Treno
di
Mind
genere
orge
Spesso per lavoro devo spostarmi da Milano a Roma e generalmente utilizzo uno dei treni ad alta velocità. La praticità della linea ferroviaria è uno dei motivi che mi ha fatto abbandonare l’aereo, ma lo è anche la possibilità di trascorrere le tre ore del viaggio a lavorare conoscendo spesso persone interessanti.
Anche quel giorno avevo la prenotazione dalla stazione Rogoredo per Roma utilizzando il salottino, comodo per poter avere un appoggio per il pc e portare avanti il lavoro mentre arrivavo a Roma.
Davanti a me, salita probabilmente a Milano Centrale, una ragazza ben più giovane di me, probabilmente una studentessa universitaria, in totale relax ascoltando musica dalla cuffie collegate al pc.
Salgo e mi sistemo, accendo il computer e inizio a lavorare ad una presentazione che avrei utilizzato nei giorni a seguire.
Una mezz’ora di lavoro, poi iniziano ad arrivare i messaggi in teams che mi fanno chiudere la presentazione. Nel frattempo la ragazza si rianima, toglie le cuffie e si stira come un gatto.
Nel muoversi non può che rifilarmi un calcio, involontariamente e assolutamente non violento.
- mi scusi, non volevo
Arrossendo non poco.
- figurati, niente di male. Ti ho forse disturbato?
Da questo banale scambio nasce un piacevole confronto nel quale mi spiega che effettivamente è una studentessa universitaria. Nel suo racconto mi spiega il progetto che la sta portando alla tesi di laurea e scopro che è molto vicino alla presentazione che dovrò fare in una società romana nei prossimi giorni. Le chiedo ulteriori dettagli e mi spiega che sta cercando di reperire ulteriore documentazione.
- se può interessarti, della documentazione potrei averla io sto lavorando ad un progetto che ha molte aderenze con la tua tesi.
- scherzi? -Aveva cominciato a darmi del “tu” - sarebbe fantastico.
- se vuoi, lasciami il tuo indirizzo mail, vedo cosa posso passarti, o se è possibile darti proprio un aiuto nella tesi.
Senza pensarci un secondo mi lascia il suo indirizzo mail al che dal mio telefono le mando un messaggio così da mandarle a mia volta i miei contatti.
Continuiamo a dialogare e in poco tempo siamo a Roma, scendiamo dal treno e ci salutiamo
- grazie per la compagnia, ti scrivo presto
- grazie a te, sei stato gentilissimo, spero di poterti sentire a breve.
Ci siamo lasciati in questo modo, senza altre parole ma con un mio intenso sguardo mentre si allontanava.
Simpatica era simpatica, ma era anche una bella ragazza.
Alta un metro e settanta circa, fisico atletico e una terza abbondante mal nascosta sotto una felpa di un paio di misure più larga. Un paio di jeans stretti che mettevano in risalto un culo da urlo è un girovita che era l’esatta proporzione al fisico di Erika, con la “k” come aveva sottolineato lei ridendo.
E mentre rideva, in treno non si potevano non notare le labbra senza rossetto che evidenziavano una dentatura perfetta.
Il tutto sotto una bionda chioma raccolta in una coda.
La giornata passa tra qualche riunione e qualche telefonata, nel mentre trovo il tempo di condividere con il Ceo della società il tema dell’incontro della mattina chiedendogli se poteva essere interessato a condividere del materiale o, come avevo avuto modo di verificare nel corso della giornata, avviare una collaborazione con l’università e far partecipare uno o due studenti allo sviluppo del progetto praticamente a costo zero e con altre interessanti agevolazioni fiscali.
- dammi qualche informazione, se possiamo “guadagnarci” qualcosa, perché no. Visto che stiamo già pagandoti, potresti coordinare l’attività di collegamento con l’università e con gli studenti.
Pragmatico. Non vedeva che il “guadagno” ma anche per m poteva essere una buona opportunità di incrementare le entrate e di fare nuove esperienze.
La sera mando una mail a Erika (con la K) e le chiedo cortesemente se può fornirmi l’indirizzo del suo docente con il quale avrei preso contatto il giorno successivo. Nel mentre le assicurai che avrebbe avuto molto su cui lavorare.
Non tardò a fornirmi tutti i recapiti ringraziandomi per quanto stavo facendo
- se stato gentilissimo e per quanto stai facendo saprò sdebitarmi. Se giovedì sera sei ancora a Roma, mi piacerebbe invitarti a cena. Se non ritieni troppo turistico Trastevere, per me sarebbe fantastico.
- Erika non c’è problema. Domani o dopodomani vediamo cosa riesco a fare, non vorrei scroccarti la cena senza risultati.
- ti lascio il mio numero di telefono, fammi uno squillo, non rispondo se non ho il numero in elenco. Chiamami quando vuoi. Se ti servono altri recapiti per l’università, o comunque per la cena.
