Un anniversario speciale

di
genere
dominazione

per la serie INTIMITA’ SVELATE

- Stasera ti faccio una sorpresa - ho detto a Romina prima di uscire.
Romina è la mia compagna, è una bella donna, splendidi capelli lunghi e neri, ed occhi scuri anch'essi. Veste in modo assolutamente normale, ma in certe occasioni io so che sotto il vestito indossa indumenti intimi particolari, molto ridotti, per un obbligo che le ho imposto tempo fa e che lei rispetta con evidente piacere.
Qualcha volta ci divertiamo con delle serate un po’ disinibite. Io adoro il sadomaso mentale, non so se si può chiamare così, in ogni caso nulla di davvero cattivo a livello fisico. In questi casi Romina subisce tutti i miei desideri e accetta ogni sopruso, e i suoi molteplici orgasmi di quelle notti mi indicano che la strada è quella che soddisfa anche lei.
Domani sarà il nostro anniversario, sono tre anni che stiamo insieme. Purtoppo io non ci sarò, sono a Bologna per lavoro, quindi ho deciso che stasera anticipiamo, le farò trascorrere una serato molto speciale, spero davvero che Romina apprezzi la sorpresa che voglio farle.

La mia sorpresa per Romina si chiama Carlotta.
Romina non la conosce, è una mia ex collega; qualche anno fa ha pensato bene di mettere a frutto la sua avvenenza e si è licenziata. Ora di lavoro fa l’accompagnatrice particolare di persone di livello, perlopiù industriali. Non si crea problemi se deve fare prestazioni sessuali di ogni tipo ma di solito predilige le donne. Per questo incontro si è prestata volentieri in nome della nostra antica amicizia.
- Voglio farti conoscere un’amica - ho detto poco fa alla mia compagna, appena sono entrato in casa.
Prendo per mano Carlotta e raggiungo Romina in salotto. La quale mi guarda stupita, con molti interrogativi sul volto. Immaginava che sarebbe stata una notte di quelle giuste, ma non si aspettava una visita. Il suo sguardo vaga tra me e la giovane donna che le sto presentando, so che non capisce, abbozza un sorriso allungando la mano aperta verso Carlotta, che risponde con un gesto altrettanto spontaneo.
Carlotta, un aspetto vagamente sofisticato, i capelli corti, ritti e spettinati, di un bel color rosso rame, sugli occhi neri un trucco molto semplice che valorizza anche il rosa carico della bella bocca carnosa. Indossa una camicetta bianca su una gonna nera strettissima che le segna sedere e cosce in modo evidente e penso che sia stata, da parte sua, una scelta molto astuta.
- Sono io la tua sorpresa, Romina - rivela Carlotta, sorridendo.

Romina mi guarda con un'espressione impagabile. Ci fissiamo occhi negli occhi e tra noi trasmigra un fluido pieno di parole dette e non dette, rivelazioni di sogni proibiti e perversi. Sposta lo sguardo su quella donna che non conosce e nella sua mente si formano mille domande ma purtoppo zero risposte.
Carlotta fra noi tre pare la più divertita, forse perchè meno coinvolta emotivamente. Si avvicina a Romina e le prende una mano, le solleva in alto il braccio e, facendo perno su di lei, immobile, inizia a ruotarle intorno, con curiosità.
- E’ questa la tua compagna? - mi domanda con un tono leggermente ironico.
Romina si volta di scatto e mi guarda con stupore, dal suo volto traspare in pieno la sua incertezza, molta rabbia, lo sguardo ancora in cerca di risposte.
Mi avvicino, sfioro la sua guancia con un bacio lieve e sussurro pianissimo:
- Romina, Carlotta è tua per tutta la notte! Puoi farci tutto quello che vuoi. E’ questa la sorpresa! - sperando che le mie parole trapassino ossa e ossicini e si installino con prepotenza nel suo cervello.

