Due per due n. 2
di
Laura m
genere
scambio di coppia
DUE PER DUE n. 2
Laura e Patrizia erano rimaste sole, perché i due uomini erano andati a vedere la partita, proprio due piccoli conformisti che non possono stare senza la partita. Le due donne si erano stese nel grande lettone detto delle ammucchiate, perché era proprio sopra di esso che i quattro si sbizzarivano in un grande spettacolo sessuale. Una accanto all’altra, si crogiolavano a sentire il calore l’una dell’altra: Patrizia appoggiava il capo sul seno abbondante di Laura e questa le teneva una mano tra le cosce. Qualche tempo fa mi dicesti che una volta hai tradito Mario, me lo racconti?”. “In verità”, rispose Laura, l’ho tradito più volte”. “Davvero? E lui lo sa?”. “Di qualche scappatella sì, d’altra parte anche lui ogni tanto mi cornifica, ma dopo me lo dice, mi fa eccitare raccontandomelo, così riviviamo la scena”. “Ma che mi dici? Allora vi conosco molto poco …”. “Beh, anche noi conosciamo poco di voi, sappiamo tutto sul suo cazzo e sulla tua fica, ma niente della vostra vita prima di conoscere noi.”. “Hai ragione, ci vediamo per poco tempo e tutte le volte pensiamo solo a scopare … però è bello scopare con voi, leccarti la fica mentre tuo marito mi prende da dietro e il mio se ne sta in poltrona a trastullarsi …”. “A quelle parole Laura sentì la necessità di baciare sulla bocca Patrizia e di accarezzare con più fuoco la sua patata. Patrizia rispose succhiandole la lingua e stringendole le tette. “Vuoi che ti lecchi?”. “No, dopo semmai, ora raccontami qual è stata la volta in cui il tradimento è stato più feroce.”. “Allora la volta in cui lo feci con due ragazzi… “. “Con due? Addirittura! Che puttana che sei …”. “Perché? Tu sempre singolarmente?”. “Sì, qualche volta ci ho pensato ma non ho mai avuto l’occasione … Dai, racconta”.
E Laura cominciò: “Eravamo al mare, tutto procedeva tranquillamente, fino a quando litigammo per un nonnulla: lui non faceva che guardare una puttanella che gliela faceva intravedere e faceva capire che le sarebbe piaciuto essere scopata da lui. Io ancora non sapevo che farlo in tre o quattro è più coinvolgente e quindi provavo un po’ di gelosia e poi volevo il suo cazzo tutto per me. Insomma, cominciammo a urlare tutti e due, a scambiarci insulti fino a quando lui, che è un po’ fumino, prese le chiavi della macchina e se ne andò. Io mi feci coraggio e decisi di usare la fermezza: non sarei stata io a cedere per prima. Rimasi sola quel giorno e il successivo. Al terzo giorno cambiai spiaggia, andai in una spiaggia libera dove la gente era più rumorosa ma più libera. C’erano molti giovanotti che si mettevano volentieri in mostra e che cercavano di attirare su di sé l’attenzione delle donne presenti. Poco lontano da me c’erano due bei ragazzi, dal fisico asciutto, coperti solo da un minuscolo slip che metteva in somma evidenza le loro ricchezze. Sai che sono maliziosa, subito fantasticai di sfilare loro gli slip per vedere meglio le loro appendici. Stupidamente non mi resi conto che guardarli e fissarmi sui loro inguini significava attirarli. Sì ero stata stupida, ma mi piaceva guardarli … anche tu li avresti guardati … che fai? Mi succhi i capezzoli? Anche tu pensi a cosa avevano sotto lo slip? Sììììì, succhiami così, dolcemente ed io ti prendo la fica nel palmo della mano … Vuoi che continui a raccontare o desideri qualcosa d’altro?”. “Racconta, ma anch’io desidero metterti la mano fra le cosce”. “E va bene, fallo… Ti dicevo … I due si accorsero del mio interesse e cominciarono ad esibirsi, mettendo in mostra petto, muscoli. Io li fissavo solo in quel punto, fino a quando uno di loro si portò la mano sul grembo e si accarezzò. Istintivamente socchiusi la bocca, tirai fuori la lingua e mi leccai le labbra. Subito anche lui si leccò le labbra e dette una gomitata all’amico. Fui presa quasi da un raptus, mi spostai quel tanto da essere proprio dirimpetto a loro ed aprii le cosce perché mi guardassero lì … ma che fai Patrizia? Se mi tocchi così mi fai venire voglia .. dai, fai la brava …. Per farla in breve, quello che sembrava più grande si alzò, mi si avvicinò rivolgendomi una domanda brutale: “Vuoi cazzo?”, mi chiese. “Sì, gli rispose. “Il mio o l’altro?” e si girò verso l’amico. “Tutti e due risposi”, e la risposta sorprese anche me.
