Pronto?
di
Laura m
genere
saffico
• Pronto, Valeria?
• Sì, sono io, ciao Paola.
• Ho voglia di te, posso venire?
• Non sono sola ...- Proprio voglia?
• Sì ...
• Ti tocchi?
• Mi sono toccata, sì, pensandoti
• Che amore che sei! Ti stai toccando anche adesso?
• Sì ...
• Cosa ti tocchi?
• La fica ... voglio la tua lingua
• Dai, vestiti e vieni, fra mezz’ora, va bene?
• Sì, fra trenta minuti ... ti bacio ...
Chiuse il telefono, lo posò sul tavolo, guardò l’orologio: aveva ancora dieci minuti di tempo. Si sdraiò sul divano, si tolse le mutandine e allargò le gambe. L’immagine di Valeria si presentò ai suoi occhi: bella donna matura, dai fianchi larghi, dal seno turgido, dalle cosce bianche, dalla fica polposa, con sopra un bel ciuffo scuro. Chiuse gli occhi, immaginò che Valeria si masturbasse davanti a lei ... Sì, desiderava quella fica ... le sue mani tormentavano la sua, al pensiero che fra poco l’avrebbe vista da vicino, l’avrebbe toccata, leccata ebbe un brivido di passione. Si premette la vagina con tutte e due le mani, se la strofinò con forza ed ebbe l’orgasmo.
Aspettò che le passasse il fiatone, poi si alzò, andò in bagno, si lavò, si mise uno slip pulito, una rassettata ai capelli, la giacca e via ... verso il piacere.
Guidò con lentezza perché voleva arrivare senza affanno. Posteggiò davanti al cancello della villetta, suonò il campanello e tirò un profondo respiro. Quasi immediatamente sentì lo scatto elettrico della serratura, entrò, percorse quei pochi metri del vialetto e si presentò alla porta mentre Valeria la apriva.
Si abbracciarono con energia, le bocche si cercarono e si aprirono per fare entrare le lingue. Paola sentì che Valeria le prendeva la mano e la dirigeva verso il basso. Sì, la portò proprio in mezzo alle sue gambe; quando arrivò al punto giusto, Paola capì che l’amica era senza mutandine. “Vuoi proprio questa?” – “Sì, voglio la tua fica ... Fammene riempire la mano, bella morbida, calda ... te la voglio leccare, ne ho un desiderio pazzo ... andiamo di là, sul letto”.
Ancora abbracciate, andarono in camera da letto. Valeria si sedette sulla sponda, a gambe larghe, la sua fica era lì, prorompente. “Sì, amore, vieni, amami, leccami”. Paola si avvicinò all’amica, si inginocchiò avanti a lei, mettendole le mani sulle ginocchia. Le piaceva guardare l’amica nella sua intimità, percorrerne con gli occhi la fessura tra le grandi labbra, così grosse succose, le piaceva la folta peluria che stava al di sopra, quasi a coprire un tesoro. Si leccò le labbra e si abbassò. Ora la sua testa percorreva il corridoio fra le cosce, sentiva già l’odore dell’amica, lo aspirò a bocca aperta. Quell’afrore misto di caldo e di profumi femminili la eccitò ancora di più. Depose un bacio sul fiore dell’amica, vi si soffermò a lungo, ora facendo saettare la sua lingua sulle labbra, sul clitoride, ora mordicchiandolo, ora cercando di penetrarlo. Sentiva Valeria lasciar qualche gemito, poi fu costretta ad essere più focosa perché le mani dell’amica le tenevano ferma la testa, la tiravano verso di lei, le facevano spostare la bocca là dove il desiderio era più forte. I mugolii divennero più frequenti e furono sentiti da Fabio, che si affacciò sulla porta per veder cosa stesse succedendo. Valeria se ne accorse e con cenni della mano e degli occhi gli ordinò di andare via e di aspettare un po’ di tempo prima di entrare