Salvo il numero, le faccio uno squillo e le mando un messaggio whatsapp, per ringraziarla a mia volta.
Cavolo! Non mi ero sbagliato. Guadando la fotografia del sul profilo, in costume al mare, ogni curva prendeva sostanza. Che gnocca!
Nel corso della giornata successiva ero riuscito a recuperare le informazioni fiscali, a verificare le numerose aree di interesse del progetto e degli studi universitari che il docente di Erika stava proponendo, a gestire la possibilità di avere due o studenti per una collaborazione su alcune parti del progetto e ad avviare tutto quanto possibile fare per la formalizzazione della collaborazione.
Non avevo sentito Erika.
Mercoledì mattina avute le certezze necessarie e confermato da parte della società il mio incarico (e il giusto riconoscimento) e avviate le procedure organizzative, presi contatto con Erika.
“Quando puoi chiamami, buone notizie”
Dieci minuti dopo, il telefono squilla, spiego a Erika gli sviluppi e chiedo se ha altri compagni di studi interessati perché avremmo potuto arrivare a tre studenti, una sicuramente lei.
- allora hai già confermato la cena per giovedì. Non puoi rifiutarti. Se vuoi Ti faccio conoscere anche altri miei compagni.
- ok poi mandami indettagli della cena, ora e dove devo venire.
- ciao passa da me alle 20.00 poi andiamo a piedi. Questo è l’indirizzo via ……..
Giovedì sera alle 20 sono a casa di Erika, un appartamento che, come da normalità tra gli studenti universitari è condiviso con altri compagni.
- ciao, tu devi essere Andrea, l’amico di Erika. Vieni entra si sta vestendo.
Mi accoglie sulla porta Marta una ragazza non molto alta, un po’ rotonda ma con due tette da paura messe in bella mostra da una scollatura generosa.
Marta, mi dirà poi Erika che viene dalla Sardegna e studia lettere… in modo un po’ distratto perché si è trovata un lavoro che la tiene occupata parecchio tempo al giorno.
- lodevole, si mantiene negli studi, saranno contenti a casa.
- be, non credo che lo sarebbero se sapessero che ha aperto un canale OF.
Penso di essere arrossito, non perché mi reputi pudico ma perché non me lo aspettavo, e non mi aspettavo una naturalezza simile nel raccontarlo.
Erika mi guarda, scoppia a ridere e mentre camminiamo verso il ristorante mi dice
- dai, dopo ti faccio vedere il suo canale. Lei è sempre contenta della pubblicità che le facciamo e, oltre tutto guadagna.
Abbandono il discorso, raggiungiamo il ristorante e devo dire che la cena e Erika sono state fantastiche.
Erika indossava una gonnellina al ginocchio e una camicia scura, il biondo dei suoi capelli risaltava il suo viso e il suo sorriso. Talvolta però ero più distratto dal bottone slacciato che lasciava intravvedere un reggiseno non sexy che lasciava però generose quantità di carne scoperta.
Parlammo del progetto universitario, le spiegai come avremmo potuto gestire la sua collaborazione in azienda e quanto concordato con il prof e con il rettore. Erika era entusiasta anche perché un’esperienza del genere le poteva aprire molte strade.
- non so come ringraziarti, sono felicissima e non sto nella pelle per cominciare. Ti va di accompagnarmi in un locale qui vicino? Fanno della bella musica, c’è bella gente e ci si diverte.
- non vorrei farti sfigurare, potrei quasi essere tuo padre.
- stai scherzando vero? Al massimo mio fratello maggiore… e sai che noi “ragazze” abbiamo sempre un debole per i fratelli maggiori.
Ridendo, si prende la mia mano e la stringe al petto.
-Erika! Io la mia sorellina l’ho sempre sfruttata per conoscere le sue amiche :-)
- haaaaaa cattivone! Avrai fatto morire tua sorella d’invidia.
Alzandoci naturalmente non faccio pagare Erika, ci mancherebbe altro., e ci dirigiamo nel vicino locale. I dieci minuti a piedi passano tra le risate e con Erika che si stringe al mio braccio.
Arrivati al locale, si nota che è di casa, saluta un paio di persone e avvicinatasi al bar viene accolta dal barman con un sorriso, lei si avvicina e gli stampa un bacio sulla bocca che, devo essere sincero mi fa rimanere male. Prende due gin tonic e me ne porge uno., ridendo come una matta.
- hai un’espressione strana! Sei geloso?
Francamente mi ha messo in imbarazzo, dissimulo e in qualche modo mi giustifico, sono comunque poco credibile.
Andiamo verso un tavolo dove mi presenta a tre sue amiche e ad un altro ragazzo. Tutti e quattro studenti universitari.
- ciao a tutti, lui è Andrea, un amico di Milano.
Come se ci conoscessimo da una vita.
