma con le mani, si stringeva le tette, se le portava ai fianchi, si contorceva col corpo, si rigirava nel letto ma senza lasciare Il cazzo che aveva in bocca. Stefania ammirava sia la tenacia di Enrico di resistere a quella bocca più calda dell’inferno, sia la maestria di Cinzia nel succhiarlo, mordicchiarlo, leccarlo. Sembrava quasi soffocare quando la cappella le toccava l’ugola, ma i suoi gemiti erano tutti scatenati dal piacere immenso che le procurava quel cazzo duro in bocca. Il suo corpo si divincolava sul letto, ogni tanto apriva e cosce e mostrava la fica bagnata, col clito ingrossato come un piccolo pene. Stefania cominciò a stropicciarsi la sua, quella scopata in bocca era più bella di una penetrazione nella fica. Appena Cinzia aprì le cosce, Stefania fu lesta a infilarci la testa. Subito l’odore di Cinzia le riempì le nari, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Aprì la bocca e cominciò a succhiare a leccare a baciare. Era quasi al massimo dell’eccitazione, sperò che i due venissero subito perché anche lei doveva scaricare quell’enorme tensione. Fu fortunata: dopo qualche attimo sentì l’urlo di Enrico che si stava scaricando nella bocca di Cinzia e sentì il lamento di questa mentre le sue cosce si stringevano attorno al capo di Stefania. Questa prese un po’ di respiro, uscì dalla stertta di Cinzia e piano piano si dette piacere, senza urlare, con un orgasmo fluido e sereno.
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