di nuovo. Poi si riconcentrò sulla sua intimità in cui una lingua infocata la stava facendo impazzire; ogni tanto Paola smetteva di leccare e baciare, stringeva la sua bocca sulla fica di Valeria e gliela succhiava, così come succhiava il clito che si era ingrossato e indurito. L’avrebbe mangiata, potendo. Poi sentì che le cosce di Valeria si stringevano: era il segnale che stava per avere l’orgasmo. Paola si preparò, cercò di respirare il più possibile perché la stretta delle cosce sarebbe diventata sempre più energica, quasi soffocandola. Doveva resistere, non poteva interrompere tutto. Il mugolio di Valeria divenne più forte, cominciò a tremare ... mezzo minuto dopo si sentì l’urlo di Valeria attenuato dalla mano sulla bocca. Paola stette ancora un po’ ferma con la testa stretta dalle cosce dell’amica; sentì a poco a poco allentarsi il tremolio, le cosce allargarsi e lasciarla emergere dalla strettoia. Respirò profondamente ed aprì gli occhi: Valeria giaceva abbandonata, sfinita. Negli ultimi momenti si era denudata il seno e se lo era accarezzato e strizzato. I capezzoli erano duri e ritti, la sua bocca semichiusa, con la lingua si leccava le labbra. Paola lentamente si alzò, si stese sull’amica, andò a baciarle i seni, a succhiarle i capezzoli, poi congiunse la sua bocca a quella dell’amica in un lungo estenuante bacio. Si tolse la camicetta e il reggiseno per poter appoggiare il suo petto nudo su quello morbido di Valeria.
“Sei un’amante perfetta”, le disse. “Ora anch’io ho voglia della tua fica, lasciami prendere fiato ... ti voglio ricambiare”.
Stettero un poco a rilassarsi, poi si spogliarono del tutto e si distesero una accanto all’altra. Si fecero un bel po’ di coccole, poi Paola si rigirò e si distese sull’amica: adesso poteva di nuovo giocare con il sesso dell’amica e contemporaneamente offrire a lei la stessa opportunità.
• Sì, sono io, ciao Paola.
• Ho voglia di te, posso venire?
• Non sono sola ...- Proprio voglia?
• Sì ...
• Ti tocchi?
• Mi sono toccata, sì, pensandoti
• Che amore che sei! Ti stai toccando anche adesso?
• Sì ...
• Cosa ti tocchi?
• La fica ... voglio la tua lingua
• Dai, vestiti e vieni, fra mezz’ora, va bene?
• Sì, fra trenta minuti ... ti bacio ...
Chiuse il telefono, lo posò sul tavolo, guardò l’orologio: aveva ancora dieci minuti di tempo. Si sdraiò sul divano, si tolse le mutandine e allargò le gambe. L’immagine di Valeria si presentò ai suoi occhi: bella donna matura, dai fianchi larghi, dal seno turgido, dalle cosce bianche, dalla fica polposa, con sopra un bel ciuffo scuro. Chiuse gli occhi, immaginò che Valeria si masturbasse davanti a lei ... Sì, desiderava quella fica ... le sue mani tormentavano la sua, al pensiero che fra poco l’avrebbe vista da vicino, l’avrebbe toccata, leccata ebbe un brivido di passione. Si premette la vagina con tutte e due le mani, se la strofinò con forza ed ebbe l’orgasmo.
Aspettò che le passasse il fiatone, poi si alzò, andò in bagno, si lavò, si mise uno slip pulito, una rassettata ai capelli, la giacca e via ... verso il piacere.
Guidò con lentezza perché voleva arrivare senza affanno. Posteggiò davanti al cancello della villetta, suonò il campanello e tirò un profondo respiro. Quasi immediatamente sentì lo scatto elettrico della serratura, entrò, percorse quei pochi metri del vialetto e si presentò alla porta mentre Valeria la apriva.
