Versione di greco
di
Laura m
genere
saffico
VERSIONE DI GRECO
Erano le tre del pomeriggio. Daniela non sarebbe venuta prima delle quattro, poteva dunque rilassarsi un poco, perché dopo con la versione di greco c’era da affaticarsi molto. Dato che quel pomeriggio in casa non c’era nessuno, ne approfittò per prendersi una libertà ce era meglio non far conoscere ad altri. Accese, dunque, il computer e andò a cercare il suo sito preferito. Aveva scoperto che c’era un sito che pubblicava foto spinte, di uomini e donne, nudi e in pose un po´sconce. Eccolo, lo aprì e subito comparve un bel ragazzo, muscoloso, indossava solo uno slip. Immaginò che potesse essere il suo ragazzo, di accarezzargli il viso e poi le spalle, il torace. Chissà cosa nascondeva sotto gli slip… passò avanti. Stavolta nella foto c’era un altro giovane, ripreso di spalle; questo era nudo e mostrava due natiche belle sode … sarebbe stato piacevole toccargliele? Boh. La foto successiva era di una ragazza prosperosa, in topless: belle le tette, tonde e armoniose. Le parti intime erano ricoperte da una sottilissima striscia di stoffa che al centro aveva un notevole rigonfiamento. Era la fica? Così grossa? Elvira pensò alla sua che invece appariva piatta … Andò avanti, ecco un altro maschio, nudo ma stavolta interamente, con un bel pisello che gli pendeva tra le gambe. Se fosse stato il suo ragazzo glie l’avrebbe dovuto toccare? Chissà che sensazione … La foto successiva era quella di una donna, fotografata da dietro: lei stava china e mostrava due belle natiche, tra le quali si nascondeva qualcosa che a Elvira ricordò una grossa albicocca. Caspita che fiche grosse! Ma se mi metto in quella posizione, pensò, anche la mia assumerebbe quella forma? Però ... fa una bella impressione … Si alzò , andò davanti allo specchio e imitò la posa della foto, ma non riusciva a vedere se l’effetto era eguale. Tornò a sedersi. Nel piccolo monitor del telefono vide una parola di cui prima non si era accorta: video. Vi cliccò su e vide che le foto si animavano: ecco il giovane di prima, quello con gli slip. Si muoveva lentamente e si tirava giù gli slip: a poco a poco comparve il suo pisello, che però non era pendulo come quell’altro: questo era dritto e ritto e grosso. Lui lo teneva in mano e l’accarezzava. Apparve una didascalia: “egli è eccitato, pensa alla sua ragazza e si masturba”. E le ragazze quando pensano al fidanzato che fanno? Si domandò Elvira e cercò di saperlo scorrendo velocemente i video fino a trovare il sito delle donne. Eccolo: c’era una ragazza che si stropicciava i seni, la didascalia diceva: “Pat immagina che il ragazzo giochi con le sue tette”. Istintivamente si portò una mano sul seno, se lo toccò, lo accarezzò e lo strinse. Chiuse gli occhi e immaginò che a toccarla fosse uno di quei giovani delle foto. Mentre le stropicciava il seno, il coso gli era venuto duro? Passò oltre. La ragazza seguente era più attraente. Era bella, ben fatta, tutta nuda, continuava a tenere la lingua fuori della bocca e con essa si leccava continuamente le labbra. Le mani accarezzavano i seni, li stringevano, le dita si attorcigliavano attorno ai capezzoli. La didascalia diceva: “Lei vuole ripetere il piacere provato ieri sera con il suo ragazzo”. Vediamo come, si domandò Elvira. Ecco come. Le mani della ragazza lasciarono i seni e scesero lentamente lungo il corpo, poi aprirono le gambe. Che bella che era! Una fica piccola, sormontata da un po’ di peluria, con il clito che appena usciva dalle grandi labbra. La ragazza cominciò a carezzarsela, se la palpava; poi si mise più comoda, tirò su le gambe piegando i ginocchi e allora la fica apparve in tutta la sua magnificenza. Ora se la chiudeva nella mano, ora si infilava un dito dentro … Elvira era quasi impazzita, non aveva visto mai nulla di simile. Vero è che ogni tanto si tocchicchiava, ma quella masturbazione era fantastica. Si eccitò, portò una mano sulla fica, aveva le mutandine, le scostò, voleva sentire direttamente le sue dita. Con gli occhi seguiva i movimenti della ragazza e con le mani cercava di imitarla. Durò qualche minuto, poi si ritrovò tutta bagnata e ansimante. Spense il computer e cercò di prender fiato.