Le tre ragazze scopro che sono sue compagne di corso e che una di loro, Lara, è Polacca. Le altre due sono invece romane e, quando parlano si sente proprio.
Lara non può non colpire, alta statuaria, con due magnifiche tette lasciate libere sotto una maglia di strass ampiamente scollata.
Erika se ne accorge e mi si avvicina all’orecchio dicendomi
- adesso sono io che divento gelosa, non le stacchi gli occhi di dosso.
Detto questo mi lecca l’orecchio provocandomi un brivido.
Mi giro verso di lei
- sai, non ho ancora capito da che parte girarmi e come finirà la serata.
Erika sorride, e dandomi un bacio sulla guancia
- questa sera credo potrai finire la serata come credi, girartndoti dove vuoi.
Intanto le altre ragazze ballano tra di loro, bevendo e ridendo spensierate.
Anche io Erika e Marco ci uniamo ai balli, mi sento integrato al gruppo come se li frequentassi da sempre. Erika si allontana ancora un paio di volte tornando sempre con due bicchieri che, credo, non abbia mai pagato come la prima volta.
Marco nel mentre si stringe ad una delle due ragazze romane e ad un certo punto spariscono entrambe, credo siano andati a concludere la serata da qualche altra parte.
Si è fatta una certa ora, non è tardi ma la gente comincia a diminuire.
Lara chiede se ci andava di accompagnarla a casa e fermarsi da lei a bere, era tornata da poco dalla Polonia a voleva farci assaggiare una wodka tipica.
Entusiasmo alle stelle, Erika e Valentina abbracciano Lara, dicono che porta sempre della worka eccezionale.
- sei dei nostri, vero? Non voglio lasciarti a bocca asciutta.
Così, ridendo Lara mi strizza l’occhio e sorridendo si fa strada tra la gente.
Dieci minuti e siamo sotto casa sua, appartamento che condivide con una ragazza Lituana ma che in questi giorni non era a Roma e quindi, nessun limite o vincolo nella casa.
I quattro bicchieri sono sul tavolo e la bottiglia di liquore viene tolta dal congelatore. Il primo giro viene apprezzato e subito vengono riempiti i bicchieri per il secondo.
La prima è Valentina che buttato giù d’un fiato batte sul tavolo e dice “ancora”!
Lara la guarda negli occhi e seria
- dal terzo si paga
Valentina si sfila le mutande da sotto la gonna e le porge a Lara che prontamente le prende e versa il terzo bicchiere.
Erika beve e battendo il bicchiere, dice anche alle in”ancora” slacciandosi da sotto la camicia il reggiseno che consegna a Lara, che riempie il terzo bicchiere.
Mi guarda, è il mio turno. Bevo il secondo giro e guardando le ragazze sorrido chiedendo
- ne berrei ancora ma non so come pagarti.
Lara versa il terzo, si avvicina a me e mettendomi la lingua in bocca mi infila la mano nei pantaloni arrivando al cazzo che già aveva preso vigore.
Una decina di secondi che mi son sembrati un secolo.
- wow ma se è questo il modo di pagare, vorrei aprire un mutuo.
Le ragazze ridono di gusto e finiscono il terzo giro. Lara spiega la storia della wodka, cominciando a perdere qualche parola in italiano prendendo sempre più colore per il caldo dell’alcol e della casa.
Valentina chiede un altro bicchiere e per sdebitarsi non trova di meglio che infilar la lingua in bocca a Lara che ricambia con piacere restando avvinghiata a Valentina anche mentre lei le toglie la maglia prendendo a leccarle i capezzoli.
La scena era accattivante, le due ragazze armoniche, Lara faceva scorrere la mano sotto la gonna di Valentina che gemeva.
Si staccò e bevve un sorso di worka passandolo nella bocca di Lara, che a sua volta sorrise e lo passò in quella di Erika.
Sicuramente non era la prima volta che facevano questo gioco.
Erika si girò e prese a baciarmi in bocca passandomi ciò che rimaneva della wodka. Mentre le due ragazze continuavano nei loro giochi, Erika prese a baciarmi con più foga. Slacciandomi la camicia mi accarezzava il petto e poi prese a baciarmelo, succhiandomi i capezzoli.
Stavo partendo anche io. Vedere quelle due avvinghiate e sentendo Erika sul mio corpo stavo perdendo il lume della ragione.
Cominciai a slacciare la camicia di Erika e finalmente vedevo quelle tette per intero, belle e buone. Cominciai a leccarle attaccandomi ora a una ed ora all’altra. Erika gradiva eccome, tanto che prese anche a limonare Lara che oramai nuda stava facendosi leccare la figa da Valentina.
Mi accorsi della scena e vedendo Lara in tutta la sua splendida forma sentivo il mio cazzo pulsare. Lara sorrise anche se in preda al godimento di Valentina, la spostò. Lei prontamente andò a cercare il sesso di Erika che nel frattempo stava sfilandosi l’intimo.