“Ma davvero ti sei comportata così, da puttana?”. “Mi meraviglio che tu ti meravigli .. tuo marito va dicendo sempre che sei una troia, giudizio che confermo perché lo sperimento tutte le volte che stiamo insieme; e poi anche tu lo fai spesso con due uomini, come ieri sera: mio marito in bocca e il tuo dietro …”: “Scusami, hai ragione, è che ho una idea di te un po’ falsa: vedendoti e conoscendo il tuo naturale pudore, non ti pensavo così esplicita nel manifestare il tuo desiderio del cazzo. Comunque continua, che la storia mi piace …”. Per significare che la pace era fatta, Laura accostò la bocca a quella di Patrizia, scambiandosi un tenero lungo bacio.
“La mia risposta così sfacciata frenò i bollenti spiriti con cui si era avvicinato. Senza perdere tempo, gli detti l’indirizzo dov’ero alloggiata, dicendo che li aspettavo per le tre del pomeriggio.
Figurati se non sarebbero stati puntuali. Vennero in pantaloni lunghi e camicia; dopo aver loro offerto una bibita, li guidai in camera da letto. Mi spogliai totalmente e mi sdraiai sul letto: Sono vostra’
… Non ti dico, Patrizia mia, com‘erano arrapati. Mi feci leccare da tutti i lati, mi esplorarono tutti i buchi, ma solo con le mani e la lingua. Ebbi due orgasmi nel giro di quindici minuti. Ogni tanto andavo toccando i loro membri, belli duri, accarezzavo le palle, succhiavo loro la lingua. In breve, mi fecero godere intensamente. Poi toccò a me: li feci mettere davanti a me, volevo giocare con i loro cazzi, con le masni la, e la lingua. Ora spompinavo uno ora l’altro. Provai a metterli tutti e due in bocca, ma ho la bocca piccola come sai, tu ci riesci e ti invidio quando ti vedo ingoiare i cazzi dei nostri mariti; quando fai la troia in quel modo mi ecciti da morire”, e mise le labbra su quelle dell’amica e le ficcò la lingua dentro. Ebbe la risposta che si aspettava: la mano dell’amica frugò fra le sue cosce, trovò l’ingresso e le infilò dentro due dita.
Stettero così qualche minuto, poi si acquietarono e Laura continuò il suo racconto. “Volli poi realizzare un’immagine che spesso ritorna nella mia mente quando sono sola e mi masturbo: essere presa, cioè, da due maschi contemporaneamente, con una verga in bocca e l’altra che mi esplora la fica e l’ano. Furono gentili ad accontentarmi. Mi misi carponi sul letto, pronta ad essere penetrata …”. “Amore, la interruppe Patrizia, quando ti metti in quella posizione mi fai desiderare di essere maschio, vorrei avere il cazzo per chiavarti e poi incularti … ma continua, ti prego”. Laura sorrise alla battuta dell’amica e ne fu gratificata. “Sì, cominciai a leccare il cazzo del più grande, mentre il più giovane si dava da fare dietro di me. Non durò molto, venne dopo pochi minuti. Che sensazione bella, però! Quando ti scopano mentre ne hai uno in bocca, senti che la tua femminilità è appagata: che bello sentire arrivare la sbora nella tua fica mentre hai la bocca piena di un cazzo che vorresti quasi quasi ingoiare letteralmente. Facemmo una breve pausa per dare il tempo al più giovane di prendere fiato, poi mi riposizionai come prima, con il cazzo giovane in bocca ancora un po’ moscio e quello che mi veniva strofinato dietro, sulla fica e tra le chiappe. Non sono brava come te con la bocca, ma dopo un po’ riuscii a riportare in vita qauel cazzo … ma che differenza con il primo! Questo me lo giravo in bocca con facilità, cosa che è a sua volta piacevole. Intanto l’altro mi era entrato dentro nella fica, con una certa maestria, sentivo che aveva esperienza. Entrava ed usciva, abbastanza lentamente ed ogni volta che entrava era una gioia immensa, perché mi pareva che mi completasse, che aggiungesse al mio corpo un elemento necessario alla mia essenza vitale … Poi accelerò il movimento, non aveva più dolcezza, ma una forza maschia: mentre prima ero io ad aver beneficiato del suo sesso, ora era lui che mi trattava da femmina. Mi fece avere due orgasmi, uno dopo l’altro, poi mi allargò le chiappe e mi sodomizzò. Sentii il fuoco del suo sperma quando mi venne dentro, una sensazione molto diversa dal coito normale, più forte, più esplosiva …”.
Patrizia l’abbracciò e la baciò appassionatamente. “Ora ti voglio, voglio leccarti le tette e la fica”. “Anch’io ti voglio, mettiamoci a sessantanove …”. Così fecero, dopo essersi denudate totalmente.
