Umiliatemi
di
FILIPPO
genere
dominazione
Indossare intimo femminile, sembrava solo un gioco, ma poi crescendo, è diventato quasi un obbligo, e da lì, diventare frocio, il passo è stato breve.
Raggiunta la maggior età, ho potuto dare sfogo alla mia natura repressa, ero già donna, avevo già perso la mia verginità, ero proiettata verso un mondo a mè congeniale, ESSERE PREDA DEI MASCHI, PIù GRANDI, ERA IL MIO SOGNO.
Così, iniziai ad uscire sempre più spesso la sera in cerca di maschi, mi travestivo di nascosto in cantina e andavo in posti che sapevo essere frequentati da maschioni, e mi concedevo a chiunque, ero giovane e carina, preda facile.
Poi i miei scoprirono la mia natura femminile, e non la presero molto bene, papà mi prese un appartamento lontano dalla nostra cittadina, e così, potei trasformarmi in quello che ero.
Di giorno, lavoravo in un negozio di abbigliamento, sono sempre stata portata a quel lavoro ed ho buon gusto, ma ogni giorno che passava, la mia femminilità si mostrava, diventavo sempre più effemminato, nel parlare nel muovermi, nel pormi con i clienti, che mi adoravano.
Spesso mi invitavano a cena e al dopocena, e la cosa mipiaceva, erano uomini più grandi di mè, adulti, e mi lasciavo sottomettere ai loro voleri e piaceri.
Poi un giorno, avevo circa ventidue anni, e ilproprietario del negozio, insieme alla moglie, donna carinissima, mi proposero di presentarmi al femminile, di travestirmie truccarmi, sarei stata la commessa Paola, accettai immediatamente, e la signora Anna mi aiutò con il guardaroba, e mi affinò nel trucco, e così mi presentai la settimana dopo di mattino presto, nei nuovi panni, ero bellissima.
I primi clienti rimasero basiti, e contenti, indossavo gonne corte, camicette aperte, o vestitini attillati, labbra con rossetti sgargianti, che spesso lasciavo sui loro cazzi nel camerino.
Si sparse la voce, e poichè vendevo molto, i miei datori di lavoro, mi diedero la possibilità di usare i camerini posti dietro nel vasto ripostiglio, e così, una vota portati i capi lì, rimanevo in reggicalze e tacchi a servirli.
Iniziai a lasciarmi fare quello che desideravano, dai primi pompini, a farmi scopare, poi fotografare, e infine filmare, incontrarli fuori dal lavoro, e passare notti con loro o interi fine settimana.
Poi i miei titolari decisero che era pericoloso continuare nel negozio, così, deciero di organizzarmi, si mi organizzarono la vita, accettai di sottomettermi ai loro ordini e voleri.
Si iniziò con la cernita dei clienti, decisero loro chi dovevo servire e come essere svestita, poi per gli incontri, c'era il loro appartamento, salivamo le scale, e il cliente poteva usarmi a suo piacimento, previo accordi precedenti con loro.
Io dovevo solo accompagnarli sopra, dove avevano allestito una camera dei giochi, con tutto l'occorrente dalle corde, ai cazzi di gomma, videocamera, ecc.
E col passare dei mesi, mi annullarono, divenni un automa al servizio di chiunque, a condizioni che nemmeno conoscevo, ma che mi piacevano, non potevo più farne a meno, ero come drogata, mi adattavo ad ogni perversione mi veniva richiesta.
Vendevo moltissimo, e mi concedevo altrettanto, finii per rimanere a vivere con loro.
La mia propensione per le persone adulte, fù soddisfatta dai miei titolari, che avevano molti amici, della loro età e più anziani, e mi proposero di diventare la loro cameriera tutto fare dopo i negozio, accettai immediatemente.
La sera servivo loro il pranzo in reggicalze calze e tacchi, e se c'erano ospiti meglio ancora, poi soddisfavo sessualmente i loro ospiti, maschi e femmine, e poi aiutavo i miei titolari a lavarsi, e a scopare, ero il loro cagnolino.