Si abbracciarono con energia, le bocche si cercarono e si aprirono per fare entrare le lingue. Paola sentì che Valeria le prendeva la mano e la dirigeva verso il basso. Sì, la portò proprio in mezzo alle sue gambe; quando arrivò al punto giusto, Paola capì che l’amica era senza mutandine. “Vuoi proprio questa?” – “Sì, voglio la tua fica ... Fammene riempire la mano, bella morbida, calda ... te la voglio leccare, ne ho un desiderio pazzo ... andiamo di là, sul letto”.
Ancora abbracciate, andarono in camera da letto. Valeria si sedette sulla sponda, a gambe larghe, la sua fica era lì, prorompente. “Sì, amore, vieni, amami, leccami”. Paola si avvicinò all’amica, si inginocchiò avanti a lei, mettendole le mani sulle ginocchia. Le piaceva guardare l’amica nella sua intimità, percorrerne con gli occhi la fessura tra le grandi labbra, così grosse succose, le piaceva la folta peluria che stava al di sopra, quasi a coprire un tesoro. Si leccò le labbra e si abbassò. Ora la sua testa percorreva il corridoio fra le cosce, sentiva già l’odore dell’amica, lo aspirò a bocca aperta. Quell’afrore misto di caldo e di profumi femminili la eccitò ancora di più. Depose un bacio sul fiore dell’amica, vi si soffermò a lungo, ora facendo saettare la sua lingua sulle labbra, sul clitoride, ora mordicchiandolo, ora cercando di penetrarlo. Sentiva Valeria lasciar qualche gemito, poi fu costretta ad essere più focosa perché le mani dell’amica le tenevano ferma la testa, la tiravano verso di lei, le facevano spostare la bocca là dove il desiderio era più forte. I mugolii divennero più frequenti e furono sentiti da Fabio, che si affacciò sulla porta per veder cosa stesse succedendo. Valeria se ne accorse e con cenni della mano e degli occhi gli ordinò di andare via e di aspettare un po’ di tempo prima di entrare di nuovo. Poi si riconcentrò sulla sua intimità in cui una lingua infocata la stava facendo impazzire; ogni tanto Paola smetteva di leccare e baciare, stringeva la sua bocca sulla fica di Valeria e gliela succhiava, così come succhiava il clito che si era ingrossato e indurito. L’avrebbe mangiata, potendo. Poi sentì che le cosce di Valeria si stringevano: era il segnale che stava per avere l’orgasmo. Paola si preparò, cercò di respirare il più possibile perché la stretta delle cosce sarebbe diventata sempre più energica, quasi soffocandola. Doveva resistere, non poteva interrompere tutto. Il mugolio di Valeria divenne più forte, cominciò a tremare ... mezzo minuto dopo si sentì l’urlo di Valeria attenuato dalla mano sulla bocca. Paola stette ancora un po’ ferma con la testa stretta dalle cosce dell’amica; sentì a poco a poco allentarsi il tremolio, le cosce allargarsi e lasciarla emergere dalla strettoia. Respirò profondamente ed aprì gli occhi: Valeria giaceva abbandonata, sfinita. Negli ultimi momenti si era denudata il seno e se lo era accarezzato e strizzato. I capezzoli erano duri e ritti, la sua bocca semichiusa, con la lingua si leccava le labbra. Paola lentamente si alzò, si stese sull’amica, andò a baciarle i seni, a succhiarle i capezzoli, poi congiunse la sua bocca a quella dell’amica in un lungo estenuante bacio. Si tolse la camicetta e il reggiseno per poter appoggiare il suo petto nudo su quello morbido di Valeria.
“Sei un’amante perfetta”, le disse. “Ora anch’io ho voglia della tua fica, lasciami prendere fiato ... ti voglio ricambiare”.
Stettero un poco a rilassarsi, poi si spogliarono del tutto e si distesero una accanto all’altra. Si fecero un bel po’ di coccole, poi Paola si rigirò e si distese sull’amica: adesso poteva di nuovo giocare con il sesso dell’amica e contemporaneamente offrire a lei la stessa opportunità.
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