Daniela arrivò puntuale. Elvira aveva avuto modo di lavarsi e riassettarsi. Si misero subito al lavoro. La versione di greco non era poi così difficile, tanto che dopo circa mezz’ora avevano finito. Avevano un po’ di tempo per chiacchierare. Elvira aveva l’ardente desiderio di comunicare all’amica la scoperta fatta qualche ora prima, ma non sapeva come cominciare il discorso, si vergognava, conosceva Daniela ma non sapeva se avrebbe accettato un argomento così scabroso. Poi, forse, trovò la chiave: “Tu guardi tutto sul tuo computer? Io, per caso, ho trovato un sito strano”. “Che sito?”. “Boh, c’erano uomini e donne nudi”. “Ce ne sono a centinaia, ci sono anche quelli in cui fanno sesso di tutti i tipi”. “Di tutti i tipi? In che senso?”. “Vedo che sei digiuna di molte cose. Io guardo questi video, alcuni sono belli, altri inguardabili … fanno certe cose…”. “Che fanno?”. “Ora ti faccio vedere, accendi il computer, ti insegno io … hai mai visto donne che fanno sesso tra di loro?”. “Tra di loro? Due donne? No, poco fa ho vista una nuda che si toccava … anche laggiù …”. “Cioè si masturbava”. “Sì…”. “E tu l’hai imitata?”. Elvira si turbò. Le doveva rispondere? Daniela si accorse d’essere stata troppo impulsiva, così per stemperare la tensione disse: “Io lo faccio, guardo le scene e mi eccito; quindi non vergognarti, è una cosa naturale … dai, vediamoci un video che mi piace moltissimo”. Dette le indicazioni di cosa fare e aspettarono quialche secondo. Ecco, le prime immagini … due belle ragazze con i vestiti molto aderenti: una di fronte all’altra, si guardavano intensamente negli occhi. Poi si sfiorarono le bocche, si baciarono. Elvira vide che tiravano fuori la lingua, si leccavano le labbra reciprocamente, poi, a turno, le lingue entrarono in bocca, se le succhiarono … Elvira allora capì perché la ragazza che aveva visto prima si leccava le labbra: imitava da sola quello che adesso vedeva fare alle due ragazze. Girò lo sguardo verso Daniela, la vide assorta a guardare il video, con le labbra socchiuse e la punta della lingua sporgente. Riguardò il video: ora mentre si baciavano appassionatamente, una delle due ragazze accarezzava il sedere dell’altra, le palpava le chiappe, le stringeva e poi a poco a poco le tirava su la gonna. “Guarda bene ora”, le disse Daniela. Elvira concentrò lo sguardo sul monitor e vide che la gonna era risalita e aveva scoperto un sedere bellissimo, rotondo, bianco. Ora la carezza era fatta direttamente sulla pelle, sulla carne dell’altra ragazza, che non si stancava di percorrere i due glutei ora con dolcezza ora con una certa ruvidezza. “Che bel culo”, disse Daniela, “come mi piacerebbe palparlo…”. Elvira non disse nulla, si limitò a fissare la scena sul monitor. Ora anche l’altra ragazza scopriva il sedere dell’amica, poi la spogliò completamente. Che bel seno, pensò Elvira e poi si bloccò a guardare Daniela che mentre si accarezzava il seno sussurrò: “Guarda come le succhia i capezzoli … come vorrei essere lì …”. Le due stettero un po’ a giocare con i loro seni, se li toccarono, accarezzarono, succhiarono a turno. La scena era veramente eccitante ed Elvira cominciò a provare sensazioni strane, quasi sconosciute, rivolgeva lo sguardo ora al monitor, ora a Daniela che continuava a stropicciarsi il seno. Poi, una delle ragazze dello schermo invitò l’altra a stendersi su un divano, le allargò le gambe e le sfilò gli slip; si inginocchiò e ficcò la testa tra le cosce dell’altra. La scena successiva creò in Elvira un forte turbamento: mai avrebbe immaginato che le donne si amassero in quel modo. Vide la bocca e la lingua della ragazza inginocchiata posarsi sulla fica dell’altra, leccarla, baciarla, quasi mangiarla, con grande godimento dell’altra come si capiva dalle espressioni del suo viso, dei suoi occhi, della sua bocca aperta, quasi le mancasse il respiro. “Bello! Bello! Bello!”, gridava Daniela che intanto si era liberata di maglietta e reggiseno e faceva sventolare le sue tette. “Mi voglio masturbare!” e si portò una mano fra le gambe. Elvira non sapeva che fare: guardava lo schermo, guardava Daniela, anche lei avrebbe voluto toccarsi. “Spogliati!” le ingiunse Daniela, “Fammi vedere le tue tette”. Quasi ipnotizzata Elvira si sollevò la maglietta e tirò fuori dal reggiseno le tette. Daniela gliele accarezzò e fu come se una scossa elettrica avesse colpito il corpo di Elvira che partita dal seno le arrivò dritta dritta fra le gambe. “Bello!”, esclamò. “Cosa bello?” domandò Daniela. “Il sentire la tua mano sul mio petto”. “Vuoi che lo faccia ancora?”