Il marito mi inculava regolarmente e spesso dovevo scopare o inculare lei, bella donna di 68 anni, robusta, con seno cadente, ma sexi.
Passavanoi mesi, e io ero sempre più sottomessa, così un giorno mi proposero di andare da un Notaio loro amico, e di firmare la cessione della mia prsona a loro, redatto l'atto lo firmai con la presenza di due testimoni, io ero seduta nuda su una sedia approntata per l'occasione, sulla seduta vi era un cazzo nero enorme, e io fui adagiata su di esso, dilatandomi l'ano, il cazzo mi scoppiava, legato stretto, gli altri indossavano, le donne reggicalze e tacchi, i maschi nudi.
Alla firma dell'atto, fui servita agli ospiti, che mi scoparono in tutte le salse.
Poi rivestita, miaccompagnarono da un medico loro amico, in una clinica privata, dove mi sottoposero a vari esami clinici, e poi decisero di castrarmi, un mese dopo mi ritrovai senza testicoli, e dopo che tutto ritorno normale potevo ammirare il mio cazzo senza testicoli, stupendo.
Potevo scopare per ore senza mai godere, godevo solo se mi inculavano, mi diedero ormoni per sopperire alla perdit dei mie testicoli, stavo diventando donna.
Un anno dopo mi fecero fare un seno stupendo, ma non vollero togliermi il pene, lo avrei voluto, ma nulla da fare, io non eroproprietaria del mio corpo.
Verso i miei 40 anni, i miei titolari muorirono, lasciando in eredità tutto, compreso il mio contratto a un loro parente, molto più deciso di loro, e cos', l'appartamento sopra al negozio divenne una cas adi appuntamento, divenni una prostituta, e un anno dopo, mi fece evirare, ricostruendo una vagina al suo posto, ritornai a battere quasi un anno dopo, dando a disposizione due buchi.
Il mio destino è segnato, non uscirò mai da questo appartamento se non per poche ore, ma lo voglio, è il mio destino, e me lo sono costruito.
Raggiunta la maggior età, ho potuto dare sfogo alla mia natura repressa, ero già donna, avevo già perso la mia verginità, ero proiettata verso un mondo a mè congeniale, ESSERE PREDA DEI MASCHI, PIù GRANDI, ERA IL MIO SOGNO.
Così, iniziai ad uscire sempre più spesso la sera in cerca di maschi, mi travestivo di nascosto in cantina e andavo in posti che sapevo essere frequentati da maschioni, e mi concedevo a chiunque, ero giovane e carina, preda facile.
Poi i miei scoprirono la mia natura femminile, e non la presero molto bene, papà mi prese un appartamento lontano dalla nostra cittadina, e così, potei trasformarmi in quello che ero.
Di giorno, lavoravo in un negozio di abbigliamento, sono sempre stata portata a quel lavoro ed ho buon gusto, ma ogni giorno che passava, la mia femminilità si mostrava, diventavo sempre più effemminato, nel parlare nel muovermi, nel pormi con i clienti, che mi adoravano.
Spesso mi invitavano a cena e al dopocena, e la cosa mipiaceva, erano uomini più grandi di mè, adulti, e mi lasciavo sottomettere ai loro voleri e piaceri.
Poi un giorno, avevo circa ventidue anni, e ilproprietario del negozio, insieme alla moglie, donna carinissima, mi proposero di presentarmi al femminile, di travestirmie truccarmi, sarei stata la commessa Paola, accettai immediatamente, e la signora Anna mi aiutò con il guardaroba, e mi affinò nel trucco, e così mi presentai la settimana dopo di mattino presto, nei nuovi panni, ero bellissima.
I primi clienti rimasero basiti, e contenti, indossavo gonne corte, camicette aperte, o vestitini attillati, labbra con rossetti sgargianti, che spesso lasciavo sui loro cazzi nel camerino.