Lara si avvicinò a me, mi abbassò i pantaloni lasciandomi in piedi con il cazzo dritto di fuori.
Si mise in bocca un bel sorso di vodka mentre mi faceva sedere sul vicino divano e chinatasi su di me prese in bocca la mia verga insieme alla wodka.
Una sensazione stranissima un po’ di bruciore, un po’ di piacere e un po’ di anestetico… Valentina e Erika mi aiutarono a liberarmi dai vestiti, tutti e quattro ne eravamo privi.
- anche io, anche io!
Era Valentina che, non capivo se volesse succhiarmi il cazzo o bere la vodka, ma l’effetto combinato era sicuramente una bomba.
Molto più irruenta di Lara, si spingeva il cazzo fino in gola, cecando le leccarmi anche le palle ad ogni affondo. Non sarei durato molto ma non me ne stavo preoccupando.
Adesso tocca a me. Erika, senza vodka in bocca prese a leccare la cappella guardandomi negli occhi. Quattro o cinque affondi poi sorridendo si stacca e continuando a guardarmi negli occhi sale sopra di me infilandosi pian piano il mio cazzo nella sua fighetta grondante. Il ritmo piano piano aumenta e Valentina sento che si è messa tra noi leccando ora le mie palle, il mio culo e figa e culo di Erika. Lara intanto si era messa dietro Valentina leccandola a sua volta.
Stavo esplodendo ma Lara fermò Erika.
- vieni, ora tocca a te.
Mi prese per mano e facendomi posizionare dietro a Valentina prese il mio cazzo indirizzandolo al culo della ragazza che con le mani lo stava allargando.
- spingi forte fino in fondo, un colpo solo se vuoi continuare!
Era stata abbastanza decisa da non farmelo ripetere due volte.
Il culo di Valentina era abbastanza lubrificato e largo da lasciarmi pensare di non far troppa fatica e infatti con una spinta secca e decisa arrivai a far picchiar le palle contro la sua figa.
Due secondi di assestamento e cominciai a spingere con costanza in un movimento quasi meccanico. Non credevo ai miei occhi, non mi era mai capitato di scopare due donne insieme, figuriamoci tre.
Lara si era messa davanti a Valentina, teneva la sua figa oscenamente allargata mentre Valentina affondava la sua faccia ad ogni mio colpo.
Erika intanto si stava masturbando con il collo della bottiglia di wodka.
- non ce la faccio più, vengo!
- fermati!
Era sempre Lara a comandare.
Valentina si giro prendendomi in bocca il cazzo pulendolo a fondo.
Aspettando di ricevere in bocca tutta la mia calda sborra.
Non si staccò un attimo, tenendo tutto in bocca mentre Erika bevuto un altro bicchierino di wodka, fece come prima passandola nella bocca di Lara.
Solo in quel momento Valentina si staccò da me per andare a baciare in bocca Lara, passandole tutto il mio seme.
Mio Dio che scena!
Lara ricevette tutto in bocca e mandò giù come fosse la miglior bevanda al mondo.
Mi guardai tra le gambe e dopo quella vista mi accorsi che l’erezione era ancora ben visibile.
- adesso tocca a me
Lara mi fece sedere e dandomi le spalle si impalò sul mio cazzo, tenendo i piedi sulle mie ginocchia cominciò a scoparmi facendosi leccare la figa (e il mio cazzo) dalle sue amiche.
Era fantastico, credevo di essere alle soglie del paradiso.
Ma non era ancora finita perché anche Lara volle prenderlo nel culo fino a farmi venire dentro di lei.
Valentina la leccò per bene pulendole il buco del culo fino in fondo mentre Erika si prese in bocca il mio cazzo, forse nella speranza di farlo rinvenire.
- ragazzi si è fatto tardi, io devo andare a letto….. da sola!
Ci guardammo, noi tre ci alzammo e rivestendoci in pochi minuti uscimmo dalla casa di Lara.
Le ragazze avevano lasciato l’intimo all’amica.
- Grazie Erika, grazie anche a te Andrea. Spero di rivederti presto. Avrei voluto prenderlo anche in figa!
Valentina era sicuramente di nobili origini ma mi fece fare una risata e le assicurai che non mi sarei tirato indietro.
Erika si strinse a me e mi chiese di accompagnarla a casa.
Non avrebbe nemmeno dovuto dirlo, sarebbe stato scontato ad ogni modo.
Arrivammo da Erika e sulla porta estrasse il cellulare, consultò un app e mi dice sorridendo
- non ti posso fare entrare, Marta è in diretta su OF, non possiamo disturbare. Guarda.
E girando il telefono mi mostrò Marta mentre si stava infilando un vibratore da paura! Sembrava il cazzo di un cavallo.