. “Sì”- “Spegniamo il computer”. Elvira, che aveva cominciato a capire e non provava più pudore per quello che stavano facendo, spense il computer. L’idea che Daniela potesse toccarle e baciarle le tette la eccitava moltissimo. Si liberò totalmente della maglietta e del reggiseno e offrì i suoi tesori all’amica. Questa le ammirò per qualche secondo, poi cominciò a palparle delicatamente. “Come sono belle, morbide, grosse … le mie son più piccole, dopo te le faccio toccare … e che bei capezzoli, sembrano fragole … fammele leccare, fatti succhiare i capezzoli”. E intanto traduceva in fatti ciò che diceva: toccava, leccava, succhiava. Elvira era preda dell’eccitazione, altro che i suoi timidi toccamenti, Daniela le stava facendo provare sensazioni nuove e profonde. Il piacere che l’amica le dava succhiandole i capezzoli si diffondeva per tutto il suo corpo e andava ad accumularsi in mezzo alle gambe, là dove c’era la … sì sì... la fica. Dove spontaneamente si portò la mano per toccarsela. Daniela se ne accorse: “Che fai? Ti tocchi? Vuoi che lo faccia io?”. “Lo vuoi fare?, io mai fatto. Forse è meglio andare sul mio lettino, è più comodo”. “Hai ragione, qui su queste sedie è scomodo … Facciamo come nel film che abbiamo visto?”. “Sì, vieni.”. Raccolsero gli indumenti che si erano tolte e Elvira guidò l’amica verso la sua camera da letto, una stanza piccola ma accogliente. Elvira chiuse la porta a chiave, potyeva inaspettatamente venire qualcuno; poi abbracciò l’amica: “Baciami in bocca, come nel film …”. Daniela non se lo fece ripetere: la strinse a sé, le appoggiò le labbra sulla bocca e la baciò, le infilò dentro la lingua e le perlustrò la cavità orale, mentre le sue mani le stringevano le chiappe. “Succhiami la lingua … “ . “ E come?” farfugliò Elvira. “Fai come faccio io, dammi la tua lingua”. Elvira gliela porse, Daniela la prese fra le labbra e cominciò a succhiarla. Elvira ne fu elettrizzata, si fece succhiare, succhiò a sua volta, mentre sentiva le mani dell’amica che le palpavano le natiche. “Hai anche un bel culo, oltre alle belle tette”, le disse Daniela. “Toccamelo, ma tu fammi toccare il tuo”. “Sì .. aspetta” e nel dir così si slacciò la gonna e la fece cadere a terra. Elvira sentì sotto la sua carezza due glutei sodi, più piccoli dei suoi ma simpatici. Mai avrebbe pensato che giocare in quel modo con un’amica fosse così piacevole. Poi sentì che una mano di Daniela si spostava dal culo verso il davanti, sentì che le toccava la fica. Fece un movimento all’indietro, per evitare quell’impatto, ma Daniela fu pronta a tirarla a sé. La sua mano coprì tutto l’apparato genitale dell’amica. “Non aver timore, ti accarezzo soltanto: ecco, ora sento nel palmo della mano la tua fica … ti piace se te la tengo così?”. Elvira non poté rispondere perché Daniela le aveva infilato la lingua in bocca … “Ora te l’accarezzo tutta, poi passo un dito sulla fessura, senti? Questo bottoncino qua è il tuo clito, lo senti? Fra poco sotto le mie dita indurirà un poco … hai un bel pelo, mi piace. Ora vado più giù, ti apro le grandi labbra e ti tocco la buchetta … così … ti piace?”. Elvira non disse niente e istintivamente allargò le gambe. “Ti piace, vedo … toccami anche tu, mettiamoci sdraiate e tocchiamoci”. Si misero a letto, incollarono la bocca su quella dell’amica e si cercarono fra le gambe con mani ansiose. Per Elvira era la prima volta in assoluto. “Tu l’hai già fatto?” chiese all’amica. “Sì, diverse volte …”. “Con chi?”