Laura e Patrizia erano rimaste sole, perché i due uomini erano andati a vedere la partita, proprio due piccoli conformisti che non possono stare senza la partita. Le due donne si erano stese nel grande lettone detto delle ammucchiate, perché era proprio sopra di esso che i quattro si sbizzarivano in un grande spettacolo sessuale. Una accanto all’altra, si crogiolavano a sentire il calore l’una dell’altra: Patrizia appoggiava il capo sul seno abbondante di Laura e questa le teneva una mano tra le cosce. Qualche tempo fa mi dicesti che una volta hai tradito Mario, me lo racconti?”. “In verità”, rispose Laura, l’ho tradito più volte”. “Davvero? E lui lo sa?”. “Di qualche scappatella sì, d’altra parte anche lui ogni tanto mi cornifica, ma dopo me lo dice, mi fa eccitare raccontandomelo, così riviviamo la scena”. “Ma che mi dici? Allora vi conosco molto poco …”. “Beh, anche noi conosciamo poco di voi, sappiamo tutto sul suo cazzo e sulla tua fica, ma niente della vostra vita prima di conoscere noi.”. “Hai ragione, ci vediamo per poco tempo e tutte le volte pensiamo solo a scopare … però è bello scopare con voi, leccarti la fica mentre tuo marito mi prende da dietro e il mio se ne sta in poltrona a trastullarsi …”. “A quelle parole Laura sentì la necessità di baciare sulla bocca Patrizia e di accarezzare con più fuoco la sua patata. Patrizia rispose succhiandole la lingua e stringendole le tette. “Vuoi che ti lecchi?”. “No, dopo semmai, ora raccontami qual è stata la volta in cui il tradimento è stato più feroce.”. “Allora la volta in cui lo feci con due ragazzi… “. “Con due? Addirittura! Che puttana che sei …”. “Perché? Tu sempre singolarmente?”. “Sì, qualche volta ci ho pensato ma non ho mai avuto l’occasione … Dai, racconta”.
E Laura cominciò: “Eravamo al mare, tutto procedeva tranquillamente, fino a quando litigammo per un nonnulla: lui non faceva che guardare una puttanella che gliela faceva intravedere e faceva capire che le sarebbe piaciuto essere scopata da lui. Io ancora non sapevo che farlo in tre o quattro è più coinvolgente e quindi provavo un po’ di gelosia e poi volevo il suo cazzo tutto per me. Insomma, cominciammo a urlare tutti e due, a scambiarci insulti fino a quando lui, che è un po’ fumino, prese le chiavi della macchina e se ne andò. Io mi feci coraggio e decisi di usare la fermezza: non sarei stata io a cedere per prima. Rimasi sola quel giorno e il successivo. Al terzo giorno cambiai spiaggia, andai in una spiaggia libera dove la gente era più rumorosa ma più libera. C’erano molti giovanotti che si mettevano volentieri in mostra e che cercavano di attirare su di sé l’attenzione delle donne presenti. Poco lontano da me c’erano due bei ragazzi, dal fisico asciutto, coperti solo da un minuscolo slip che metteva in somma evidenza le loro ricchezze. Sai che sono maliziosa, subito fantasticai di sfilare loro gli slip per vedere meglio le loro appendici. Stupidamente non mi resi conto che guardarli e fissarmi sui loro inguini significava attirarli. Sì ero stata stupida, ma mi piaceva guardarli … anche tu li avresti guardati … che fai? Mi succhi i capezzoli? Anche tu pensi a cosa avevano sotto lo slip? Sììììì, succhiami così, dolcemente ed io ti prendo la fica nel palmo della mano … Vuoi che continui a raccontare o desideri qualcosa d’altro?”. “Racconta, ma anch’io desidero metterti la mano fra le cosce”. “E va bene, fallo… Ti dicevo … I due si accorsero del mio interesse e cominciarono ad esibirsi, mettendo in mostra petto, muscoli. Io li fissavo solo in quel punto, fino a quando uno di loro si portò la mano sul grembo e si accarezzò. Istintivamente socchiusi la bocca, tirai fuori la lingua e mi leccai le labbra. Subito anche lui si leccò le labbra e dette una gomitata all’amico. Fui presa quasi da un raptus, mi spostai quel tanto da essere proprio dirimpetto a loro ed aprii le cosce perché mi guardassero lì … ma che fai Patrizia? Se mi tocchi così mi fai venire voglia .. dai, fai la brava …. Per farla in breve, quello che sembrava più grande si alzò, mi si avvicinò rivolgendomi una domanda brutale: “Vuoi cazzo?”, mi chiese. “Sì, gli rispose. “Il mio o l’altro?” e si girò verso l’amico. “Tutti e due risposi”, e la risposta sorprese anche me.