Erika mi guadò si mise a ridere e mi dice che mi avrebbe mandato il link… Marta ne sarebbe stata contenta.
La bacio e le dò appuntamento telefonico per l’indomani. Dovevo dirle ancora qualcosa del progetto.
Anche quel giorno avevo la prenotazione dalla stazione Rogoredo per Roma utilizzando il salottino, comodo per poter avere un appoggio per il pc e portare avanti il lavoro mentre arrivavo a Roma.
Davanti a me, salita probabilmente a Milano Centrale, una ragazza ben più giovane di me, probabilmente una studentessa universitaria, in totale relax ascoltando musica dalla cuffie collegate al pc.
Salgo e mi sistemo, accendo il computer e inizio a lavorare ad una presentazione che avrei utilizzato nei giorni a seguire.
Una mezz’ora di lavoro, poi iniziano ad arrivare i messaggi in teams che mi fanno chiudere la presentazione. Nel frattempo la ragazza si rianima, toglie le cuffie e si stira come un gatto.
Nel muoversi non può che rifilarmi un calcio, involontariamente e assolutamente non violento.
- mi scusi, non volevo
Arrossendo non poco.
- figurati, niente di male. Ti ho forse disturbato?
Da questo banale scambio nasce un piacevole confronto nel quale mi spiega che effettivamente è una studentessa universitaria. Nel suo racconto mi spiega il progetto che la sta portando alla tesi di laurea e scopro che è molto vicino alla presentazione che dovrò fare in una società romana nei prossimi giorni. Le chiedo ulteriori dettagli e mi spiega che sta cercando di reperire ulteriore documentazione.
- se può interessarti, della documentazione potrei averla io sto lavorando ad un progetto che ha molte aderenze con la tua tesi.
- scherzi? -Aveva cominciato a darmi del “tu” - sarebbe fantastico.
- se vuoi, lasciami il tuo indirizzo mail, vedo cosa posso passarti, o se è possibile darti proprio un aiuto nella tesi.
Senza pensarci un secondo mi lascia il suo indirizzo mail al che dal mio telefono le mando un messaggio così da mandarle a mia volta i miei contatti.
Continuiamo a dialogare e in poco tempo siamo a Roma, scendiamo dal treno e ci salutiamo
- grazie per la compagnia, ti scrivo presto
- grazie a te, sei stato gentilissimo, spero di poterti sentire a breve.
Ci siamo lasciati in questo modo, senza altre parole ma con un mio intenso sguardo mentre si allontanava.
Simpatica era simpatica, ma era anche una bella ragazza.
Alta un metro e settanta circa, fisico atletico e una terza abbondante mal nascosta sotto una felpa di un paio di misure più larga. Un paio di jeans stretti che mettevano in risalto un culo da urlo è un girovita che era l’esatta proporzione al fisico di Erika, con la “k” come aveva sottolineato lei ridendo.
E mentre rideva, in treno non si potevano non notare le labbra senza rossetto che evidenziavano una dentatura perfetta.
Il tutto sotto una bionda chioma raccolta in una coda.
La giornata passa tra qualche riunione e qualche telefonata, nel mentre trovo il tempo di condividere con il Ceo della società il tema dell’incontro della mattina chiedendogli se poteva essere interessato a condividere del materiale o, come avevo avuto modo di verificare nel corso della giornata, avviare una collaborazione con l’università e far partecipare uno o due studenti allo sviluppo del progetto praticamente a costo zero e con altre interessanti agevolazioni fiscali.
- dammi qualche informazione, se possiamo “guadagnarci” qualcosa, perché no. Visto che stiamo già pagandoti, potresti coordinare l’attività di collegamento con l’università e con gli studenti.
Pragmatico. Non vedeva che il “guadagno” ma anche per m poteva essere una buona opportunità di incrementare le entrate e di fare nuove esperienze.
La sera mando una mail a Erika (con la K) e le chiedo cortesemente se può fornirmi l’indirizzo del suo docente con il quale avrei preso contatto il giorno successivo. Nel mentre le assicurai che avrebbe avuto molto su cui lavorare.
Non tardò a fornirmi tutti i recapiti ringraziandomi per quanto stavo facendo
- se stato gentilissimo e per quanto stai facendo saprò sdebitarmi. Se giovedì sera sei ancora a Roma, mi piacerebbe invitarti a cena. Se non ritieni troppo turistico Trastevere, per me sarebbe fantastico.
- Erika non c’è problema. Domani o dopodomani vediamo cosa riesco a fare, non vorrei scroccarti la cena senza risultati.
- ti lascio il mio numero di telefono, fammi uno squillo, non rispondo se non ho il numero in elenco. Chiamami quando vuoi. Se ti servono altri recapiti per l’università, o comunque per la cena.
Salvo il numero, le faccio uno squillo e le mando un messaggio whatsapp, per ringraziarla a mia volta.