. “Per te è importante saperlo?”. “No”, disse Elvira con una punta di gelosia. “Ora ti voglio vedere la fica”, disse Daniela. Si scostò dall’amica, le si mise in ginocchio davanti. La prese per le caviglie e le divaricò le gambe. Che splendore! Non aveva detto all’amica con chi l’aveva fatto, ma era stata con la zia, che aveva quasi cinquanta anni, con una fica bella e polposa, ma un po’ in declino. Quella di Elvira era una fica vergine, mai toccata, ancora, bella quanto la sua che ogni tanto si guardava mettendosi davanti allo specchio, mentre si masturbava. Aveva un ciuffo di pelo rigoglioso che le copriva tutto il pube e che rendeva ancora più appetitose le grandi labbra separate da una profonda fessura. Gliela toccò, le cercò il clito che prese tra pollici e indice. Sentì il gemito di Elvira. “Ti piace quello che faccio?”. “Sì sì” disse ansimando Elvira. “Hai una bella fica, ora te l’accarezzo e ti masturbo un po’, così … ti piace?”. La baciò in bocca, con la lingua, mentre continuava a manovrare dentro la patata di Elvira. “Ora vado più giù, questo è il buchetto, ora ci metto un dito dentro … ti piace?”. Non aspettò la risposta che era però chiara nei brividi di piacere che percorrevano il corpo dell’amica. “Ora voglio sentire il tuo sapore; allarga le gambe … di più apriti tutta così …”. Aiutò l’amica a divaricare le gambe e a mostrare la sua intimità, dalla fica all’ano. “Sei bellissima … ora ti lecco …”. Cominciò dai seni, poi scese già sulla pancia, sul ventre, rovistò con la lingua tra il ciuffo di peli; trovò il clito, lo baciò, lo leccò, lo succhiò. Per maggiore comodità mise le mani sotto il sedere di Elvira e la sollevò un po’. Leccava e succhiava, poi la punta della sua lingua trovò l’ingresso della vagina. Elvira cominciò a lamentarsi e ciò eccitò ancora di più Daniela che ora cominciò a dare dei piccoli colpi dentro la fica con la punta della lingua; poi si fermava e leccava gli umori e poi tornava a colpire con la lingua il punto debole. Continuò così fino a quando Elvira le strinse la testa fra le cosce, quasi impedendole di respirare. Strinse, strinse forte fino al sussulto e all’urlo che Elvira aveva cercato di trattenere portandosi una mano sulla bocca. Aveva avuto il suo primo indimenticabile orgasmo.
Ci fu qualche momento di tregua. Daniela si asciugò il viso con il lenzuolo, poi dopo che il respiro di Elvira era tornato normale, disse: “Ora tocca a te … no, non muoverti, stai ferma così … “. Si chinò fino a toccare con la bocca la fica dell’amica, la baciò, la leccò; poi sempre leccando cominciò a risalire: prima il ciuffo dei peli, poi il ventre, poi l’ombelico attorno al quale descrisse un cerchio con la punta della lingua. Poi arrivò alle tette con le quali giocò a lungo con la bocca, stringendone i capezzoli, succhiandoli. Poi, mettendosi a cavalcioni sul corpo della ragazza, strofinò la sua fica su quelle tette belle e dure; poi lentamente avanzò fino a che la sua fica non fu sulla bocca di Elvira. “Amore, adesso tocca a te, leccami”. Elvira ebbe qualche attimo di perplessità, mai aveva pensato di dover fare una cosa del genere. Però Daniela le aveva fatto provare un grande piacere, prima sconosciuto, era in debito con lei. Sì, toccava a lei. Si fece coraggio e tirò fuori la lingua e timidamente l’appoggiò alle parti intime di Daniela. “Sì, amore, così, ma con più decisione”. Confortata dall’amica Elvira si dette da fare e man mano che andava avanti provava piacere a sentire l’odore e i sapori dell’amica. Era bello leccare la fica, era bello baciarla ed anche stringerla fra le labbra, succhiarla. Tenendo le mani sul culo dell’amica la sollevò un po’ perché le stava mancando il respiro, “Non smettere” gridò Daniela che era in preda ad un tremore di tutto il corpo. Elvira prese fiato e ricominciò a leccare e succhiare. Daniela cedette di colpo, urlò come una animale ferito, poi alzò il culo per aria per avere la libertà di portare ambedue le mani sulla fica e darsi gli ultimi e decisivi colpi.