“Ma davvero ti sei comportata così, da puttana?”. “Mi meraviglio che tu ti meravigli .. tuo marito va dicendo sempre che sei una troia, giudizio che confermo perché lo sperimento tutte le volte che stiamo insieme; e poi anche tu lo fai spesso con due uomini, come ieri sera: mio marito in bocca e il tuo dietro …”: “Scusami, hai ragione, è che ho una idea di te un po’ falsa: vedendoti e conoscendo il tuo naturale pudore, non ti pensavo così esplicita nel manifestare il tuo desiderio del cazzo. Comunque continua, che la storia mi piace …”. Per significare che la pace era fatta, Laura accostò la bocca a quella di Patrizia, scambiandosi un tenero lungo bacio.
“La mia risposta così sfacciata frenò i bollenti spiriti con cui si era avvicinato. Senza perdere tempo, gli detti l’indirizzo dov’ero alloggiata, dicendo che li aspettavo per le tre del pomeriggio.
Figurati se non sarebbero stati puntuali. Vennero in pantaloni lunghi e camicia; dopo aver loro offerto una bibita, li guidai in camera da letto. Mi spogliai totalmente e mi sdraiai sul letto: Sono vostra’
… Non ti dico, Patrizia mia, com‘erano arrapati. Mi feci leccare da tutti i lati, mi esplorarono tutti i buchi, ma solo con le mani e la lingua. Ebbi due orgasmi nel giro di quindici minuti. Ogni tanto andavo toccando i loro membri, belli duri, accarezzavo le palle, succhiavo loro la lingua. In breve, mi fecero godere intensamente. Poi toccò a me: li feci mettere davanti a me, volevo giocare con i loro cazzi, con le masni la, e la lingua. Ora spompinavo uno ora l’altro. Provai a metterli tutti e due in bocca, ma ho la bocca piccola come sai, tu ci riesci e ti invidio quando ti vedo ingoiare i cazzi dei nostri mariti; quando fai la troia in quel modo mi ecciti da morire”, e mise le labbra su quelle dell’amica e le ficcò la lingua dentro. Ebbe la risposta che si aspettava: la mano dell’amica frugò fra le sue cosce, trovò l’ingresso e le infilò dentro due dita.
Stettero così qualche minuto, poi si acquietarono e Laura continuò il suo racconto. “Volli poi realizzare un’immagine che spesso ritorna nella mia mente quando sono sola e mi masturbo: essere presa, cioè, da due maschi contemporaneamente, con una verga in bocca e l’altra che mi esplora la fica e l’ano. Furono gentili ad accontentarmi. Mi misi carponi sul letto, pronta ad essere penetrata …”. “Amore, la interruppe Patrizia, quando ti metti in quella posizione mi fai desiderare di essere maschio, vorrei avere il cazzo per chiavarti e poi incularti … ma continua, ti prego”. Laura sorrise alla battuta dell’amica e ne fu gratificata. “Sì, cominciai a leccare il cazzo del più grande, mentre il più giovane si dava da fare dietro di me. Non durò molto, venne dopo pochi minuti. Che sensazione bella, però! Quando ti scopano mentre ne hai uno in bocca, senti che la tua femminilità è appagata: che bello sentire arrivare la sbora nella tua fica mentre hai la bocca piena di un cazzo che vorresti quasi quasi ingoiare letteralmente. Facemmo una breve pausa per dare il tempo al più giovane di prendere fiato, poi mi riposizionai come prima, con il cazzo giovane in bocca ancora un po’ moscio e quello che mi veniva strofinato dietro, sulla fica e tra le chiappe. Non sono brava come te con la bocca, ma dopo un po’ riuscii a riportare in vita qauel cazzo … ma che differenza con il primo! Questo me lo giravo in bocca con facilità, cosa che è a sua volta piacevole. Intanto l’altro mi era entrato dentro nella fica, con una certa maestria, sentivo che aveva esperienza. Entrava ed usciva, abbastanza lentamente ed ogni volta che entrava era una gioia immensa, perché mi pareva che mi completasse, che aggiungesse al mio corpo un elemento necessario alla mia essenza vitale … Poi accelerò il movimento, non aveva più dolcezza, ma una forza maschia: mentre prima ero io ad aver beneficiato del suo sesso, ora era lui che mi trattava da femmina. Mi fece avere due orgasmi, uno dopo l’altro, poi mi allargò le chiappe e mi sodomizzò. Sentii il fuoco del suo sperma quando mi venne dentro, una sensazione molto diversa dal coito normale, più forte, più esplosiva …”.
Patrizia l’abbracciò e la baciò appassionatamente. “Ora ti voglio, voglio leccarti le tette e la fica”. “Anch’io ti voglio, mettiamoci a sessantanove …”. Così fecero, dopo essersi denudate totalmente.
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