Dueperdue (n.1)
di
Laura m
genere
scambio di coppia
Due per due (n. 1).
Erano già circa sei anni che periodicamente si incontravano due o tre volte al mese e poi d’estate facevano le vacanze insieme. Due coppie, una sposata l’altra unita solo da vincoli affettivi, che avevano deciso di formare un quartetto sessualmente aperto, ma senza risiedere nella stessa casa. Abitavano, infatti nella stessa grande città, ma in quartieri lontani, e quando sentivano il desiderio o il bisogno di incontrarsi, semplicemente si telefonavano e fissavano la data e il luogo d’incontro. Avevano scartato, dopo una breve esperienza di qualche mese, di vivere sotto lo steso tetto, perché niente li univa oltre alla libera e gradita attività sessuale che li vedeva soddisfatti della possibilità di farla insieme e di scambiarsi i partner secondo i desideri di ciascuno.
Adesso Laura e Mario, la coppia non sposata, si trovavano a casa di Giulio e Patrizia; erano arrivati il giorno prima, sabato, e la notte avevano dormito in due letti diversi ma scambiandosi marito e moglie, Laura con Giulio e Patrizia con Mario, perché essendo il loro precedente incontro avvenuto da circa due mesi, avevano trovato la scusa che dovevano riprendere l’abitudine allo scambio: il motivo vero era che, dopo tanto tempo, tutti e quattro avevano bisogno di cambiare partner. Cosa era avvenuto nei loro letti lo sapeva ciascuna coppia, perché ritenevano che fosse necessario conservare una certa privatezza, mentre poi si divertivano a trasgredire quando erano tutti e quattro insieme.Avevano pranzato ed ora Patrizia, da padrona di casa, sparecchiava. Mario si alzò; “Ti aiuto”, disse a Patrizia”. “Oh, grazie, sì …”. Giulio strizzò l’occhio a Laura: “Furbo eh, il tuo consorte … con la scusa di aiutarla le palperà il culo”. “Sei diventato geloso? Semmai dovrei essere io a sentirmi tradita”, fece Laura scoppiando in una sonora risata. “Già, dovrebbe essere come dici tu … toh! Hai visto?”. “Cosa?”. Lo ha già fatto, le ha dato una manata sul culo … d’altra parte a lei piace essere palpata. È un po’ troia mia moglie, non ti pare?”. “Sì, lo è, per questo mi piace … sapessi com’è brava a leccarmi … credo che voi due maschietti messi insieme non riuscireste a farmi godere come fa lei”. “Davvero? Non posso giudicare, però, non offenderti, è più brava di te a fare pompini, quindi credo che sia brava anche a leccarti la fica … Ma dov’è andata a finire?” In effetti adesso si vedeva solo Mario, lei era scomparsa. “Vuoi scommettere che è inginocchiata e glielo prende in bocca? Se è così, fra poco la vedremo di nuovo in piedi, perché le fanno male i ginocchi a stare in quel modo” e rise. E difatti, Patrizia si alzò poco dopo e costrinse Mario a sedersi sul bordo del tavolo: in una mano stringeva il cazzo già bello duro; poi si abbassò e lo prese in bocca. “Che bella troia che è” esclamò il marito, ma Laura quasi non lo udì perché era già concentrata a guardare quei due. Patrizia aveva stretto tra indice e pollice la verga di Mario, la teneva discosta dal resto del corpo così poteva leccarla a piacimento, dalla punta alla base e da qui alla punta. Poi aprì la bocca e il cazzo scomparì alla vista. Dal movimento delle guance si vedeva che lo stava succhiando, poi cambiò movimento: si muoveva sulla verga facendola entrare ed uscire come avviene quando si chiava. “Bello!,” esclamò Giulio. “Sì, molto, ribadì Laura, che sentì quasi un morso di gelosia intima. “Allarga le gambe, mostrati” le disse Giulio, mentre apriva la patta dei pantaloni. Laura allargò le gambe e mostrò la fica, era senza mutande perché quando era a casa degli amici non le indossava mai. “Voglio masturbarmi per te …”. “Vuoi un pompino?”. “No, preferisco giocare altrimenti … mettiti di traverso sulle mie ginocchia, appoggia le tette sul mio cazzo … sì, così … strofinamelo con le tue tette … io intanto ti alzo la gonna e ti accarezzo il culo”. “Sì, ma non vedo che fa tua moglie con mio marito …”. “Te lo dico io … ancora lo sta spompinando e credo si stia toccando la fica perché vedo movimenti sotto la sua veste. Che bel culo che hai, quanto mi piace palparlo … ora ti tocco la patata, caspita, sei tutta bagnata … sento che me l’hai preso in bocca … che bello. Ora ti sfioro il buchetto, stanotte non me l’hai voluto dare. Sì, brava, accarezzami le palle ...però succhi bene anche tu. Ora ti metto un dito nel culo … me lo devi dare … ti ricordi la prima volta? Mi facesti sudare sette camicie, però quando ti sborrai dentro ti piacque … Mia moglie ha appoggiato i gomiti sul tavolo e si offre da dietro a tuo marito. Anche lei è a culo nudo, lui glielo sta appoggiando dietro, lo strofina sulle chiappe …. Che bel cazzo che ha tuo marito, beata te”. “Ti piace? Te lo faresti dare?”. “Non saprei … però tenerlo in mano, forse anche in bocca, non da solo, magari con te o mia moglie”. Laura si rialzò e gli si mise di fronte. “Non è che per caso stai diventando bisex?”. “No no, è che ultimamente mi sto convincendo che nel sesso non ci devono essere limiti. Se tu e mia moglie trovate godimento perché ciò non dovrebbe accadere fra due uomini. Se poi si fa mentre si è in quattro come noi lo scambio dovrebbe essere totale”. Laura sorrise. “Sai?” disse, “ho scoperto che a mio marito piace molto il dito nel culo quando lo spompino. A volte, quando è molto eccitato, mi dice di incularlo anche quando non glielo prendo in bocca. Una volta ho preso una candela che era sul comodino e gliel’ho infilata”. Intanto Patrizia, a pecorina, stava ricevendo il cazzo in vagina: mugolava di piacere e Giulio ansimava. “Andiamo a guardarli da vicino”, disse Laura, prendendo in mano il cazzo dell’amico e facendolo alzare. Era bello duro, arrogante. “Aspetta, fermati!”, Giulio si bloccò e Laura si chinò per baciarglielo. “Bello! Lo voglio adesso, lo voglio nel culo!”. Così quando arrivò al tavolo, anche lei si mise nella stessa posizione di Patrizia, si tirò su la veste e offrì il deretano all’amico. Mentre lui cercava di penetrarla, lei dette uno sguardo all’altra coppia: vide suo marito che stantuffava nel culo di Patrizia, poi usciva ed entrava nella fica e poi di nuovo tornava nell’ano. Chinò quanto più poté la testa e alzo le natiche per dar modo a Giulio di penetrarla. I gemiti raddoppiarono. Laura sentiva che il cazzo la riempiva, anche Patrizia doveva avere le stesse sensazioni e difatti cominciò a urlare: “Vengo, vengo, sborrami tutta”. Sentì che anche Giulio era prossimo a scoppiare, così si portò una mano sulla fica, si sditalinò e venne nel mentre Giulio si lasciava andare dentro di lei. Anche Mario aveva chiuso in bellezza e prendendo Patrizia per le tette la fece alzare. Si baciarono a turno, in bocca.
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