Erano le tre del pomeriggio. Daniela non sarebbe venuta prima delle quattro, poteva dunque rilassarsi un poco, perché dopo con la versione di greco c’era da affaticarsi molto. Dato che quel pomeriggio in casa non c’era nessuno, ne approfittò per prendersi una libertà ce era meglio non far conoscere ad altri. Accese, dunque, il computer e andò a cercare il suo sito preferito. Aveva scoperto che c’era un sito che pubblicava foto spinte, di uomini e donne, nudi e in pose un po´sconce. Eccolo, lo aprì e subito comparve un bel ragazzo, muscoloso, indossava solo uno slip. Immaginò che potesse essere il suo ragazzo, di accarezzargli il viso e poi le spalle, il torace. Chissà cosa nascondeva sotto gli slip… passò avanti. Stavolta nella foto c’era un altro giovane, ripreso di spalle; questo era nudo e mostrava due natiche belle sode … sarebbe stato piacevole toccargliele? Boh. La foto successiva era di una ragazza prosperosa, in topless: belle le tette, tonde e armoniose. Le parti intime erano ricoperte da una sottilissima striscia di stoffa che al centro aveva un notevole rigonfiamento. Era la fica? Così grossa? Elvira pensò alla sua che invece appariva piatta … Andò avanti, ecco un altro maschio, nudo ma stavolta interamente, con un bel pisello che gli pendeva tra le gambe. Se fosse stato il suo ragazzo glie l’avrebbe dovuto toccare? Chissà che sensazione … La foto successiva era quella di una donna, fotografata da dietro: lei stava china e mostrava due belle natiche, tra le quali si nascondeva qualcosa che a Elvira ricordò una grossa albicocca. Caspita che fiche grosse! Ma se mi metto in quella posizione, pensò, anche la mia assumerebbe quella forma? Però ... fa una bella impressione … Si alzò , andò davanti allo specchio e imitò la posa della foto, ma non riusciva a vedere se l’effetto era eguale. Tornò a sedersi. Nel piccolo monitor del telefono vide una parola di cui prima non si era accorta: video. Vi cliccò su e vide che le foto si animavano: ecco il giovane di prima, quello con gli slip. Si muoveva lentamente e si tirava giù gli slip: a poco a poco comparve il suo pisello, che però non era pendulo come quell’altro: questo era dritto e ritto e grosso. Lui lo teneva in mano e l’accarezzava. Apparve una didascalia: “egli è eccitato, pensa alla sua ragazza e si masturba”. E le ragazze quando pensano al fidanzato che fanno? Si domandò Elvira e cercò di saperlo scorrendo velocemente i video fino a trovare il sito delle donne. Eccolo: c’era una ragazza che si stropicciava i seni, la didascalia diceva: “Pat immagina che il ragazzo giochi con le sue tette”. Istintivamente si portò una mano sul seno, se lo toccò, lo accarezzò e lo strinse. Chiuse gli occhi e immaginò che a toccarla fosse uno di quei giovani delle foto. Mentre le stropicciava il seno, il coso gli era venuto duro? Passò oltre. La ragazza seguente era più attraente. Era bella, ben fatta, tutta nuda, continuava a tenere la lingua fuori della bocca e con essa si leccava continuamente le labbra. Le mani accarezzavano i seni, li stringevano, le dita si attorcigliavano attorno ai capezzoli. La didascalia diceva: “Lei vuole ripetere il piacere provato ieri sera con il suo ragazzo”. Vediamo come, si domandò Elvira. Ecco come. Le mani della ragazza lasciarono i seni e scesero lentamente lungo il corpo, poi aprirono le gambe. Che bella che era! Una fica piccola, sormontata da un po’ di peluria, con il clito che appena usciva dalle grandi labbra. La ragazza cominciò a carezzarsela, se la palpava; poi si mise più comoda, tirò su le gambe piegando i ginocchi e allora la fica apparve in tutta la sua magnificenza. Ora se la chiudeva nella mano, ora si infilava un dito dentro … Elvira era quasi impazzita, non aveva visto mai nulla di simile. Vero è che ogni tanto si tocchicchiava, ma quella masturbazione era fantastica. Si eccitò, portò una mano sulla fica, aveva le mutandine, le scostò, voleva sentire direttamente le sue dita. Con gli occhi seguiva i movimenti della ragazza e con le mani cercava di imitarla. Durò qualche minuto, poi si ritrovò tutta bagnata e ansimante. Spense il computer e cercò di prender fiato.