Si sparse la voce, e poichè vendevo molto, i miei datori di lavoro, mi diedero la possibilità di usare i camerini posti dietro nel vasto ripostiglio, e così, una vota portati i capi lì, rimanevo in reggicalze e tacchi a servirli.
Iniziai a lasciarmi fare quello che desideravano, dai primi pompini, a farmi scopare, poi fotografare, e infine filmare, incontrarli fuori dal lavoro, e passare notti con loro o interi fine settimana.
Poi i miei titolari decisero che era pericoloso continuare nel negozio, così, deciero di organizzarmi, si mi organizzarono la vita, accettai di sottomettermi ai loro ordini e voleri.
Si iniziò con la cernita dei clienti, decisero loro chi dovevo servire e come essere svestita, poi per gli incontri, c'era il loro appartamento, salivamo le scale, e il cliente poteva usarmi a suo piacimento, previo accordi precedenti con loro.
Io dovevo solo accompagnarli sopra, dove avevano allestito una camera dei giochi, con tutto l'occorrente dalle corde, ai cazzi di gomma, videocamera, ecc.
E col passare dei mesi, mi annullarono, divenni un automa al servizio di chiunque, a condizioni che nemmeno conoscevo, ma che mi piacevano, non potevo più farne a meno, ero come drogata, mi adattavo ad ogni perversione mi veniva richiesta.
Vendevo moltissimo, e mi concedevo altrettanto, finii per rimanere a vivere con loro.
La mia propensione per le persone adulte, fù soddisfatta dai miei titolari, che avevano molti amici, della loro età e più anziani, e mi proposero di diventare la loro cameriera tutto fare dopo i negozio, accettai immediatemente.
La sera servivo loro il pranzo in reggicalze calze e tacchi, e se c'erano ospiti meglio ancora, poi soddisfavo sessualmente i loro ospiti, maschi e femmine, e poi aiutavo i miei titolari a lavarsi, e a scopare, ero il loro cagnolino.
Il marito mi inculava regolarmente e spesso dovevo scopare o inculare lei, bella donna di 68 anni, robusta, con seno cadente, ma sexi.
Passavanoi mesi, e io ero sempre più sottomessa, così un giorno mi proposero di andare da un Notaio loro amico, e di firmare la cessione della mia prsona a loro, redatto l'atto lo firmai con la presenza di due testimoni, io ero seduta nuda su una sedia approntata per l'occasione, sulla seduta vi era un cazzo nero enorme, e io fui adagiata su di esso, dilatandomi l'ano, il cazzo mi scoppiava, legato stretto, gli altri indossavano, le donne reggicalze e tacchi, i maschi nudi.
Alla firma dell'atto, fui servita agli ospiti, che mi scoparono in tutte le salse.
Poi rivestita, miaccompagnarono da un medico loro amico, in una clinica privata, dove mi sottoposero a vari esami clinici, e poi decisero di castrarmi, un mese dopo mi ritrovai senza testicoli, e dopo che tutto ritorno normale potevo ammirare il mio cazzo senza testicoli, stupendo.
Potevo scopare per ore senza mai godere, godevo solo se mi inculavano, mi diedero ormoni per sopperire alla perdit dei mie testicoli, stavo diventando donna.
Un anno dopo mi fecero fare un seno stupendo, ma non vollero togliermi il pene, lo avrei voluto, ma nulla da fare, io non eroproprietaria del mio corpo.
Verso i miei 40 anni, i miei titolari muorirono, lasciando in eredità tutto, compreso il mio contratto a un loro parente, molto più deciso di loro, e cos', l'appartamento sopra al negozio divenne una cas adi appuntamento, divenni una prostituta, e un anno dopo, mi fece evirare, ricostruendo una vagina al suo posto, ritornai a battere quasi un anno dopo, dando a disposizione due buchi.
Il mio destino è segnato, non uscirò mai da questo appartamento se non per poche ore, ma lo voglio, è il mio destino, e me lo sono costruito.
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