Cavolo! Non mi ero sbagliato. Guadando la fotografia del sul profilo, in costume al mare, ogni curva prendeva sostanza. Che gnocca!
Nel corso della giornata successiva ero riuscito a recuperare le informazioni fiscali, a verificare le numerose aree di interesse del progetto e degli studi universitari che il docente di Erika stava proponendo, a gestire la possibilità di avere due o studenti per una collaborazione su alcune parti del progetto e ad avviare tutto quanto possibile fare per la formalizzazione della collaborazione.
Non avevo sentito Erika.
Mercoledì mattina avute le certezze necessarie e confermato da parte della società il mio incarico (e il giusto riconoscimento) e avviate le procedure organizzative, presi contatto con Erika.
“Quando puoi chiamami, buone notizie”
Dieci minuti dopo, il telefono squilla, spiego a Erika gli sviluppi e chiedo se ha altri compagni di studi interessati perché avremmo potuto arrivare a tre studenti, una sicuramente lei.
- allora hai già confermato la cena per giovedì. Non puoi rifiutarti. Se vuoi Ti faccio conoscere anche altri miei compagni.
- ok poi mandami indettagli della cena, ora e dove devo venire.
- ciao passa da me alle 20.00 poi andiamo a piedi. Questo è l’indirizzo via ……..
Giovedì sera alle 20 sono a casa di Erika, un appartamento che, come da normalità tra gli studenti universitari è condiviso con altri compagni.
- ciao, tu devi essere Andrea, l’amico di Erika. Vieni entra si sta vestendo.
Mi accoglie sulla porta Marta una ragazza non molto alta, un po’ rotonda ma con due tette da paura messe in bella mostra da una scollatura generosa.
Marta, mi dirà poi Erika che viene dalla Sardegna e studia lettere… in modo un po’ distratto perché si è trovata un lavoro che la tiene occupata parecchio tempo al giorno.
- lodevole, si mantiene negli studi, saranno contenti a casa.
- be, non credo che lo sarebbero se sapessero che ha aperto un canale OF.
Penso di essere arrossito, non perché mi reputi pudico ma perché non me lo aspettavo, e non mi aspettavo una naturalezza simile nel raccontarlo.
Erika mi guarda, scoppia a ridere e mentre camminiamo verso il ristorante mi dice
- dai, dopo ti faccio vedere il suo canale. Lei è sempre contenta della pubblicità che le facciamo e, oltre tutto guadagna.
Abbandono il discorso, raggiungiamo il ristorante e devo dire che la cena e Erika sono state fantastiche.
Erika indossava una gonnellina al ginocchio e una camicia scura, il biondo dei suoi capelli risaltava il suo viso e il suo sorriso. Talvolta però ero più distratto dal bottone slacciato che lasciava intravvedere un reggiseno non sexy che lasciava però generose quantità di carne scoperta.
Parlammo del progetto universitario, le spiegai come avremmo potuto gestire la sua collaborazione in azienda e quanto concordato con il prof e con il rettore. Erika era entusiasta anche perché un’esperienza del genere le poteva aprire molte strade.
- non so come ringraziarti, sono felicissima e non sto nella pelle per cominciare. Ti va di accompagnarmi in un locale qui vicino? Fanno della bella musica, c’è bella gente e ci si diverte.
- non vorrei farti sfigurare, potrei quasi essere tuo padre.
- stai scherzando vero? Al massimo mio fratello maggiore… e sai che noi “ragazze” abbiamo sempre un debole per i fratelli maggiori.
Ridendo, si prende la mia mano e la stringe al petto.
-Erika! Io la mia sorellina l’ho sempre sfruttata per conoscere le sue amiche :-)
- haaaaaa cattivone! Avrai fatto morire tua sorella d’invidia.
Alzandoci naturalmente non faccio pagare Erika, ci mancherebbe altro., e ci dirigiamo nel vicino locale. I dieci minuti a piedi passano tra le risate e con Erika che si stringe al mio braccio.
Arrivati al locale, si nota che è di casa, saluta un paio di persone e avvicinatasi al bar viene accolta dal barman con un sorriso, lei si avvicina e gli stampa un bacio sulla bocca che, devo essere sincero mi fa rimanere male. Prende due gin tonic e me ne porge uno., ridendo come una matta.
- hai un’espressione strana! Sei geloso?
Francamente mi ha messo in imbarazzo, dissimulo e in qualche modo mi giustifico, sono comunque poco credibile.
Andiamo verso un tavolo dove mi presenta a tre sue amiche e ad un altro ragazzo. Tutti e quattro studenti universitari.
- ciao a tutti, lui è Andrea, un amico di Milano.
Come se ci conoscessimo da una vita.
Le tre ragazze scopro che sono sue compagne di corso e che una di loro, Lara, è Polacca. Le altre due sono invece romane e, quando parlano si sente proprio.