Daniela arrivò puntuale. Elvira aveva avuto modo di lavarsi e riassettarsi. Si misero subito al lavoro. La versione di greco non era poi così difficile, tanto che dopo circa mezz’ora avevano finito. Avevano un po’ di tempo per chiacchierare. Elvira aveva l’ardente desiderio di comunicare all’amica la scoperta fatta qualche ora prima, ma non sapeva come cominciare il discorso, si vergognava, conosceva Daniela ma non sapeva se avrebbe accettato un argomento così scabroso. Poi, forse, trovò la chiave: “Tu guardi tutto sul tuo computer? Io, per caso, ho trovato un sito strano”. “Che sito?”. “Boh, c’erano uomini e donne nudi”. “Ce ne sono a centinaia, ci sono anche quelli in cui fanno sesso di tutti i tipi”. “Di tutti i tipi? In che senso?”. “Vedo che sei digiuna di molte cose. Io guardo questi video, alcuni sono belli, altri inguardabili … fanno certe cose…”. “Che fanno?”. “Ora ti faccio vedere, accendi il computer, ti insegno io … hai mai visto donne che fanno sesso tra di loro?”. “Tra di loro? Due donne? No, poco fa ho vista una nuda che si toccava … anche laggiù …”. “Cioè si masturbava”. “Sì…”. “E tu l’hai imitata?”. Elvira si turbò. Le doveva rispondere? Daniela si accorse d’essere stata troppo impulsiva, così per stemperare la tensione disse: “Io lo faccio, guardo le scene e mi eccito; quindi non vergognarti, è una cosa naturale … dai, vediamoci un video che mi piace moltissimo”. Dette le indicazioni di cosa fare e aspettarono quialche secondo. Ecco, le prime immagini … due belle ragazze con i vestiti molto aderenti: una di fronte all’altra, si guardavano intensamente negli occhi. Poi si sfiorarono le bocche, si baciarono. Elvira vide che tiravano fuori la lingua, si leccavano le labbra reciprocamente, poi, a turno, le lingue entrarono in bocca, se le succhiarono … Elvira allora capì perché la ragazza che aveva visto prima si leccava le labbra: imitava da sola quello che adesso vedeva fare alle due ragazze. Girò lo sguardo verso Daniela, la vide assorta a guardare il video, con le labbra socchiuse e la punta della lingua sporgente. Riguardò il video: ora mentre si baciavano appassionatamente, una delle due ragazze accarezzava il sedere dell’altra, le palpava le chiappe, le stringeva e poi a poco a poco le tirava su la gonna. “Guarda bene ora”, le disse Daniela. Elvira concentrò lo sguardo sul monitor e vide che la gonna era risalita e aveva scoperto un sedere bellissimo, rotondo, bianco. Ora la carezza era fatta direttamente sulla pelle, sulla carne dell’altra ragazza, che non si stancava di percorrere i due glutei ora con dolcezza ora con una certa ruvidezza. “Che bel culo”, disse Daniela, “come mi piacerebbe palparlo…”. Elvira non disse nulla, si limitò a fissare la scena sul monitor. Ora anche l’altra ragazza scopriva il sedere dell’amica, poi la spogliò completamente. Che bel seno, pensò Elvira e poi si bloccò a guardare Daniela che mentre si accarezzava il seno sussurrò: “Guarda come le succhia i capezzoli … come vorrei essere lì …”. Le due stettero un po’ a giocare con i loro seni, se li toccarono, accarezzarono, succhiarono a turno. La scena era veramente eccitante ed Elvira cominciò a provare sensazioni strane, quasi sconosciute, rivolgeva lo sguardo ora al monitor, ora a Daniela che continuava a stropicciarsi il seno. Poi, una delle ragazze dello schermo invitò l’altra a stendersi su un divano, le allargò le gambe e le sfilò gli slip; si inginocchiò e ficcò la testa tra le cosce dell’altra. La scena successiva creò in Elvira un forte turbamento: mai avrebbe immaginato che le donne si amassero in quel modo. Vide la bocca e la lingua della ragazza inginocchiata posarsi sulla fica dell’altra, leccarla, baciarla, quasi mangiarla, con grande godimento dell’altra come si capiva dalle espressioni del suo viso, dei suoi occhi, della sua bocca aperta, quasi le mancasse il respiro. “Bello! Bello! Bello!”, gridava Daniela che intanto si era liberata di maglietta e reggiseno e faceva sventolare le sue tette. “Mi voglio masturbare!” e si portò una mano fra le gambe. Elvira non sapeva che fare: guardava lo schermo, guardava Daniela, anche lei avrebbe voluto toccarsi. “Spogliati!” le ingiunse Daniela, “Fammi vedere le tue tette”. Quasi ipnotizzata Elvira si sollevò la maglietta e tirò fuori dal reggiseno le tette. Daniela gliele accarezzò e fu come se una scossa elettrica avesse colpito il corpo di Elvira che partita dal seno le arrivò dritta dritta fra le gambe. “Bello!”, esclamò. “Cosa bello?” domandò Daniela. “Il sentire la tua mano sul mio petto”. “Vuoi che lo faccia ancora?”