Sono cosciente che lei non ha mai accettato l’idea di scopare con una donna nonostante le mie ripetute richieste in merito, non è proprio sulla sua lunghezza d’onda, ma forse è solo timore di una novità che potrebbe mettere in discussione certi suoi principi. Le ho confessato mille volte che ho voglia di vedere due donne far l’amore e una delle due donne deve essere assolutamente lei.
Le sue risposte sono sempre state queste: una, che non lo avrebbe mai fatto, due, che comunque non l’avrebbe mai e poi mai fatto davanti a me.
Ora, il pensiero di obbligarla a scopare con una donna e oltretutto di farsi guardare da me mentre lo fa mi eccita enormemente, mi fa andare fuori di testa.
Quando le offro Carlotta in modo così chiaro, lei spalanca gli occhi sui miei, mette una mano sulla bocca per nascondere un'ilarità improvvisa, nervosa, poi guarda il volto della ragazza, i suoi occhi neri, poi di nuovo guarda me e poi ancora lei. Ma il suo sorriso si spegne subito quando io aggiungo all’offerta, con durezza, che io pretendo di vederla fare l’amore con lei anche se non è d’accordo.
Poi affondo le dita tra i suoi capelli, e con una pressione decisa spingo il suo viso verso quello di Carlotta. Voglio che i due respiri siano ben presenti uno all'altro.
Carlotta, vista la situazione, che peraltro le avevo preannunciato come probabilità, prende il comando e con piglio professionale attira a sè il corpo di Romina. Cerca di baciarla, ma Romina si divincola e mugola:
- Non voglio... -
- Non puoi, altrimenti dovrò punirti, lo sai - le sibilo stringendole forte un braccio.
- Non voglio - ripete a voce bassa, gli occhi rivolti a terra. Credo che inizi a capire la situazione.
- Devi farlo perchè lo voglio io - ripeto.
- Non mi sento...ti prego! -
- D’accordo, la punizione è già scattata. E non ti piacerà. -
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- D’accordo, la punizione è già scattata. E non ti piacerà. -
Queste sono state le ultime parole del mio compagno prima di abbracciare quella donna. L’ha baciata davanti a me, senza alcun ritegno. Mi chiedevo se lei fosse una sua amante, non sapevo cosa pensare, e perchè proprio lì, in casa nostra. Se voleva organizzare un incontro a tre avrebbe agito con più tatto, e comunque lo sapeva che io non sono molto d’accordo, non mi piacciono queste cose.
Ma ho capito subito che quella sarebbe stata una di quelle serate in cui mi avrebbe scavato la mente, ora era tutto chiaro, mi voleva succube, come le altre volte. In realtà era questa la sorpresa!
Adesso che sto realizzando, sento che mi sta salendo la paura di ciò che può accadere insieme all’inspiegabile eccitazione che mi prende sempre quando lui si comporta così.
E’ vergognoso che quando mi tratta in questo modo io mi bagni tra le gambe e che lui lo scopra. Certo, lo lascio toccare, stupida che sono, mi mette le mani nelle mutande e poi mi prende in giro, mi dice delle parole brutte che normalmente non pronuncia mai. E’ già capitato.

Mi predispongo mentalmente ad accettare ogni sua richiesta, ma lo sviluppo non lo immagino ancora, non è mai successo che sia presente anche un’altra persona durante questi momenti così privati, e questo mi agita molto.
- Vai in camera da letto - mi ordina. Io eseguo e mi muovo come piace a lui, tenendo le mani dietro la schiena e camminando a testa bassa.
Carlotta è già nella stanza, sta passeggiando davanti al letto, le braccia incrociate sotto il seno.
- La devi spogliare tu, muoviti! - lui mi parla con voce ruvida mentre mi spinge in malo modo in avanti.
Mi avvicino alla donna, ma non so come e dove cominciare, sono tesissima.
- La camicetta - mi suggerisce Carlotta. Mi do da fare coi bottoncini con le dita che tremano. Le tolgo le camicetta, Carlotta presenta un seno prosperoso che evito di guardare. La cerniera sul fianco, la gonna che scivola a terra, ed io che mi accuccio lesta per prenderla, poi la aggancio su una gruccia. Sistemo per bene anche la camicetta, in modo che non ci siano pieghe quando se la rimette. Avere quattro occhi che giudicano ciò che faccio mi agita non poco.
Carlotta è seminuda, ma non ho tempo di apprezzare, in bene o in male; lui mi esorta a slacciarle il reggiseno, cosa che faccio subito, appena Carlotta mi da la schiena.
- Le mutandine - mi esorta il mio compagno. Io speravo di non dover arrivare a tanto, ma eseguo, srotolo il perizoma di Carlotta ad occhi bassi, forse per non vedere, ma non ci riesco. Mi abbasso per recuperare l’indumento caduto a terra, sono in ginocchio, non ho mai avuto l’occasione di avere così vicino al volto il sedere nudo di un’altra donna, e non credo di poter far finta di niente.
- Baciale il culo - ecco l’ordine prevedibile e temuto. Lo farei, seppur contro le mie convinzioni che temo si stiano infrangendo in mille pezzi. Lo farei per mettermi alla prova, per scoprire mondi nuovi. Invece sono obbligata a farlo per regalare la mia umiliazione al mio uomo e per regalargli anche la mia eccitazione, che non so nascondere.
Lo faccio. Poso le labbra sulle natiche di Carlotta e sento per la prima volta in vita mia la tiepidità di un corpo femminile e il profumo così inebriante della sua pelle. Bacio più volte tutta quella morbidezza, con l’espressione mesta che mi si richiede, ma con un tumulto interno che spero non traspaia.
Lui si inginocchia vicino a me e brontola nervoso che non ho capito niente, devo baciare e leccare anche il buco del culo della sua amante. Sta osservando con attenzione la mia reazione, è molto eccitato, lo conosco.
Io sto tremando, non so se per la rabbia di subire anche questa infamia o se per il piacere...per lo stesso motivo.

