Al parcheggio dietro il cimitero

Scritto da , il 2021-12-07, genere pulp

Io e la mia amica eravamo impegnate in un torbido 69 sul retro della mia autovettura.

Dentro aria e atmosfera torbida, fuori luce giallastra nella nebbiolina serale e freddo.

Avevamo scelto il parcheggio accanto al cimitero per aggiungere pepe alla nostra tresca, anche se il tam-tam dei soliti ben informati davano la zona per molto pericolosa; dicevano che vi erano successe cose incresciose e strane, ma senza mai suffragare prove al riguardo, parlavano di urla, di ombre e di gente sparita.

Sì va bene, robe da ragazzini in campeggio, ma dai è un luogo come un altro, al massimo ci saranno guardoni dai; e così eccoci qui avvinghiate e prese nei nostri giochi erotici, quando.

Quando uno scossone smuove l'auto, "hei!" faccio io, e la mia amica sopra di me alzandosi guarda fuori e vede un viso terreo.

Urla, e urlo anch'io, sembra una scena da film di ultimo livello, ma vi dico subito che lo spavento era reale.

Oddio, altri visi; guardo meglio, è gente nuda, con questo freddo. Mi ritrovo a pensare stupidaggini in questi momenti capita no?

La mente calcola, mi getto tra i sedili cercando di guadagnare il posto di guida, mentre la mia amica esordisce con un "e che cazzo", mi giro per capire se è successo qualcosa, ma no indica proprio uno dei tipi la fuori, non sono solo tutti nudi, ma sono proprio tutti in tiro, e che tiro.

Guardo bene, sono tutti nudi e in tiro, ricordo quanto detto da un'amica al bar sere fa riguardo gli "zombi cazzuti", allora ci risi su ora sono seria, seria e spaventata.

Cerco di guadagnare il posto di guida quando sento nuovamente l'urlo della mia amica. "Di nuovo? Che c'è ora..." ma rimango con la frase sospesa.

C'è che uno di loro ha aperto una portiera dell'auto e sta tirando la mia amante per un piede, cazzo mai appartarsi senza aver chiuso le portiere, merda e ora che c'è, hanno aperta anche la mia ed uno mi tira per i capelli.

Merda, lo spingo via mentre sento dire "figo amò", che cazzo c'è di figo penso mentre ne spingo due uno contro l'altro cercando di raggiungere il punto da dove viene la voce.

"Cazzo che mazza, ne ho toccata una ed è durissima", "sì bè sarà il rigor mortis che ti devo dire." fantastico scambio di battute mentre tiriamo schiaffi e calci.

Ma hanno immobilizzato la mia amica, scalcia e la tengono per le braccia, mentre un terzo chiaramente ingrifato se la vuole trombare; e no un momento, poi magari mi rimane pure incinta di un cazzo-zombi.

Do un pugno sul naso di quello che col cazzo in mano stava puntando a ciò che poco fa era mio, poi accade l'inevitabile, scalciando una pedata finisce tra le palle dello zombi stupratore, questo preso proprio lì caccia un urlo e si accascia a terra.

Io rimango attonita, ma è un attimo, realizzo la sorpresa, poi mi avvicino ad uno di quelli che la tengono bloccata per le braccia, allungo una mano sotto il pistolone, abbranco le palle e stringo forte, quello urla e cade.

La libero anche dall'altro zombi con lo stesso modo, poi le dico della scoperta e insieme ci mettiamo a calciare palle con gli zombi che cadono, ma sono troppi anche per due risolute a passare la serata giocando questa partita di pallone.

E così mentre siamo con le spalle all'auto a tirare calci agli zombi, dall'oscurità esce come un lampo una figura nera, è finita penso, hanno chiamato i rinforzi.

E invece questa figura, con mosse degne del maestro Miyagi, prendeva palle, stringeva palle, rilasciava palle, ad una velocità incredibile, piroettando sulle nostre e le loro teste come un ninja.

Alla fine si ritirarono, in terra rimanevano qualche decina di zombi del cazzo con le palle scoppiate.

"Annalisa!" Gridammo all'unisono, ecco perché l'altra sera ci parlavi degli zombi-cazzo, tu li conoscevi già, ma chi sei un giustiziere o cosa?

"Chiamatemi pure RunningRiot, ma vi prego di mantenere il riserbo sulla mia identità, o vi vengo a cercare e non sarà divertente per voi.".

Incredibile, pensai, conosco Annalisa da anni e non sapevo nulla di questa sua veste, e mentre guardavamo il nulla, dagli alberi venne di nuovo la sua voce "e rivestitevi, se no torno giù e vi trombo".

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