Lara non può non colpire, alta statuaria, con due magnifiche tette lasciate libere sotto una maglia di strass ampiamente scollata.
Erika se ne accorge e mi si avvicina all’orecchio dicendomi
- adesso sono io che divento gelosa, non le stacchi gli occhi di dosso.
Detto questo mi lecca l’orecchio provocandomi un brivido.
Mi giro verso di lei
- sai, non ho ancora capito da che parte girarmi e come finirà la serata.
Erika sorride, e dandomi un bacio sulla guancia
- questa sera credo potrai finire la serata come credi, girartndoti dove vuoi.
Intanto le altre ragazze ballano tra di loro, bevendo e ridendo spensierate.
Anche io Erika e Marco ci uniamo ai balli, mi sento integrato al gruppo come se li frequentassi da sempre. Erika si allontana ancora un paio di volte tornando sempre con due bicchieri che, credo, non abbia mai pagato come la prima volta.
Marco nel mentre si stringe ad una delle due ragazze romane e ad un certo punto spariscono entrambe, credo siano andati a concludere la serata da qualche altra parte.
Si è fatta una certa ora, non è tardi ma la gente comincia a diminuire.
Lara chiede se ci andava di accompagnarla a casa e fermarsi da lei a bere, era tornata da poco dalla Polonia a voleva farci assaggiare una wodka tipica.
Entusiasmo alle stelle, Erika e Valentina abbracciano Lara, dicono che porta sempre della worka eccezionale.
- sei dei nostri, vero? Non voglio lasciarti a bocca asciutta.
Così, ridendo Lara mi strizza l’occhio e sorridendo si fa strada tra la gente.
Dieci minuti e siamo sotto casa sua, appartamento che condivide con una ragazza Lituana ma che in questi giorni non era a Roma e quindi, nessun limite o vincolo nella casa.
I quattro bicchieri sono sul tavolo e la bottiglia di liquore viene tolta dal congelatore. Il primo giro viene apprezzato e subito vengono riempiti i bicchieri per il secondo.
La prima è Valentina che buttato giù d’un fiato batte sul tavolo e dice “ancora”!
Lara la guarda negli occhi e seria
- dal terzo si paga
Valentina si sfila le mutande da sotto la gonna e le porge a Lara che prontamente le prende e versa il terzo bicchiere.
Erika beve e battendo il bicchiere, dice anche alle in”ancora” slacciandosi da sotto la camicia il reggiseno che consegna a Lara, che riempie il terzo bicchiere.
Mi guarda, è il mio turno. Bevo il secondo giro e guardando le ragazze sorrido chiedendo
- ne berrei ancora ma non so come pagarti.
Lara versa il terzo, si avvicina a me e mettendomi la lingua in bocca mi infila la mano nei pantaloni arrivando al cazzo che già aveva preso vigore.
Una decina di secondi che mi son sembrati un secolo.
- wow ma se è questo il modo di pagare, vorrei aprire un mutuo.
Le ragazze ridono di gusto e finiscono il terzo giro. Lara spiega la storia della wodka, cominciando a perdere qualche parola in italiano prendendo sempre più colore per il caldo dell’alcol e della casa.
Valentina chiede un altro bicchiere e per sdebitarsi non trova di meglio che infilar la lingua in bocca a Lara che ricambia con piacere restando avvinghiata a Valentina anche mentre lei le toglie la maglia prendendo a leccarle i capezzoli.
La scena era accattivante, le due ragazze armoniche, Lara faceva scorrere la mano sotto la gonna di Valentina che gemeva.
Si staccò e bevve un sorso di worka passandolo nella bocca di Lara, che a sua volta sorrise e lo passò in quella di Erika.
Sicuramente non era la prima volta che facevano questo gioco.
Erika si girò e prese a baciarmi in bocca passandomi ciò che rimaneva della wodka. Mentre le due ragazze continuavano nei loro giochi, Erika prese a baciarmi con più foga. Slacciandomi la camicia mi accarezzava il petto e poi prese a baciarmelo, succhiandomi i capezzoli.
Stavo partendo anche io. Vedere quelle due avvinghiate e sentendo Erika sul mio corpo stavo perdendo il lume della ragione.
Cominciai a slacciare la camicia di Erika e finalmente vedevo quelle tette per intero, belle e buone. Cominciai a leccarle attaccandomi ora a una ed ora all’altra. Erika gradiva eccome, tanto che prese anche a limonare Lara che oramai nuda stava facendosi leccare la figa da Valentina.
Mi accorsi della scena e vedendo Lara in tutta la sua splendida forma sentivo il mio cazzo pulsare. Lara sorrise anche se in preda al godimento di Valentina, la spostò. Lei prontamente andò a cercare il sesso di Erika che nel frattempo stava sfilandosi l’intimo.
Lara si avvicinò a me, mi abbassò i pantaloni lasciandomi in piedi con il cazzo dritto di fuori.