Abbasso lo sguardo e faccio ciò che mi ordina.Il forellino di Carlotta mi appare liscio, depilato, di colore appena più scuro, ci appoggio su la bocca. Il mio compagno mi spinge la testa tra le chiappe, e la trattiene per un tempo infinito durante il quale lecco quel buco, lo riempio di saliva e mi assale un conato di vomito. Mi sembra di morire, mi manca l’aria e annaspo. Lui mi afferra per i capelli e mi trascina verso la poltrona davanti al letto, sulla quale abbiamo fatto l’amore tante volte.
- Ora stai seduta qui e guarda. Avrei voluto esserci io a guardare te ma tu sei stata troppo stronza. -
Mi dice questo e altri insulti, intanto si spoglia completamente. Il suo cazzo è già in erezione, è durissimo, lo so anche senza toccarlo. E’ nudo, in piedi davanti a me, a gambe larghe, con quel suo cazzo pulsante che mi fissa, ed io immagino, e desidero, che ora vorrà prendermi in qualche modo cattivo, magari con violenza, per punirmi, per farmi male. Sono pronta a qualsiasi cosa.
Invece vedo la mano di Carlotta che si intrufola da dietro tra le gambe del mio uomo e gli massaggia le palle. Poi si mette al suo fianco e lo masturba, a mezzo metro da me, entrambi nudi. Lui le stringe una tetta e le bacia il collo, cosa che io adoro, quando lo fa con me.
Io mi sento un po’ tonta, ora so che non sarò io la prescelta, mi viene una botta di gelosia e di rabbia per quella situazione che odio ma che allo stesso tempo mi attrae tantissimo.

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All’improvviso ho caldo, sto sudando, e realizzo che sono l’unica ancora vestita. Mi alzo perchè non resisto più seduta lì senza sapere qual è la mia collocazione. Sono a casa mia, quello è il mio compagno e dovrei esserci io in quel letto!
Carlotta gli sta facendo un pompino, lui mi guarda e ride. Io dovrei prendere una pistola e sparare a tutti e due, invece sto qui, immobile, a osservare questa donna che sta succhiando il cazzo al mio compagno.
Lui mi ordina con voce un po’ alterata di rimettermi seduta a guardare.
Io obbedisco, mi risiedo sulla poltrona e guardo.
Guardo il mio uomo che fa l’amore come non l’ho mai visto, così, dall’esterno. Guardo il suo culo quando infila la sua verga dentro di lei, i suoi glutei che si tendono ogni volta che spinge, i muscoli della sua schiena che guizzano lucidi di sudore.
Ed è bellissimo.
Guardo la “sua” donna sotto di lui mentre accoglie il suo cazzo a cosce aperte, una posa naturale di tutte le donne quando un uomo le chiava, ma che in questo momento mi sembra oscena; guardo i suoi grossi seni che danzano ad ogni colpo, guardo le sue mani che accarezzano il corpo del mio compagno dalle spalle alle chiappe.
Ed è bellissima.
Mi viene da piangere, sono bagnata in volto e mi arrabbio a pensare che sono bagnata anche tra le gambe e non vorrei nè l’una nè l’altra cosa.