. “Sì”- “Spegniamo il computer”. Elvira, che aveva cominciato a capire e non provava più pudore per quello che stavano facendo, spense il computer. L’idea che Daniela potesse toccarle e baciarle le tette la eccitava moltissimo. Si liberò totalmente della maglietta e del reggiseno e offrì i suoi tesori all’amica. Questa le ammirò per qualche secondo, poi cominciò a palparle delicatamente. “Come sono belle, morbide, grosse … le mie son più piccole, dopo te le faccio toccare … e che bei capezzoli, sembrano fragole … fammele leccare, fatti succhiare i capezzoli”. E intanto traduceva in fatti ciò che diceva: toccava, leccava, succhiava. Elvira era preda dell’eccitazione, altro che i suoi timidi toccamenti, Daniela le stava facendo provare sensazioni nuove e profonde. Il piacere che l’amica le dava succhiandole i capezzoli si diffondeva per tutto il suo corpo e andava ad accumularsi in mezzo alle gambe, là dove c’era la … sì sì... la fica. Dove spontaneamente si portò la mano per toccarsela. Daniela se ne accorse: “Che fai? Ti tocchi? Vuoi che lo faccia io?”. “Lo vuoi fare?, io mai fatto. Forse è meglio andare sul mio lettino, è più comodo”. “Hai ragione, qui su queste sedie è scomodo … Facciamo come nel film che abbiamo visto?”. “Sì, vieni.”. Raccolsero gli indumenti che si erano tolte e Elvira guidò l’amica verso la sua camera da letto, una stanza piccola ma accogliente. Elvira chiuse la porta a chiave, potyeva inaspettatamente venire qualcuno; poi abbracciò l’amica: “Baciami in bocca, come nel film …”. Daniela non se lo fece ripetere: la strinse a sé, le appoggiò le labbra sulla bocca e la baciò, le infilò dentro la lingua e le perlustrò la cavità orale, mentre le sue mani le stringevano le chiappe. “Succhiami la lingua … “ . “ E come?” farfugliò Elvira. “Fai come faccio io, dammi la tua lingua”. Elvira gliela porse, Daniela la prese fra le labbra e cominciò a succhiarla. Elvira ne fu elettrizzata, si fece succhiare, succhiò a sua volta, mentre sentiva le mani dell’amica che le palpavano le natiche. “Hai anche un bel culo, oltre alle belle tette”, le disse Daniela. “Toccamelo, ma tu fammi toccare il tuo”. “Sì .. aspetta” e nel dir così si slacciò la gonna e la fece cadere a terra. Elvira sentì sotto la sua carezza due glutei sodi, più piccoli dei suoi ma simpatici. Mai avrebbe pensato che giocare in quel modo con un’amica fosse così piacevole. Poi sentì che una mano di Daniela si spostava dal culo verso il davanti, sentì che le toccava la fica. Fece un movimento all’indietro, per evitare quell’impatto, ma Daniela fu pronta a tirarla a sé. La sua mano coprì tutto l’apparato genitale dell’amica. “Non aver timore, ti accarezzo soltanto: ecco, ora sento nel palmo della mano la tua fica … ti piace se te la tengo così?”. Elvira non poté rispondere perché Daniela le aveva infilato la lingua in bocca … “Ora te l’accarezzo tutta, poi passo un dito sulla fessura, senti? Questo bottoncino qua è il tuo clito, lo senti? Fra poco sotto le mie dita indurirà un poco … hai un bel pelo, mi piace. Ora vado più giù, ti apro le grandi labbra e ti tocco la buchetta … così … ti piace?”. Elvira non disse niente e istintivamente allargò le gambe. “Ti piace, vedo … toccami anche tu, mettiamoci sdraiate e tocchiamoci”. Si misero a letto, incollarono la bocca su quella dell’amica e si cercarono fra le gambe con mani ansiose. Per Elvira era la prima volta in assoluto. “Tu l’hai già fatto?” chiese all’amica. “Sì, diverse volte …”. “Con chi?”. “Per te è importante saperlo?”