Si mise in bocca un bel sorso di vodka mentre mi faceva sedere sul vicino divano e chinatasi su di me prese in bocca la mia verga insieme alla wodka.
Una sensazione stranissima un po’ di bruciore, un po’ di piacere e un po’ di anestetico… Valentina e Erika mi aiutarono a liberarmi dai vestiti, tutti e quattro ne eravamo privi.
- anche io, anche io!
Era Valentina che, non capivo se volesse succhiarmi il cazzo o bere la vodka, ma l’effetto combinato era sicuramente una bomba.
Molto più irruenta di Lara, si spingeva il cazzo fino in gola, cecando le leccarmi anche le palle ad ogni affondo. Non sarei durato molto ma non me ne stavo preoccupando.
Adesso tocca a me. Erika, senza vodka in bocca prese a leccare la cappella guardandomi negli occhi. Quattro o cinque affondi poi sorridendo si stacca e continuando a guardarmi negli occhi sale sopra di me infilandosi pian piano il mio cazzo nella sua fighetta grondante. Il ritmo piano piano aumenta e Valentina sento che si è messa tra noi leccando ora le mie palle, il mio culo e figa e culo di Erika. Lara intanto si era messa dietro Valentina leccandola a sua volta.
Stavo esplodendo ma Lara fermò Erika.
- vieni, ora tocca a te.
Mi prese per mano e facendomi posizionare dietro a Valentina prese il mio cazzo indirizzandolo al culo della ragazza che con le mani lo stava allargando.
- spingi forte fino in fondo, un colpo solo se vuoi continuare!
Era stata abbastanza decisa da non farmelo ripetere due volte.
Il culo di Valentina era abbastanza lubrificato e largo da lasciarmi pensare di non far troppa fatica e infatti con una spinta secca e decisa arrivai a far picchiar le palle contro la sua figa.
Due secondi di assestamento e cominciai a spingere con costanza in un movimento quasi meccanico. Non credevo ai miei occhi, non mi era mai capitato di scopare due donne insieme, figuriamoci tre.
Lara si era messa davanti a Valentina, teneva la sua figa oscenamente allargata mentre Valentina affondava la sua faccia ad ogni mio colpo.
Erika intanto si stava masturbando con il collo della bottiglia di wodka.
- non ce la faccio più, vengo!
- fermati!
Era sempre Lara a comandare.
Valentina si giro prendendomi in bocca il cazzo pulendolo a fondo.
Aspettando di ricevere in bocca tutta la mia calda sborra.
Non si staccò un attimo, tenendo tutto in bocca mentre Erika bevuto un altro bicchierino di wodka, fece come prima passandola nella bocca di Lara.
Solo in quel momento Valentina si staccò da me per andare a baciare in bocca Lara, passandole tutto il mio seme.
Mio Dio che scena!
Lara ricevette tutto in bocca e mandò giù come fosse la miglior bevanda al mondo.
Mi guardai tra le gambe e dopo quella vista mi accorsi che l’erezione era ancora ben visibile.
- adesso tocca a me
Lara mi fece sedere e dandomi le spalle si impalò sul mio cazzo, tenendo i piedi sulle mie ginocchia cominciò a scoparmi facendosi leccare la figa (e il mio cazzo) dalle sue amiche.
Era fantastico, credevo di essere alle soglie del paradiso.
Ma non era ancora finita perché anche Lara volle prenderlo nel culo fino a farmi venire dentro di lei.
Valentina la leccò per bene pulendole il buco del culo fino in fondo mentre Erika si prese in bocca il mio cazzo, forse nella speranza di farlo rinvenire.
- ragazzi si è fatto tardi, io devo andare a letto….. da sola!
Ci guardammo, noi tre ci alzammo e rivestendoci in pochi minuti uscimmo dalla casa di Lara.
Le ragazze avevano lasciato l’intimo all’amica.
- Grazie Erika, grazie anche a te Andrea. Spero di rivederti presto. Avrei voluto prenderlo anche in figa!
Valentina era sicuramente di nobili origini ma mi fece fare una risata e le assicurai che non mi sarei tirato indietro.
Erika si strinse a me e mi chiese di accompagnarla a casa.
Non avrebbe nemmeno dovuto dirlo, sarebbe stato scontato ad ogni modo.
Arrivammo da Erika e sulla porta estrasse il cellulare, consultò un app e mi dice sorridendo
- non ti posso fare entrare, Marta è in diretta su OF, non possiamo disturbare. Guarda.
E girando il telefono mi mostrò Marta mentre si stava infilando un vibratore da paura! Sembrava il cazzo di un cavallo.
Erika mi guadò si mise a ridere e mi dice che mi avrebbe mandato il link… Marta ne sarebbe stata contenta.
La bacio e le dò appuntamento telefonico per l’indomani. Dovevo dirle ancora qualcosa del progetto.
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Elena… -5-
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