Carlotta a quattro zampe è una pecora a gambe larghe che mugola, emette gemiti di piacere e poi si abbatte sul letto, stremata, devo pensare che sia venuta. Lui non demorde, non le da tregua, non ha la sensibilità di aspettare che lei finisca di godere, dovrebbe accorgersi che lei sta ancora ansimando. Lo fa anche con me. Io lo so bene che a quel livello di eccitazione lui non si domina più, ora pretende il culo. Infatti l’afferra per i fianchi, la solleva brutalmente come un pupazzo e la rimette in ginocchio, il cazzo sparisce tra le sue chiappe, lei stringe i denti e grugnisce.
Una violenza che io ho subìto molte volte anche con piacere, lo ammetto, ma che a vederla è tutt’altra cosa. E’ così brutale ma non credevo che fosse tanto eccitante assistere.
Senza rendermene conto, ho sollevato il mio vestito fin sulla pancia e mi masturbo. Carlotta mi osserva senza espressione, intenta com’è ad assorbire la dilatazione del suo buchetto, invece lui mi ringhia contro, mi sgrida “troia finiscila, devi solo guardare!” senza smettere di inculare Carlotta.
Io ubbidisco lesta, come se mi avesse scoperto a rubare la marmellata, mi ricopro subito le gambe e sto immobile ad ascoltare il mio respiro affannato. Un rivolo di umori scorre lento dalla mia fica tra le mie cosce, e penso che macchierà la poltrona, ma non oso muovermi per controllare.

Temo che non riuscirò a non toccarmi, mi sento addosso una voglia pazza di qualcuno, uomo o donna non importa, che mi faccia qualcosa. Mi lascerei battere, come fa lui quando mi vede così, mi farei picchiare come e dove vuole, mi farei strizzare i capezzoli come quella volta in cui volevo morire di dolore ma ho dovuto sorridere per farlo godere(*). Ho voglia di togliermi le mutande troppo strette, si sono infilate dentro la fica e schiacciano troppo il clito. Mi sento tremendamente a disagio.
- Romina, vieni qui! - lui mi chiama ad alta voce e devo correre.
- Mettiti in ginocchio davanti a Carlotta e massaggiale le tette. -
Lo faccio subito. In questa posizione la mia faccia è a una spanna da quella di Carlotta, ha la fronte sudata, gli occhi semichiusi e un’espressione mista tra la sofferenza e il piacere. Sta crollando sotto i colpi sempre più forti del mio uomo, si sorregge ancora con le braccia tese ed io le afferro le mammelle che sbattono avanti e indietro. Le afferro con forza, le schiaccio, le tiro in giù con strattoni alternati, come si usa mungere le vacche, e Carlotta è senz’altro una di queste. Non voglio massaggiarle le tette!