. “No”, disse Elvira con una punta di gelosia. “Ora ti voglio vedere la fica”, disse Daniela. Si scostò dall’amica, le si mise in ginocchio davanti. La prese per le caviglie e le divaricò le gambe. Che splendore! Non aveva detto all’amica con chi l’aveva fatto, ma era stata con la zia, che aveva quasi cinquanta anni, con una fica bella e polposa, ma un po’ in declino. Quella di Elvira era una fica vergine, mai toccata, ancora, bella quanto la sua che ogni tanto si guardava mettendosi davanti allo specchio, mentre si masturbava. Aveva un ciuffo di pelo rigoglioso che le copriva tutto il pube e che rendeva ancora più appetitose le grandi labbra separate da una profonda fessura. Gliela toccò, le cercò il clito che prese tra pollici e indice. Sentì il gemito di Elvira. “Ti piace quello che faccio?”. “Sì sì” disse ansimando Elvira. “Hai una bella fica, ora te l’accarezzo e ti masturbo un po’, così … ti piace?”. La baciò in bocca, con la lingua, mentre continuava a manovrare dentro la patata di Elvira. “Ora vado più giù, questo è il buchetto, ora ci metto un dito dentro … ti piace?”. Non aspettò la risposta che era però chiara nei brividi di piacere che percorrevano il corpo dell’amica. “Ora voglio sentire il tuo sapore; allarga le gambe … di più apriti tutta così …”. Aiutò l’amica a divaricare le gambe e a mostrare la sua intimità, dalla fica all’ano. “Sei bellissima … ora ti lecco …”. Cominciò dai seni, poi scese già sulla pancia, sul ventre, rovistò con la lingua tra il ciuffo di peli; trovò il clito, lo baciò, lo leccò, lo succhiò. Per maggiore comodità mise le mani sotto il sedere di Elvira e la sollevò un po’. Leccava e succhiava, poi la punta della sua lingua trovò l’ingresso della vagina. Elvira cominciò a lamentarsi e ciò eccitò ancora di più Daniela che ora cominciò a dare dei piccoli colpi dentro la fica con la punta della lingua; poi si fermava e leccava gli umori e poi tornava a colpire con la lingua il punto debole. Continuò così fino a quando Elvira le strinse la testa fra le cosce, quasi impedendole di respirare. Strinse, strinse forte fino al sussulto e all’urlo che Elvira aveva cercato di trattenere portandosi una mano sulla bocca. Aveva avuto il suo primo indimenticabile orgasmo.
Ci fu qualche momento di tregua. Daniela si asciugò il viso con il lenzuolo, poi dopo che il respiro di Elvira era tornato normale, disse: “Ora tocca a te … no, non muoverti, stai ferma così … “. Si chinò fino a toccare con la bocca la fica dell’amica, la baciò, la leccò; poi sempre leccando cominciò a risalire: prima il ciuffo dei peli, poi il ventre, poi l’ombelico attorno al quale descrisse un cerchio con la punta della lingua. Poi arrivò alle tette con le quali giocò a lungo con la bocca, stringendone i capezzoli, succhiandoli. Poi, mettendosi a cavalcioni sul corpo della ragazza, strofinò la sua fica su quelle tette belle e dure; poi lentamente avanzò fino a che la sua fica non fu sulla bocca di Elvira. “Amore, adesso tocca a te, leccami”. Elvira ebbe qualche attimo di perplessità, mai aveva pensato di dover fare una cosa del genere. Però Daniela le aveva fatto provare un grande piacere, prima sconosciuto, era in debito con lei. Sì, toccava a lei. Si fece coraggio e tirò fuori la lingua e timidamente l’appoggiò alle parti intime di Daniela. “Sì, amore, così, ma con più decisione”. Confortata dall’amica Elvira si dette da fare e man mano che andava avanti provava piacere a sentire l’odore e i sapori dell’amica. Era bello leccare la fica, era bello baciarla ed anche stringerla fra le labbra, succhiarla. Tenendo le mani sul culo dell’amica la sollevò un po’ perché le stava mancando il respiro, “Non smettere” gridò Daniela che era in preda ad un tremore di tutto il corpo. Elvira prese fiato e ricominciò a leccare e succhiare. Daniela cedette di colpo, urlò come una animale ferito, poi alzò il culo per aria per avere la libertà di portare ambedue le mani sulla fica e darsi gli ultimi e decisivi colpi.
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