La odio ed ho tanta voglia di farla soffrire. Premo forte i capezzoli tra due dita , so per esperienza che fa molto male, e mentalmente le dico “sorridi troia, voglio che tu sorrida!”. Invece sto zitta, mi limito a strizzare di più, di più, finchè non vedo il mento di Carlotta che trema, sta per piangere. Io non resisto, lascio i capezzoli e sono tentata di darle uno schiaffo, sarebbe l’occasione giusta, e poi se lui mi picchia, io ci godo, e lui lo sa che ci godo!
Il mio compagno sbatte i colpi definitivi nel culo di Carlotta, gode rumorosamente e lo riempie di sperma.Io muovo veloce la mano aperta sul viso di Carlotta, lei chiude gli occhi, in attesa della mia sberla. Oppure è solo in attesa che il cazzo del mio uomo scarichi tutta la sborra calda nella sua pancia. Non posso saperlo, come non so neanche spiegarmi perchè stringo la faccia di Carlotta tra le mani e la bacio sulla bocca. Ci metto la lingua fin dove posso e spero tanto che il mio compagno non veda.
Mi stacco subito, tengo gli occhi bassi, metto le mani dietro la schiena e me ne sto in ginocchio, col fiatone, in attesa di ordini.
Che arrivano puntualmente, ed io mi domando quale fantasia stia sempre nascosta nella mente perversa del mio compagno di vita.
- Vai in bagno, prendi della carta igienica -
Mi alzo in fretta, in bagno mi soffermo un istante davanti allo specchio, ne approfitto per osservare il mio viso e mi sfioro le labbra con le dita. Non mi riconosco, sono sudata e spettinata, ma devo correre.
- Pulisci la sborra, muoviti! -
Carlotta è ancora distesa sul letto, a pancia sotto, con il viso un po’ nascosto dal cuscino. Io mi avvicino con in mano un paio di strappi di carta igienica, le allargo piano le chiappe e ripulisco con cura tutto lo sperma che sta ancora fuoriuscendo, fluido con qualche bollicina, dal buchetto di Carlotta. Noto che è molto arrossato ed ancora leggermente aperto, e non posso fare a meno di pensare che io, il mio buco, non l’ho mai visto così bene da vicino dopo che lui mi ha inculato. Lui dopo che ha sborrato, si alza e se ne va, ed io devo pulirmi da sola. Invece adesso vuole che il culo della sua amante sia pulito e lo fa pulire da me.
- Romina! - mi urla il mio compagno dal bagno, lo raggiungo, mi ordina di fargli il bidè e poi mi anticipa che dovrò farlo anche a Carlotta. Devo fare in fretta perchè è tardi e deve ancora portarla a casa.
Sono disorientata, mi gira anche la testa, tutto questo mi sembra così assurdo! Quando lo facciamo noi due, tutto finisce nel momento in cui veniamo, spesso si gode insieme, e si riprende la vita normale. Stasera invece è tutto diverso, sono triste ed eccitatissima allo stesso tempo.

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Lui è già seduto sul bidè, mi trovo, non so perchè, a lavare il cazzo del mio compagno dopo che ha inculato un’altra donna.
Penso che dovrei lavarmi anch’io, non mi sono mai sentita così sporca.
Quando è soddisfatto prendo la salvietta per asciugarlo, ma lui mi incita a lavare anche Carlotta, che ne frattempo è entrata in bagno ed ha visto tutto. Mi sono vergognata tanto per il fatto che lei fosse presente, anche se a questo punto nulla dovrebbe farmi arrossire, visto tutto quanto è successo.
Carlotta dice che non ce n’è bisogno, che si lava da sola, ma lui le risponde “ma figurati, c’è Romina che te lo può fare!”. Allora lei si accomoda sul bidè ed io, come una scema, prendo il sapone intimo che uso per me, quello delicato, e gliene spalmo un po’ sulla fica. La lavo con molta schiuma e passo la mano anche più sotto, sul buco del culo. Lei mi sussurra ”fai piano lì, mi brucia”, ed io faccio piano, perchè la capisco, nessuno mi lava il buco del culo quando mi brucia dopo che lui mi ha inculato. Dev’essere piacevolissimo.
Mentre l’asciugo riesco a trovare il tempo per guardare il suo corpo e dico tra me e me “ma quanto sei bella, maledetta stronza”.
Il mio compagno sollecita Carlotta a voce alta, lui si sta già vestendo per portarla a casa. Io mi riprendo, mi viene in mente una cosa, apro in fretta l’armadietto dei medicinali e prendo il tubetto della cremina che uso io per lenire il buchetto dopo gli assalti del mio compagno. Le faccio cenno di accovacciarsi, lei si accuccia come dovesse fare la pipì in un prato, io spremo una nocciolina di crema su un dito e lo passo con delicatezza sotto, sul forellino. E mentre lo faccio le do un piccolo bacio su una spalla, e lei mi accarezza sul collo.
Poi le mollo uno schiaffetto su una coscia e le sussurro “ora vai, e vattene in fretta”.
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Finalmente sono sola, in casa nessun rumore. Sono ancora seduta sulla poltrona e mi rendo conto che posso finalmente alzarmi e fare ciò che voglio. E ciò che voglio adesso è farmi una doccia, una doccia calda che spazzi via questo tremore continuo che non riesco a fermare, questa eccitazione prolungata che mi ha rovistata nella mente e non solo.
In bagno c’è ancora l’armadietto dei medicinali aperto, lo chiudo e mi guardo allo specchio con calma. Racchiudo il viso tra le mani, mi sfrego gli occhi e sfioro le mie labbra, e un fremito mi ricorda il contatto con le labbra di Carlotta.
Apro l’acqua al massimo e mi spoglio, quando la sento caldissima entro nella doccia e sto lì, immobile, sotto lo scroscio violento sulla nuca.
A letto, quello stesso letto sul quale il mio compagno ha scopato con la sua amante, penso che lui ha voluto festeggiare stasera perchè domani è via per lavoro e trascorrerò l’anniversario da sola. Ho la mente che vaga, e il pensiero di Carlotta s’insinua continuamente tra gli altri, la rivedo nuda o seduta sul bidè mentre le lavo la fica, oppure me l’immagino accosciata che fa pipì, oppure vedo le sue tette, grosse e vive, quando le mungevo su e giù. Come una vacca. Mi eccita pensare a lei in questo modo.Insomma, cose così.
A quei pensieri si riaccende una voglia disperata di godere, mi masturbo, voglio l’orgasmo che mi è stato vietato e che ora mi merito. Mi sfrego la fica con rabbia e con l’altra mano raggiungo il buco del culo, quello mio, lo tocco e nella mia mente è quello di Carlotta, e allora vengo, finalmente vengo....godo sperando che questo orgasmo non finisca mai, con le cosce serrate e gli addominali duri, tesi ad assorbire gli sforzi del mio corpo per prolungare i fremiti all’infinito.
Poi mi spengo come una candela, sono stremata dagli eventi. Guardo l’orologio, l’una è passata da un bel po’.
Buon Anniversario a me.
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Mi sveglio alle 10, con il telecomando faccio scorrere su le serrande ed una lama di luce sfiora la poltrona davanti al letto. Mi alzo, voglio vedere se c’è qualche macchia. Nulla che dia pensiero.
Mi stiracchio e vado in cucina, ho desiderio di una bella colazione. Il mio compagno è già partito con il treno delle 6, non l’ho sentito tornare stanotte e non l’ho sentito nemmeno andar via stamattina.
Sul tavolo, sopra una busta, c’è un piccolo pacco. Lo guardo prima di aprire la busta, sono curiosa.
Straccio la carta e appare un cofanetto minuscolo. Lo apro, dentro c’è uno splendido anello in oro con tre diamanti incastonati: uno centrale più grosso e due laterali un po’ più piccoli.
Spalanco bocca e occhi, non ho mai visto nulla di più bello.
Apro la busta.
“Buon anniversario, tesoro. Vorrei essere lì con te, per dirti quanto ti amo. Spero che ti piaccia l’anello, ma ne parliamo stasera, dovrei essere a casa per cena. Aspettami.”
Leggo e rileggo, penso che sarà costato una fortuna.
Gli mando un Whatsapp:
“Buon anniversario, caro. Ho visto l’anello, è bellissimo! Ti aspetto, stasera sarò come tu mi vorrai. Ti amo.”

Non ho mai fatto una colazione più emozionante. Inzuppo biscottini nel latte da mezz’ora con gli occhi fissi sui tre diamanti. Io sono quello in centro, lui è quello di destra e l’altro...
Mi distrae il campanello, vado ad aprire ad un ragazzotto che mi chiede se sono la signora Romina. “Eh sì” rispondo, e lui “allora queste sono per lei” e mi lascia un enorme mazzo di rose rosse, che ad occhio saranno una trentina!
Do un’occhiata veloce al bigliettino pinzato sul cellophane.
“Buon Anniversario, Romina. Grazie di tutto.”
Per la seconda volta, stamattina, resto a bocca aperta. Ho il cuore che mi scoppia grazie a queste sensazioni così nuove, così diverse. Che sia il mio compagno che vuole strafare?
Stacco il bigliettino dalla confezione e rileggo con attenzione.
In realtà è un biglietto da visita.
Lo guardo anche sul retro.
C’è un nome: Carlotta Bertile, e sotto, l’indirizzo e un numero di cellulare, 346********.
E più sotto c’è scritto, a penna: “chiamami”.

Un invito o un ordine?
Decido che è un invito, corro in bagno, mi lavo, mi trucco, mi vesto ed esco.
Appena sono in strada respiro a fondo, il verduriere sotto casa mi saluta ed io mi sento la Padrona del Mondo.

(*) https://www.eroticiracconti.it/racconto/97622-love-game
di
scritto il
2025-01-12
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